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Pro e Contro di P.J. Tucker ai Bucks

Cosimo Sarti by Cosimo Sarti
19 Marzo, 2021
Reading Time: 6 mins read
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Copertina a cura di Nicolò Bedaglia / Credits: Jon Shapley/Houston Chronicle

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia / Credits: Jon Shapley/Houston Chronicle

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Nella notte in cui Giannis trascina i Bucks ad una vittoria al supplementare dopo una grande rimonta sui Sixers privi di Embiid, arriva una notizia ancora più importante per la corsa alle prime Finals dal 1974, quando il ragazzo con le braccia sterminate che trascinava i Bucks si chiamava Kareem Abdul-Jabbar. No, Giannis non ha aggiunto all’arsenale il gancio-cielo, che – per inciso – forse sarebbe più utile che continuare a prendersi quasi quattro triple a partita con risultati alterni, ma i Bucks hanno strappato P.J. Tucker agli Houston Rockets, battendo la concorrenza delle altre contender in cerca di uno specialista della difesa con esperienza ai playoffs.

Sources: Houston is trading PJ Tucker, Rodions Kurucs and Bucks’ 2022 first-round pick back to Milwaukee for DJ Augustin, DJ Wilson and 2023 unprotected first-round pick. Houston also gets right to swap its 2021 second-round pick for Milwaukee’s FRP pick unless it falls 1-9.

— Adrian Wojnarowski (@wojespn) March 17, 2021

Il prezzo necessario per assicurarsi i servizi del difensore tuttofare e “Sneaker Champ” della lega, però, non è stato basso; allo stesso tempo, che il suo apporto sia decisivo per una squadra che punta a vincere il titolo non è così scontato. Il ché non è ideale per i Bucks, ma è perfetto per chi deve riempire una pagina vuota scrivendo di questo scambio.

 

I dettagli dello scambio: il prezzo è giusto?

P.J. Tucker è il pezzo forte della trade, ma, come spesso accade, sono coinvolti altri giocatori per far tornare i conti, future scelte al draft per far contento chi vende il pezzo forte, e una terza squadra che spera di trovare un’occasione a basso costo fra gli “scarti” delle altre due franchigie. Lo scambio a tre (Houston, Milwaukee, Phoenix) è strutturato in questo modo:

  • Houston: D.J. Augustin, D.J. Wilson, 1a scelta Draft 2021 (MIL, protetta 1-9), 1a scelta Draft 2023 (MIL);
  • Milwaukee: P.J. Tucker, Rodion Kurucs, 2a scelta Draft 2021 (HOU, scambio se la 1a di MIL non è 1-9), 1a scelta Draft 2022 (MIL), 110’000 $ in contanti (PHO);
  • Phoenix: Torrey Craig.

Facciamo chiarezza su alcune questioni all’apparenza cervellotiche ma molto importanti per chiudere la trattativa, partendo dagli scambi di scelte al draft. Per via della “Stepien Rule” le squadre non possono scambiare prime scelte in anni consecutivi, quindi per i Bucks sarebbe stato impossibile dare ai Rockets la prima scelta che chiedevano perché avevano già ceduto tutte quelle possibili ai Pelicans per convincerli a cedere Jrue Holiday. Tutte, tranne una. Già, perché nella loro eterna ricerca di una point guard i Bucks avevano scambiato ai Cavs la loro prima scelta del 2022 per arrivare a George Hill; destino vuole che proprio quella scelta sia stata ceduta ai Rockets nell’ambito dello scambio che ha portato Harden ai Nets e, fra le altre cose, Jarrett Allen ai Cavs. Quindi, i Rockets hanno restituito la scelta ai Bucks, sbloccando in questo modo sia la prima scelta del 2021 che quella del 2023, ricevendo così due prime scelte in cambio di una!

Can confirm the Bucks-Rockets trade. First reported by @wojespn.

Bucks will receive: PJ Tucker and Rodions Kurucs
Rockets will receive: DJ Augustin and DJ Wilson

Now to the picks. Here are the details on the picks involved in the Bucks-Rockets trade, per a source. pic.twitter.com/tj0qJM7IgF

— Eric Nehm (@eric_nehm) March 17, 2021

I Bucks, però, hanno anche un altro problema: sono pericolosamente vicini a raggiungere la soglia del “tax apron“, una cifra stabilita a tavolino dalla lega che non permette alle squadre di andare troppo oltre la “luxury tax” se hanno fatto scattare un “hard cap” in una data stagione. Il succo è che i Bucks non avevano più soldi da spendere per mettere sotto contratto i free agent che ogni anno vanno in cerca di gloria firmando per una contender prima dell’inizio dei playoffs. Ecco spiegato perché i Suns si sono accaparrati Torrey Craig, che non aveva mai conquistato la fiducia di Coach Bud, in cambio di 110’000 dollari (sì, in NBA è possibile acquistare giocatori o scelte in contanti, con una soglia massima di 3,5M). Non solo: i Bucks scambiando la loro prima scelta del 2021, che sarà presumibilmente molto vicino alla fine del primo giro, con la seconda scelta dei Rockets, che sarà presumibilmente molto vicino all’inizio del secondo giro, si assicurano un rookie che avrà un contratto molto meno esoso rispetto a quello di uno scelto al primo round.

