Dopo l’annuncio dei titolari di qualche giorno fa, sono state annunciate anche le riserve per l’All-Star Game 2021 che si terrà ad Atlanta il prossimo 7 marzo.
The Eastern Conference @NBAAllStar Reserves Pool!@FCHWPO@JHarden13@ZachLaVine@J30_RANDLE@BenSimmons25@jaytatum0@NikolaVucevic#NBAAllStar pic.twitter.com/RJkiqrNsSO
— NBA (@NBA) February 24, 2021
The Western Conference @NBAAllStar Reserves Pool!@AntDavis23@Yg_Trece@rudygobert27@Dame_Lillard@spidadmitchell@CP3@Zionwilliamson#NBAAllStar pic.twitter.com/R0yCeWPEZl
— NBA (@NBA) February 24, 2021
Come accade sostanzialmente ogni stagione, sono subito iniziati i dibattiti tra tifosi e addetti ai lavori su chi non meritasse la chiamata e soprattutto su chi la meritasse più di altri convocati. Un format che va a selezionare 24 giocatori in una lega talentuosa e composta da 450 giocatori, divisi in 30 squadre, difficilmente riesce ad accontentare tutti e quindi è naturale che nascano questi dibattiti.
La prima cosa che si realizza guardando chi è stato convocato e chi manca all’appello è la profondità della lega a livello di talento. Devin Booker, poi comunque “ripescato”, selezionato dal Commissioner Silver come rimpiazzo dell’indisponibile Anthony Davis, Trae Young, Domantas Sabonis, Bam Adebayo, Khris Middleton, Shai Gilgeous-Alexander, DeMar DeRozan, Brandon Ingram, Tobias Harris sono tutti giocatori dall’innegabile talento che non prenderanno parte alla partita delle stelle.
Oltre al format in sé, anche il metodo di votazione rende i dibattiti ancora più accesi. Cos’è un All-Star? Quali sono i criteri di scelta? Deve essere preferito un giocatore con un grande impatto sulla squadra e quindi sul record o un giocatore particolarmente spettacolare e con statistiche individuali di spicco? L’All-Star game è affascinante anche perché crea un mix di modi diversi di essere stella, da Gobert a Zion Williamson, da Chris Paul a Zach LaVine.
Il dibattito sugli snobbati può essere un dibattito sano, se non sfocia nella tifoseria sfrenata, sottolineando i meriti di giocatori presi meno in considerazione o sottovalutati. In questo articolo farò la mia parte nel dibattito sugli snobbati, portando gli esempi di 5 giocatori che, per una ragione o per un’altra, potevano meritare una chiamata.
Devin Booker
Il primo snobbato non poteva che essere Devin Booker. L’assenza (iniziale) del giocatore dei Suns è sicuramente quella più rumorosa, visto che persino LeBron James ha criticato sui social la mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Devin Booker is the most disrespected player in our league!!! Simple as that.
— LeBron James (@KingJames) February 24, 2021
Devin Booker in questa stagione sta viaggiando 24.7 punti di media, 3.8 rimbalzi e 4.3 assist con il 60.7% di True Shooting percentage. Oltre ai freddi numeri, Booker sta giocando una stagione anche di grande adattamento, di fianco a Chris Paul e provando a giocare nel modo più funzionale possibile agli altri 4 giocatori in campo.
Oltre alla produttività da stella, Booker gioca in quella che si sta ormai affermando come una delle migliori squadre della Western Conference. Phoenix, infatti, ha un record estremamente positivo di 20-11 ed è attualmente al quarto posto della sua conference, con due vittorie in meno degli attuali campioni dei Los Angeles Lakers.
I Suns avevano comunque da subito un All-Star, Paul, appunto. Booker è peggiore per record e rendimento degli altri convocati? Paul è così tanto più meritevole o pesa molto anche la sua fama e l’essere ben visto e ben voluto in molti ambienti della lega?
Khris Middleton
Khris Middleton non è mai stato caratterizzato da un particolare appeal durante la sua carriera. È un giocatore che, nonostante le ormai molteplici stagioni ad altissimi livelli, vive e gioca lontano dai riflettori con il rischio di essere spesso trascurato e dimenticato dal tifoso medio.
