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Il mago Lou torna ad incantare
I Clippers non dipendono solo dalle superstar

Lorenzo Pasquali by Lorenzo Pasquali
16 Febbraio, 2021
Reading Time: 6 mins read
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lou williams

Copertina a cura di Sebastiano Barban / Getty Images

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I Los Angeles Clippers ottengono un’incredibile vittoria nella notte contro i Miami Heat di Jimmy Butler e Bam Adebayo, grazie a un grande impegno da parte di tutta la squadra. Incredibile perchè arriva nonostante le assenze delle due superstar, Kawhi Leonard e Paul George, e due giocatori chiavi per l’equilibrio della squadra come Patrick Beverley e Nicolas Batum. Ma non solo: quella di stanotte era la seconda partita in due giorni, e in queste occasioni solitamente la stanchezza gioca un ruolo chiave nel risultato finale. Proprio i Clippers, che l’anno scorso avevano enormemente faticato nei back-to-back, quest’anno hanno incredibilmente invertito il trend: 5 vinte e 0 sconfitte nelle partite della seconda notte, en plein e leader NBA, con una media di 119.4 punti segnati e 102 concessi; 3W-1L con George e Leonard assenti.

Parte delle spiegazioni risiedono nell’impegno da parte di Kawhi Leonard di giocare anche i back-to-back, contrariamente all’anno passato, ma ciò non basta a spiegare perchè una squadra che prima della stagione veniva considerata da tutti come una delle meno profonde nella lega sta riuscendo a vincere partite del genere: il coaching staff di Ty Lue e i giocatori della panchina stanno facendo una stagione ben sopra le aspettative.

 

Il grande mese di Lou Williams

È doveroso partire da lui, il mago Lou, che nel mese di febbario è tornato ad essere il killer spietato che ogni difesa NBA dovrebbe temere: 19 punti e 6 assist a partita in 22 minuti di media, con una strepitosa efficienza offensiva (60.1 TS% e un rapporto assist/palle perse di 2.67) nonostante i tanti infortuni dei suoi compagni gli abbiano richiesto un notevole aumento nel suo utilizzo (28.2 USG% rispetto al 22.5 del mese di gennaio).

Nelle prime settimane settimane della stagione Lou è sembrato spento: poco coinvolto nella fase offensiva (USG% in grande calo rispetto agli anni della gestione Doc Rivers), brutte percentuali al tiro e pochi minuti di gioco. Tra le cause ci sono l’inserimento a roster di diversi giocatori (due nuovi titolari e panchina stravolta), l’intesa con i compagni di reparto – Luke Kennard e reggie Jackson in primis – ancora da trovare e un fastidio fisico ai fianchi. Williams è notoriamente un giocatore vecchia scuola e molto raramente salta una partita, ma nei primi mesi ha accennato diverse volte all’infortunio, sostenendo che gli desse fastidio anche nel movimento di tiro.

Lou Williams said lingering discomfort with his hip is affecting his shooting "a little bit" right now.

— Andrew Greif (@AndrewGreif) January 27, 2021

Guardando le percentuali di questo mese e la sua aggressività nell’attaccare il canestro, è possibile assumere che il problema sia ora (almeno parzialmente) risolto, e i Clippers ringraziano. Nella prima partita del back-to-back contro i Cleveland Cavaliers, Sweet Lou ha fatto registrare un massimo in stagione da 30 punti e 10 assist, guidando a una comoda vittoria la sua squadra nonostante le assenza di Kawhi e George, i due grandi motori dell’attacco di Lue. Season-high in assist pareggiato nella partita contro gli Heat, che non hanno trovato risposte alle penetrazioni della guardia dei Clippers. Williams in queste partite sta continuamente applicando pressione al ferro, facendo scegliere la difesa di che morte morire: se collassano su di lui trova lo scarico per il tiratore libero, altrimenti arriva al ferro con uno di quei sottomano galleggianti che lo hanno contraddistinto per tutta la sua carriera NBA.

