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Hawks, risalita con McMillan
I playoff sono alla portata

Davide Torelli by Davide Torelli
14 Marzo, 2021
Reading Time: 5 mins read
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capela

Copertina a cura di Alessandro Cardona / Getty Images

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Gli Hawks calano il poker, raggiungendo l’ottava piazza momentanea ad Est. Sconfitti i Sacramento Kings grazie ad un super Clint Capela (24 punti e 14 rimbalzi), registrando la quarta vittoria consecutiva dalla promozione di Nate McMillan in panchina. Segno che la scossa era necessaria, ed indiretta conferma alle voci di uno spogliatoio spaccato, che chiedeva la testa di Coach Pierce.

Di fatto, se i Kings di Walton rappresentano una minaccia relativa sulla carta, ripetersi dopo la vittoria di Tampa contro i Raptors – segnata dal quasi buzzer beater di un redivivo Tony Snell – non era facile. A maggior ragione per un gruppo che aveva dimostrato falle importanti, per tutta la prima parte di stagione.

De’Aaron Fox e compagni partono decisamente meglio, portandosi avanti per 33 a 22 nella prima frazione di gara, costretti a gestir il minutaggio in campo di Tyrese Haliburton, rientrante da un infortunio. Per uno dei candidati conclamati al Rookie of The Year, appena 24 minuti in campo e 8 punti a referto, con il suo apporto abituale sostituito dalla super prova di Fox (32 punti, 7 rimbalzi e 6 assist) e dalla doppia doppia di Richaun Holmes (20 punti e 12 rimbalzi). Ma non basta.

Anche perché Sacramento tira con un pessimo 7 su 36 dall’arco, fallendo 11 dei primi 13 tentativi effettuati e subendo ulteriormente la ritrovata difesa degli Hawks. Non esattamente proverbiale, per quanto abituale marchio di fabbrica per le squadre di McMillan (comunque già parte del coaching staff di Pierce da inizio stagione).

Nel secondo quarto Atlanta rientra in partita realizzando 39 punti, e concedendone appena 18 agli avversari, pur avviando con un pessimo 0 su 7 da tre punti. Rajon Rondo si erge a condottiero dei suoi, mentre Capela chiude con 18 punti la prima metà di partita.

Poi si risveglia Trae Young: 17 dei suoi 28 punti arrivano nel terzo quarto che chiude, di fatto, la sfida. Attorno a questi ci sono i 16 punti di John Collins (sempre più al centro delle voci di mercato) e 15 di un buon Danilo Gallinari dalla panchina, con un Bogdan Bogdanović che lentamente continua la sua riabilitazione in campo. Il serbo resta sul parquet per 22 minuti alla quarta gara dal rientro (facendo registrare 6 punti), finita 121 a 106 per gli Hawks.

 

La cura McMillan

Che la situazione dovesse decisamente cambiare ad Atlanta, lo avevamo testimoniato anche su queste pagine, seguendo una delle ultime conferenze stampa di Lloyd Pierce prima dell’esonero.

Dare una valutazione oggettiva della cura McMillan dopo appena una manciata di gare, è ulteriormente complesso, seppur guardando all’evidenza dei successi ottenuti. La prima impressione però, parteggia per chi definisce l’ex allenatore di Sonics, Blazers e Pacers come “manna dal cielo”, considerando quanto la sua versione degli Hawks assomigli – per pregi – ai migliori momenti delle squadre precedentemente allenate.

Per un roster profondo – costruito in modo discutibile ed attualmente orfano di pedine importanti come Hunter e Reddish – la gestione delle rotazioni appare finalmente più equilibrata, ed è un ottimo segnale. Anche perché rimanda ad una risoluzione dei copiosi problemi di infortuni che hanno caratterizzato la prima parte della stagione di Atlanta, esclusi ovviamente i sopracitati ancora ai box. E questo può decisamente aiutare per guardare con maggior fiducia ai prossimi mesi di regular season.

