Nella notte NBA gli Heat hanno conquistato la quarta vittoria consecutiva, imponendosi per 101 a 94 sul parquet dei Rockets. A guidare la squadra ci ha pensato ancora una volta Jimmy Butler, autore di una prestazione da 27 punti, 10 rimbalzi e 10 assist in 39 minuti di gioco.
Nonostante Miami abbia ancora diversi indisponibili tra le proprie fila, il ritorno in campo di Jimmy si è dimostrato ancora più importante di quanto si potesse immaginare, trascinando la franchigia della Florida ad una classifica più accettabile rispetto alle scorse settimane. Quali potranno essere le aspettative reali della squadra al completo? Riusciranno a tornare tra le prime dell’Est?
La partita
L’importanza di Jimmy nell’economia di squadra di Miami si nota facilmente in partite come questa. Dopo un primo tempo tirato in cui i Rockets hanno provato a scappare un paio di volte, nel terzo quarto gli Heat hanno messo a segno il parziale vincente di 28-10. Come successo già nel doppio confronto tirato contro i Knicks, che ha portato a due vittorie, Spoelstra è riuscito a reindirizzare la partita in corsa aggiustando la difesa.
Per 12 minuti filati i Rockets non hanno trovato canestri facili, e hanno concluso il quarto con 4/20 dal campo e 0/10 dal perimetro. Cifre davvero impressionanti, che ricalcano però anche le difficoltà di Houston nel ritrovare una sicurezza nella metà campo offensiva dopo l’infortunio di Christian Wood.
Con l’assenza di Dragić l’attacco di Miami si è ritrovato nelle mani di Butler per grandi tratti della partita. La sue letture il gioco e la sua capacità di trovare il compagno giusto nel momento giusto sono fondamentali per una squadra che si è ritrovata senza lo sloveno, Bradley e Herro indisponibili nello stesso momento, nonostante il ritorno a buoni livelli di Kendrick Nunn.
Jimmy si è caricato senza problemi l’attacco sulle spalle, riuscendo a punire gli errori dei Rockets in transizione e aprendo il campo il più possibile per i compagni. Delle 15 triple messe a segno, su 42 tentate, ben 7 sono arrivate nel terzo periodo, nel quale Miami ha tirato con il 53% dal campo.
Nel quarto periodo gli Heat sono riusciti a sfruttare tutte le difficoltà di Cousins, che si è ritrovato più volte vittima dell’attacco di Spoelstra. Per quanto DeMarcus sia riuscito a reggere più o meno bene nei primi 24 minuti, nel secondo tempo sono emersi ancora di più i suoi limiti, puntualmente sfruttati da Butler e Adebayo. Cousins non ha né le capacità fisiche né quelle tecniche per pensare di poter impensierire l’attaccante su un cambio forzato, per esempio in pick&roll, e Miami lo ha coinvolto più volte.
Gli Heat hanno staccato la spina un po’ troppo presto, rimanendo bloccati a quota 97 per più di 3 minuti e permettendo a Houston di tornare a -3. Nonostante due tiri non particolarmente brillanti, Miami si è ritrovata la palla in mano per tre volte, evidenziando anche le enormi carenze a rimbalzo dei texani, che hanno pagato il quintetto piccolo nel finale. Il fallo successivo ha consegnato i liberi del sigillo a Butler, in quella che non è mai sembrata una partita realmente in bilico.
L’importanza di Jimmy
Il ritorno in campo di Butler era fondamentale per Miami. Provare ad inquadrare gli Heat di quest’anno è molto complesso, considerando che non li abbiamo mai realmente visti al completo. I protocolli anti-covid della Lega hanno messo in seria difficoltà il roster, così come i vari infortuni fisici di questo inizio di stagione. Detto questo, era fondamentale che la squadra ritrovasse il suo leader nel momento più difficile, visto che la classifica stava iniziando a preoccupare ed era necessaria una striscia vincente per riportarsi in zone più tranquille.
Nonostante Butler non stia tirando bene dal suo ritorno in campo, 22.6 punti di media con il 43% dal campo, 18% dall’arco e 58% di True Shooting, è comunque riuscito ad avere un grande impatto sulla squadra, come pronosticabile. Miami è 5-2 dal suo ritorno in campo, nonostante abbia affrontato delle partite non particolarmente proibitive.
Ritrovare fiducia era importante per ricominciare la scalata, e la sola presenza del numero #22 ha fatto ritrovare una solidità difensiva che era mancata per tutto l’inizio della stagione, oltre ad una manovra offensiva più efficace. Miami prima del ritorno di Jimmy era 19esima per Defensive Rating (111.0) e 26esima per Offensive Rating (105.5); dal suo ritorno gli Heat si trovano al secondo posto per Defensive Rating (105.5) e al 22esimo per Offensive Rating (110.5).
Due cambi di marcia importanti, non ancora sufficienti, che testimoniano quanto sia fondamentale per la resa ad alti livelli della squadra, a maggior ragione con molti elementi di primo piano della rotazione ancora fuori dai giochi.
“I would say he had just as much to do with us winning as I did.”
— FOX Sports Sun: HEAT (@FOXSportsHEAT) February 12, 2021
-Jimmy Butler (27 PTS, 10 AST, 10 REB) on Max Strus after racking up a triple-double in Houston.#HEATTwitter #NBA #MIAvsHOU pic.twitter.com/RO1pjUun5X
Le prospettive per Miami
Attualmente gli Heat sono risaliti fino al nono posto ad Est, con 11-14 come record di squadra. La classifica corta della Eastern Conference ha aiutato Miami a scalare qualche posizione senza dover fare miracoli e di trovarsi a solo 2W dal quarto posto, ma il calendario in programma da domani non si preannuncia come uno dei più semplici.
Quella contro Houston era la prima di 7 trasferte consecutive ad Ovest, che porteranno la franchigia di Magic City ad affrontare Jazz, Clippers, Lakers ed altre squadre in forma come Warriors e Kings. Per Miami sarà un filotto fondamentale, e sarà necessario tornare in Florida con qualche vittoria, limitando i danni in attesa di qualche ritorno importante sul fronte indisponibili. La rincorsa è partita, e per guadagnarsi un buono spot per i Playoffs gli Heat si aggrapperanno certamente al loro leader numero 1.