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Pokuševski, la scommessa di Sam Presti

Francesco Contran by Francesco Contran
15 Marzo, 2021
Reading Time: 13 mins read
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Copertina a cura di Sebastiano Barban

Copertina a cura di Sebastiano Barban

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Aleksej Pokuševski ha impressionato nella partita contro Memphis della scorsa notte, dove è esploso con 23 punti, 10 rimbalzi e 4 assist. Ma chi è Poku, come soprannominato dai suoi tifosi? Da dove viene, e perché Presti ha puntato su di lui?

Cominciamo dal profilo fisico e tecnico. Alto oltre 215 cm con un’apertura alare di 225 cm, Pokuševski è una guardia intrappolata nel corpo di un centro. Ha infatti una capacità non comune di mettere il pallone per terra, un rilascio velocissimo dall’arco, e una visione di gioco a volte impressionante. Il problema è che anche il tonnellaggio è quello di una guardia: parecchio sotto ai 100 chilogrammi di peso, sembra un fuscello cresciuto troppo in fretta per calcare i campi NBA. A soli 18 anni, fisicamente non pronto per la lega, è stato scelto da Sam Presti, che per accaparrarselo ha ceduto le scelte 25 e 28 e Ricky Rubio, arrivato dalla cessione di Chris Paul.

Un investimento sicuramente importante per un diciottenne con esperienza da professionista solamente nella serie A2 Greca all’Olympiakos B. Però era facile innamorarsi dello skillset di Pokuševski, pieno di lampi da giocatore del futuro e con un potenziale infinito. Con un rilascio notevole e una visione di gioco superiore, buoni istinti per la stoppata e un buon IQ cestistico, le giuste condizioni suggerivano in sede di draft il potenziale da stella. Con il rischio di un fiasco clamoroso, nel caso in cui Pokuševski non fosse riuscito a trovare una collocazione difensiva in campo ed esprimere le sue qualità al piano di sopra.

Andiamo a vedere come si è svolta fin qui la sua stagione, riassumibile in tre periodi di tempo.

 

Fase numero uno: nella mischia senza armi

Con l’arrivo della pandemia, l’assenza della Summer League e di un training camp adeguato, complice un draft avvenuto solo a novembre, era prevedibile che l’impatto col mondo NBA di Poku sarebbe stato difficile. Il teenager serbo si è trovato catapultato nella miglior lega del mondo senza avere il tempo di adattarsi. Il tutto dopo essere stato distante dai campi da gioco per oltre 10 mesi. In un posto nuovo, con una lingua diversa da quella che era abituato a parlare. Ma i Thunder avevano un piano per il giocatore più giovane della lega: farlo partire dalla panchina e fargli sperimentare la lega sulla propria pelle, senza una preparazione adeguata.

Aleksej ha iniziato giocando poco meno di 20 minuti a sera, con statistiche poco incoraggianti: nelle prime 5 gare ha collezionato 5 punti totali con un 2/21 al tiro, 7 assist e 8 palle perse. Giudicare però questo prospetto dai soli tabellini è fuorviante. Visto dal vero è sembrato persino peggio, spaesato offensivamente. Catapultato in un gioco con regole leggermente diverse e con una velocità folle rispetto a quanto era abituato, Poku ha collezionato palle perse, infrazioni di passi, interferenze e giocate da Shaqtin’ A Fool. Guardarlo giocare è stata un’esperienza strana: un’attesa di un lampo da fenomeno intervallata da giocate tragicomiche. Molto intrattenimento, in ogni caso, perché non si poteva sapere mai cosa aspettarsi.

Accanto a queste giocate, Pokuševski ha dimostrato sul campo di avere lampi di classe notevoli. Non tanto al tiro, spesso preso sul finire del cronometro, con i piedi storti e una mano in faccia, quanto in sede di passaggio e trattamento di palla. Il rookie ha infatti dato subito prova di una buona propensione alla creazione per i compagni, anche se ogni tanto tentava la soluzione personale sbagliando in malo modo.

La metà campo dove ha più stupito è stata però quella difensiva. Perfettamente in grado di tenere il campo e qualche cambio, si è rivelato molto utile in aiuto, dando prova del suo istinto per la stoppata, ma in generale per la buona difesa. La BLK% di 5.2, statistica che indica la percentuale di tiri stoppati rispetto al totale della squadra mentre lui è in campo, è stata notevole. Non a caso qualche tifoso ha iniziato a soprannominarlo The Serb Ibaka. Quanto all’attacco, l’impressione era che oltre a dover tirare con i piedi a posto, avrebbe avuto più successo nel tentare di andare al ferro. Non tanto per la pericolosità di finalizzazione, quanto per l’abilità di trovare l’uomo libero in caso di aiuto.

