I Suns negli anni hanno avuto modo e maniera di sviluppare una propria fanbase grazie a diverse ere di relativo successo, come quella di Nash e D’Antoni o quella di Sir Charles, Kevin Johnson e Majerle guidati da Paul Westphal. Però, così come il primo bacio, i primi fan non si scordano mai, la gente di Phoenix che ebbe l’opportunità di vedere i Suns nascere in mezzo al deserto dell’Arizona. Oggi ho avuto l’opportunità di poter venire a contatto con Mark, tifoso dei Suns formatosi proprio durante quella prima storica era, che è stato gentilmente disponibile ad effettuare questa piccola intervista.
Partiamo dalla prima ovvia domanda, da quant’è che sei un tifoso dei Suns?
Da tutta la vita praticamente! Nato e cresciuto a Scottsdale, Arizona, mio padre portava sempre me e mio fratello a vedere le partite alla Madhouse. A dire il vero non era un grande appassionato di pallacanestro, però amava gli sport e allora i Suns erano l’unico major team in città (negli USA i major team sono le squadre che giocano nei principali campionati americani, come la NBA, NFL, MLB ed NHL. A Phoenix nacquero i Suns nel 1968 e i Diamondbacks di Baseball nel 1998, mentre arrivarono da St. Louis i Cardinals di Football nel 1988 e i Coyotes di Hockey da Winnipeg nel 1996, nda).
Ti ricordi la tua prima partita?
Onestamente no, probabilmente mio fratello e mio padre se lo ricordano. Comunque ti posso dire che la mia prima stagione a “palazzo” fu quando avevo 7 anni, nel 1976, perché so con certezza che andammo a vedere Gara 4 delle Finals, con una vittoria in volata. Un vero peccato che poi andammo a perdere la serie…
Oh wow, questa è storia!
Già! Peccato che non ricordi quasi nulla, i primi anni credo che mio padre mi portasse solo perché costretto da mia madre a farmi da baby sitter, del tipo: “o porti anche Mark o niente partite” (ride, nda).
Quindi hai visto dal vivo entrambe le nostre serie alle Finals?
Oh magari! Durante la cavalcata del 92 io ero al college in California, però wow, la città era in fermento! In quel periodo tutti a Phoenix erano diventati appassionati dei Suns, una vera Suns-mania! Mio padre e mio fratello erano a palazzo quando Paxson ha messo il game winner, anzi, il season winner… un vero peccato, dio solo sa cosa sarebbe stato vincere un titolo allora.
Cos’è che ti porti più a cuore di quel periodo? Un qualcosa che ti rimane guardando quegli anni.
Il fermento, io a Phoenix ci stavo poco perché appunto ero al college, però si vedeva che la gente non vedeva solo l’ora di festeggiare, comunque sia si vinse la Western Conference, quindi non possiamo dire che non si prese nulla da quel periodo.
Successivamente hai avuto modo di andare a vedere i Suns?
Sì, sono stato spesso durante il periodo di Kidd e poi Marbury e paradossalmente meno durante l’era di Nash e D’Antoni per motivi di lavoro. Anche lì c’era una grande squadra che avrebbe meritato il titolo, ma non basta la bravura se manca la fortuna…
Anche se nel 2010 sembrava che stesse per arrivare un ultimo clamoroso colpo di coda…
Già, nessuno se lo aspettava, grande cuore e grande squadra messa in campo da Alvin Gentry, nelle Western Conference Finals contro i Lakers c’era una grande energia, soprattutto la rimonta da 0-2 a 2-2 nella serie fu un qualcosa di spettacolare, quella squadra la ricordo con grande affetto.
Poi 10 anni da spettatori…
Chi l’avrebbe mai detto, eh?
Però ora le cose sembrano cambiate, che ne pensi di questa squadra?
Finalmente Sarver ha azzeccato qualcosa! (ride, nda) Questa squadra mi piace molto, tanti giovani guidati dai due leader Booker e CP3, possono arrivare lontano! A me piace anche il tanto criticato Ayton, sono sicuro che Coach Monty Williams saprà valorizzarlo per bene.
Chi sono i giocatori che preferisci nei Suns ad ora?
Direi Booker ovviamente e Cam Johnson, gran bel giocatore, ha un bel futuro davanti.
Il tuo giocatore preferito di sempre invece?
Direi KJ (Kevin Johnson, nda), però se parliamo di figura sportiva in generale, direi anche Westy, visto anche il trascorso da allenatore, che riposi in pace.
Sicuro, Westy è stato cuore ed anima di quella squadra di inizi anni ’90 che ha portato Phoenix a vette mai viste prima, una perdita veramente grande per tutto il mondo dello sport e non solo. Mark, qual’è la tua partita preferita di sempre? Vai ancora a vedere i Suns?
Ci sono un sacco di grandi partite che mi vengono a mente, però se ne devo scegliere una direi gara 4 delle ECF del 2010. Quella squadra era veramente speciale, nessuno si aspettava di vederli andare tanto avanti nella postseason, 2-2 e giochi riaperti, contro gli odiati Lakers poi… brucia ancora a ripensarci. Comunque no, l’ultima partita dei Suns che ho visto è stata nel 2017 se non sbaglio, ormai è qualche anno che vivo a Chicago con la mia famiglia, i miei figli sono fan dei Bulls purtroppo (ride, nda), però appena finisce questa disgrazia del COVID, voglio andare sicuramente a vederli, magari anche quando vengono qui allo United Center.
Grazie per l’intervista Mark! Ti piacerebbe dire qualcosa ai nostri lettori in Italia?
Oh sì, sicuro! Pensare che ci siano dei tifosi dei miei Suns addirittura in Europa è un qualcosa di incredibile, sono molto contento che questo sport stia arrivando in tutto il globo! Non sono mai stato nel vostro Paese, ma un giorno ci verrò sicuramente, mia moglie adora Venezia e il cibo italiano! Grazie mille per avermi avuto con voi, mi ha fatto molto piacere!
E per concludere… let’s go Suns!
Wael Ammar per Phoenix Suns Italy