Nella notte, in Arizona, i Minnesota Timberwolves hanno sconfitto a sorpresa i Phoenix Suns per 123 a 119. Oltre ad un magnifico Karl-Anthony Towns da 40 punti, 10 rimblzi e 8 assist, l’altro protagonista della gara è stato senza dubbio, Anthony Edwards, il rookie da Georgia.
Edwards ha chiuso con 42 punti, 7 rimbalzi, 3 assist e 2 stoppate, mettendo in mostra contro una delle migliori squadre della lega quel talento offensivo che lo ha portato ad essere la prima scelta assoluta nello scorso draft.
Un giocatore in evoluzione
Nella gara contro i Suns, Edwards ha messo in mostra quel pacchetto completo offensivo che gli veniva già riconosciuto nella scorsa stagione con i Bulldogs e di cui avevamo già parlato in ottica draft.
Oltre ai lampi del solito atletismo straripante che, unito al suo carattere, lo ha portato in poco tempo ad essere un giocatore molto ben visto dai fan, nella gara della notte ha trovato il canestro in una moltitudine di modi diversi. Triple dal palleggio, triple sugli scarichi, dal midrange, attaccando il canestro dal pick&roll, attaccando le rotazioni difensive, tagliando a canestro senza palla, in transizione.
Però, rispetto alla prima parte di stagione sembra esserci stato un cambio di paradigma nel suo gioco e, in generale, in quello dei Timberwolves, grazie soprattutto ad un Towns recuperato e al lavoro del nuovo coach, Chris Finch. Edwards ha sempre avuto lampi di grande potenziale offensivo ma questi non venivano sempre coniugati ad un modo di giocare efficiente e funzionale al resto della squadra. Questo era il caso anche nella prima parte di stagione.
Nell’ultimo periodo le cose sembrano essere migliorate. Towns ha spesso la palla in mano ed Edwards viene utilizzato maggiormente lontano dalla palla, ruolo in cui può comunque risultare decisivo limitando cattive abitudini che venivano incentivate dal ruolo precedente. E così nella gara contro Phoenix troviamo un Anthony Edwards che tira sugli scarichi, che attacca dalla ricezione, che taglia spesso a canestro quando Towns o Reid vengono raddoppiati in post. Un Anthony Edwards più inquadrato in un contesto di squadra, che lo rende più efficiente e importante.
La tendenza è testimoniata anche dai numeri: 37.5% dal campo, 31.3% da 3 e 47.1% di True Shooting nel periodo pre-Finch; 41.9% dal campo, 32.6% da 3 e 52.0% di True Shooting dall’arrivo dell’allenatore dell’Ohio.
Ovviamente Edwards non è diventato un campione in una manciata di giorni. La selezione dei tiri resta problematica, anche nella notte ha cominciato a prendersi qualsiasi tiro da tre dopo le prime triple segnate ed ha finito con un rivedibile 4/13 da dietro l’arco. La difesa resta tanto, troppo lacunosa e sono più i possessi in cui risulta un problema difensivo piuttosto che quelli in cui è un valore aggiunto. I segnali però sono incoraggianti, la direzione sembra quella giusta e i Timberwolves stanno cominciando a vedere schegge di futuro nel giovane nativo di Atlanta.
Le prospettive di Minny
La crescita di Edwards è certamente una delle poche note liete nella stagione finora avara di soddisfazione della squadra di Minneapolis. I Timberwolves attualmente sono ultimi ad Ovest, con un record di 10-31 che risulta globalmente il peggiore della lega. La lunga assenza di Towns ha certamente inciso ma le difficoltà e l’esonero di Saunders, il rendimento sotto le aspettative di Russell, le tante mancanze nel roster hanno gettato una pessima ombra su squadra e dirigenza (e probabilmente i tifosi nello sconforto).
L’arrivo (tanto criticato, per ragioni extra campo) di Chris Finch però sembra aver aperto però uno spiraglio in fondo al tunnel. Il coach sembra avere idee valide, ragionate, adeguate al materiale umano disposizione e la squadra gioca meglio. Le gare non sembrano perse in partenza o quasi, i Timberwolves hanno ritrovato un minimo di competitività che fa bene all’ambiente ed hanno un record di 3-2 nelle ultime 5 gare.
La strada per il successo resta lunga e non priva di difficoltà ma i tifosi dei Timberwolves possono guardare al futuro con un un minimo di ottimismo in più.