Quella di New York è certamente una delle storie più belle di questa prima metà di Regular Season. Dopo aver vissuto qualche settimana in attesa di un crollo fisiologico, i Knicks sono arrivati alla pausa dell’All-Star Game con un record di 19-18. Se pensiamo che i ranking di inizio anno vedevano la squadra di Thibodeau come fanalino di coda della Lega, la possibilità di vederla quinta ad Est dopo 37 partite non era passata nella mente di nessuno, anzi. Un record superiore al 50% a questo punto della stagione non si vedeva dal 2012-13, quando Anthony, Chandler e Smith raggiunsero il secondo posto della Eastern Conference, per poi arrendersi al secondo turno contro i Pacers.
Arrivati ad uno dei momenti chiave della regular season, è lecito iniziare a chiedersi quale strada potrà prendere la prima squadra della Grande Mela: i Playoffs diventeranno un obiettivo raggiungibile o il sogno da underdog si spegnerà tra marzo e aprile? Proviamo a dare un’occhiata alle variabili che faranno la differenza nelle prossime settimane.
First half ✅
— NEW YORK KNICKS (@nyknicks) March 6, 2021
The top plays that got us (and our engagement numbers) going crazy. pic.twitter.com/l17FUvVjOd
Un calendario che non sorride
Il primo ostacolo che sembra allontanare New York dalle speranze di Postseason è dato dalle 35 partite rimanenti. I Knicks avranno uno dei calendari più complessi della Lega, ad iniziare da giovedì contro Milwaukee. Tante trasferte pesanti e doppi confronti contro le prime della classe, più un cospicuo numero di partite con avversari di medio-alto livello, che parteciperanno certamente ai Playoffs. Se i Knicks vorranno continuare a sognare, dovranno trovare il modo di andare ancora di più oltre i propri limiti, vincendo qualche partita extra da sfavoriti e limitando il più possibile i passi falsi contro le squadre più abbordabili.
A spaventare particolarmente è il ciclo di sei trasferte consecutive ad Ovest, che andrà in scena nelle ultime due settimane della stagione regolare. Difficile prevedere se New York starà ancora lottando per qualcosa di importante arrivati a quel momento dell’anno, ma se così fosse la montagna da scalare sarebbe una delle più ripide in assoluto: Denver, Phoenix e le due di Los Angeles tra le avversarie principali.

Provando a quantificare le vittorie che servirebbero ai Knicks per entrare nelle prime 10 ad Est, in modo da partecipare al Play-in, potremmo fissare un 15-20 come obiettivo realistico per questa seconda parte di stagione. Un record finale di 34-38, con una Win Percentage superiore al 47%, potrebbe bastare per giocarsi le gare secche dell’accesso ai Playoffs da decima. Molto facile a dirsi, ma molto più difficile a farsi. Per guadagnarsi 15 vittorie in questo elenco infernale, New York dovrà trovare anche una buona dose di fortuna, tra infortuni e serate storte degli avversari, oltre allo spirito combattivo che l’ha contraddistinta fino a questo momento.
Quanto può reggere questa difesa?
La mentalità difensiva è certamente il vero punto di forza di questa squadra. Attualmente i Knicks sono la seconda difesa della Lega, con un Defensive Rating di 108.1, superiore solo a quello dei Lakers. Un cambio di marcia davvero notevole, considerando che la scorsa stagione erano in 23esima posizione. Tanto lavoro, ma anche una buona dose di fortuna dal perimetro, che sembra essere la vera ombra sulle chance di New York di restare su questi livelli fino a fine anno.
I Knicks sono stati per settimane la seconda squadra che concedeva più triple agli avversari. Nell’ultimo mese le cose sono leggermente cambiate, e si è riusciti parzialmente a limitare questo difetto, scalando fino al nono posto con 36.5 di media. La vera anomalia di tutto questo però, continua ad essere legata alle percentuali di realizzazione di queste triple. Difatti, le squadre che giocano contro New York stanno tirando con il 33.2% dall’arco, il dato più basso dell’intera NBA. Una buona difesa perimetrale? Non esattamente, visto che il 16% di questi tiri sono “open” e il 22% “wide open”.

La mappa di tiro evidenzia numerosi esagoni importanti sul perimetro, che testimoniano come la frequenza sia molto alta. Il fatto che siano quasi tutti blu però indica come l’efficienza da quella zona di campo sia sotto la media della Lega, a differenza delle zone rosse. In più, i Knicks concedono solamente il 59% al ferro agli avversari, la seconda percentuale più bassa in NBA. I principi difensivi di Thibodeau si basano sull’occupazione massiccia dell’area.
