Nella notte NBA i Jazz hanno confermato il loro momento di forma, vincendo 118-102 contro i Pelicans, raggiungendo la sesta W consecutiva e salendo al secondo miglior record della Lega, dietro solamente ai Lakers. A trascinare un attacco sempre più solido ci ha pensato, come sempre, Donovan Mitchell, che ha concluso con 28 punti in 33 minuti, tirando con 9/15 dal campo, 4/7 da 3 e 6/6 dalla lunetta.
Dopo un inizio di stagione non particolarmente brillante, il nativo di New York ha cominciato a carburare, in linea con la striscia vincente della squadra di Salt Lake City. Sarà la stagione della sua definitiva consacrazione e riuscirà a guidare i Jazz fuori dal limbo degli ultimi 4 anni?
La partita
Quella della EnergySolutions Arena è stata una classica partita da regular season, e dopo un primo tempo equilibrato in cui i Pelicans sono rimasti a contatto, i Jazz hanno deciso di alzare il ritmo a inizio terzo quarto per chiudere la pratica. Nonostante un’ottima prestazione al tiro della squadra di casa nei primi 24 minuti, New Orleans è riuscita a rimanere incollata grazie alle 7 palle perse dai Jazz e a Zion Williamson, capace di colpire più volte Bogdanovic e Gobert in pick’n’roll con Lonzo. Nell’altra metà campo, Mitchell è riuscito a sfruttare tutti i limiti della difesa di NOLA, distruggendo Bledsoe in transizione e sfruttando le difficoltà sul perimetro della squadra di Van Gundy, che sta concedendo il 37% dall’arco agli avversari da inizio stagione.
In questa clip si nota chiaramente come Bledsoe si muova inutilmente in aiuto dal lato debole, per poi tornare sui suoi passi e tentare di chiudere in ritardo la linea di passaggio con Mitchell. Ovviamente Conley si appoggia facilmente sul perimetro dopo avere trovato la strada sbarrata da Ball, e “Spida” conclude smarcato senza troppe difficoltà.
Anche in questo caso Mitchell riesce a sfruttare le difficoltà di lettura dell’ex PG di Milwaukee, che si muove nuovamente in aiuto, questa volta a centro area, lasciando un corridoio aperto per Bogdanovic, coperto in un secondo momento da Lonzo. Come nella situazione precedente, la guardia dei Jazz si è già creata il vantaggio per anticipare Bledsoe, che non riesce a contenere il taglio.
Il discorso non cambia neanche nel terzo quarto, e i Jazz continuano a costruirsi, e a segnare, degli ottimi tiri. Come si nota nel video sotto, O’Neal attacca il closeout di Bledsoe che salta subito sulla finta, altro scarico per Conley ed extra-pass per Mitchell, dimenticato nuovamente dal numero 5 di New Orleans. Ai Jazz è bastato alzare l’intensità per dare lo strappo decisivo alla partita e conclude una serata più che positiva. Alla fine Utah chiuderà con 21/44 da 3, rispetto al 6/26 di NOLA, rimanendo in linea con le ottime prestazioni al tiro delle ultime uscite (44% dall’arco nelle ultime sei).
Spida e Mike cambiano marcia
La notizia più positiva per i tifosi dei Jazz è che finalmente la squadra di Snyder sembra aver ritrovato Mile Conley. La scorsa stagione non era stata semplice per l’ex Memphis, ma questa prima frazione di Regular Season ci ha mostrato un giocatore diverso e sempre più inserito nei meccanismi della squadra. Conley sta tirando con il 58% di True Shooting rispetto al 53% della scorsa, ed ha alzato nuovamente la sua Assist Percentage a 31.7%, in confronto al 23% dell’annata passata. Da questo punto di vista Mike sta tornando su livelli simili a quelli delle sue stagioni migliori in maglia Grizzlies, e questo non può che rendere ottimisti Jazz.
Certamente il cambio di marcia di Conley ha influito positivamente anche su Mitchell. Il numero 45 di Utah sta infatti trovando una sua dimensione sempre più efficiente senza palla, off the ball, confermando e migliorando i dati positivi della scorsa stagione. Infatti, escludendo le prime 5-6 partite nelle quali Mitchell era utilizzato più come creator ed accentratore di gioco, in questa serie positiva dei Jazz abbiamo potuto notare come abbia lavorato molto di più da tagliante e piedi per terra in spot-up, in modo da migliorare l’intesa con Conley.
“Spida” ha infatti alzato la mole di tiri in Catch&Shoot nelle ultime uscite, ma soprattutto ha abbassato nettamente la frequenza di tiri dal palleggio, che costituivano quasi la metà delle sue conclusioni. Mitchell sta infatti tirando con il 77% di eFG in C&S, e addirittura il 51% da 3 sugli scarichi su più di 4 tentativi a partita. Meno palla in mano e più efficienza: le chiavi per alzare il livello dei Jazz e permettere all’attacco di girare sempre meglio.
Mitchell è un po’ in difficoltà dal palleggio,ma le qualità in spot-up sono ormai elitarie. Small sample size, ma dopo il 64% di eFG% in catch&shot dell’anno scorso , quest’anno è passato da 5 a 8 conclusioni sugli scarichi, con il 73%. Qualcuno per caso ha detto “thanks Mike?”
— Sasso ? (@sassoulatin) January 19, 2021
Quali aspettative per i Jazz?
Abbiamo giustamente lodato Utah per la sua striscia aperta e i suoi miglioramenti evidenti, ma non sarebbe corretto evitare di considerare il calendario affrontato nelle ultime due settimane dalla squadra di Snyder. Dopo la vittoria convincente con Milwaukee, i Jazz hanno affrontato Detroit e Cleveland, due squadre in netta difficoltà anche causa infortuni, per poi prendersi un turno di riposo dopo il rinvio della partita contro i Wizards. Una volta tornata in campo Utah ha ricominciato subito a macinare contro Atlanta, anch’essa in un momento complesso, per poi battere in modo importante Denver e New Orleans. In più è giusto ricordare come i Jazz siano una delle poche squadre a non aver avuto problemi legati ai protocolli Covid, il ché gli ha permesso di sfruttare sempre il roster completo.
Utah si trova ora al secondo posto della Western Conference, al pari dei Clippers, e questo momento positivo era fondamentale per ridare fiducia ad una squadra con alcuni alti e bassi di troppo. L’obiettivo di Coach Snyder dovrà essere sempre quello di guadagnarsi il fattore campo in vista dei playoffs, e le difficoltà di alcune dirette concorrenti come Denver e Dallas potrebbero dare un primo vantaggio alla franchigia di Ski City. Perché magari in maggio per la post season le Arene potrebbero avere di nuovo, ce lo si augura, i tifosi, dentro. E allora quel fattore campo accumulato nel frattempo, da formichina, potrebbe rivelarsi valore aggiunto…