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Embiid gioca sul velluto
È il principale candidato all’MVP?

Matteo Berta by Matteo Berta
23 Gennaio, 2021
Reading Time: 7 mins read
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Embiid

Copertina a cura di Matia "Di Ui" Di Vito / Photo credits: Jesse D. Garrabrant/NBAE via Getty Images

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Nella notte è andata in scena la seconda partita consecutiva tra Philadelphia 76ers e Boston Celtics, portata a casa ancora una volta dai giocatori della città dell’amore fraterno.

I Boston Celtics, privi di Tatum, sono la vittima preferita di Joel Embiid e in queste due partite non ha certo perso l’occasione di dimostrarlo: 79 punti complessivi contro Thompson e Theis, totalmente incapaci di contenerlo.

 

Il fascino vintage

Negli ultimi anni è stato raro vedere una squadra che basasse il suo gioco offensivo attorno al proprio centro. Questo è accaduto perché l’evoluzione della lega ha fatto sì che risultasse più semplice e fruttuoso costruire una squadra intorno ad un esterno, mentre il 5 ha il ruolo limitato di guidare la difesa. Con la crescita di giocatori come Nikola Jokić, Karl-Anthony Towns e Joel Embiid la musica sta cambiando, riportando alcune squadre a fare di un centro il proprio giocatore franchigia.

Embiid è uno straordinario giocatore di post-basso, situazione in cui riesce a creare per sé e per i compagni.

 

Nella clip qui sopra riesce a spezzare il raddoppio senza alzare il perno riuscendo, con il suo tocco, a trovare i due punti.

 

In questo altro video lo si vede attaccare verso il centro, cambiare direzione come per iniziare un terzo tempo, per poi fermarsi e fintare per provocare il fallo di Robert Williams III. Il gioco di piedi, come si può vedere, è pazzesco per un giocatore della sua taglia.

Un’altra situazione caratteristica del gioco di Embiid è l’abilità nell’attaccare il proprio difensore fronte a canestro, con la squadra che lo aiuta tenendo un lato del campo libero. Grazie al suo palleggio riesce spesso a battere il suo marcatore, oppure, grazie alla sua mole, riesce a portarlo vicino a canestro e a sfruttare il suo tocco.

 

L’ultimo aspetto “vintage” del gioco di Embiid è la capacità di prendersi tiri dalla media dal palleggio. Questa situazione, solitamente, si crea facendo ricevere Embiid in punta e liberandogli lo spazio per attaccare fronte a canestro il suo marcatore. Se questo tipo di tiro entra con continuità come stanotte, come si può marcare Embiid?

 

 

Eroe ed antieroe

Se vogliamo fare l’assunzione che Embiid sia il nostro eroe di nottata, l’antieroe è sicuramente Jaylen Brown, che, vista la sua prestazione, si merita un paragrafo all’interno di questa partita.

Il peso dell’attacco dei Celtics privi di Tatum è ricaduto sulle sue spalle e lui ha dimostrato di star riuscendo a compiere un ulteriore, piccolo, passo avanti, segnando in molti modi diversi e giocando da vero leader offensivo.

 

Il tabellino, a fine partita, reciterà 42 punti, 9 rimbalzi e 3 assist con 16/28 dal campo ed un’ottima prestazione difensiva, con alcuni possessi di livello assoluto.

 

 

Il sapore moderno

Tornando a parlare di Embiid e dopo aver sottolineato nel primo paragrafo le sue qualità più “vintage”, è giusto parlare anche della sua modernità.

Embiid è un discreto tiratore da 3 punti fin dal suo primo anno nella lega, ma negli scorsi anni ha spesso sfruttato troppo questa situazione accontentandosi del tiro da 3 senza attaccare il canestro con continuità. Ovviamente, giocando al fianco di Ben Simmons, sei quasi costretto ad avere questo fondamentale nel tuo bagaglio tecnico, ma la differenza principale sta nel saper leggere e capire quando e come usare al meglio il tiro.