Questa generale mancanza di appeal ha probabilmente influito un po’ sulla sua non convocazione ma non dovrebbe influire sulla nostra valutazione di Middleton giocatore.
Middleton sta viaggiando a 20.3 punti, 6.1 rimbalzi e 5.7 assist di media con percentuali del 53.4% da 2, 43.4% da 3 e l’89.5% ai liberi. Oltre ad essere una grande spalla del due volte MVP Antetokounmpo, Middleton in questa stagione ha aumentato ulteriormente i suoi compiti di creazione che rendono la sua stagione ancor più notevole.
Nel caso dell’ala dei Bucks, la spettacolarità e il suo appeal tra tifosi e addetti ai lavori probabilmente ha pesato più dell’effettivo impatto del giocatore.
Domantas Sabonis
Un’altra esclusione eccellente è rappresentata da Domantas Sabonis. Il figlio di Arvydas sta disputando la miglior stagione in carriera e sta viaggiando a 21.5 punti, 11.6 rimbalzi e 5.7 assist di media con il 56.5% dal campo. Mai nessun giocatore con 20 punti, 10 rimbalzi e 5 assist di media era stato snobbato per l’All-Star game.
Oltre ai semplici numeri, Sabonis è il migliore giocatore di questi rinnovati Pacers che al momento hanno un record di 15-15 e sono quarti nella Eastern Conference.
Sabonis quindi coniuga un rendimento individuale di altissimo livello ad un grande impatto e un decente record di squadra. Giocatori come Julius Randle e Nikola Vučević hanno lo stesso ruolo del lituano e statistiche paragonabili, ma entrambi hanno risultati di squadra inferiori. In un format come quello dell’All-Star game è difficile identificare una discriminante che abbia portato alla vittoria di un giocatore o dell’altro, ma Sabonis probabilmente avrebbe potuto essere intercambiabile con i due sopracitati.
Trae Young
Il caso di Trae Young è abbastanza estremo e particolare. Nella scorsa Young stagione è stato votato come titolare all’All-Star Game grazie alle statistiche stellari nonostante i risultati di squadra. Trae sta tenendo delle medie straordinarie anche in questa stagione: 27.0 punti e 9.6 assist con il 59.9% di True Shooting percentage (superiore a quella della scorsa stagione). Nonostante ciò, Trae Young non andrà all’All-Star game. Probabilmente le difficoltà degli Hawks, che attualmente hanno un record negativo di 13-18, unite ad un indubbio miglioramento del roster, hanno inciso sulle valutazioni dei votanti.
Parliamo di un caso simile a quello di Bradley Beal della scorsa stagione: un giocatore dalle statistiche straordinarie che paga lo scotto di non riuscire a migliorare significativamente la propria squadra. Qualcuno potrebbe chiedersi però “quanto è giusto far pesare così tanto i risultati di squadra in una convocazione che premia le prestazioni individuali”? Un annoso problema che ritorna sempre nel periodo dell’All-Star game e che resterà probabilmente insoluto.
Tobias Harris
Infine, l’ultimo snobbato che prendiamo in considerazione è Tobias Harris. Generalmente vengono convocati due giocatori delle squadre al primo posto della rispettiva conference. Quest’anno è toccato a Mitchell e Gobert per i Jazz ed Embiid e Simmons per i Sixers. Nel caso dei Sixers, Harris poteva essere considerato un All-star forse più meritevole di Simmons.
Harris (e i suoi miglioramenti) è stato un pezzo importantissimo in questa prima parte di stagione dei Sixers. Le sue statistiche dicono 20.7 punti, 7.7 rimbalzi, 3.4 assist e il 61.3% di True Shooting percentage ma, oltre a questi numeri, la sua sua costanza è stata fondamentale. Anche durante i periodi di difficoltà di Simmons o di altri compagni, l’apporto di Harris non è mancato quasi mai. Forse questa costanza di rendimento andava premiata maggiormente che gli alti e bassi di Simmons?
In chiusura: è sempre facile trovare e parlare degli snobbati, è sempre più complicato capire chi sarebbe dovuto rimanere fuori e per quale ragione!