Seconda questione, la difesa. Apparente tallone d’Achille di un gruppo troppo svogliato per sacrificarsi a riguardo, almeno ai tempi del povero Pierce, ormai già additato (per altro, ingiustamente) come capro espiatorio della situazione. Che, oltretutto, faceva del gioco impostato sulla difesa un suo ulteriore marchio di fabbrica, ottenendo però risultati poco edificanti soprattutto a fine esperienza.

E qui, il “fattore spogliatoio spaccato che rema contro” appare tristemente pertinente. Anche perché, come già detto, non è che McMillan fosse alieno alla situazione, essendo stato promosso ad interim dopo aver svolto la funzione di vice dall’avvio di stagione.

Di fatto però, con l’immediato avvento di coach Nate, gli Hawks incassano appena 80 punti da Miami, pur incappata in una serata più che storta al tiro. Un segnale che suggerisce quanto, con volontà, si possono ottenere anche prestazioni differenti, rispetto alle debacle difensive collezionate fino a quel momento. E per un uomo che ha fatto della grinta nella limitazione del diretto avversario, il suo punto di forza in campo quando funzionava bene da bandiera dei Sonics, è il minimo da chiedere.

Altro discorso sono i playoff, obbiettivo minimo per giustificare la sontuosa campagna acquisti di offseason, per il quale McMillan appare proprio l’uomo perfetto per storico in panchina. Notoriamente in grado di far funzionare le sue squadre come “sorpresa” in stagione, per poi deludere le aspettative in seguito. Ma in questo caso, intanto, in postseason bisogna arrivarci, e non è cosa da poco.

 

La corsa per i playoff

Si, perché per quanto con il quarto successo consecutivo Atlanta si attesti all’ottavo posto di Conference, la strada è ancora lunga e tortuosa. Soprattutto guardando a chi sta dietro. E va da sé che raggiungere l’obiettivo stagionale bypassando i play-in, sarebbe ideale ma già complesso, in prospettiva.

Con Miami in attesa risalita – e le sorprese Charlotte e New York ad occupare sesta e settima piazza – gli Hawks devono guardarsi alle spalle, ed è inevitabile che Toronto ed Indiana facciano paura. Soprattutto quest’ultimi, beneficiari finalmente del rientro di Levert a completamente di un ottimo roster (che McMillan in parte conosce bene).

Se Boston continua a non convincere (in attesa di eventuali mosse entro la trade deadline), per sperare di raggiungere i playoff senza passare dal torneo d’accesso, Atlanta deve sperare in una flessione di risultati degli Hornets e dei Knicks. Che nonostante le previsioni, continuano a vincere acquisendo fiducia e struttura. E non dimentichiamoci che al momento, anche Chicago può ampiamente sperare di partecipare alla lotta.

Insomma, il recupero degli infortunati ed una gestione più armonica delle rotazioni, appaiono condizioni fondamentali per ottenere quella parvenza di stabilità che in Georgia attendono da inizio campionato. In attesa che il mercato si concluda, regalando a McMillan un gruppo stabilizzato e deciso a camminare all’unisono verso il traguardo stagionale. Che appare ampiamente alla portata senza ulteriori accanimenti della sfortuna, e dove saranno finalmente fondamentali pedine ad oggi risultate un po’ sottotono, come il nostro Danilo e Rajon Rondo.

Quest’ultimo tenutario di un bagaglio di esperienza conosciuto, da far pesare negli equilibri di spogliatoio, regalando magari quelle fiammate in campo che talvolta cambiano il corso di una partita. Come visto, proprio, nella vittoria con Sacramento.

Tags: AtlantahawksNate McMillanTrae Young
Davide Torelli

Davide Torelli

Nato a Montevarchi (Toscana), all' età di sette anni scopre Magic vs Michael e le Nba Finals, prima di venir rapito dai guizzi di Reign Man e giurare fedeltà eterna al basket NBA. Nel frattempo combina di tutto - scrivendo di tutto - restando comunque incensurato. Fonda il canale Youtube BIG 3 (ex NBA Week), e scrive "So Nineties, il decennio dorato dell'NBA" edito da Edizioni Ultra.

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