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Il ritorno di Kemba, l’arma in più dei Celtics

Cesare Russo by Cesare Russo
18 Gennaio, 2021
Reading Time: 5 mins read
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Pomeriggio - Kemba -min

Copertina a cura di Marco D'Amato / Photo Credits: dailyknicks.com

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Nonostante la sonora sconfitta per 105-75, i Boston Celtics hanno potuto senz’altro trovare dei lati positivi in questa domenica di gennaio: Kemba Walker è tornato in campo per la prima volta dalle finali di conference contro i Miami Heat, nella bolla di Orlando. La point guard del Bronx è stata comprensibilmente limitata a 20 minuti di gioco, nei quali ha mostrato tanta, fisiologica, ruggine ma anche la solita voglia di prendere in mano la partita giocando a ritmi elevati.

 

Il rientro contro i Knicks

Com’è sempre più noto, le matinées domenicali NBA offrono spesso risultati trascurabili perché frutto di circostanze difficilmente ripetibili.

A tenere testa ai Knicks, squadra molto ostica in questo inizio di stagione, guidati dal solito Randle formato MVP (20/12/4 con 3 steals e ottime percentuali), da un Barrett sempre più a suo agio (19 punti e 11 rimbalzi) e anche dai 17 punti e 8 assist di un Imanuel Quickley che scalpita sempre più per un posto in quintetto, i Celtics orfani di Jayson Tatum hanno provato ad opporre il loro solito gioco corale con scarsi risultati,come dimostrano delle percentuali che difficilmente vedremo spesso: 29% al tiro, 15% da 3 e 62% ai liberi. Com’è intuibile, con questi risultati la partita non è durata molto, con la squadra di New York in vantaggio per tutti e 48 i minuti di gioco.

Nonostante un amaro 3/13 al tiro, il terzo miglior realizzatore di Boston è stato proprio il rientrante Walker, ad un punto dalla doppia cifra.

Complice l’assenza della stella da Duke, Walker ha avuto spesso la palla in mano nei minuti in cui è stato in campo, specie nel primo quarto dov’è stato l’unica point guard in campo per Boston. In questi minuti, Stevens ha chiesto all’ex stella degli Charlotte Hornets di creare per i compagni e lui, pur concludendo il quarto con un solo tiro tentato, ha provato a far vedere fin da subito il contributo che un giocatore del suo livello può portare, con una serie di passaggi da leccarsi le dita.

 

Nel secondo quarto invece ha giocato per gran parte del tempo al fianco di Peyton Pritchard, il rookie che ha reso meno amara la sua assenza con un inaspettato inizio di stagione ad ottimo livello. In questa situazione Walker è stato impiegato maggiormente per il suo talento nel segnare, rispondendo presente anche in questo frangente con 3 tiri segnati su 6 (il calo vertiginoso delle percentuali si avrà nel quarto successivo quando, a partita già decisa, cercherà il ritmo al tiro da 3 punti che non arriverà).

 

La partita, per Walker e per i Celtics, si chiude sostanzialmente all’intervallo. I Knicks nel terzo quarto portano il vantaggio di 12 punti fin sopra i 20 in maniera costante. Durante questo quarto, Walker torna momentaneamente negli spogliatoi dopo un brutto scontro con Nerlens Noel e non tornerà più in campo, probabilmente più per la restrizione al minutaggio che per il colpo alle costole, che verrà ovviamente monitorato ma non sembra preoccupare troppo.

 

Kemba può essere l’uomo in più per i Celtics

Al termine della partita, Walker è stato ovviamente raggiunto dai giornalisti, pronti ad annotare le prime sensazioni dopo un’assenza significativa dai campi da gioco. Ai microfoni, la point guard dei Celtics ha raccontato di come sia felice nel potersi muovere liberamente senza sentire dolore (situazione che ha definito addirittura “strana”, per esprimere quanto fosse costante in precedenza). Sembra quindi che la situazione al ginocchio sinistro stia virando verso una felice conclusione, dopo mesi di trattamento e anni di fastidio.