Del blowout subito dai Lakers di significativa c’è stata una prestazione convincente di Pokusevski. Finalmente in doppia cifra, con i piedi per terra il tiro è molto più pulito e non a caso entra. In difesa fin qui bene, impressionante lo scivolamento con stoppata su Kuzma pic.twitter.com/U2YmDEzL9p

— Francesco Contran (@FraContran) January 15, 2021

Proprio la poca aggressività di Pokuševski è stato uno dei suoi principali problemi. C’è una curiosità che ha quasi del grottesco: in 17 partite il teenager non ha tentato nemmeno un tiro libero, chiaro segno della mancanza di aggressività e di fiducia. Nonostante un adattamento lento, l’impressione comunque era che Pokuševski non solo non fosse pronto per la lega, ma non lo sarebbe stato per tutta la stagione. E dargli 20 minuti a prescindere, con la sua fiducia nei propri mezzi destinata a calare, non era un’idea geniale. Anche perché i compagni, Diallo in particolare, lo cercavano sempre meno. Così, quando è arrivato il momento di mandare i giocatori nella bolla della G League, Presti ha spedito ai Blue Pokuševski con Brown, Hall e Jerome.

 

Fase numero 2 : nella stanza dello spirito e del tempo

Nel pensare a una bolla come quella di Orlando, mi viene naturale riferirmi a un famoso cartone giapponese. In Dragon Ball Z, la stanza dello spirito e del tempo è un luogo dove i protagonisti vanno ad allenarsi, isolati da tutto, per un anno: ma nel mondo normale passa un solo giorno. Mentre purtroppo o per fortuna una stanza del genere non esiste, la bolla può per certi versi ricordarla. I giocatori vanno lì per giocare a pallacanestro e diventare più forti, isolati dal virus e dal mondo esterno in piena pandemia.

E così, sotto la guida di Grant Gibbs, Pokuševski ha iniziato da titolare la sua avventura nella bolla, con la palla in mano. Libero di sperimentare, ha trovato con il tempo l’intesa con i compagni, dimostrando grandissima visione di gioco, pur con un trattamento di palla ancora da affinare, come testimoniato dalle molte palle perse. Ha tirato molto dall’arco, migliorando posizionamento dei piedi e qualità delle conclusioni, e dimostrato un’eccellente intesa con Moses Brown, altro centro di oltre 210 cm. Vedere i loro pick’n’roll era impressionante per le stazze in gioco. Alcune giocate sono poi di una qualità inspiegabile, lampi di talento da farti saltare dalla sedia.

Vi consiglio di guardare il primo minuto e mezzo di questo video tenendovi forte, ci sono un paio di giocate straordinarie. Nella lega di sviluppo il serbo ha collezionato 7.9 punti, 7.3 rimbalzi, 4 assist e 1.1 stoppate. Il tutto con 3.7 palle perse, dovute in parte a difficoltà in palleggio, in parte alla ricerca di giocate difficili ma potenzialmente dal risultato eccellente. L’esperienza in G-League ha aiutato molto Pokuševski, che ha iniziato a ritrovare la fiducia nei propri mezzi, mostrando una maggior aggressività nei pressi del ferro, con tentativi di schiacciate. Non solo, Poku si è preso anche i primi tiri liberi della sua carriera negli Stati Uniti. L’esperienza nella bolla ha visto i Blue mancare i playoffs nell’ultima giornata, complice il richiamo di un Ty Jerome di un’altra categoria in prima squadra. Così anche Pokuševski è tornato nella NBA, dopo la pausa All-Star Game.

 

Fase numero 3: nella mischia, armato

Il ritorno dalla bolla ha portato Pokuševski a diventare titolare. Non tanto e non solo per l’infortunio a Darius Bazley, ma per la volontà dei Thunder di esplorare il proprio roster. I più maliziosi penseranno subito a un modo creativo per nascondere il tanking, ma esplorazione è proprio la parola giusta. Nella partita del rientro, le giocate del serbo hanno subito fatto vedere un passo in avanti, soprattutto dal punto di vista mentale. A cominciare da questo assist per il compagno di draft Maledon, prova della visione di gioco e dell’altruismo del serbo.