L’attacco si ritrova ad aver vita difficile dalla media, dove i Knicks lasciano poche conclusioni, e al ferro, invitando i portatori di palla a forzare contro una rim-protection guidata da maestri come Robinson o Noel. Detto questo, è anche vero che in molte situazioni i Knicks scelgono quali giocatori battezzare dall’arco, lasciando prendere più conclusioni del solito a non-tiratori puri. Ovviamente, attuando una difesa di questo tipo, il perimetro rimane più scoperto, visto che i difensori scelgono di passare dietro ai blocchi, lasciando più spazio all’attacco.
Nella prima clip i Knicks fanno ICE contro Mills, schiacciandolo in tre sulla linea di fondo. Il play degli Spurs riesce comunque a trovare una buona riapertura per Šamanić, che riesce a prendersi un ottimo tiro in ritmo. Nel secondo video si nota proprio come la difesa scommetta su Bey e Randle passi sotto il blocco creando una separazione interessante col tiratore. Bey non è un grande tiratore dal palleggio e in questa partita era molto freddo, per cui è un tiro che la difesa può permettersi di concedere.
C’è certamente un equilibrio sottile attuando una stile difensivo di questo genere: capitano serate dove prendi imbarcate improvvise e altre dove l’attacco non segna proprio mai. Le percentuali degli avversari sono comunque destinate ad alzarsi in questa seconda metà di stagione, e i Knicks dovranno dimostrarsi solidi nel vincere partite anche contro squadre più calde della media per continuare la loro rincorsa.
Julius riprende il comando, ma non è solo
Se dovessimo pensare ad una copertina per questa stagione dei Knicks, Julius Randle sarebbe certamente il protagonista principale. Abbiamo già avuto modo di tessere le lodi del numero #30, autore di un inizio di livello altissimo, che gli è valso l’esordio all’All-Star Game di domenica. Le domande da porsi a questo punto sono molte, partendo dalla prima: potrà reggere a questi ritmi fino a fine anno? Julius sta viaggiando a quasi 37 minuti di media a partita e non ne ha mai saltata una dall’inizio della stagione.
Quello che fa ben sperare i tifosi dei Knicks, è che il suo stile di gioco sembra non impattare in maniera così drastica sulla tenuta fisica, da cui dipende il futuro prossimo della squadra. In più, tutti i vari miglioramenti tecnici di cui abbiamo parlato sembrano essere equilibrati nei vari settori, facendo pensare che possano essere sostenibili anche nel lungo periodo.
1st All-Star in the books ✅ pic.twitter.com/2K01JVG8nm
— NEW YORK KNICKS (@nyknicks) March 8, 2021
Ovviamente Randle non potrà trascinare da solo i Knicks ai Playoffs, servirà l’apporto di tutto il resto della squadra. RJ Barrett è in netta crescita e rispetto alla scorsa stagione ha acquisito un ruolo molto più significativo nella manovra offensiva della squadra. Il Maple Mamba sta mostrando dei miglioramenti nitidi in ogni categoria, esattamente quello che ci si aspettava da un ragazzo che aveva già fatto vedere lampi di un potenziale davvero molto alto.
Dal 1 gennaio, escludendo le prime due settimane di slump, RJ sta viaggiando a 16.7 punti, 5.7 rimbalzi, e 3 assist, con il 46% dal campo e il 41% dall’arco su più di 3 tentativi a partita. Tanto lavoro alle spalle e primi risultati che si stanno iniziando a vedere. Barrett sta costruendo un’efficienza al tiro che sarà fondamentale per la sua carriera e, considerando che compirà 21 anni solo il prossimo giugno, allora capiamo come il ragazzo abbia ancora dei margini di crescita enormi.
Se RJ dovrà continuare la sua stagione solida, anche altri pezzi del puzzle di Thibodeau dovranno tenere un rendimento all’altezza delle possibilità. Rose, Burks e Quickley avranno il compito di mantenere la second-unit sui livelli della prima metà di stagione, nella quale è stata il polmone aggiuntivo della squadra, aspettando anche una scossa da Toppin. Robinson sta continuando il percorso di riabilitazione dopo la frattura alla mano, ma starà lontano dal campo ancora per un po’. Ecco perchè sarà richiesto un contributo più importante a Noel, che sta viaggiando ormai da un paio di settimane su ritmi altissimi.
Nerlens Noel doesn’t suffer fools or anyone who wants to dunk on him. He blocks Sekou Doumbouya as the Pistons wing tried to put him on a poster. The Knicks center has two big-time blocks of dunks against Detroit this season. pic.twitter.com/mtQvaYgq2P
— Mike Vorkunov (@MikeVorkunov) March 5, 2021
Con la deadline sempre più vicina (25 marzo), i Knicks dovranno farsi trovare pronti. Il mercato sarà pieno di trappole e Leon Rose avrà il compito di capire le vere necessità della squadra, senza tentare mosse azzardate e compromettenti nel lungo periodo. La strada sembra essere in salita, ma se i Knicks vorranno continuare la loro corsa contro tutti dovranno dimostrare di essere ancora più maturi e di poter andare oltre i propri limiti. Nella giungla dell’Est la speranza è l’ultima a morire.