Siamo giunti alla tredicesima puntata di The Answer, la rubrica in cui rispondiamo alle vostre domande. Ogni settimana vengono raccolti via mail (redazionetheshot@gmail.com) e sui nostri canali social i vostri quesiti, vengono scelti i più interessanti e un membro (o anche più di uno, come vedremo oggi) della redazione di The Shot vi darà la sua opinione.
Sotto con le domande quindi, buona lettura!
1) Come sarebbe Shaq se fosse draftato nel 2012? Avrebbe avuto miglioramenti ai liberi? Che fisico avrebbe? Che impatto avrebbe? Come influenzerebbe il gioco? Quale sarebbe la miglior co-star per lui?
Domanda di Federico Melograna, risponde Francesco Semprucci
Ciao Federico,
come tutti sappiamo Shaq è stato uno dei giocatori più dominanti nella storia del basket e la domanda è molto interessante, considerando l’evoluzione che ha avuto il basket. Lo Shaq che arrivò in NBA a Orlando era un giocatore atleticamente straordinario per la mole, nonostante fisicamente non fosse ancora il giocatore che poi è diventato a Los Angeles.
Il suo gioco offensivo è altamente traslabile anche nel basket di oggi. Il suo dominio fisico e atletico rimarrebbe totalmente invariato al giorno d’oggi, il suo gioco in post, nel contesto adatto verrebbe ulteriormente massimizzato viste le spaziature del basket di oggi, inoltre verrebbe maggiormente messa in luce la sua dimensione da passatore (per farti capire, nelle Finals con Orlando ebbe 6.3 assist di media).
Shaq infatti era un giocatore intelligente, capace di passare la palla e di leggere bene il gioco e quello che succedeva attorno a lui. Con le spaziature di oggi e i tiratori di oggi per la difesa sarebbe praticamente come marcare un Embiid 2.0 in post. Chiariamo, non sarebbe uno Jokić a passare la palla, sarebbe semplicemente messa più in luce una sua caratteristica spesso sottovalutata.
Fisicamente la versione di Orlando sarebbe più adatta al basket di oggi. Essendo più mobile e rapida sul primo passo, potrebbe garantire un maggiore impatto difensivo rispetto a quella di LAL, più dominante fisicamente ma un po’ meno mobile, quindi molto sarebbe dipeso dal contesto e dal percorso di sviluppo: è meglio massimizzarne il dominio offensivo a discapito di un po’ di mobilità in difesa, o meglio un fisico meno possente ma un po’ più di mobilità? Sono scelte di cui è difficile sapere una risposta senza viverle. Io personalmente sarei per massimizzare il dominio offensivo visto che comunque un buon attacco batte sempre una buona difesa, e avere un giocatore completamente immarcabile per gli avversari è un bel punto di partenza.
Per quanto riguarda i liberi, non credo avrebbe migliorato le percentuali, visto che il suo era un problema legato a un infortunio avuto da piccolo che gli causava problemi nello spezzare il polso, a delle mani enormi e ad una struttura fisica imponente. Queste cose non sarebbero cambiate, magari avrebbe avuto una meccanica diversa, ma anche qui si entra nel mondo delle ipotesi.
Per quanto riguarda i compagni più adatti, sarebbe bello e potenzialmente devastante vederlo accanto a giocatori capaci di tirare ma anche di giocare pick&roll. Mettiamo da parte Curry (mettere insieme il miglior tiratore di sempre con il giocatore di post più dominante di sempre sarebbe semplicemente illegale, senza considerare che Steph lontano dalla palla è il miglior giocatore della lega) e KD, le due stelle che più di ogni altra ovunque le metti “stanno” bene e che per talento sarebbero troppo forti per tutti.
Tralasciando queste due, andrei su una tipologia di giocatore come Booker o Beal, scorer versatili, capaci di tirare, di crearsi un tiro e di giocare pick&roll. Sarebbe molto interessante vederlo a fianco anche di McCollum, altro giocatore capace di crearsi un tiro, di giocare pick&roll e di tirare da scarico. Sarebbero molti i fit validi anche in altri ruoli: penso a Paul George e Jayson Tatum ma anche, a un livello più basso, a un Gordon Hayward.
