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La rinascita di Hayward
Il contratto è meritato ora?

Lorenzo Pasquali by Lorenzo Pasquali
25 Gennaio, 2021
Reading Time: 5 mins read
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Gordon Hayward

Copertina a cura di Marco D'Amato / Photo Credits: Kent Smith via Getty Images

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Nella nottata NBA gli Hornets di Gordon Hayward sono riusciti a imporsi 107-104 sugli Orlando Magic, interrompendo la striscia di quattro sconfitte consecutive.

Diventa l’occasione per parlare dell’inizio di stagione brillante dell’ex Celtic, il cui ingaggio faraonico da parte di Charlotte, di Michael Jordan, era stato molto criticato da appassionati e persino addetti ai lavori, ma che è partito forte, dando un senso alla mossa degli Hornets, quantomeno. E facendo persino ricredere qualcuno.

I Magic erano privi di Aaron Gordon, che dall’infortunio della point guard titolare Markelle Fultz ha iniziato a prendersi più responsabilità in termini di creazione di gioco. Nonostante le tante assenze, Orlando conclude il primo tempo in vantaggio di 13 punti tirando con uno strepitoso 47.6% da 3 punti (44.7% a fine partita).

Nel secondo tempo raggiunge anche il +14, senza però riuscire a chiudere la partita. Charlotte in attacco si affida alla sua stella, e Hayward non delude: dopo i 19 punti del primo tempo, Gordon raddoppia nel secondo segnando 20 punti con soli 13 tiri, e con l’aiuto di un Devonte’ Graham particolarmente ispirato dall’arco riporta Charlotte in partita.

La squadra di Borrego apre il quarto periodo con un parziale di 25-4, ma la tripla di Terrence Ross porta poi la partita in parità con quasi 9 secondi sul cronometro. Ancora una volta gli Hornets mettono la palla nelle mani di Hayward, che segna prontamente il layup per il +2 con meno di un secondo rimasto sul cronometro. Vincendo la partita ai suoi. Da stella autentica ed affidabile, secondo copione, da consolidate gerarchie di status NBA.

La violazione per cinque secondi sulla rimessa dei Magic sancisce definitivamente la vittoria degli Hornets.

 

Quanto ha pagato Charlotte per quel tiro?

La firma di Hayward è stata una delle più sorprendenti di questo mercato. In pochi, infatti, si aspettavano il rifiuto della Player Option da 34 milioni di dollari del precedente contratto. Tra quei pochi, forse nessuno immaginava che avrebbe poi trovato una squadra disposta a dargli ben 120 milioni di dollari in quattro anni.

Ed era difficilmente immaginabile per le delusioni dell’avventura in maglia Celtics: solo 125 partite in 3 anni, 71 da titolare, con 13.9 punti, 5.4 e 3.6 assist di media. Insomma, in tanti ritenevano Hayward un comprimario di lusso, magari con grande IQ cestistico, ma non più capace di essere la stella della squadra, così come lo era stato ai Jazz.

Attenzione: gli Hornets non hanno pagato solo 120 milioni per assicurarsi i servizi del giocatore. Non riuscendo a trovare una destinazione per Nicolas Batum, la squadra di Jordan ha dovuto tagliare il giocatore francese per ritagliare spazio salariale, ricorrendo alla Stretch Provision. Questa operazione ha permesso alla franchigia di avere lo spazio necessario per firmare Hayward, ma al costo dello stipendio rimanente di Batum- 27 milioni di dollari, “spalmato” sulle prossime tre stagioni.

Il reale costo dell’operazione è di 147 milioni di dollari, per avere quattro stagioni di Hayward. Nel frattempo Batum sembra essere tornato un giocatore solido da rotazione. Anzi, forse qualcosa di più: è ora un titolare chiave di una contender. Ricordando il percorso di Diaw prima di arrivare agli Spurs, forse dobbiamo iniziare a prestare attenzione ai giocatori francesi strapagati che vengono tagliati dagli Hornets.