EARLY WORK
? Poku pass ➡️ Théo 3#ThunderUp pic.twitter.com/y7BO5kNjpm

— OKC THUNDER (@okcthunder) March 12, 2021

Non abbiamo solo passaggi per facilitare l’azione offensiva, ma anche una maggiore aggressività del serbo, che si è preso 4 tiri liberi, e ha segnato anche in putback a rimbalzo sul suo errore. Giocate con questa fiducia non sono scontate per un appena diciannovenne che fino a pochi mesi prima sembrava spaesato. L’esperienza nella bolla gli ha dato molta fiducia; fiducia che ha utilizzato per chiudere la partita contro Dallas nel finale, prima con la stoppata su Brunson, utilizzando al meglio i suoi mezzi fisici, poi con una tripla clucth, dall’angolo. Un 14+8+3+2 stoppate è un bel tabellino per uno che a malapena arrivava a tre punti di media.

 

La crescita di un giovane non è però un processo lineare, ci sono molti alti e bassi. E così contro New York il rookie ha subito una decisa battuta d’arresto. 4 punti con 2/11 dal campo in 30 minuti, con un paio di buoni passaggi e poco altro. La difesa dei Knicks ha sicuramente contribuito, ma è presumibile che il ragazzo abbia ancora qualche difficoltà a credere nei propri mezzi. Se riesce a impattare subito con una buona giocata, poi tendenzialmente la sua partita è più che buona. In caso contrario spesso i tiri finiscono per essere corti. In ogni caso a chi scrive basta questo passaggio per emozionarsi: non esistono molti altri giocatori di oltre due metri e dieci in grado di dare via il pallone in quel modo.

POKU ?? LU ? pic.twitter.com/rGwbXOGf58

— OKC THUNDER (@okcthunder) March 13, 2021

L’esperienza di guardare Pokuševski è particolarmente interessante: anche quando gioca malissimo, come contro i Knicks, stai a guardarlo anche nel garbage time, perché non vorresti mai perdere la sua prossima perla. La reazione mentale contro Memphis è stata importante. I primi 5 punti per i Thunder portano la sua firma, con questa bella tripla con i piedi a posto per cominciare.

POKU IS GOING FOR 50 TODAY #PokuCam pic.twitter.com/uQ1AJZu6A2

— Thunder Film Room (@ThunderFilmRoom) March 14, 2021

Saranno cinque le bombe alla fine di una gara esaltante, con anche il contributo difensivo e con il pallone in mano. Quattro gli assist, con tre palle perse derivanti da passaggi a tutto campo troppo lunghi di un metro perché Roby potesse convertirli. La sue giocate più belle, al di là delle triple in cui comunque dimostra un ottimo lavoro di piedi, sono secondo me questi due passaggi. Il primo con un gran no look trova la tripla aperta di Miller. Il secondo è un bellissimo hockey assist, derivante non per caso da una sua penetrazione.

Poku no look pass ? #PokuCam pic.twitter.com/KKSoxGMIeU

— Thunder Film Room (@ThunderFilmRoom) March 14, 2021

OMG Poku no look drive & kick #PokuCam pic.twitter.com/QI8Fcp8Hon

— Thunder Film Room (@ThunderFilmRoom) March 14, 2021

Da ricordare anche lo spettacolare up and under con cui il serbo beffa la difesa di Dillon Brooks, che non deve avere avuto una serata tranquilla; Shai Gilgeous-Alexander l’ha infatti tormentato segnando contro di lui in ogni modo possibile. Vi lascio altri ventotto secondi di highlights, vi assicuro che sono spesi bene.

Aleksej Pokuševski today:

23 Points
10 Rebounds
4 Assists
1 Block
1 Steal
7/13 (53.8%) FG
5/8 (62.5%) 3P FG
4/4 (100%) FT

He’s only 19… #PokuCam | #ThunderUp pic.twitter.com/Xx2fD0MRZm

— Thunder Film Room (@ThunderFilmRoom) March 14, 2021

 

Le prospettive future di Poku e dei Thunder

Pokuševski non comincerà miracolosamente a realizzare 23 punti di media, ma la speranza è che le prestazioni diventino sempre più continue. Quando è in fiducia, il serbo vale la scelta a cui è stato preso, perché ha un grande talento. Mentalmente però è importante che non esca dalla partita. Il potenziale nei giochi a due con Shai Gilgeous Alexander è molto interessante, e l’impressione è che la partita contro Memphis possa essere solo un assaggio di ciò che il serbo può fare.

Se tutto dovesse andare al meglio i Thunder avrebbero trovato una stella, ma i punti interrogativi sono moltissimi. Intanto occorre vedere se il tiro diventerà continuo, se il palleggio sarà più affidabile e se gli 8 tiri liberi in 3 gare continueranno ad esserci. Poi sarà importante vedere scomparire i vuoti e lo spaesamento, e infine veder l’efficienza salire. Parliamo pur sempre di una stagione da 5 PTS + 4 REB + 1.5 AST con il 28% dal campo e il 22% dall’arco. L’efficienza è molto più che pessima, anche per un rookie, ma è presumibile che migliorerà.

