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5 giocatori a rischio scambio alla deadline

Alexandros Moussas by Alexandros Moussas
20 Marzo, 2021
Reading Time: 11 mins read
0
5 giocatori trade deadline

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia / Getty Images

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Come ogni cosa da un anno a questa parte, anche il mercato NBA è segnato da una forte discontinuità e da un conseguente riadattamento al nuovo panorama circostante. Alla chiusura del mercato degli scambi (25 marzo ndr) manca un lasso di tempo che in NBA può essere sufficiente per stravolgere tutto, ma ci sono degli indizi che ci dicono che difficilmente succederà qualcosa del genere. Due problematiche, infatti, stanno rendendo particolarmente complicato trovare una quadra tra compratori e venditori.

La prima difficoltà è legata all’assenza, o quasi, di squadre interessate a vendere. Tante franchigie sono in piena lotta play-in, mentre sono poche le squadre che non ha più nulla da giocarsi. Al contrario, è possibile che vi sia un numero crescente di squadre, soprattutto ad est, interessate ad acquistare giocatori per giocarsi l’ultima posizione per i playoff.

La seconda problematica è la tendenza sempre più imperante di aspettare il mercato dei “buy-out”, ossia quei giocatori che vengono liberati dalle rispettive franchigie per mancanza di offerte appetibili. Un esempio recente è quello di Blake Griffin, accasatosi con i Nets, ma molti altri potrebbero fare la stessa fine, come Whiteside, Drummond e chissà, forse anche LaMarcus Aldridge (casualità che siano tutti dei lunghi?). A questi si uniscono i giocatori già senza contratto che potrebbero tornare utili, come Hollis-Jefferson o Kidd-Gilchrist.

A ravvivare questo mercato, però, potrebbero esserci dei giovani in scadenza di contratto che fino ad ora non sono riusciti ad imporsi. Il primo della lista è senza dubbio John Collins.

 

Un giovane lungo in cerca di una nuova casa: John Collins

Il lungo di Atlanta non è stato protagonista fino ad ora di un’annata brillante, anche se qualche miglioramento indiscutibilmente c’è stato. E il rapporto difficile con Trae Young non lo ha di certo aiutato. Si era intuito che la sua situazione fosse intricata già quando le due parti non avevano trovato un accordo per un prolungamento contrattuale. Chiusa la finestra per poter firmare un nuovo contratto con gli Hawks, la domanda non è più stata se Collins sarebbe andato via o meno, bensì quando. Più passa il tempo e più il suo valore diminuisce, e se Atlanta non vuole perderlo a zero dovrà muoversi in fretta.

Non è semplice trovare una squadra in grado di offrire in cambio un veterano che possa rendersi utile nella scalata ai playoff di Atlanta. Lo stipendio di Collins, piuttosto basso per gli standard della NBA, rende il giovane prospetto di Atlanta particolarmente difficile da muovere. Minnesota potrebbe essere interessata, così come Houston che, stante una situazione alquanto complicata, potrebbe provare a puntarci con la prospettiva di confermarlo in estate.

Il ritorno che Atlanta avrebbe rischia di essere alquanto limitato in entrambi i casi. Improbabile comunque vederlo in una squadra con ambizioni da titolo già in questo scampolo di stagione. Charlotte non pare essere fra le più interessate, ma se non riuscisse a trovare il centro adatto da affiancare o sostituire a Cody Zeller, potrebbe farci un pensierino vista la tendenza di Borrego a giocare sempre di più senza centro. Non risolverebbe i problemi difensivi degli Hornets, anzi, ma potrebbe essere una scommessa interessante.

 

Le point guard veterane non passano mai di moda, Kyle Lowry

Chi invece interessa alle squadre che ambiscono al titolo è Kyle Lowry. Toronto non sta vivendo una stagione semplice dato il temporaneo spostamento in Florida e altre difficoltà del caso. Lowry è uno degli ultimi superstiti dei Raptors che hanno alzato il titolo non più tardi di due stagioni fa ed una sua eventuale partenza rappresenterebbe la chiusura di un ciclo storico per la franchigia canadese. Un momento difficile per i tifosi e la squadra in generale, ma che pare essere alle porte. Anche se nel caso, non si parlerebbe di addio, ma più di un arrivederci.

Se per Collins uno dei problemi è il contratto alquanto basso, per Lowry è l’esatto opposto. Kyle guadagna 30.5 milioni, una cifra alta ma che risulta meno impegnativa di quanto ci si possa aspettare essendo il contratto prossimo alla scadenza. Un investimento a breve termine, ma che porta delle certezze costruite in anni di prestazioni di ottimo livello da parte di Lowry.

Le tre squadre che si sono dimostrate più interessate sono Heat, Clippers e 76ers. Miami ha diversi giocatori che potrebbe fare rientrare nello scambio per questioni salariali, un po’ meno quando si parla di prospetti interessanti per i Raptors. Impossibile pensare che Riley lasci andare via Herro, difficile che si separi da Achiuwa. Lo scambio dovrebbe, quindi, incentrarsi sulle poche scelte a disposizione degli Heat.

