Abbiamo aspettato sin troppo tempo prima di parlare dell’inizio di stagione di Julius Randle e dei suoi New York Knicks. Nella prima partita del ricchissimo programma del Martin Luther King Day i newyorkesi sono riusciti a superare (con molta fatica) gli Orlando Magic, aggiudicandosi la seconda vittoria in back to back dopo quella schiacciante ottenuta domenica sera contro i Boston Celtics. Mai nella scorsa annata si erano aggiudicati due incontri nell’arco di due giorni.
La gara di ieri non è stata la migliore offerta dal palinsesto, le due contendenti hanno mantenuto percentuali bassissime dal campo e hanno prevalso gli ottimi sistemi difensivi, organizzati da due massimi esperti in materia: Tom Thibodeau e Steve Clifford. Lo stesso Julius Randle ha chiuso con numeri abbastanza mediocri, ma si è rivelato ancora una volta importantissimo per il successo della squadra con la sua sontuosa doppia doppia da 21 punti e 17 rimbalzi.
L’apporto principale del #30 è arrivato negli ultimi quattro minuti di gioco, dove è riuscito a respingere il ritorno dei Magic realizzando il canestro decisivo e rimanendo concentratissimo dalla lunetta con un 7/8 ai liberi.
L’incredibile inizio di Randle
Per il lungo ex Kentucky il primo anno nella Grande Mela non è stato per nulla facile. Il cambio in panchina a stagione in corso tra Fizdale e Miller e il pessimo contesto di squadra hanno influito sulle sue prestazioni, creando un circolo vizioso che ha portato a una brusca interruzione nella sua crescita personale. Oggi però lui e gli stessi Knicks sembrano rinati, grazie a una maggiore organizzazione e a una migliore coerenza complessiva in termini di progetto.
Randle è partito fortissimo in questa stagione ed è una delle principali ragioni per cui il record al momento registra 7 vittorie e 8 sconfitte, non male per una franchigia che solo qualche mese fa concludeva anticipatamente il suo percorso fermandosi a 21 uscite vincenti. Per contestualizzare un po’ la crescita del ragazzo, è importante citare come stia mettendo a referto massimi in carriera nelle principali voci statistiche.
Julius Randle is averaging career highs in PPG (22.9), RPG (10.6), APG (6.5), and 3P% (35.7%).
— Andrew Florio (@AndrewSFlorio) January 18, 2021
The 26-year-old potential all-star could be a trade piece for the Knicks at the deadline with a 19.8 million dollar team option (via https://t.co/WnUjrCQPJL) for next season.#Knicks pic.twitter.com/bBpAMARd0l
Tenendo conto dell’attuale livello e della costruzione del roster di New York, Randle è sicuramente il talento offensivo di spicco. Thibodeau lo sa e per questo motivo gli concede una grandissima libertà di manovra in termini di gestione dei possessi e di numero di tiri a partita. La scelta è quasi costretta, al momento è necessario puntare su un sistema offensivo incentrato sulle qualità del #30, pur tenendo conto di tutti i suoi limiti.
Affidargli tanta responsabilità vuol dire anche congestionare di molto il flusso offensivo, tuttavia nelle ultime partite è avvenuto un miglioramento anche in questo senso: Randle è sembrato più attivo nell’effettuare dribble hand off sul perimetro ed è molto attento a scaricare quando viene raddoppiato in situazioni di post alto dal gomito. La generale mancanza di playmaking dei Knicks deve essere in qualche modo gestita anche sfruttando i punti di forza della loro attuale stella.
Non sarà un giocatore perfetto e con una proiezione da top nella lega, ma al momento deve essere tra le prerogative di questa franchigia occuparsi anche della crescita sana di Julius Randle. Non dimentichiamo che il ragazzo ha solo 26 anni nonostante sia alla settima stagione in NBA, i margini di crescita ci sono e devono essere indirizzati nella giusta maniera per il bene della squadra.
La mano di Tom Thibodeau e la zona playoff
Come abbiamo precedentemente accennato, la più grande differenza rispetto alle scorse versioni dei Knicks sembra essere dovuta a una maggiore organizzazione a livello di squadra. Thibodeau porta con sé un’idea di gioco ben definita e la applica in maniera diretta al contesto. Questo modo di giocare può piacere o meno, ma l’aspetto più importante in questa fase della franchigia è avere una base sulla quale finalmente creare un futuro.
Il nuovo capo allenatore sembra essere la perfetta antitesi del passato recente della squadra, caratterizzato una mala gestio costante con il passare degli anni. Il nucleo di giovani giocatori che al momento compone il roster ha più volte mostrato di avere qualche possibilità di miglioramento, per sviluppare questo gruppo è necessario andare a fissare al più presto le basi per poi costruire con pazienza.
Come da pronostico, il primo e importante aggiustamento posto in essere da Tom Thibodeau riguarda la fase difensiva. Ad oggi i Knicks sono sesti nella lega per Defensive Rating (una stima dei punti concessi ogni 100 possessi): il salto è molto grande rispetto alla passata stagione, soprattutto considerando che il nucleo di giocatori non ha subito enormi cambiamenti. La semplicità e la rapidità con cui l’esperto allenatore ha saputo puntellare questo sistema è degna di nota e gli va dato atto di questo complicato lavoro. In alcune voci delle statistiche difensive, New York guida addirittura la lega.
The #Knicks currently have the No. 1 Defense in the #NBA
— Alan Hahn (@alanhahn) January 19, 2021
-1st in Scoring Defense (102.7 ppg)
-1st in Def FG% (43.3%)
-1st in Def 3P% (31.2%) pic.twitter.com/d1IVrrLNGS
Al momento i Knicks si trovano al sesto posto della Eastern Conference con un record di squadra che rasenta il 50% di vittorie, il tutto con un calendario di difficoltà medio – alta. È complesso proiettare quale sarà il prossimo futuro di questo gruppo in termini di posizione in classifica; i miglioramenti di cui abbiamo parlato fanno ben sperare, ma il lavoro da fare – soprattutto nella metà campo offensiva – rimane ancora lungo e tortuoso.
Potrebbe suonare come una provocazione, ma al momento le armi in più di coach Thibodeau sono un Julius Randle in splendida forma e la possibilità di giocare in un Madison Square Garden completamente silenzioso, in grado di garantire quella dose di tranquillità che tante volte è mancata ai giovani giocatori dei New York Knicks.