2) Quali sono gli Stati degli USA in cui la tassazione è minore, e ciò quanto influenza le scelte dei free agent? Ultimo dubbio: queste disparità economiche (se ci sono) possono influire o hanno influito sulla distribuzione del talento tra le conference?
Domanda di Andrea Poggi, risponde Daniele Astarita
Ciao Andrea,
proverei a fare un discorso più ampio sulla tassazione cercando di fare un poco di chiarezza sulle diverse tipologie di tasse che pagano i giocatori NBA. Per prima cosa, allo stipendio lordo di un giocatore bisogna sottrarre le tasse federali, le tasse statali, eventuali tasse comunali e la jock tax, senza dimenticare il contributo pensionistico che serve a garantire ai giocatori una pensione. Oltre a questo ci sono da pagare le commissioni all’agente, che tipicamente ammontano al 2/3%.
Per darti dei numeri, in linea di massima allo stipendio lordo che percepisce un giocatore – e che è quello che viene dichiarato alla firma del contratto – bisogna togliere dal 40 al 55% per arrivare al valore netto.
Come hai detto molto bene anche tu, però, ci sono degli Stati in cui la tassazione federale è minore, e altri in cui addirittura la tassazione federale non c’è, vedi Florida, Texas e Tennessee. Le squadre avvantaggiate quindi sono i Grizzlies, gli Heat, i Magic, i Mavericks, i Rockets e gli Spurs. Lo stato in cui si pagano più tasse federali invece è per distacco la California, con il 13.3% di tasse statali pagate per giocatore. Oltre a questo, come già detto, ci sono le tasse federali che sono la parte più la corposa e che si aggirano attorno al 37%.
Steph Curry, ad esempio, se avesse firmato il contratto quinquennale da 201 milioni di dollari in Florida, invece che in California, avrebbe risparmiato 26.7 milioni di dollari totali. Per rispondere alla tua domanda, la tassazione influisce se il giocatore è attento agli aspetti finanziari e nel caso in cui abbia una scelta ampia di squadre con cui firmare. Tralasciando casi irripetibili, è molto più probabile che un giocatore di rotazione faccia discorsi del genere piuttosto che una superstar.
3) Quali sono i giocatori più interessanti da seguire in G League, esclusi i prospetti del Team Ignite?
Domanda di Francesco Contran, risponde Emiliano Naiaretti
Ciao Francesco,
quella di quest’anno è probabilmente la stagione più talentuosa della storia della lega di sviluppo, e i giocatori interessanti non mancano di certo. Qui di seguito troverai due giocatori già nel roster principale di una squadra NBA, un two-way e un veterano senza contratto vincolante.
Vernon Carey Jr.
Carey è un giovane centro sotto contratto con gli Charlotte Hornets. Nella bolla sta viaggiando a 21.4 punti e 10.1 rimbalzi di media con il 62% dal campo, continuando il trend collegiale di produttività ed efficienza. Carey è particolarmente dotato fisicamente, così come lo era il padre (ex offensive lineman dei Miami Dolphins), e sembra dimagrito e più scolpito in questa stagione.
Vernon Carey è grosso e forte anche per un difensore come Freddie Gillespie pic.twitter.com/YivdaIne15
— Emiliano #BLM (@EmilianoNaiar8) February 23, 2021
Carey è anche un giocatore tecnico, che sa giocare in post, tirare dalla media e che sta cercando di allargare il range fino alla linea da tre punti. La difesa resta ancora un problema, però generalmente i centri così giovani hanno tempi di adattamento agli schemi NBA abbastanza lunghi.
Kenyon Martin Jr.
Molti si ricorderanno di Kenyon Martin, ma probabilmente molti meno sanno che suo figlio, Kenyon Martin Jr., è attualmente sotto contratto con gli Houston Rockets. Il figlio d’arte sta avendo una grande produttività per essere una 52esima scelta: 18.8 punti, 12.4 rimbalzi, 2.0 assist, 2.3 stoppate, 1.0 rubate e il 62.0% da 2.