Situazione analoga per i Clippers che hanno le scelte 2022-24-26 già impegnate con Oklahoma. Lowry sarebbe senza alcun dubbio perfetto per colmare alcune mancanze della rosa losangelina, ma trovare la giusta contropartita da offrire ai Raptors pare piuttosto complicato.

Discorso a parte lo merita Philadelphia. I 76ers oltre ad avere controllo su quasi tutte le loro prime scelte, hanno anche un discreto numero di giovani interessati che potrebbero essere utili per la rifondazione di Toronto, come Thybulle, Maxey, Reed e Joe. Ironia della sorte, nel caso Lowry finisse per giocare per la squadra della sua città natale, è quasi certo che Danny Green debba fare il percorso inverso, tornando a Toronto dopo averla lasciata da vincente. Il fatto che Lowry sia un simbolo dei Raptors fa pensare che la dirigenza canadese voglia far il possibile per accontentare Lowry e farlo accasare dove meglio crede. La volontà del capitano di Toronto sarà probabilmente determinante per una sua ipotetica partenza.

Se Lowry è un nome chiacchierato da inizio stagione, ci sono giocatori che da anni vivono con la spada di Damocle di poter essere scambiati da un momento all’altro. Aaron Gordon pare in procinto di cambiare casacca da parecchio tempo, ma fino a oggi è rimasto bloccato ad Orlando.

 

Lo strano caso dei Magic e di Aaron Gordon

Perché pensare che qualcosa sia cambiato dagli anni scorsi? La mancanza di franchigie interessate a vendere potrebbe fare aumentare il valore dei pochi giocatori disponibili, e qualche squadra potrebbe finalmente fare un’offerta allettante per Gordon. I Magic sono stati flagellati dagli infortuni in maniera pesante negli anni, e si ritrovano a navigare nei bassifondi della Eastern Conference senza poter portare avanti lo sviluppo di Isaac e Fultz, forse i due profili più talentuosi della rosa. Con i playoff distanti e una rosa da rimodellare, i Magic potrebbero scegliere di muovere un po’ le acque stagnanti della Florida. Vučević è ormai diventato una bandiera, e occupando il ruolo più saturo della lega è difficile pensare che possano arrivare delle offerte interessanti per i Magic.

Discorso simile per Fournier, anche se il francese potrebbe avere più pretendenti e attirare qualche attenzione in più. Gordon però rimane un giocatore di tutt’altro livello rispetto alla guardia tiratrice. Minnesota avrebbe un estremo bisogno di un profilo come il suo da affiancare a Towns, anche se Gordon potrebbe fare comodo a molte squadre, anche pretendenti al titolo. Denver ha bisogno di un profilo più atletico di Millsap da posizionare accanto a Jokić, e anche i Celtics potrebbero usufruire delle sue capacità per migliorare ulteriormente la duttilità della rosa in mano a Brad Stevens.

A livello tecnico, Gordon non è mai riuscito a sviluppare le sue capacità per diventare un attaccante completo rimanendo per certi punti di vista un incompiuto. Ciò nonostante, difficile pensare che possa venire scambiato per un’offerta che non includa due prime scelte o qualcosa di simile (Covington docet). Un ritorno del genere potrebbe essere accettabile per Orlando nella misura in cui il GM Weltman decidesse di riavviare un progetto che ha portato 2 vittorie in 2 apparizioni ai playoff in 3 anni. È probabile che mai come quest’anno i Magic possano essere motivati a muoversi sul mercato.

 

Le point guard veterane non passano mai di moda (2), George Hill

Un giocatore che invece vive già con le valigie in mano è George Hill. L’esperta point guard dei Thunder è arrivata non più tardi dello scorso novembre dai Bucks, ma non è destinato a rimanere a lungo ad Oklahoma. Con il prossimo anno di contratto parzialmente garantito e una lunga carriera alle spalle in cui ha dimostrato di poter offrire un solido contributo alla causa, è il tipico profilo che potrebbe interessare alle squadre di maggior profilo. Dato il percorso di ricostruzione intrapreso dai Thunder, è facilmente immaginabile che il GM Sam Presti cercherà una prima scelta in cambio dei servizi di Hill.

Da questo punto di vista ci sono pochi giocatori nel mercato attuale della NBA di cui si sappia così precisamente la loro disponibilità e, in caso di scambio, il proprio valore. Per questi motivi, uniti ad una penuria di point guard fra i giocatori rimasti svincolati, pare abbastanza probabile che Hill possa finire per muoversi da qui alla chiusura del mercato.

Non arrivasse la tanto agognata prima scelta al draft, Presti potrebbe tranquillamente scegliere di tenerlo a Oklahoma cosciente del fatto che la clausola presente nel contratto di Hill riportata in precedenza, lo renderebbe comunque più che appetibile per le altre franchigie, anche solo per questioni economico-finanziarie. Non avendo fretta la transazione è saldamente nelle mani del GM di Oklahoma, che può permettersi di aspettare senza forzare la situazione.

Le possibili destinazioni sono le “solite”: Clippers, Celtics, Nuggets, e chiunque creda di aver bisogno una point guard ordinata e ligia in difesa. Profilo sempre e comunque richiesto.

