Dopo un Draft 2020 molto profondo, ma nel quale è mancato il grande talento per la prima scelta assoluta, quest’anno il Draft ha tutt’altre aspettative con tre giocatori NCAA (+2 G-Leaguers, Jalen Green e Jonathan Kuminga) che si stanno facendo conoscere e riconoscere, con un talento che sarebbe loro valso la prima chiamata assoluta lo scorso novembre.
L’ordine con cui ne parlerò segue la mia board (“ranking” dei giocatori senza considerare le squadre che poi andranno a scegliere) che potete trovare qui:
Aggiornamento periodico della mia board, sono sempre estremamente combattuto su alcuni giocatori (Kai Jones e David Johnson su tutti, ma anche Cooper). Ascolto pareri e opinioni contrastanti. pic.twitter.com/UxKDWaCJf4
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) January 31, 2021
N.B. Tutte le statistiche che troverete sono aggiornate al 28/01/2021
1) Cade Cunnigham (Oklahoma State)
Creatore primario / 18.8 punti (46/38.8/81.7), 6.2 rimbalzi, 3.7 assist, 1.2 rubate, 1.0 stoppate, 3.5 perse
Cade è il giocatore più conosciuto di questo Draft ed è probabilmente quello con le caratteristiche che più si adattano al basket moderno.
Cade è un main creator (ovvero un giocatore che crea gioco, produce gioco, un giocatore tipo Dončić o James, per intenderci) con dimensioni importanti non solo per l’NCAA, ma anche per l’NBA. Parliamo di 203cm x 100kg con 214cm di apertura alare: un fisico gli permette di essere un mismatch vivente, troppo grosso per gli esterni, troppo fluido e coordinato per i lunghi.
Completezza offensiva imbarazzante di Cade, hesi pull-up da 3 in transizione e movimento spalle a canestro con la mano debole. pic.twitter.com/mmlsgHLVeT
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 9, 2020
Cade è un attaccante versatile, non è solo un realizzatore, non è solo un passatore, fa entrambe le cose e le fa bene (3.7 assist di media non sono tanti, ma il livello dei compagni non aiuta, la maggior parte dei suoi passaggi non vengono poi capitalizzati nonostante l’enorme vantaggio che creano).
È capace di segnare sia al ferro, che dalla media e da 3; può finire al ferro con entrambe le mani, sa creare separazione per poi elevarsi e tirare dal palleggio (39% da 3 su 4.1 tentativi), è già capace, cosa non scontata visto l’età e il ruolo, di giocare spalle a canestro sfruttando il vantaggio fisico per finire con entrambe le mani ed è in grado di conquistarsi falli per finire in lunetta (82% ai liberi su 5.0 tentativi).
Prendersi e segnare questo tiro in una partita in cui hai sbagliato tutto il possibile(0/6 al tiro per iniziare, 3 TOv quasi consecutivi a inizio secondo tempo) non è da molti, Cade è uno di questi pic.twitter.com/iA3VqOf1Y3
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 12, 2020
Molto migliorato come footwork rispetto ad un paio di anni fa, ci sono dei video dell’HS dove fa uno stepback simile con lavoro di piedi pessimo in cui fa canestro ma tirando con equilibrio pessimo. pic.twitter.com/69Ayyu2j1k
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 9, 2020
È in grado di giocare bene il pick and roll, trovando il rollante, il tiratore o mettendosi in proprio: punisce la difesa se passa in terza o quarta sul blocco e se il lungo fa drop sa segnare dal palleggio dalla media.
L’aspetto del gioco in cui è più a suo agio è però la transizione. Spesso si mette in proprio direttamente da rimbalzo difensivo (6.2 rimbalzi di media) e complice un controllo del corpo surreale, unito ad una capacità notevole di cambiare velocità, è un incubo per le difese che non hanno armi per contrastarlo essendo anche capace di trovare i compagni appostati in angolo, il rimorchio o premiare direttamente il contropiede primario.
Ah ma questa è la mano debole? Interessante pic.twitter.com/ORDM71jRNx
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 6, 2020
È notevole la comprensione del gioco e la consapevolezza in generale. Contro Oakland, che ha deciso di giocare a zona, ha fatto letteralmente a fette la difesa giocando sia come palleggiatore che in post alto per servire i compagni.
Mettersi a zona con Cade che tira 3/5 da 3 e gioca in post alto così non è una buona idea. pic.twitter.com/BLpbnF3OCp
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 6, 2020
In difesa spesso, a causa della mole offensiva enorme, è un po’ disattento o svogliato, soprattutto sui close-out, ma quando concentrato è un buon difensore sugli esterni capace anche di cambiare sui lunghi e, sempre per il discorso del grande QI cestistico e di grande consapevolezza di quello che succede attorno a lui, di ruotare coi tempi giusti dal lato debole per contestare le conclusioni al ferro (1 stoppata di media) o dare fastidio nei pick and roll.
