Mentre si stava già giocando la partita tra Bucks e Lakers, le penne dei giornalisti statunitensi hanno riportato uno scambio con un’importanza relativa negli equilibri della lega, ma che cela diversi temi interessanti. Il giocatore al centro dello scambio è Kevin Porter Jr. Scambiato da Cleveland, finito a Houston. Non esattamente il giocatore più conosciuto e talentuoso della NBA.
Il suo nome aveva iniziato a circolare poco dopo la transazione che aveva portato Harden a Brooklyn. Stando alla ricostruzione di diversi beatwriter al seguito dei Cavaliers, Porter si sarebbe arrabbiato dopo aver visto che il suo posto nello spogliatoio era stato dato al nuovo arrivo Taurean Prince. In tutta risposta, Porter Jr. ha pensato di tirare cibo in spogliatoio, mantenendo un comportamento ostile anche dopo l’arrivo dell’allenatore.
Kevin Porter Jr., who has not played this season due to personal issues, grew angry when he realized the Cavs gave his old locker to Taurean Prince.
— The Athletic NBA (@TheAthleticNBA) January 18, 2021
Porter began yelling and at one point threw food during an outburst Friday.https://t.co/Cy4JfU9ShO
Non una mossa intelligente, in linea con quella che è la sua giovane carriera. Una carriera che deve provare a raddrizzare in breve tempo, pena l’uscita dalla NBA, e non dalla porta principale. Non sarebbe il primo a fare questa fine, ma Houston ha deciso di dargli un’ulteriore chance. Probabilmente l’ultima che avrà a disposizione in caso di fallimento.
La storia personale di Kevin Porter Jr
Come altri giocatori, l’infanzia di Porter è segnata da numerose avversità che nascono dalla perdita prematura del padre. Kevin Porter Senior, nativo di Seattle, era uno dei tanti talenti della zona di Seattle. Quando era giovane giocava spesso con Jamal Crawford, ritiratosi recentemente dopo 20 anni nella NBA.
A 19 anni, Porter Sr. viene accusato di omicidio e dopo essere risultato colpevole finisce in prigione per 4 anni. Una volta uscito di carcere, la sua vita non cambia, fino ad arrivare ad una nuova tragedia nel 2004, questa volta trovandosi dall’altro estremo dell’arma da fuoco. Orfano e senza una guida, Porter Jr inizia a farsi conoscere per le sue abilità cestistiche.
Il primo a dargli un’opportunità di mettere in mostra il suo talento è proprio Jamal Crawford. Memore delle difficoltà dei sobborghi di Seattle, Crawford organizza regolarmente una lega estiva alla quale partecipa anche Porter. Se le sue doti cestistiche non possono passare inosservate, il cognome del giovane non lascia indifferente Crawford che decide di aiutarlo.
All’uscita dall’high school, ESPN considera Porter Jr. un prospetto 5 stelle, uno dei migliori nati nell’anno 2000 e un papabile profilo per una delle prime chiamate al Draft. Il suo carattere, però, finisce per deludere le grandi aspettative riposte in lui. USC, la sua università, lo sospende per motivi comportamentali. Il suo carattere spesso lo rende protagonista in negativo e, come risultato, nessuna franchigia crede nel suo talento (finirà alla 30° posizione del Draft).
Il talento di KPJ
Nonostante un’attitudine a dir poco rivedibile, Cleveland decide di scommettere su un talento assoluto e poco importa se ci sono già Sexton e Garland in rosa. Il rapporto talento – prezzo pare valere l’azzardo e il GM Altman non ci pensa troppo. In sede di Draft, molti osservatori riconoscono il potenziale di Porter Jr. e ne parlano come una possibile steal .
Le doti fisiche, decisamente fuori scala per la posizione di guardia, lo rendono un prospetto affascinante, in grado di assorbire i contatti contro i lunghi avversari. Controllo di palla, tiro da fuori e un atletismo fuori dal comune appaiono evidenti fin dalle prime partite in maglia Cavs.
Porter chiude la prima stagione in NBA con delle cifre crude incoraggianti, che lasciano ben sperare per il suo futuro. La chiusura anticipata della stagione causa COVID-19, interrompe bruscamente la sua crescita, costringendolo a non giocare per 9 mesi.
Per la prima volta viene privato della possibilità di giocare a basket per sfuggire ai suoi demoni personali, e Porter Jr. non riesce a gestirsi. Il 15 novembre la polizia lo arresta dopo un incidente stradale per possesso di arma da fuoco e marijuana. L’episodio non scoraggia i Cavaliers che decidono comunque di esercitare l’opzione su di lui per la stagione seguente il 23 dicembre scorso. La calma apparente è violentemente rotta dall’episodio dello spogliatoio, che ha segnato la chiusura della sua esperienza in Ohio.
Cosa aspettarsi dalla sua esperienza ai Rockets
Houston chiaramente ha ben in mente quali siano i limiti mentali di Porter Jr., ma ha comunque deciso di lanciare i dadi e vedere se riuscirà a rimettere sulla giusta carreggiata una carriera che rischia di deragliare velocemente. Rafael Stone, al primo anno da General Manager dei Rockets, sta rinnovando la rosa da cima a fondo e, in una situazione di ricostruzione, provare a scommettere su giovani talentuosi al costo di una futura seconda scelta, tra l’altro protetta top 55, quindi verosimilmente per nulla in cambio, è quanto di più sensato si possa fare.
La mossa chiaramente ha delle alte possibilità di insuccesso. I problemi di Porter Jr., infatti, non si risolveranno dall’oggi al domani, e per quanto ci si possa augurare che riuscirà ad uscire da queste sue difficoltà personali, non è di certo assicurato.
A Houston troverà una delle figure più rispettate della lega, ossia John Lucas II. Che ha avuto la carriera cestistica rovinata dalla sue controversie fuori dal campo. Nel 1986, infatti, è stato tagliato dagli Houston Rockets dopo essere stato trovato positivo alla cocaina. Recentemente ha creato un’associazione per aiutare i giovani atleti a combattere i problemi con droghe e alcol, organizza campus estivi per bambini alle porte di Durham, North Carolina, e viene apprezzato per il suo lato umano. La sua guida ha aiutato tanti giocatori, e i Rockets sperano riuscirà a fare altrettanto con Porter Jr.
Porter Jr. è all’ultima chiamata. Se non riuscirà a darsi una raddrizzata e a dare un taglio a questi comportamenti inquietanti di cui si è reso protagonista, il suo futuro nella lega è segnato. Non sarebbe né il primo né l’ultimo giocatore che butta via un talento raro per delle difficoltà di testa. Lui ha la fortuna di essere talmente forte come potenziale da trovare ancora squadre pronte a scommettere su di lui. Ma non succederà all’infinito.