 

Lou sta giocando con una sicurezza tale da potersi permettere passaggi di questo tipo in una partita tirata contro gli Heat di Butler e Adebayo:

 

Anche l’intesa con i due lunghi è notevolmente migliorata: adesso Lou trova spesso e volentieri Ivica Zubac quando taglia forte a canestro o quando prende posizione sigillando l’avversario sotto al ferro, e ultimamente anche il gioco a due con Serge Ibaka ha fatto dei passi in avanti. Per una squadra che a volte soffre la mancanza di un giocatore che sappia giocare il pick&roll a inizio azione, questa versione di Lou frizzante, aggressivo e in grado di battere il proprio uomo e trovare i compagni è un toccasana. A inizio stagione si è parlato tanto di un possibile scambio, anche perché si pensava che Kennard potesse essere più aggressivo con la palla tra le mani, ma la realtà è che Lou soddisfa la maggior parte delle esigenze dei Clippers, che scambiandolo rischierebbero di ritrovarsi ancora più scoperti in playmaking e creation. George Hill, un nome tanto discusso per la squadra di LA, è un giocatore più affidabile in difesa ma non sarebbe assolutamente in grado di guidare un attacco senza Leonard e George in campo, né di creare questo tipo di vantaggio a inizio azione con la palla tra le mani.

Williams è anche importante per la componente emotiva della squadra: è uno dei pochissimi rimasti del vecchio nucleo Clippers che sorprese tutti ai Playoff portando i Golden State Warriors a Gara 6 ed è riconosciuto dai compagni come uno dei leader vocali ed emotivi della squadra.

I asked Terance Mann what Lou Williams is like as a leader, and here’s what he said

“He brings that confident swagger with him. He’s able to pick you up when you’re not feeling your game … he’s a big time confident guy. With him next to you, you’re almost feeling yourself too” pic.twitter.com/z8Rbda6wiG

— Shane Young (@YoungNBA) February 13, 2021

Non si scappa: fino a quando faranno parte della squadra, Lou e Beverley saranno tra i leader emotivi dello spogliatoio.

 

Non solo Lou, i Clippers prendono forma

Nella notte sono arrivate altre grandi prestazioni da parte dei giocatori di contorno: Marcus Morris ha aggiornato il suo massimo in stagione una notte dopo aver segnato 23 punti contro i Cavs, mettendone 32 nella partita contro gli Heat con 11-15 dal campo e qualche canestro decisivo nel quarto quarto; Ivica Zubac, che proprio come Lou si è ripreso dalle prime settimane in cui sembrava l’ombra del giocatore dell’anno scorso, ha concluso la partita di stanotte con 22 punti e 8 rimbalzi, mandando a segno tutti e 7 tiri tentati nel secondo tempo e punendo costantemente le ali di Miami che a turno si sono ritrovate a marcarlo nel pitturato.

In generale, i Clippers stanno uscendo da queste partite con la consapevolezza di avere una squadra unita e in grado di trasformarsi all’evenienza, facendo fronte alla sfortuna con un impegno diffuso. Va dato credito anche a Ty Lue e ai suoi assistenti, che stanno spingendo la squadra oltre ai propri limiti: parecchie partite di questo tipo i Clippers dell’anno scorso le hanno perse, con non pochi drammi a seguire le sconfitte.

 

“Streetlights over spotlights“

Questo è stato il motto usato sui social- e nei cartelloni pubblicitari per le strade- dai Clippers nella passata stagione. Un motto che gli si è rivolto contro quando la squadra non è stata in grado di stare lontano dai riflettori e dal drama per tutta la stagione, fallendo poi l’assalto al titolo nella bolla di Orlando. Con i Jazz e i Lakers a al centro della discussione su chi uscirà vittorioso dalla Western Conference, i Nets con i loro drammi post scambio per Harden, la saga Bradley Beal e il dubbio amletico dei Sixers “scambio o non scambio Simmons?”, i Clippers quest’anno sono tornati davvero nell’ombra.

Sembra ormai passata un’era da quando i Clippers venivano dati dalla maggior parte degli addetti ai lavori come i grandi favoriti per la vittoria del titolo: quest’anno se ne parla poco, e quando lo si fa sembra quasi lo si faccia con un bisbiglio, con la consapevolezza che il vero banco di prova sono i Playoff. È vero, l’esame vero sarà allora, ma intanto i Clippers di Ty Lue stanno studiando. Magari quest’anno non arriveranno impreparati davanti al professore.

Tags: Kawhi LeonardLos Angeles ClippersLou WilliamsPaul GeorgeTyronn Lue
Lorenzo Pasquali

Lorenzo Pasquali

Ha deciso di esplorare nuove vette del masochismo tifando Clippers e Fortitudo. Le notti sogna un universo parallelo in cui CP3 e Griffin vincono il primo Larry OB della franchigia.

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