Terminato il secondo turno abbiamo qualche giorno per recuperare fiato in vista delle Sweet Sixteen e per parlare di qualche argomento emerso in questo weekend esteso di college basketball.
Le preghiere di Sister Jean
Jean Dolores Schmidt delle Sorelle della Carità della Vergine Maria – conosciuta come Sister Jean – è il cappellano dei Ramblers di Loyola Chicago nonché la loro tifosa più accanita. Nonostante i suoi cento ed uno anni era presente con carrozzina e mascherina giallo-granata d’ordinanza sugli spalti della Hinkle Fieldhouse e nel prepartita aveva così pregato coi suoi ragazzi: “Dovendo giocare coi Fighting Illini chiediamo (a Dio) un aiuto speciale per superare questo avversario e raggiungere una grande vittoria. Speriamo di segnare da subito e rendere nervosi i nostri avversari, abbiamo una grande opportunità di vincere a rimbalzo perché questa squadra segna il 50% dei suoi tiri in sottomano ed il 30% dei tiri da tre e la nostra difesa se ne può occupare…”
101 anni… di straordinaria lucidità ed ancor più incredibilmente la sua preghiera ha funzionato perché è esattamente quello che è accaduto poi in campo con Loyola Chicago capace di prendere subito un vantaggio per 19 a 9 nei primi dieci minuti di gara e non permettere mai ad Illinois di rientrare veramente in partita. Con Cameron Krutwig (19+12 e 5 assist per il grassottello e baffuto centro dalle mani d’oro) a duellare alla pari con Kofi Cockburn (21+9) sotto canestro, col gigante giamaicano che solo nel secondo tempo riesce ad emergere e cogli esterni dei Fighting Illini praticamente cancellati con Ayo Dosunmu tenuto a 9 punti e Trent Frazier cancellato a soli due punti ed 1-10 al tiro mentre gli esterni dei Ramblers hanno letteralmente guidato il ritmo della gara con Williamson e Kennedy giunti a quota 14 punti.
Alla fine, Illinois è stata tenuta al 44% al tiro e 28% da tre, esattamente come previsto da Sister Jean, il miglior scout del college basketball, e Loyola Chicago si trova una bella autostrada davanti per un clamoroso ritorno alle Final Four a tre anni di distanza.
E la benedizione di Oral il Profeta
Anche Oral Roberts ha evidentemente un rapporto diretto col Divino probabilmente grazie al suo fondatore Granville Oral Roberts, predicatore televisivo milionario deceduto nel 2009 capace nella sua carriera di oltre trecento crociate missionarie in sei continenti ed oltre due milioni di persone benedette dalle sue mani capaci, a suo dire, di guarire malattie e disabilità oltre che ad ottenere raccolte di fondi milionarie… tanto da fondare una università negli anni sessanta, lui ragazzo nato povero e sopravvissuto alla tubercolosi.
Un paio di miracoli al Torneo NCAA 2021 deve però averli fatti perché Oral Roberts è la seconda seed #15 della storia ad accedere alle sweet sixteen dopo Florida Gulf Coast, cenerentola del 2013…
Per farlo ORU dopo aver eliminato Ohio State si è ripetuta con Florida vincendo 81-78 ed è ora attesa dalla #3 Arkansas “Come ho detto ai miei ragazzi – ha detto a fine gara Coach Paul Mills – non permetterò a nessuno di metterci un numero in fronte ed a dirci quanto valiamo, noi non ci arrendiamo a nessuno!”.
Di nuovo Obanor, già trentellante con Ohio State, ha viaggiato a 28 punti confermandosi una delle mane più calde di questo Torneo ed il point guard dalla mano torrida Max Abmas ne ha aggiunti 26 fermando il tentativo di fuga dei Gators trascinati da Tre Mann (19 punti ma zero nei minuti decisivi della gara) che raggiungono un vantaggio in doppia cifra prima che un parziale di 25 a 11 porta i Golden Eagles in vantaggio a tre minuti dal termine, da quel momento ORU non si farà più sorpassare da Florida.
Oh Oregon!
Parafrasando Clint Eastwood “Quando una squadra stanca e poco atletica (Iowa) incontra una squadra fresca e atletica (Oregon, nove giorni di riposo inclusa la vittoria a tavolino su VCU) la squadra poco atletica è una squadra morta…” e finché gli Hawkeyes hanno potuto cavalcare il meraviglioso Luka Garza (36 punti 14-20 FG 3-4 3pt 9 rimbalzi alla fine) capace di metterne 22 a referto nei primi 18 minuti di gara allora vi è stata sostanziale parità poi quando i Fighting Ducks hanno messo un parziale di 10-0 con due triple piazzate di LJ Figueroa si è spenta la luce per Iowa che nella ripresa non è mai stata in grado di riavvicinarsi ad una Oregon troppo veloce ed esplosiva in grado di mandare quattro giocatori in doppia cifra (Duarte 23 Figueroa 21 Richardson 19 Omoruyi 17) con Williams Jr a quota 9.
I Ducks di Coach Dana Altman hanno impressionato e sono pronti per affrontare la USC (netta vittoria dei Trojans null’unico scontro diretto in stagione) dei fratelli Mobley capaci di massacrare letteralmente Kansas 85-51 causando la peggior sconfitta della storia dei Jayhawks, una vera umiliazione per Coach Bill Self dopo una stagione con molte ombre e luci.
Ringraziato doverosamente un inconsolabile Luka Garza a fine gara, va messo in luce come la BigTen – considerata anche da noi la conference più competitiva della NCAA – alla fine giunge alle Sweet Sixteen con la sola Michigan sopravvissuta finendo pesantemente ridimensionata a favore della sottovalutata Pac12 che oltre ad Oregon e USC porta alla seconda settimana pure UCLA ed i Beavers di Oregon State, storicamente i cugini perdenti e sfigati dei Ducks, capaci invece di vincere per la prima volta nella loro storia il Championship e poi di passare i primi due turni battendo Tennessee e la Oklahoma State di Cade Cunningham autore di 24 punti ma con 6 su 20 dal campo mentre Ethan Thompson è stato spaziale con 26 punti a referto.
Squadra decisamente in missione Oregon State e con Oral Roberts e Loyola Chicago certamente è una delle più belle storie del Torneo 2021 e considerando che ora affronteranno proprio i Ramblers di Sister Jean almeno una Cindarella arriverà alla finale del Midwest Region trovando poi una fra Houston e Syracuse cogli Orangemen pure loro nel mezzo di un run entusiasmante in questa March Madness grazie alle triple del figlio del coach Buddy Boeheim che ne ha inchiostrati 30 a San Diego State ed altri 25 a West Virginia… on fire!