Di solito le PG non proteggono il ferro così e non vanno così in post.
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 4, 2020
L’abilità di giocare in post di Cunningham per sfruttare il vantaggio fisico è molto interessante ed è un gran grattacapo per le difesa avversarie. Notevole la capacità di prendere posizione profonda. pic.twitter.com/bbBWLnQssm
I limiti principali sono due, con le dirette conseguenze: un primo passo non fulmineo e un ball-handling ottimo, ma non eccellente.
Il primo si ripercuote in una difficoltà nel battere direttamente col primo passo il diretto difensore e in un primo scivolamento non fulmineo che lo mette in difficoltà contro giocatori più rapidi. Questo. insieme al ball-handling, gli causa qualche problema in situazioni concitate e di forte pressione (3.5 perse di media).
Da rivalutare ad alti livelli anche il tiro. La meccanica è solida ed ha un buon tocco, ma spesso tende ad arrestarsi o ricevere con i piedi un po’ stretti e questo gli causa qualche problemino di equilibrio; anche la capacità di finire nei pressi del ferro si porta dietro qualche riserva: è fisico, è grosso, sa chiudere bene, ma tende a sbagliare qualche tiro “semplice” di troppo e il fatto che la difesa sia sempre concentrata quasi esclusivamente su di lui non aiuta comunque nella valutazione.
Cade ad oggi è il favorito per la prima scelta al Draft; la combinazione di skillset, potenziale, base di partenza e archetipo di giocatore è troppo intrigante per passarci sopra.
2) Evan Mobley (USC)
Lungo / 16.5 punti (58/35/70.5), 8.6 rimbalzi, 1.9 assist, 0.9 rubate, 2.9 stoppate, 2.3 perse.
Il lungo di USC non è un prospetto “sicuro” come Cade Cunningham, ma non è detto che riuscendo a massimizzare il suo potenziale si riveli un giocatore peggiore o con impatto inferiore.
Evan è lungo, lunghissimo -213cm di altezza con 225cm di braccia- ma a queste misure, tuttavia, non associa un massa adeguata, essendo ad oggi sotto i 100kg di peso (e quindi potete già immaginare quale sarà uno dei suoi più grandi problemi, ovvero la difesa in post); in compenso però ha una mobilità, fluidità e coordinazione senza senso per uno con le sue misure.
Sa sfruttare benissimo la sua struttura fisica in difesa ed, infatti, è uno di quei giocatori che potenzialmente ti può cambiare la faccia di una difesa solo con la sua presenza in campo. Sa aiutare e ruotare con tempi ottimi dal lato debole (anche se a volte sembra non fidarsi dei suoi istinti), è un rim protector d’élite (10% di BLK%), ti permette di fare qualsiasi cosa sui pick&roll; può cambiare sui piccoli (scivolamenti tecnicamente perfetti, baricentro basso, reattivo sui piedi, sempre in equilibrio e non incrocia mai i piedi), fare aiuto e recupero, fare drop dove grazie ai suoi istinti e alla sua lunghezza sa contenere benissimo il palleggiatore senza scoprirsi per il passaggio al lungo ed eseguire uno show aggressivo.
Dentro la linea dei 3 punti USC concede il 40.8% al tiro alla squadra avversaria e buona parte di questi meriti vanno al più piccolo dei fratelli (suo fratello Isaiah è suo compagno di squadra a USC).
“Perchè sei così alto su Evan Mobley?” Perchè oltre al notevole potenziale offensivo difensivamente è questo giocatore qui (vedi video), sul p&r può fare tutto, sa ruotare dal lato debole coi giusti tempi, ha una lunghezza e una rapidità di salto impressionante.#theshot pic.twitter.com/OfRuqz7bTZ
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) January 14, 2021
Anche offensivamente è un giocatore estremamente intrigante. La lunghezza e la sua mobilità lo rendono ovviamente un lob target notevole (è in grado di prendere la palla e schiacciare al volo senza problemi), un rimbalzista offensivo sopra la media (3.6 rimbalzi offensivi) e un giocatore di pick&roll interessante; oltre a questo aggiunge un buon tocco (sopra al 70% ai tiri liberi con un’ottima meccanica) che gli permette di giocare potenzialmente anche pick&pop (lo gioca già anche oggi ma il volume di tiro non è così importante, siamo sotto le 2 triple tentate a partita); in situazioni short roll, inoltre, ha fatto vedere buone letture, specialmente se usato da 4 con un altro lungo nel dunker spot a cui sa alzare benissimo la palla.