Dello stesso avviso è Brad Stevens che ha notato come, a prescindere dagli errori dati dalla lunga assenza, il lato atletico del suo gioco sembri ad un buon livello. L’allenatore dei Celtics ha anche lodato la sua etica lavorativa, apprezzando come Walker sia stato a stretto contatto con il coaching staff per supplire al poco tempo passato ad allenarsi coi compagni.

Ritrovare Kemba Walker è un’ottima notizia per i Boston Celtics, come lo sarebbe per le altre 29 squadre della Lega. Un giocatore del suo livello è sempre molto prezioso, soprattutto se è un talento autosufficiente. A maggior ragione durante questa stagione, in cui da un giorno all’altro una squadra può ritrovarsi senza due o più elementi della rotazione a causa dei protocolli di tracciamento, poter contare su un giocatore che, indipendentemente dal contesto, può tenere sulle proprie spalle la maggior parte del carico offensivo della squadra, è un tesoro molto invidiabile.

Nei Celtics di Brad Stevens, poi, aggiungere un talento completo in attacco come Walker migliora esponenzialmente il gioco di tutti gli altri compagni, essendo una squadra che più di altre ama distribuire il pallone e le responsabilità offensive. Proprio l’uso che Stevens ne ha fatto durante il secondo quarto, schierato di fianco ad un altro portatore di palla, suggerisce lineup molto situazionali in quanto piccole e rischiose difensivamente, che possano anche diminuire il peso sulle spalle di Jayson Tatum e aumentare le situazioni in cui la superstar può rifiatare, potendo contare su un altro grande talento offensivo in squadra.

Walker è poi il giocatore su cui i Celtics devono puntare per colmare i vuoti di playmaking lasciati dalla partenza di Gordon Hayward, cosa di cui Pritchard e Teague non sono capaci. Anche senza palla in mano, l’attuale ala degli Hornets era un elemento di sottovalutata importanza nei ritmi biancoverdi, fonte di equilibrio e coltellino svizzero pratico in ogni situazione offensiva di Boston.

Il gioco di Walker è ovviamente diverso ma, complice il continuo sviluppo di Jayson Tatum che si conferma sempre più tra i migliori scorer della Lega, il futuro ruolo di Kemba potrebbe volgere proprio in questa direzione.

Anche nella situazione attuale, comunque, i Celtics amano giocare il loro set “11”, dove il portatore di palla può sfruttare due blocchi, generalmente uno di Tatum, che si allarga, e l’altro di Theis, che taglia dentro. In queste situazioni avere Kemba Walker, un maestro del pick and roll e dell’arresto e tiro, a gestire il pallone fa tutta la differenza del mondo.

Lo avete già visto in alcune situazioni nei video precedenti,ma ecco un altro esempio.

 

Attualmente si può dire che i Celtics non abbiano sofferto particolarmente l’assenza di Walker, con un ottimo record di 8 vittorie e tre sconfitte ed uno dei migliori attacchi della Lega. Per questo motivo il suo reinserimento in campo può essere gestito nel migliore dei modi, sia dal punto di vista della condizione fisica, sia da quello del suo inserimento tattico. Nella bolla ha avuto i suoi problemi, la pessima serie contro i 76ers al primo turno ne è un esempio, ma non è raro assistere ad una seconda maturazione nei giocatori della sua età, 31 anni a maggio, specie se ottimi QI cestistico ed etica lavorativa sono accompagnati e guidati da un grande coach: i requisiti quindi ci sono tutti.

Tags: Boston Celticskemba walker
Cesare Russo

Cesare Russo

Tifa 76ers perché a 14 anni ha visto Tony Wroten segnare una tripla doppia nella notte. Orfano di Sam Hinkie, nei suoi sogni più belli è sempre apparso almeno uno tra TJ McConnell e Covington

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