Quest’anno Embiid sta mostrando una selezione dei tiri migliore, che lo ha portato a ridurre il numero di tentativi a partita (3.2 quest’anno contro i 4.1 di due anni fa), aumentando però le percentuali fino al 37% di quest’anno, contro il 30% di due stagioni fa.

 

Come si vede nel video, Embiid rifiuta il tiro la prima volta per proseguire l’azione, e una volta che Danny Green è stato raddoppiato, si trova libero e con spazio per tirare. Questo sicuramente aumenta le probabilità che l’azione vada a buon fine.

L’altro suo lato moderno è di certo quello del playmaking. Più volte in questa stagione si è trovato ad eseguire gli schemi della squadra nel ruolo di playmaker e i risultati hanno dato ragione a Doc Rivers. Spesso sfrutta questo tipo di situazione per palleggiare dalla punta, spostarsi su uno dei due lati del campo – che i compagni si apprestano a lasciargli libero – per poi attaccare in post il proprio difensore.

Il suo playmaking dal post è altrettanto interessante. Sapendo di venire spesso raddoppiato, ci ha fatto vedere, durante tutta la stagione, ribaltamenti sul lato debole e passaggi sui tagli, situazioni massimizzate dal movimento lontano dalla palla di giocatori come Seth Curry e Danny Green.

 

L’importanza di guadagnarsi i liberi

Marcus Smart, dopo la prima partita contro i 76ers, si era lamentato del fatto che Embiid avesse tirato 21 tiri liberi e il centro camerunense – per risposta – gli ha detto che il sapersi guadagnare i tiri liberi è intelligenza cestistica.

Questa notte Embiid è nuovamente andato in lunetta 15 volte, per un totale di 36 tiri liberi in 2 partite.
Le cifre sono sicuramente impressionanti, ma la sua è un’abilità importante che pochi nella lega hanno.

Il fatto di attaccare spesso spalle a canestro tirando nel momento del raddoppio, come si vede nel video qui sotto, è sicuramente un modo per guadagnare alcuni dei suoi tiri liberi. Il movimento del tiro è ampio ed è difficile per il difensore che sta raddoppiando non toccare il braccio di Embiid, inducendo gli arbitri a fischiare.

 

Il secondo modo in cui Embiid riesce a guadagnarsi i tiri liberi sono le sue finte. Sfrutta appieno le sue abilità da “ballerino” per fintare e controfintare facendo commettere un errore al suo difensore, che spesso gli frana addosso commettendo fallo. Anche sul tiro dalla media è capace di fintare per far saltare l’avversario e tirare nel momento in cui avviene il contatto.

 

Il terzo modo, forse il meno “etico” cestisticamente parlando, è quello di accentuare tutti i contatti malgrado il suo fisico possente. È lo stesso tipo di movimento che fanno Jokić, Doncić, Harden o Trae Young, ma è una possibilità che pochissimi nella lega hanno, perché è necessario avere una grande sensibilità nei polpastrelli in modo da avere chance di segnare anche nel caso in cui non dovesse arrivare il fischio arbitrale.

 

Philadelphia scappa

In questo momento i 76ers si trovano in solitaria in vetta alla Eastern Conference con il record di 11-5, malgrado i problemi e le assenze legate al covid ed Embiid è sicuramente il principale responsabile dell’ottimo inizio di stagione, oltre ad essere attualmente il principale candidato per il Most Valuable Player. Il suo impatto non si limita alla metà campo offensiva, ma in questo momento sta giocando un’ottima pallacanestro difensiva: malgrado non abbia la velocità per cambiare sugli esterni, rimedia con una protezione del ferro di livello assoluto.

Le statistiche recitano 26.4 punti, 11.3 rimbalzi, 2.8 assist e 2.8 stocks (somma di stoppate e rubate), con la migliore efficienza mai avuta in carriera (66% di True Shooting). Una stagione di assoluto livello che potrebbe portare i 76ers a mantenere il primo seed fino all’inizio dei playoff.

Tags: Boston Celticsdoc riversJaylen BrownJoel EmbiidPhiladelphia 76ers
Matteo Berta

Matteo Berta

Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.

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