È un giocatore però difficile da proiettare al livello NBA. È alto poco meno di 2 metri, non è un tiratore (4/29 da 3), non è un grande palleggiatore ed è maggiormente portato a giocare internamente. Che giocatore potrà essere in NBA?
Tra vari dubbi però c’è una certezza: Kenyon Martin Jr. è un giocatore divertentissimo e le sue partite sono piene di stoppate e schiacciate da highlight.
Paul Reed
Reed è un lungo sotto contratto con i Philadelphia 76ers e finora è stato probabilmente il two-way player migliore e più produttivo della bolla. Reed entrava al draft con l’etichetta di progetto a lungo termine ma in questa stagione sta dimostrando che forse potrebbe essere utile prima del previsto. L’ex DePaul Blue Demons sta girando a 21.5 punti, 11.8 rimbalzi con 2.0 rubate e 1.6 stoppate.
La prima cosa che salta all’occhio è il fisico più muscoloso rispetto al college. Poi, difensivamente Reed non è sempre impeccabile a livello di letture e impegno, però è un lungo che permette una buona flessibilità a livello di schemi. Offensivamente Reed è un buon finisher e ha messo in mostra molte volte una buona capacità nel mettere palla a terra.
Paul Reed attacca dal palleggio Will Magnay. Reed aveva mostrato una certa fluidità nel mettere palla a terra già ai tempi di DePaul pic.twitter.com/fT04Ftli2o
— Emiliano #BLM (@EmilianoNaiar8) February 23, 2021
Il tiro sarà molto importante per il suo futuro in NBA. La meccanica è ancora lontana dalla perfezione ma è migliorata rispetto alle stagioni collegiali.
Paul Reed is currently 9/24 from three in the bubble but his shot definitely looks…like a work in progress pic.twitter.com/zYFflQ57m7
— Emiliano #BLM (@EmilianoNaiar8) February 22, 2021
Jeremy Lin
Linsanity è conosciutissimo e risulta ancora interessante in ottica NBA a causa del suo contratto. Lin ha infatti firmato un contratto Vet Selection con l’affiliata dei Golden State Warriors, ma questo contratto non lo vincola alla franchigia e quindi lui è libero di firmare ovunque.
Lin sta viaggiando a 19.6 punti e 7.2 assist con il 48.4% da 3 su oltre 6 tentativi a gara. Lin sta mostrando di essere un tiratore di alto livello con range molto ampio e di potersela cavare ancora anche come creatore. In questa bolla ha avuto momenti in cui sembrava fuori scala per il livello della competizione, come ad esempio nella gara da 27 punti e 7 assist di qualche giorno fa.
Tecnicamente potrebbe ancora far comodo a qualche squadra, ma la sua forma fisica lascia molti dubbi. Prima di entrare nella bolla disse che voleva dimostrare alle squadre NBA di poter rimanere sano. Con 3 partite saltate per problemi alla schiena, ha probabilmente sollevato ulteriori dubbi.
In ogni caso Lin è sempre un giocatore divertente e sarà interessante capire se riuscirà a guadagnarsi nuovamente un posto nella lega
4) Quali sono le differenze tra il gioco dei Pacers attuali e quello degli anni scorsi? Quali sono le probabilità di fare meglio ai playoff (il vero limite della squadra)?
Domanda di Filippo Sala, risponde Lorenzo Pasquali
Ciao Filippo, grazie per la tua domanda. I Pacers di McMillan erano una squadra parecchio conservativa nel suo stile di gioco: in difesa molto raramente adottavano uno schema diverso dalla difesa drop, i difensori sul perimetro non applicavano grande pressione sulla palla e si limitavano a spingere dentro i palleggiatori, confidando nelle doti atletiche di Turner per fermarli al ferro.