 

Da criticato a corteggiato, il rinnovato valore di Harrison Barnes

Il giocatore che rischia di avere più pretendenti in assoluto è Harrison Barnes. L’ala dei Sacramento Kings sta giocando una stagione al di sopra delle attese dimostrando di poter aiutare una squadra che ha ambizioni da titolo. Barnes dopo le esperienze con Golden State e Dallas, non è riuscito ad imporsi come creatore di un attacco efficiente, ma rimane un giocatore duttile che negli anni ha affinato ogni componente del suo gioco.

La rinnovata consapevolezza dei suoi mezzi lo ha portato fino ad ora a registrare i massimi in carriera per rimbalzi, assist e tiri liberi tentati. Nei momenti in cui non sta dietro la linea del tiro da 3 è attivo in prossimità del canestro sfruttando la corazza che si è costruito negli ultimi anni. Delle poche ali a disposizioni in questo mercato, Barnes è probabilmente uno dei pochi in grado di aiutare da subito data la sua esperienza in contesti provanti.

Come per altri profili di questo tipo, pare che i Celtics si siano già mossi per allungare la loro rotazione, ma anche Denver, Washington e Chicago accoglierebbero Barnes a braccia aperte. Sacramento potrebbe essere interessata a sfruttare il positivo inizio di questa annata e guadagnare il più possibile da alcuni dei suoi veterani. Holmes ha un contratto troppo basso per il suo attuale valore e difficilmente il nuovo GM lo cederà. Bagley, scelta del (ben poco) rimpianto Vlade Divac è apertamente sul mercato, ma l’infortunio di inizio marzo complica l’assunto. Hield con il suo contratto faraonico risulta più complesso da scambiare per un ritorno utile alla causa. Per tutti questi motivi, Barnes pare l’indiziato numero 1 a lasciare Sacramento.

 

Giovani in scadenza e altri casi particolari

Un discorso a parte lo meriterebbero i giovani che non hanno trovato un accordo con le  loro squadre per firmare un prolungamento. Si è parlato di Collins, ma anche le situazioni di Markkanen e Lonzo Ball meritano di essere menzionate. Il finlandese dei Bulls aveva iniziato bene la stagione in termini numerici, ma non è ancora in grado di dare un impatto complessivamente positivo per i suoi limiti difensivi e mentali. Chicago d’altro canto non pare troppo interessata a confermarlo ad oggi, e se ricevesse offerte difficilmente non starebbe ad ascoltare.

Discorso simile si può fare per Ball. Nelle ultime settimane, però, Lonzo ha continuato a migliorare la sua chimica con Zion e sta acquistando sempre più fiducia nel suo tiro da 3. Il fatto che le sue percentuali e il numero di tentativi siano paragonabili a quelli attuali di Duncan Robinson fa ben immaginare quanto Ball sia un giocatore in piena evoluzione. Di conseguenza pare già più complicato immaginarsi i Pelicans lasciarlo andare a cuore leggero, nonostante un’annata tutt’altro che esaltante per la squadra di New Orleans.

The Clippers, with a well-chronicled need for a playmaking upgrade, are exploring trade routes to acquiring New Orleans' Lonzo Ball before next Thursday's NBA trade deadline, league sources say.

— Marc Stein (@TheSteinLine) March 19, 2021

Ovviamente la lista di giocatori che potrebbero cambiare casacca da qui a fine sessione di mercato è lunga, ed è difficile capire quanto le singole dirigenze si sentano con il fiato sul collo per cambiare la condizione della propria franchigia. Rafael Stone, GM di Houston, è stato fra i più aggressivi nella prima metà di stagione. Non ci sarebbe da stupirsi se Oladipo concludesse l’annata con un’altra casacca, per quanto non sia semplicissimo trovare collocazione ad un giocatore che pare in estrema difficoltà, sia tecnicamente che mentalmente.

In un mercato così travagliato dalle difficoltà pandemiche di oggigiorno, non sono comunque da escludersi sorprese di alcun tipo. Con tante squadre che possono ancora sognare come aspirazioni stagionali, qualcuna finirà per fare la propria mossa per provare a far saltare il banco dei Lakers ad ovest e dei Nets ad est. Questa diffusa percezione di competitività non permetterà tanti movimenti probabilmente, ma è un segnale che testimonia come invece l’NBA sia più aperta che mai.

Niente è scritto nella pietra e ogni pronostico è pronto a cadere di fronte alle continue e inaspettate evoluzioni dell’ultimo anno. Illudersi è possibile. E se lo scrive un tifoso dei Jazz, c’è da fidarsi.

Tags: George HIllharrison barnesJohn CollinsKyle LowryLonzo Balltrade deadline
Alexandros Moussas

Alexandros Moussas

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum affermava Seneca. Io ho scelto di perseverare e credere che i Jazz prima o poi riusciranno ad alzare il Larry O'Brien. Aspettando che succeda, ne analizzo pregi e difetti con la pretesa di essere il più analitico possibile, senza riuscire però a superare la fase del distacco. I numeri sono miei amici.

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