Gli altri giocatori coinvolti nello scambio sono D.J. Wilson e D.J. Augustin, entrambi giudicati non utili in ottica playoffs da Milwaukee. Augustin per ragioni di presenza fisica soprattutto difensiva, Wilson perché ancora troppo acerbo e inaffidabile nonostante i buoni mezzi fisici a disposizione. A Houston, invece, farà comodo una riserva d’esperienza per Wall nonché un ottimo veterano da avere in spogliatoio, senza precludere un altro possibile scambio qualora una squadra fosse interessata alla piccola point guard nativa di New Orleans. Il motivo principale per cui D.J. Augustin fa parte dello scambio rimane tuttavia il fatto che il suo salario (circa 7M per altri due anni, di cui il secondo non-garantito) fosse necessario per pareggiare quello di P.J. Tucker (circa 8M, in scadenza).

 

L’ultimo tassello del puzzle?

Il P.J. Tucker visto in questo inizio di stagione a Houston è, però, tutt’altro che una certezza. La domanda da un milione di dollari – otto per il proprietario dei Bucks – che tormenta Milwaukee e i suoi tifosi in queste ore è questa: il rendimento è calato perché non aveva motivazioni e stava solo aspettando di essere ceduto, oppure gli incombenti trentasei anni si fanno sentire? Domanda a cui mi sento di aggiungere un sequel: ammettendo che P.J. Tucker ritorni ai livelli delle ultime due stagioni, è lui l’uomo giusto per fare quel salto di qualità che fino ad oggi è mancato ai Bucks nei playoffs?

In attacco anche il miglior P.J. Tucker è un giocatore che ha veramente poco da offrire, se non percentuali dignitose dagli angoli, che comunque sono andate in netto calo durante questi primi mesi di 2021. Chiedergli di fare giocate palla in mano è fuori discussione, ma anche senza palla non è una gran minaccia e, così come accadeva negli anni di Harden a Houston, gli avversari saranno più che contenti di giocarsi una serie di sette partite scommettendo contro il suo 35% in carriera da tre punti, a maggior ragione in una stagione in cui quella cifra è scesa a 31%. Il problema non sono solo le percentuali, che come sempre raccontano una parte della storia, ma anche il fatto che quel 35% è arrivato su tiri piazzati, da fermo e piedi per terra, presi il 50% delle volte dagli angoli, zona in cui la sua percentuale di realizzazione sale a 39% in carriera. Ecco, per potersi permettere di tenerlo in campo, i Bucks hanno bisogno che almeno stando fermo in angolo, P.J. Tucker ritorni a tirare con la stessa precisione degli anni passati.

Il perché sia così fondamentale riuscire a trovare un posto in campo a P.J. Tucker si spiega con le sue enormi capacità difensive. Non arriva ai due metri di altezza, ma con i suoi oltre 110kg di stazza è in grado sia di fare a sportellate con giocatori molto più grossi di lui che di sbarrare la strada a quelli più rapidi, motivo per cui era il centro – nominalmente – perfetto per il sistema di Houston, che prevedeva di cambiare su qualunque blocco per non offrire punti deboli da attaccare agli avversari. Questa caratteristica di P.J. Tucker sarà fondamentale per permettere ai Bucks di schierare quintetti in cui la lentezza di Brook Lopez non venga messa a nudo, fornendo a Coach Bud alternative alla “drop coverage” sui pick’n’roll, schema difensivo in cui il lungo si ritira nel pitturato e vero tallone d’Achille contro le migliori guardie della lega.

Anche su questo lato del campo, però, P.J. Tucker non si è confermato ai suoi livelli abituali, riportandoci alla domanda con cui è iniziato questo paragrafo. Sulla carta, portare in Wisconsin P.J. Tucker può essere la mossa decisiva per tornare a vincere a distanza di cinquant’anni dall’unico titolo dei Bucks; i punti interrogativi, principalmente legati alle battaglie di 15 lunghi anni di carriera, però, non mancano.

Tags: Houston RocketsMilwaukee Buckspj tucker
Cosimo Sarti

Cosimo Sarti

Il Laocoonte della redazione di The Shot dal giorno della sua fondazione, imperverso inascoltato su tutti i canali di comunicazione disponibili.

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