In questo modo hanno ottenuto risultati sorprendenti, rendendo anche giocatori mediocri nella metà campo difensiva utili alla causa. Il problema era che non cambiando mai tipo di schema, ogni qual volta gli avversari usassero uno schema per sfruttare i punti deboli della difesa, i Pacers non avevano mai modo di rispondere con i giusti adeguamenti.
I Pacers di McMillan avevano le mani legate. Un paio di schemi che sapevano eseguire abbastanza bene, ma i cui limiti venivano puntualmente esposti ai playoff, dove ogni squadra adegua il proprio gioco in base alle debolezze degli avversari. Questo vale anche nella metà campo offensiva: negli scorsi playoff abbiamo visto i Pacers schiantarsi contro la difesa dei Miami Heat, con Brogdon e Oladipo che a turno provavano a creare qualcosa dal palleggio contro la difesa schierata, fallendo.
Quando i Pacers giocavano un pick and roll, gli Heat rispondevano semplicemente cambiando l’uomo, mandando Bam Adebayo a difendere sul perimetro. Le guardie dei Pacers non sono mai riuscite a superarlo, e ciò ha completamente neutralizzato l’attacco di Indiana, già limitato dall’assenza di Domantas Sabonis. Ecco, la differenza principale sotto la guida di Nate Bjorkgren è sicuramente sotto questo aspetto: è un coach molto più fantasioso, uno studente della pallacanestro che trova gioia nello sperimentare nuove soluzioni per prendere di sorpresa il proprio avversario.
Innanzitutto, uno stile di gioco offensivo più moderno: tolti i tiri dalla media a favore di triple e soluzioni al ferro. Giocatori impiegati al meglio sfruttando efficientemente le loro abilità, come nel caso di McDermott (non a caso è arrivata la sua migliore stagione sotto la guida di Bjorkgren), Turner, Sabonis. Innovativo in difesa: lo abbiamo visto con i Toronto Raptors alle Finals – celebre la box-and-one con cui limitarono Steph Curry alle Finals – e lo stiamo vedendo anche in questa stagione.
Bjorkgren ha già fatto vedere un numero infinito di schemi difensivi, tutti diversi tra loro per disposizione degli uomini sul campo e scopo da raggiungere: box-and-one contro Tatum per togliere la fonte di gioco principale dei Boston Celtics; triangle-and-two contro i Warriors per togliere completamente il gioco a due di Curry e Draymond Green; difese a zona “semplici” 2-3 o 3-2; ecc.
About once a game I ask myself, “What type of defense are the Pacers playing?” Here are some of those moments, a thread.
— Caitlin Cooper (@C2_Cooper) February 21, 2021
Switch the inverted PnR and drop into … a box-and-one, with Goga as the one? T.J. is very literally guarding a spot on the floor, & Aaron is low box. Sure. pic.twitter.com/CpaneWvHhP
Insomma, Bjorkgren ha davvero tanti assi nella manica, e non ha paura di usarli. Per ottenere i migliori risultati, c’è bisogno che la squadra stia al passo con l’allenatore: i giocatori devono comprendere il proprio ruolo (posizionamento, intensità, responsabilità sugli aiuti) in ogni singolo schema. Ciò necessita di tempo. I giocatori di Indiana stanno ancora assimilando i concetti del nuovo allenatore, e per questo motivo gli errori difensivi rimangono all’ordine del giorno.
Questo non vuol dire che Indiana quest’anno è peggiorata in difesa, ma semplicemente che si stanno preparando per avere diverse soluzioni alla propria portata quando ce ne sarà bisogno, ai playoff.
5) Anche se è presto, tra i giocatori di punta del prossimo draft, chi vedreste meglio per caratteristiche nei Timberwolves?
Domanda di Daniele Ramazzina, risponde Daniele Sorato
Ciao Daniele (vorrei scrivere qualcosa sugli omonimi e omologhi, ma purtroppo mi hanno anticipato la settimana scorsa),
grazie per la domanda. Come ben sai, i Timberwolves hanno dovuto sacrificare una scelta protetta top3 al primo turno del Draft 2021 per ottenere D’Angelo Russell. Nonostante sia ancora presto per speculare su chi abbia vinto questo scambio (Russell ha fatto vedere poco nelle partite giocate a Minnesota, e abbiamo potuto vedere la sua partnership con Karl-Anthony Towns per solo cinque partite in un anno solare), è abbastanza palese il fatto che quella pick rappresenti un asset che gli Wolves non vorrebbero assolutamente perdere.