Per giudicare al meglio dovremo aspettare un po’ di tempo, ma in questo inizio di stagione Hayward sembra un giocatore ritrovato, sia psicologicamente che dal punto di vista fisico. Dando anche un’occhiata alla prossima Free Agency, è probabile che gli Hornets abbiano fatto la scelta giusta: con la maggior parte dei giocatori in scadenza che ha già raggiunto un’estensione contrattuale (Giannis Antetokounmpo, LeBron James, Anthony Davis, Paul George, Bam Adebayo, Brandon Ingram, ecc.), Hayward sarebbe stato probabilmente il miglior giocatore disponibile in un mercato con tantissime squadre con spazio salariale.

In quel caso, sarebbe stato impossibile per Charlotte, mercato piccolo e storicamente poco vincente, riuscire ad arrivare a un giocatore di quel calibro: forse accelerare un po’ il processo ha pagato, che ne dite?

 

Talento, leadership, esperienza

Hayward porta in dote alla squadra del Nord Carolina dieci anni di esperienza, preziosa per una delle squadre più giovani del campionato, che ha tantissimi giovani nella rotazione principale (LaMelo Ball, Terry Rozier, PJ Washington, Graham, Miles Bridges, Malik Monk e i gemelli Martin hanno un’età media di 23 anni). Partite come quella di stanotte si sarebbero probabilmente concluse con una disfatta per gli Hornets, invece la presenza di Hayward garantisce stabilità e concretezza.

Il gioco di Hayward non è da highlights continui, ma è estremamente efficace. Nelle prime 15 partite in maglia Hornets sta girando a 24.1 punti, 5.4 rimbalzi e 3.5 assist di media, con ottime percentuali al tiro. Gli assist sono una delle poche statistiche che non ha avuto un miglioramento rispetto all’anno precedente, ma la spiegazione risiede nell’attacco particolarmente democratico di Borrego e nelle abilità da playmaker di Ball e Graham.

La capacità di crearsi un tiro per sé stesso, invece, è un vero toccasana per un attacco che fa sicuramente molta fatica contro le migliori difese del campionato. Hayward ha una forza nella parte superiore del corpo con pochi eguali, e riesce ad arrivare nei suoi spot preferiti con relativa facilità- ricordando, fatte le dovute proporzioni di livello, le penetrazioni di James e Leonard.

 

Ainge, che hai fatto?

Vedendo l’inizio stagione da All-Star di Hayward, è facile tornare col pensiero a quei momenti di ottobre-novembre, quando Ainge rifiutò una Sign-and-Trade per mandare Hayward ai Pacers- in cambio, raccontavano allora i bene informati, di Myles Turner e Doug McDermott- per poi perdere il giocatore a zero, ottenendo soltanto una Trade Exception. Non sappiamo ancora cosa diventerà quell’eccezione, ma le possibilità che diventi un candidato al premio di difensore dell’anno (Turner) o un candidato All-Star (Hayward) sembrano poche.

Hayward era arrivato ai Celtics dopo la stagione della consacrazione a Utah, nella stagione 2017-18. Dopo tre anni e tanti problemi fisici, Hayward ha lasciato la squadra di Ainge, così come Horford e Irving. Boston ha modellato la squadra attorno a Tatum e Brown, ma sinora non è riuscita a tornare alle Finals che le mancano o dai tempi di Big 3 più Rondo…

 

Charlotte ha il play-in nel mirino

Con un record di 7 vittorie e 9 sconfitte, gli Hornets sono ora noni a Est a pari merito con i Toronto Raptors e i Chicago Bulls, e a una sola partita di distanza dall’ottavo posto in mano ai New York Knicks. L’obiettivo è raggiungere il play-in, con l’opportunità di guadagnare un accesso ai playoff, che sarebbe importantissimo per la crescita professionale dei giovani su cui la franchigia costruirà la squadra del domani. Parliamo di Graham, Bridges e Washington. E naturalmente di LaMelo Ball.

Tags: Gordon Hayward
Lorenzo Pasquali

Lorenzo Pasquali

Ha deciso di esplorare nuove vette del masochismo tifando Clippers e Fortitudo. Le notti sogna un universo parallelo in cui CP3 e Griffin vincono il primo Larry OB della franchigia.

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