Quello che però lo rende potenzialmente “unicornesco” anche in attacco è la capacità di mettere palla per terra e di trovare i compagni. Sa attaccare fronte a canestro, ha un buon ball-handling per la stazza e sa anche trovare i compagni sia da situazione fronte a canestro che di spalle, anche dal palleggio o direttamente da rimbalzo difensivo premiando il compagno che corre.
Chiariamoci, non è Nikola Jokić come QI cestistico, ma ha delle letture assolutamente non banali per il ruolo che potenzialmente lo rendono un mismatch ambulante. Troppo rapido per i lunghi classici, può tirare sulla testa degli esterni e se lo raddoppi trova il compagno. Non un cliente facile, insomma.
Il repertorio offensivo di Mobley è notevole: è mobile, ha tocco, è atletico e capisce il gioco: sa giocare P&R e P&P indistintamente, sa passare la palla da short roll, sa attaccare i closeout, sa trovare i tagli. Anche in situazioni di post-up o fronte a canestro è a suo agio. pic.twitter.com/n8nvBSMtGR
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 15, 2020
A tutto ciò anche per lui va sottolineata un’innata capacità di trovare i contatti e portare a casa tiri liberi (6.3 a partita con il 64% di Free throw rate).
Anche per il potenziale offensivo ci aiutano le cifre: Mobley sta tirando col 76.8% al ferro, il 35% da 3, il 70.5% ai liberi, il 44.8% nei long two e col 60.2% da 2. Ecco a voi i giocatori in grado di mantenere almeno il 75% al ferro, il 35% da 3, il 70% ai liberi e il 60% da 2 nella storia del college basket:
Donte Grantham (F) | Corey Kispert (F) |
Georges Niang (F) | Obi Toppin (F-C) |
Travis Releford (G) | Mikal Bridges (F) |
Khyri Thomas (G) | Aric Holman (F) |
Damyean Dotson (G) | Kris Jenkins (F) |
L’unico lungo insieme a Toppin, che però ha raggiunto queste cifre a un’altra età e con uno skillset molto più sviluppato. Assurdo, soprattutto considerando che è principalmente un prospetto intrigante per la sua dimensione difensiva.
I lati negativi? La fisicità che si ripercuote su dati a rimbalzo difensivo mediocri e su una difesa contro avversari fisici assolutamente al di sotto della media e una certa apatia in certi frangenti di partita. Un esempio chiaro è la prima partita al college: per tutti i regolamentari ha fatto vedere cose intrigantissime in difesa sul pick&roll rifiutandosi di ruotare sulle penetrazioni altrui; ai supplementari, però, ha deciso che la partita doveva finire e in difesa non ce n’è stata per nessuno, era a chiudere tutte le linee di penetrazione e non ha fatto prendere un tiro pulito agli avversari.
Un altro aspetto “critico” da segnalare è il fatto che faccia tante cose bene ma quasi nessuna a livello élite. Questo, insieme alla (non) fisicità e alla sua indolenza, non lo rende un prospetto particolarmente NBA ready, considerando che al momento non ha nemmeno un ruolo fisso per questa lega, troppo esile per fare il C, non ancora abbastanza tiratore per fare l’esterno.
Tuttavia il potenziale è talmente intrigante che per me risulta praticamente impossibile metterlo più giù della seconda posizione. Ha tutto quello che serve per essere un giocatore dominante su entrambe le metà campo, uno di quei giocatori che prende e ti rivolta completamente una franchigia.
3) Jalen Suggs (Gonzaga)
Creatore primario / 13.9 punti (51.9/34.9/73.2), 5.2 rimbalzi, 4.9 assist, 2.3 rubate, 0.5 stoppate e 3.0 perse.
La point-guard di Gonzaga, al momento LA squadra favorita alla vittoria finale, ha attirato tutti gli occhi degli scout su di sé dopo un esordio contro Kansas in cui sul pick&roll e in transizione ha fatto a brandelli la difesa avversaria. Suggs è un atleta completo, all’High School giocava anche a football da quarterback e questa sua esperienza la riporta, con pro e contro, anche sul campo da basket.
Da buon QB è abituato a “processare” tantissime informazioni in pochissimo tempo e questo lo porta ad andare sempre o quasi ai mille all’ora. A ritmi elevati si trova nel suo mondo: nonostante la velocità folle a cui spesso ragiona e si muove è spesso sotto controllo, riesce a controllare benissimo il corpo e a vedere angoli di passaggio notevoli.