La squadra ha faticato enormemente in questo avvio di stagione, e l’attuale record di 7-24 è costato la panchina a Coach Saunders, sostituito al volo da Chris Finch. Se le cose rimanessero così, i Timberwolves avrebbero poco più del 40% di probabilità di mantenere il controllo della propria scelta, un grosso rischio. Ponendo che la sorte premi la franchigia di Minneapolis per il secondo anno di fila e nonostante sia ancora presto per parlare di draft, andiamo a vedere quali sarebbero i giocatori più interessanti per questa squadra.
Cade Cunningham
Cunningham è il giocatore con più hype attorno in tutta la draft class, e le sue prestazioni al college non stanno facendo altro se non aumentare questa percezione. Il giocatore di Oklahoma State sta trascinando una squadra più che modesta e sta mettendo in mostra tutto il suo potenziale. Sa segnare su tre livelli e utilizza egregiamente i suoi mezzi fisici fuori scala per rendersi un mismatch vivente.
Di solito le PG non proteggono il ferro così e non vanno così in post.
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 4, 2020
L’abilità di giocare in post di Cunningham per sfruttare il vantaggio fisico è molto interessante ed è un gran grattacapo per le difesa avversarie. Notevole la capacità di prendere posizione profonda. pic.twitter.com/bbBWLnQssm
Il suo carisma sembra potersi inserire perfettamente in uno spogliatoio che ne necessita disperatamente, e il modus operandi di questo front office sembra essere ormai chiaro: si prende sempre il giocatore più duttile, con più mezzi fisici e più potenziale disponibile. Questa è la cosiddetta “filosofia del miglior giocatore disponibile”, ed è assolutamente sensato seguirla nel momento in cui il potenziale e il talento a roster non sembrano essere abbastanza per portare la squadra a un livello quantomeno accettabile.
Un terzetto composto da Russell, Edwards e Cunningham sarebbe sicuramente molto divertente da vedere e dal potenziale pressoché illimitato, ma questo sogno probabilmente potrebbe avverarsi solo se i Timberwolves scegliessero ancora con la first overall pick, visto che verosimilmente dopo quella scelta Cunningham non sarà più disponibile.
Jonathan Kuminga
Se invece i Timberwolves decidessero di puntellare il reparto ali (che al momento ha come unica nota positiva l’esplosione del rookie Jaden McDaniels), probabilmente si fionderebbero su Kuminga, un 3/4 che si sta mettendo in mostra proprio in queste settimane con il Team Ignite in G League. I suoi difetti al tiro e nel ball-handling sono sicuramente da limare, però il ragazzo sembra avere un potenziale pazzesco e – a differenza di altri prospetti top come Evan Mobley e Jalen Suggs – il suo skill set sembra mescolarsi perfettamente con quello degli altri giocatori nel roster dei Timberwolves.
thoughts ‘bout Kuminga shooting form:
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) February 13, 2021
-upper body form looks good
-set point and release are high
-lower body isn’t good, he gaps his foot and doesn’t stretch completly his legs
-he needs to speed up his shot a bit but needs tons of reps, if he do it now the results are bricks pic.twitter.com/WgzI29N21c
Il nostro Francesco Semprucci ha posizionato Kuminga subito dietro a Cunningham nella sua board, e le ultime prestazioni nella bolla dedicata alla G League sembrano effettivamente confermare il suo livello altissimo. Le sue abilità da creator per sé e per i suoi compagni, il suo potenziale da arma totale difensiva e soprattutto il suo finishing al ferro lo rendono un prospetto da seguire con estrema attenzione, soprattutto in ottica Timberwolves.
Jonathan Kuminga puts Aleksej Pokusevski on a poster! pic.twitter.com/CGbect8GSy
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) February 13, 2021