EASTERN CONFERENCE
Philadelphia 76ers: 8
Ricordate il “cappotto” subito dai 76ers durante i playoff 2020, al pronti/via? Allora sembrava che Philly dovesse cambiare strada, separare Joel Embiid e Ben Simmons. Invece nel frattempo ha solo cambiato “manico”. Il General Manager, dentro Daryl Morey polarizzante e decisionista, e il Coach: Doc Rivers ha sostituito Brown.
Ha funzionato, perché Philadelphia è arrivata alla pausa da prima della classe a Est, forte di un 24-12 di record significativo persino nella Conference di coccio. Embiid vincerebbe probabilmente l’MVP, se la stagione finisse oggi, Curry e Green si sono rivelati funzionali al progetto tecnico, Tobias Harris è tornato a giocare sui livelli esibiti ai Clippers e soprattutto aver ceduto quel contratto albatros di Horford è stato un capolavoro.
PROSPETTIVE: Finiranno tra le prime 3, Embiid se il fisico tiene vincerà l’MVP. Ai playoff partiranno forse un gradino dietro a Nets e Bucks. Ma se la giocano.
Brooklyn Nets: 8
La trade che ha portato James Harden a New York è stata la notizia della prima metà di stagione. Punto. C’erano dubbi sulla coesistenza tecnica (difensiva sul perimetro) tra il Barba e Kyrie Irving, ma per adesso i Nets specie nelle partite contro le altre squadre da corsa hanno segnato almeno un punto in più degli avversari, nonostante ne concedano oltre 116 di media.
C’erano dubbi sulla coesistenza caratteriale fra le stelle, con nel mazzo anche Kevin Durant, ma per adesso tutto bene. I Nets non sono lunghi, specie sotto canestro. Hanno rilanciato Green da 5 tattico, e preso Blake Griffin di rinforzo (mah). Poi Brown è duttile, difende per tutti e l’impressione è che i rinforzi in arrivo non siano finiti.
PROSPETTIVE: Vedremo nei momenti di difficoltà se quelle personalità polarizzanti rischieranno l’implosione. Arrivasse Drummond farebbero davvero paura.
New York Knicks: 7+
E chi se li aspettava così, i Knicks? No, il record non è fenomenale, 19-18, ma il quinto posto a Est è “tanta roba”. E poi la difesa è maledettamente solida, marchio di fabbrica di Thibodeau. Julius Randle ha strabiliato, meritando la chiamata per l’All-Star Game. Dalla panchina è emerso Immanuel Quickley, matricola, come distributore automatico di punti rapidi. RJ Barrett sta diventando affidabile, pur senza ancora toccare i picchi sperati. Toppin sta giocando pochino, chiuso da Randle: un peccato. L’arrivo di Derrick Rose copre il punto debole della squadra, rappresentato da Elfrid Payton in regia.
PROSPETTIVE: Non è scontato che i Knicks giochino i playoff, che al Garden mancano dal 2013, ma hanno ritrovato rispettabilità e credibilità, fondamentali per attrarre svincolati. Non è poco, e soprattutto era difficile prevederlo a inizio dicembre. Rivelazione, sinora.
Milwaukee Bucks: 6.5
Niente di che, sia chiaro. Ci si aspettava di più. Ma hanno mostrato palesi segnali di crescita e quel +6 punti di differenziale mostra che il potenziale è superiore. Jrue Holiday, fermato pure dal Covid, non ha ancora fatto la differenza, ma rispetto a Bledsoe è comunque di default un valore aggiunto. Giannis è reduce dal premio MVP dell’All-Star Game: gli darà morale. Non ha giocato la sua miglior pallacanestro, ma resta un “mostro”. 22-14 con le marce basse inserite è comunque un signor record, anche se la certezza di un piano B ad Antetokounmpo che carica a testa bassa contro tutti ai playoff ancora non si è materializzato.
PROSPETTIVE: E se per una volta i Bucks il meglio lo dessero ai playoff? Non sarebbe sorprendente, con questa configurazione. Meno Forbes e più Craig, Coach Bud, grazie. Perché Milwaukee la differenza può e deve farla in difesa, oltre gli exploit offensivi del greco.
Charlotte Hornets: 6+
Faccio fatica a dare di più a una squadra con record perdente. Comunque gli Hornets sono in corsa per i playoff, stanno dimostrando che la mossa Gordon Hayward era meno folle di quanto apparso a prima vista (certo Batum pagato per andarsene…) e stanno avendo risposte eccellenti da LaMelo Ball. Sia sul piano del rendimento che di marketing. Anzi, sul piano del business le risposte sono persino superlative. E la franchigia della Queen City ne aveva bisogno. Graham è stato fuori giri e fuori causa, Rozier fa tanto, a volte anche confusione. Ma fa tanto.