Suggs è prima di tutto un grande passatore, specie in transizione. Sfruttando la sua stazza (siamo sui 193cm per 95kg) va spesso e bene a rimbalzo (5.2 di media a partita), situazione dalla quale ama poi lanciare stile quarterback per il compagno scappato in contropiede o mettersi in proprio conducendo in prima persona per poi trovare il compagno o finire al ferro.
Clamoroso questo passaggio, peccato che non sia stato trasformato in assist.#theshot https://t.co/EPDW8sZXWr
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) January 4, 2021
Velocità, controllo del corpo, footwork. Suggs in transizione è un enorme problema. pic.twitter.com/IRprhL159a
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) November 27, 2020
È un abile contropiedista anche senza palla in mano. Gonzaga, infatti, è una squadra con parecchio talento e ci sono altri giocatori capaci di portare palla in modo tale che Jalen possa approfittarne per correre nelle corsie laterali e finire sopra al ferro.
Bel modo di presentarsi in NCAA. pic.twitter.com/EmVUHehn8o
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) November 26, 2020
A difesa schierata Jalen si sta dimostrando un abile giocatore di pick and roll e di dribble hand off (passaggio consegnato), riesce a leggere bene la difesa attaccando il canestro se il lungo non aiuta con un angolo corretto, trovando il rollante o il tiratore appostato.
Sa anche punire la difesa col tiro se passa in terza o in quarta sul blocco e, nonostante non sia un tiratore continuo, se in giornata sa punire le scelte della difesa. Un esempio è la partita contro Iowa, dove la squadra di Luka Garza ha iniziato la partita passando sistematicamente in terza o quarta sui blocchi e sfidandolo al tiro e l’ha finita con un trattamento Curry, con trap aggressiva su tutti i pick and roll costringendolo a giocare praticamente a 10 metri dal canestro, dopo una partita in cui ha tirato con 7/10 da 3.
Per quanto riguarda le situazioni di dribble hand off, vedere un giocatore di questo talento usato in situazioni di ricezione dinamica non è usuale, ma il talento di Gonzaga gli consente di mettere in mostra anche questa dimensione. Jalen ha la rapidità, le letture e se in giornata il tiro può essere una minaccia da queste situazioni, sia per ricevere e giocare poi col blocco del lungo sia per fintare e tagliarti alle spalle e leggere quello che poi fa la difesa.
L’aspetto del gioco in cui si trova più a suo agio è attaccare il canestro. Infatti, sfruttando la sua fisicità, il suo atletismo e il suo tocco sa finire benissimo al ferro reggendo anche i contatti.
Nella metà campo difensiva Suggs è potenzialmente un ottimo giocatore, ha mani rapidissime, baricentro basso e velocità laterale notevole; è molto sveglio e sa aiutare e recuperare in tempi brevissimi, ama tentare la rubata (2.3 rubate, 4.6% di STL%), oltre a ciò è un agonista nato, ama competere e recuperare per rimediare ai suoi errori; c’è però l’altro lato della medaglia, spesso è distratto o si fa attrarre dalla palla perdendosi l’uomo o la rotazione, facendosi ingolosire dalla rubata per poi ritrovarsi fuori posizione.
Spesso cerca la rubata o si distrae, ma la velocità di piedi e la fisicità sono notevoli. Nella clip potete vedere come riesca ad accorciare sull’uomo in una frazione di secondo essendo in equilibrio (male però che fosse staccato ad un passaggio) e come passi bene sul blocco. pic.twitter.com/FzT4no6zhM
— Francesco Semprucci (@fra_sempru) December 6, 2020
Altri difetti della guardia di Gonzaga sono, come detto prima, il tiro ondivago (34.9% da 3 in stagione, 73.2% ai liberi, dati non esattamente ottimi per una point-guard, anche se la meccanica è buona) e quello che è anche uno dei suoi più grandi pregi: la sua capacità di giocare ai mille all’ora. A volte, infatti, questo lo porta ad andare un po’ fuori giri o a fare passaggi o letture complicate che si tramutano in palla persa; oltre a ciò, la sua tendenza ad andare sempre al massimo anche in penetrazione, unita alla sua fisicità, gli causa un eccesso di confidenza nei pressi del ferro: spesso saltando si lancia letteralmente addosso al difensore pensando poi di poter risolvere la situazione sfruttando il fatto che è grosso e atletico.
Un altro “problema” (più che problema è una difficoltà di valutazione) è la squadra in cui gioca: Gonzaga quest’anno è una vera e propria corazzata e questo rende difficile capire dove finiscano i suoi meriti e dove inizino quelli della squadra.
In conclusione, Suggs ha caratteristiche tecniche, fisiche, atletiche e una comprensione del gioco notevole per la sua età. Tutto ciò lo rende uno dei giocatori più interessanti e futuribili della classe, anche se avrà del lavoro da fare per limare i suoi difetti.