Molti lo avevano pronosticato mesi fa, altri sinceramente speravano che non accadesse mai. Ciò nonostante, al pronti-partenza-via della nuova stagione NBA, Zion Williamson si trova fermo ai box appena dopo aver iniziato a scaldare i motori per una lesione al menisco laterale del ginocchio destro.
Il 18 ottobre, un tweet di Wojnarowski rivela che la prima scelta assoluta da Duke ha subito un infortunio ginocchio destro, che non è niente di serio e che sarebbe stato valutato nei giorni seguenti senza affrettare alcunché. Tre giorni dopo esce la notizia che il rookie, che nelle sue 4 partite di preseason ha tenuto medie considerevoli (23.3 punti, 6.5 rimbalzi e 2.3 assist con il 71% dal campo in 27.3 minuti a partita), sarebbe rimasto fuori per 6-8 settimane, dopo essersi sottoposto ad un’operazione chirurgica in artroscopia per risolvere l’infortunio al menisco laterale dello stesso ginocchio, saltando quindi la prima parte della stagione NBA.
Il menisco laterale fa parte, assieme al menisco mediale, di una maxi-struttura fibrocartilaginea che “completa” l’articolazione del ginocchio. La struttura è necessaria dal momento che i due piani articolari, i condili femorali e i piatti tibiali, non sono perfettamente combacianti. I menischi si inseriscono sul versante tibiale dell’articolazione (di per sé piatto), permettendo di abbracciare il versante femorale (più o meno rotondo) e conferendo quindi proprietà di rotazione e di sostegno ai movimenti del ginocchio. La funzione è, quindi, quella di permettere un appropriato scivolamento tra le due facce articolari del ginocchio, sorreggere il ginocchio stesso nei movimenti ed assorbire parte dello stress derivante dal peso corporeo scaricato sull’articolazione durante il movimento:
Il menisco mediale ha una forma a “C”, mentre il menisco laterale ha una forma ad “O”. Entrambi sono costituiti da una porzione più interna organizzata in fibre disposte a raggiera, per sostenere maggiormente il peso corporeo ed assorbire più efficacemente la pressione verticale che esso esercita, e da una porzione più esterna organizzata in fibre disposte circolarmente, per sorreggere e coadiuvare i movimenti di rotazione e trazione del ginocchio. Parallelamente, il menisco riceve un apporto sanguigno in maniera maggiore nella sua porzione più esterna (zona rossa), e la quota di vascolarizzazione diminuisce centripetamente, fino ad arrivare alla porzione più centrale avascolare (zona bianca).
I punti in cui il menisco può lesionarsi sono vari. La lesione meniscale laterale occorre tipicamente nelle distorsioni del ginocchio verso l’interno: l’eccessiva intra-rotazione può far sì che una porzione di un menisco venga a trovarsi schiacciata tra le due superfici articolari ossee, può venire “pizzicata” e lacerarsi. Tipicamente, poi, la rottura del menisco si accompagna a quella di altri legamenti (crociati o collaterali, a seconda del trauma fisico che il soggetto subisce). Tra i due menischi sono statisticamente più frequenti le lesioni mediali rispetto a quelle laterali (il caso di Williamson), poiché il menisco laterale è più grande ed in grado di sopportare meglio gli spostamenti. Tuttavia spesso i dati sono discordanti, e comunque la differenza non è significativa, soprattutto per quanto riguarda i giocatori di basket (dove pare che il trend si inverta).
Come viene trattato questo infortunio? Le soluzioni possibili sono due (escludendo l’intervento di sostituzione protesica), e sono entrambe chirurgiche. La prima operazione effettuabile è detta “meniscectomia”, ovvero la rimozione della porzione di menisco danneggiata (molto spesso si effettua quando il menisco si lesiona longitudinalmente, lungo tutto il suo decorso, nella sua porzione più esterna). La seconda soluzione è la riparazione per via atroscopica del menisco stesso, tecnica molto più laboriosa che prevede la rimozione della porzione di menisco lesionato e la sutura del tessuto rimanente, per preservare quanto più possibile il tessuto originario ancora sano.
Quest’ultima tecnica richiede uno stop di qualche mese, ed è effettuabile solamente se la sutura viene fatta nella porzione maggiormente vascolarizzata del menisco stesso (più il danno è esterno meglio è). La prima operazione invece prevede un periodo di stop di circa sei settimane, ma espone il paziente ad un rischio maggiore di osteoartrosi, di problematiche quindi croniche.
L’infortunio di Williamson viene fatto risalire alla partita di preseason contro gli Spurs, del 13 ottobre. Evidentemente, l’equipe medica dei Pelicans ha optato per effettuare una meniscectomia, alla luce dei tempi di recupero previsti. Questo permetterà alla stella ex-Duke di tornare in campo relativamente presto, ma potrebbe comportare delle sequele per il giovane atleta. In primis, il ginocchio destro è il ginocchio che Zion si è infortunato lo scorso anno al college, nella famosa vicenda della “Nike esplosa”, e questo rappresenta un pericoloso precedente: il suo ginocchio destro è un ginocchio che ha già sofferto una distorsione, e che lo ha già tenuto fuori parecchio ed in tempi molto precoci.
Inoltre, il peso (130 Kg circa) e lo stile di gioco di Williamson non aiuteranno il suo ginocchio a preservarsi negli anni di carriera. Zion conclude la maggior parte delle sue azioni al ferro (40 dei suoi 49 tiri tentati sono stati all’interno della restricted area durante la preseason), con schiacciate e gesti atletici che possono mettere a dura prova, soprattutto tramite gli atterraggi, la solidità delle sue articolazioni. Tutto questo rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di artrosi, in un soggetto che si trova, già nella sua giovane età, a giocare un numero elevato di partite all’anno, con una componente dell’articolazione del ginocchio fortemente de-abilitata.
Sarà quindi non solo dello staff medico di New Orleans ma anche del giovane Zion il compito di recuperare in maniera ottimale dall’intoppo occorso in preseason, concordemente con le possibilità e con il futuro roseo che il ragazzo si trova di fronte. E nonostante nessuno si auguri di vedere Williamson soffrire ancora di problemi al ginocchio, la sua carriera da PRO in NBA non sembra essere iniziata… con il piede giusto.