Molti giocatori con le sue caratteristiche hanno faticato al tiro da tre punti nella prima stagione, anche per una mancanza di muscolatura nelle braccia e nelle gambe. Il ragazzo necessita di aggiungere una decina di chili almeno, per essere meno spostabile in difesa e più consistente in attacco, ma sarà importante che non perda la sua velocità. L’IQ cestistico è molto alto, preoccupava e preoccupa ancora l’attitudine mentale di chi si lascia scoraggiare dai propri errori. Starà allo staff tecnico dei Thunder e ai compagni farlo rendere al meglio. Per il momento, sembra che l’ambiente in casa Thunder sia più che sano.

Coach Mark Daigneault ha trasformato tutti i suoi giocatori in pezzi competitivi per una squadra mediocre e appena smantellata. I Thunder giocano sempre per vincere, anche in assenza di Hill, Horford, Bazley, Maledon e Dort, come accaduto nella notte. Con un solo titolare in campo, di pura volontà hanno strappato la vittoria, trascinati da una prestazione a sorpresa di Pokuševski, ma anche da un ottimo Ty Jerome e da uno Shai Gilgeous-Alexander che è ormai al livello di un All-Star in tutto e per tutto, con lampi da stella assoluta.

Shai has superstar potential. pic.twitter.com/mu4uGlGvnT

— Thunder Film Room (@ThunderFilmRoom) March 14, 2021

I Thunder hanno trasformato ogni giocatore di livello secondario in un tassello positivo per la squadra, e hanno qualche vittoria di troppo in vista del futuro. A due gare dal play-in tournament, anche qualora dovessero arrivarci e superarlo, verrebbero spazzati via senza troppi problemi ai Playoffs. L’unico giocatore davvero pericoloso è Gilgeous-Alexander, e l’impegno messo in ogni singola gara di regular season non basterà. Le avversarie di OKC tendono a sottovalutarla, e per questo finiscono per perdere anche quando Daigneault deve ricorrere al fondo della panchina. Ma quando mettono impegno per batterli, e si è visto contro Clippers e Nuggets, i Thunder non hanno la minima possibilità.

Il prossimo draft è pieno zeppo di quel talento che farebbe fare a OKC un salto di qualità notevole, ma ad oggi i Thunder hanno il 20% di possibilità di scegliere in top-4, con il solo 4% di scegliere alla #1. E la scelta di Rockets, protetta in top-4, resterà ai Thunder nel 48% dei casi. Non è difficile immaginare OKC con la #9, la #20, la #31, la #39 e la #53. Il problema è che questo pacchetto sicuramente non basterà per uno dei migliori 3 talenti del draft, e occorrerà spendere molto anche per arrivare alla #4 o alla #5. Se avete visto giocare Cade Cunningham, Evan Mobley e Jalen Suggs sapete che aggiungerli a questo roster potrebbe equivalere ad avere il rebuilding più corto della storia.

Stando così le cose però è difficile, per questo i Thunder stanno esplorando il roster e dando opportunità ai giocatori che hanno giocato di meno. Non tanto e non solo per fargli fare esperienza e valutare se meritano di stare nel progetto, ma anche per accumulare qualche sconfitta in più che aumenti le possibilità di avere un sorteggio fortunato alla Lottery. Sarebbe un errore sacrificare i talenti di questa annata per cavalcare i migliori anni in carriera di Kenrich Williams e Mike Muscala, e sicuramente vedremo cessioni e molti più giorni di riposo per i giocatori dal maggior impatto.

Se però giocatori come Pokuševski fanno il passo in avanti dimostrando il proprio talento si può fare poco per rispettare i piani di Presti. Per quanto ai tifosi possa far piacere vedere vincere la propria squadra oggi, ciò potrebbe precludere successi straordinari un domani, ed è per questo che Presti ha smantellato la squadra lo scorso anno. L’obiettivo degli Oklahoma City Thunder è sempre quello di vincere un titolo. Per scoprire se Pokuševski ne farà parte quando – e se – accadrà bisognerà pazientare molto. Il ragazzo era a due anni dall’essere pronto al draft, e scopriremo col tempo quanto vale. La speranza è che sia anche meglio di quello visto contro Memphis.

Tags: Aleksej PokusevskiOKCOklahoma City ThunderSam PrestiShai Gilgeous-Alexander
Francesco Contran

Francesco Contran

Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.

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