La partenza di Oladipo apre profonde ferite più sentimentali che tecniche. Il ragazzo di casa, arrivato tre anni e mezzo fa in sordina, era riuscito a conquistare il pubblico di Indianapolis sia con le sue performances sul campo, ma soprattutto per l’amore indiscusso urlato alla città e ai suoi tifosi: “This is my city!”. Dopo il “tradimento” di Paul George, i Pacers avevano bisogno di un nuovo idolo a cui affidare le redini della squadra, e Victor quel novembre – da buon Hoosier – si era
già conquistato tutto e tutti.
Sfera affettiva a parte, nel breve periodo l’assenza di VO4 si sentirà soprattutto nella metà campo difensiva. Senza di lui i Pacers perdono un perno oliato della ragnatela, un cane rognoso nel backcourt capace di generare punti facili in contropiede con le sue palle rubate e le sue deviazioni. Al contrario, in fase offensiva la perdita di Oladipo verrà sicuramente tamponata grazie alla presenza di innumerevoli alternative nello scacchiere di Coach Bjorgkren.
È doloroso ammetterlo, ma il brutto infortunio subìto lo scorso anno ha ridotto di parecchio esplosività e atletismo, marchi di fabbrica che facevano di Oladipo un temibile attaccante. Con queste armi al momento scariche, Victor da primo terminale offensivo si è visto relegare a terza/quarta opzione, e le solide gerarchie costruite nei precedenti anni completamente capovolte. Forse è anche per questo che la storia d’amore tra i Pacers e Vic si è bruscamente conclusa.
La trade che ha portato Caris LeVert in Indiana può essere considerata a tutti gli effetti una sliding door: nessuno si sarebbe mai aspettato che questa semplice mossa di mercato potrebbe aver salvato la vita al prodotto di Michigan, e nessuno vuole nemmeno immaginarsi lo scenario alternativo. Quando questa sfida sarà superata, LeVert indosserà la maglia blue&gold con la responsabilità di andare a ricoprire quel ruolo che fu di Victor Oladipo. Sarà pronto?
A nostro avviso sì. Nelle sue 4 stagioni abbondanti a Brooklyn abbiamo potuto ammirare una continua e costante crescita, con il definitivo salto di qualità fatto proprio nelle ultime apparizioni con la maglia dei Nets, in cui ha registrato le sorprendenti medie di 26.0 punti, 4.4 rimbalzi e 6.6 assist, tirando con il 50% dal campo e con il 43,3% da oltre l’arco. Indiana troverà in Caris un’importante terminale offensivo da affiancare al già produttivo Warren, sacrificando un po’ di quella difesa che caratterizzava Oladipo ma ottenendo un gioco decisamente più altruistico, aspetto nel quale LeVert ha mostrato i più significativi miglioramenti.
Se tatticamente e tecnicamente la trade non ha portato enormi stravolgimenti in Indiana, lo stesso non si può dire a riguardo del lato economico: l’aspetto che più spesso passa sotto traccia ma che, in questo caso, è stata la vera magia di Kevin Pritchard e Chad Buchanan. Il GM dei Pacers è riuscito, ancora una volta, a sbrogliare una matassa ben ingarbugliata, ottenendo da un giocatore in evidente distacco emotivo e tattico, la classica gemma pronta a esibire le proprie capacità.
Oltre a una valutazione su abilità e skills, ovviamente bisogna tenere conto l’altra faccia della medaglia, quella salariale, in cui la trade assume la sua forma completa. Il contratto di LeVert, garantito per 18 milioni di dollari fino al 2022-23, va a sostituire quello di Oladipo, in scadenza alla fine di questa regular season. Insomma, nel coacervo della trade passa in secondo piano, come fu per Paul George, la sagacia e l’oculatezza di Pritchard e del front office di Indiana, in grado di ricavare un boccio pronto a fiorire da una situazione spinosa.
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