L’arrivo di James Harden a Brooklyn ha stravolto quello che sembrava essere un tranquillo inizio di Regular Season. Dopo settimane di rumors e voci di corridoio, alla fine The Beard è realmente atterrato al Barclays Center, a caccia del primo anello in carriera. Se qualcuno era convinto che l’aggiunta non avrebbe spostato di tanto gli equilibri della Lega, si è dovuto ricredere dopo una manciata di partite.
L’inizio di Harden ai Nets è stato straordinario, in linea con le sue annate migliori ai Rockets. Esattamente l’impatto che ti aspetti da una superstar più motivata che mai, consapevole di avere finalmente l’occasione per vincere. Il premio di giocatore del mese della Eastern Conference, che mancava a Brooklyn dal 2007, va a coronare un febbraio di primo livello, in cui lui e Irving hanno riportato la squadra ai piani alti della classifica. Riusciranno i Nets a confermarsi come prima antagonista dei Lakers?
First full month as a Net. First Player of the Month award as a Net.
— Brooklyn Nets (@BrooklynNets) March 2, 2021
? Roll that @JHarden13 tape ?
? | “MVP” – @AtmCurly | @unitedmasters pic.twitter.com/z9OdRxpwqV
È sempre James Harden
Fin dalla prima partita insieme a Irving e Durant, sconfitti sul campo dei Cavaliers, abbiamo avuto modo di vedere quale sarebbe stata la versione newyorkese del numero #13. Non un giocatore rivoluzionato rispetto agli anni di Houston, anzi, proprio lo stesso, ma capace di poter modificare le sue scelte grazie al contesto di squadra. Per questo motivo, Kyrie ha sintetizzato in maniera piuttosto chiara quello che aveva detto all’ex Rockets una volta atterrato a Brooklyn: “Tu sei la point guard, io giocherò shooting guard”. Semplice a parole, ma a quanto pare si è rivelato ancora più semplice da mettere in atto.
Kyrie Irving says he and James Harden have figured out how to play together:
— Nets Videos (@SNYNets) February 14, 2021
“I said, ‘you’re the point guard, and I’m gonna play shooting guard.’ And that was that.” pic.twitter.com/j6brnpAIJZ
Harden è uno degli attaccanti migliori della storia, probabilmente il migliore della Lega in questo momento, e si è inserito in modo perfetto da ball-handler principale della squadra. Un creator devastante in grado di creare vantaggio per ogni compagno sul parquet. Se messo accanto ad altri due realizzatori puri di primissimo livello come Irving e Durant, non avrebbe potuto fare altro che raggiungere un’efficienza massima, la migliore in carriera.
Ovviamente l’adattamento al nuovo nucleo è coinciso con un calo delle conclusioni prese all’interno della partita, 16.7, mai così poche dal suo terzo anno nella Lega. Non perché abbia modificato il suo gioco, ma semplicemente per aver potuto cambiare l’ordine delle sue scelte.
Harden sta viaggiando a 11.3 assist di media a partita, con 18.9 potenziali, davanti anche a Westbrook. La sua Assist Percentage di 44.4 si avvicina a quella delle prime due stagioni con Mike D’Antoni in panchina, in cui arrivó anche al 50.7%. Se pensiamo che quei 7-8 tiri di media in meno passano nelle mani di KD, Kyrie o in quelle di Joe Harris e altri, allora capiamo perché i Nets sono in linea per diventare la squadra con l’Offensive Rating più alto della storia NBA: 118.7.
L’efficienza e un potenziale di squadra infinito
Meno tiri, ma con percentuali nettamente migliori rispetto al passato. Il barba sta tirando con il 49% dal campo, il 42% da 3, su 8 tentativi a partita, e il 47% dagli angoli. Cifre irreali che ai Rockets non avrebbe mai potuto tenere, essendo un tiratore di mole e avendo la difesa concentrata al 70% su di lui. Questo upgrade va a evidenziare sia lo stato di forma che, soprattutto, quale potenziale offensivo clamoroso si trovi a disposizione di Steve Nash. Brooklyn è ingiocabile da quasi tutte le squadre della Lega con i big-3 in campo nello stesso momento, e la qualità dei tiri che possono garantirsi nel corso dei 48 minuti è di livello altissimo.
Dalla trade-Harden, i Nets sono di gran lunga la squadra che tira meglio dal campo, arrivando al 62.5% di True Shooting e staccando di ben 1.5 punti la seconda piazza, occupata dai Jazz. In più sono primi anche per percentuali dall’arco, 40.8%, davanti ai Clippers. Se diamo uno sguardo anche ai parametri di Shot Quality, Brooklyn è seconda solo a Indiana con il 54% e, considerando che hanno giocato solamente 6 partite su 37 al completo, capiamo come queste cifre potrebbero subire un’impennata ancora più clamorosa al momento del ritorno di Durant nella seconda parte di stagione.