PROSPETTIVE: Sarei stupito se Charlotte alla fine conquistasse i playoff: Indiana e persino Washington hanno valori assoluti che alla distanza dovrebbero emergere. Però anche un play in sarebbe un eventuale traguardo minimo, ma da non buttare via.
Miami Heat: 6-
Miami la sufficienza la strappa. Risicata, ma dovuta. Perché con Butler disponibile gli Heat sono 14-8, come record. E appena hanno ritrovato lui (e Dragić) sono tornati a vincere. Hanno patito forse più di ogni altro il protocollo antiCovid: assenze di massa. Ma il 18 vinte e 18 perse come record di fine primo giro è uno 0-0 in trasferta nel calcio: ci può stare. Meno, invece, il rendimento di Harkless: manca un sostituito di Crowder, come ruolo; PJ Tucker sarebbe l’ideale. Herro è andato a sprazzi, in chiaroscuro, Precius Achiuwa è diamante grezzo da levigare. Bam senza Jimmy Buckets ancora non “sposta”. Per niente.
PROSPETTIVE: Gli Heat sono risaliti al sesto posto a Est pur facendo appena il minimo sindacale. Anche solo con una continuità di impiego dei giocatori migliori chiuderanno top 5 in Conference. Verosimile si giochino il quarto posto con Boston, quello che vale il fattore campo a inizio playoff.
Chicago Bulls: 6-
Lavori in corso nella Windy City. Ma quantomeno una prima parte di stagione da All-Star di Zach LaVine e un Coach certo più presentabile, Donovan, rispetto a Boylen. Poi un gruppo di giovani che fa un passo in avanti e uno indietro, e veterani, Thad Young su tutti, ma anche Garrett Temple e Thomas Satoransky, che forse sarebbero più pronti dei ragazzi per certi finali in volata. Ma non è facile trovare il giusto bilanciamento tra il far crescere chi ha potenziale per farlo, in prospettiva, e la necessità di vincere già oggi.
PROSPETTIVE: I Bulls sono enigmatici: la loro stagione ha le stesse possibilità di andare a Sud in fretta o d’impennarsi verso almeno una boccata d’aria da post season. Se almeno uno tra Lauri Markkanen e Wendell Carter facesse il salto di qualità tanto atteso…
Boston Celtics: 5.5
Sono passati da una finale di Conference persa con Miami dando l’impressione d’aver sprecato un’occasione, avendo forse più talento degli avversari, alle dichiarazioni di proprietario e General Manager che hanno detto di non avere una squadra da titolo. O aspirante tale. Inquietante. Soprattutto perché comunque in Jaylen Brown e Jason Tatum hanno non solo due All-Star, ma All-Star giovanissimi. L’assenza per infortunio di Marcus Smart, prossimo al rientro, ha pesato sul record appena positivo, 19-17. In assoluto il mercato non ha funzionato con Teague e Thompson, e dal Draft hanno pescato Nesmith in Lotteria che sinora ha inciso zero. Almeno Pritchard, scelto a fine primo giro, ha invece saputo stupire.
PROSPETTIVE: Il rientro di Smart aiuterà per difesa, agonismo e leadership. E a ridurre i minuti di Teague. Ainge utilizzerà la trade exception? Non è scontato.
Toronto Raptors: 5.5
L’inizio di stagione era stato tremendo: 8 sconfitte nelle prime 10 uscite. Ma l’Est un salvagente lo lancia a tutti. E se ti chiami Nick Nurse sai farne buon uso. La rivelazione si chiama Chris Boucher, il lungo caraibico-canadese. Per il resto VanVleet è la certezza e Siakam sta cercando di raddrizzare la partenza storta. Il bivio riguarda il futuro di Kyle Lowry: cederlo e proseguire la ricostruzione, oppure tenere la sua leadership a portata di giovani? Sono allenati troppo bene – si è visto Sergio Scariolo fare l’head coach in contumacia Nurse -, per non fare i playoff. E sanno sempre pescare bene dalla panca. Ma il potenziale è relativo.
PROSPETTIVE: Limitate. Difficilmente tradiranno. Ma altrettanto difficilmente potranno far strada ai playoff. E allora, se arrivassero offerte serie per Lowry…
Indiana Pacers: 5.5
Sì, il record è desolante: 16-19. Non hanno cacciato Coach McMillan mica per questo. Ma le attenuanti sono significative, ne va tenuto conto. L’infortunio di TJ Warren, anzitutto. E poi la trade per Oladipo: in cambio sarebbe dovuto arrivare Caris LeVert, un giocatore per chi scrive migliore, ma ha scoperto di avere un tumore ai reni durante le visite mediche. Subito operato, scampato pericolo. Ma Pacers che hanno perso un giocatore cruciale senza poterlo sinora sostituire. Sabonis si è guadagnato il secondo All-Star Game di fila, Malcom Brogdon è sempre una garanzia e T.J. McConnell è commovente per impegno, ma sono “corti”.
