“Der Apfel fellt nicht gerne weit vom Baume” è la prima stampa (1605 a opera di Hieronymus Megister anche se l’autore della frase è sconosciuto) ufficiale del proverbio internazionale – nelle sue variabili – “La mela non cade lontano dall’albero”.

Probabilmente la maggior parte di noi, pensando a Ball, pensava che quel “Melo” non avrebbe rotolato poi molto distante dal padre a livello psicologico e cestistico.
I pregiudizi erano alimentati da svariate situazioni: dall’insistente e fastidioso chiacchiericcio del padre (P.R. degli altri due figli), da una stagione in Australia che avrebbe potuto esser scambiata come una scelta da “rifugiato” in una lega più facile, al bizzarro ed eccessivo modo di vestire mostrando un futile lusso che va ricercato in quella disastrosa impostazione culturale americana dedita al lusso che dalle nostre parti non è così diffusa e ossessionante.
Sinceramente, evitando di giudicare situazioni extracestistiche che non interessano, possiamo dire che dalla prima partita a oggi, il succo di LaMelo si è concentrato in una crescita vertiginosa condita da una tripla doppia realizzata da più giovane giocatore nella NBA. Gli 0 punti all’esordio sono dimenticati: nella W su Milwaukee, LaMelo partecipava con il suo career-high da 27 punti abbattuto più recentemente contro Utah (34).
Se andiamo a scorrere le statistiche generali, le impressioni sono confermate dai numeri, il leader silenzioso della squadra è Gordon Hayward, utile e concreto ma Ball sembra essere ormai in rampa di lancio pronto a volare.
É primo nel roster per assist (6,2 a partita, Hornets primi in NBA per assist smistati) e per rubate (1,4 a partita, lui 11° in NBA per numero totale).
Sorprendentemente è 4° a rimbalzo con 5,9 a match e 2° negli “and one”, a dimostrazione dell’importante contributo offensivo del figlio di LaVar che non ha paura d’attaccare il canestro mentre qualche compagno preferisce circolare solitamente al largo.
Quando segna più di 15 punti gli Hornets di sovente vincono (6-2).
In negativo – peccati di gioventù – ci sono i falli commessi (2,6, 2°secondo in squadra) e i troppi TO a causa del gioco spumeggiante composto da passaggi volanti, baseball pass, drive and kick, laser pass, alzate per gli alley-oop, ecc… La sua visione di gioco e la sua velocità lo portano però a creare numerosi punti in fast break per i compagni o per sé, l’imprevedibilità dei suoi passaggi e la connessione con il team lo portano ad esaltare le migliori caratteristiche dei compagni (il tiro di Rozier, l’esplosività di Bridges ma anche Zeller ne beneficia trovando più spazi).
Guardare Ball è uno spettacolo imprevedibile come stare sdraiati su un prato a osservare mutare le fasmate in cielo.
Il pensiero della community
Dal mio punto di vista gli Hornets – che soffrono contro squadre che hanno centri formato big star – hanno il loro miglior quintetto attuale in: Ball, Rozier, Hayward, Bridges e Zeller anche se questa formazione è sub iudice poiché Ball sta momentaneamente prendendo il posto di Graham (che accadrà al rientro di Devonte’?) e P.J. Washington rimane titolare in PF ma dove arriverà questo nuovo scintillante e sfavillante LaMelo?
L’abbiamo chiesto alla comunità dei Calabroni sotto forma di sondaggio.
Avventuriamoci quindi nel mondo delle opinioni lasciando spazio alle persone che hanno deciso di partecipare ringraziandole per le accurate, precise e simpatiche opinioni:

Possiamo notare una risma di commenti positivi su Ball che secondo il gruppo vincerà il titolo di Rookie of the Year (l’ultimo giocatore a vincere questo premio – a Charlotte – fu Larry Johnson nel 1992 e per rinverdire i fasti Hornets bisogna risalire al 2006 con CP3 nei New Orleans/Oklahoma City Hornets).


Molti credono che Ball possa avere ancora margini di miglioramento se rimarrà “umile” sul parquet mentre ci sono più dubbi sulla sua efficacia come starter (Ball gioca comunque 26,9 min. di media ed è 5° nel roster).

LaMelo sta stupendo tutti in breve tempo, me per primo.


Non credevo molto in lui per via di una mal trasposta maschera famigliare ma LaMelo non lo sa e continua a volare.
Igor Ferri per Charlotte Hornets Italia