Tra gli altri dati di spicco, è giusto sottolineare che i Nets siano passati dal 21° al 10° posto per triple dagli angoli e dall’8° al 21° per short mid-range, aumentando le conclusioni al ferro. Tutto questo dal momento in cui James Harden ha indossato per la prima volta la sua nuova canotta.
Questa situazione è abbastanza esplicativa. Durant si muove a centro area e la sua gravity porta Collins e Reddish a collassare su di lui. Harden si ritrova completamente libero sul perimetro per uno dei tiri più semplici della sua carriera.
Anche in questo caso si nota quanto sia difficile per le difese poter contrastare un quintetto simile. Irving serve KD in post, Olynyk si muove immediatamente in aiuto e Robinson scala su Jordan. Durant riapre subito sul lato debole, con Harkless in ritardo sul close-out, ma Harden sceglie un tiro più in ritmo e a percentuali ancora più alte: extra pass per Harris e tripla smarcato.
La coppia con Kyrie funziona
Abbiamo già avuto modo di parlare di come la dimensione off-the-ball di Irving fosse sottovalutata. Queste prime settimane di convivenza ci hanno confermato come i due abbiano tutto per poter coesistere nella metà campo avversaria. L’ex play dei Celtics sta letteralmente volando nella sua decima stagione NBA e, proprio come per Harden e Durant, sta mantenendo l’efficienza migliore in carriera. 27.4ppg, 6 assist e più del 51% dal campo, 41% dall’arco, 59% di EffectiveFG, e 62% di True Shooting, mai così alto.
Irving ha alzato la sua frequenza di conclusioni in catch&shoot dal 10 al 17% rispetto alla scorsa stagione, che sta concludendo addirittura con il 62% di EFG. La possibilità di condividere il campo con un giocatore con una visione di gioco superiore gli ha aperto più spazi, offrendogli più chance di colpire in spot up. Inoltre ha alzato leggermente anche il numero di tagli a canestro nel corso della partita.
Inoltre i Nets si stanno mostrando letali anche in transizione. Per CleaningTheGlass sono il miglior attacco in transizione della Lega, nonostante il numero di possessi di squadra a partita non sia neanche in top-10. Il tutto è certamente legato ad una difesa di squadra che permette agli avversari di andare a segno con continuità, ma le volte che i Nets si ritrovano a dover correre sono di gran lunga i numeri-1 nel trovare il tiro migliore disponibile, così come a difesa schierata.
Se dovessero sistemare qualcosa dietro e aggiungere qualche tassello alla deadline, come accadrà sicuramente, allora potrebbero sfruttare ancora di più le situazioni in campo aperto.
Come spesso accade, Harris/Shamet e Irving/Brown si posizionano subito nei due angoli, lasciando l’area libera. La difesa è totalmente concentrata su Harden che dimentica completamente Brown, libero di tagliare. Barnes e Hield arrivano troppo tardi in aiuto, lasciando anche una linea di passaggio invitante per una tripla aperta di Harris.
Non solo i big-3
Ad aver brillato in questa prima metà di stagione non è stato solamente il trio. Come volevasi dimostrare la presenza di un tasso tecnico offensivo di livello mai visto, inserendoci anche Joe Harris, sta giovando anche agli altri comprimari della squadra. Lo stesso Harris non poteva che esaltare ancora di più i propri punti di forza con l’arrivo di Harden. Il numero #12 dei Nets sta disputando la miglior stagione in carriera, e sta tenendo percentuali straordinarie, superiori anche a quelle della stagione 18-19, che lo aveva consacrato tra uno dei migliori tiratori della Lega. Quest’anno tocca quota 50% da 3 su 6.8 tentativi a partita.
Spaziature perfette e interpreti ideali, tanto che il prodotto di Virginia sta prendendo addirittura il 34% dei suoi tiri “open”, cioè con l’avversario a circa 1.5 metri di distanza, e il 23% “wide open”, con più di 1.8 metri di spazio. Un vantaggio di valore inestimabile, che gli permette di prendere ritmo facilmente in quasi ogni partita, sfruttando la gravity degli altri 2/3 interpreti principali presenti in campo.
Una minaccia negli angoli così come in uscita dai blocchi. Harris è quinto della Lega per Frequency con 17%, e conclude con il 46% in queste situazioni. La varietà di bloccanti presenti nel roster, da Jordan a Green, passando anche per Bruce Brown, permette a Joe di liberarsi facilmente per il tiro, e ad Harden di trovarlo immediatamente senza troppe difficoltà.
Steve Nash, fresco vincitore di allenatore del mese dell’Est, avrà ancora da lavorare per migliorare ancora di più l’intesa di squadra, in attesa del ritorno di KD e della deadline, ma le prestazioni offerte dai Nets dall’arrivo del barba hanno già mandato un messaggio chiaro alla Lega. Brooklyn è più presente che mai nella corsa al titolo, e sta spingendo sull’acceleratore per approcciare i Playoffs con il fattore campo. Niente è ancora scritto, ma Harden non ha nessuna intenzione di fermarsi.