PROSPETTIVE: I rientri potrebbero e dovrebbero fare la differenza in ottica playoff. Altrimenti Coach Nate Bjorkgren dovrà dare parecchie spiegazioni…
Washington Wizards: 5
Discorso simile a quello fatto per Indiana: un disastro, ma risalita probabile, più ancora che possibile. Perché il disastro è stato dovuto anche a infortuni chiave. Anzitutto quello di Russell Westbrook, che ha giocato a lungo menomato. Senza l’esplosività fisica è come Sansone senza capelli. Non si è mai comunque tirato indietro, e adesso, finalmente, è tornato lui. Un tornado, atleticamente. E siccome Bradley Beal è stato chiamato all’All-Star Game da titolare, forte di un rendimento clamoroso, la coppia di guardie fa paura. L’infortunio di Bryant e i disastri di Bertāns hanno complicato le cose, ma Rui Hachimura cresce bene, come, su scala più ridotta, anche la scelta di Lotteria 2020, Deni Avdija. Certo, manca un centro. Tanto…
PROSPETTIVE: Westbrook non ha mai saltato i playoff in carriera. Perché non succeda neanche stavolta i Wizards devono almeno far finta di difendere.
Cleveland Cavaliers: 5
Collin Sexton è un gran bel giocatore. L’anima da agonista resta il suo tratto distintivo, ma si sta completando, è il punto di riferimento di franchigia. Che ha bisogno disperato di una bussola: proprietario, GM e Coach sono tutti più che rivedibili, e i risultati ne sono la fotografia. La scelta di rinunciare ad Andre Drummond dovendolo comunque pagare quasi 29 milioni è naive, quantomeno, anche perché Jarrett Allen tra 12 mesi sarà comunque in scadenza di contratto. E si stentano a trovare ragioni plausibili per le quali dovrebbe voler rinnovare con i Cavs. Kevin Love…gioca ancora Kevin Love?
PROSPETTIVE: Capirne di più in prospettiva sulla coesistenza Garland-Sexton. E trovare un acquirente per Drummond. Improbabile, più plausibile il buyout.
Orlando Magic: 5
Gli infortuni li hanno fatti a pezzi. Diventa persino ingeneroso infierire. Quello capitato a Markelle Fultz potrebbe complicarne la carriera, che sembrava salvata in extremis. La consolazione è Nikola Vučević, All-Star e stella polare. Ma davvero è difficile valutare Orlando per il presente e in prospettiva, per la catena di disavventure. La principale, il secondo infortunio grave patito da Jonathan Isaac, era capitata in estate. Ma l’onda lunga si è fatta sentire, implacabile.
PROSPETTIVE: Limitate. Forse un giro in Lotteria male stavolta non farebbe ai Magic. Che volenti o nolenti difficilmente potranno rincorrere i playoff.
Atlanta Hawks: 4.5
La buona notizia è che hanno cambiato l’allenatore. Peggio di Lloyd Pierce davvero Coach McMillan, come si è già intravisto, non potrà fare. La cattiva notizia è che andrebbe cambiato l’organico, e in corsa si rischiano di prendere più fregature che occasioni. I rapporti tra Trae Young e John Collins non sono da libro Cuore, giocare con due lunghi “veri” nel 2021 in NBA riesce solo a Thibs, e Capela è l’unico degli Hawks che difenda, con Hunter. La rotazione è stata sinora da porte girevoli di un hotel, con Danilo Gallinari a corrente alternativa dalla panchina e Rondo poco compatibile con Young che non ha mostrato la minima leadership. Di talento, specie offensivo, ne hanno parecchio. Ma fra quadrare i conti non sarà facile. Neppure col rientro di Bogdanović.
PROSPETTIVE: il play in, quantomeno, resta certo alla portata. Ma per centrare i playoff probabilmente serve una trade per Collins. E rotazioni migliori.
Detroit Pistons: 4.5
Il record è pietoso, il peggiore a Est. L’infortunio di Killian Hayes un’ulteriore mazzata. La gestione del contratto di Blake Griffin è stata persino imbarazzante. Volete qualcosa di positivo? Jerami Grant è andato bene, candidandosi come giocatore più migliorato, sfruttando comunque il deserto tecnico che lo circonda. La scommessa del rilancio di Dennis Smith Jr è intrigante e a basso costo, anche se non facile da vincere. L’addio a Rose significa che il tanking è esplicito.
PROSPETTIVE: Valorizzare i giovani, perdere, e scegliere bene al Draft 2021, di qualità.