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Perché OKC (per ora) non riesce a tankare

Francesco Contran by Francesco Contran
16 Gennaio, 2021
Reading Time: 13 mins read
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Thunder tanking

Copertina a cura di Edoardo Celli

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L’inizio di stagione degli Oklahoma City Thunder è per certi versi inaspettato e sorprendente, con una squadra costruita per perdere più partite possibili attualmente a un passo dai playoff. Dopo lo smantellamento della squadra dello scorso anno da parte del general manager Sam Presti, si prevedeva una stagione ricca di sconfitte per poter scegliere al meglio il prossimo giocatore franchigia dal talentuoso draft del 2021.

Le intenzioni non dichiarate del general manager sono state in questo inizio di stagione tradite dai giocatori Thunder, che di perdere non ne vogliono proprio sapere, e che si trovano dopo 12 gare col record di 6-6. Ma cosa c’è dietro a questo buon inizio? Abbiamo di nuovo sottovalutato la squadra? Oppure, per la cultura presente nell’Oklahoma è impossibile tankare? Scopriamolo insieme.

 

Shai, Dort e Bazley hanno fatto progressi

Quando una squadra decide di tankare, tipicamente cede il suo miglior giocatore per delle scelte al draft e dei giovani di prospettiva. Prendendo come esempio il progetto di tanking più famoso della NBA, quello dei Sixers di Hinkie per intenderci, notiamo subito che la cessione di Jrue Holiday e lo smantellamento del roster non portò in realtà a giovani dal grandissimo potenziale, ma più che altro a scelte al draft.

Ciò che differenzia OKC da quei 76ers è il fatto di avere già presenti in squadra tre giocatori dalle ampie prospettive, come Shai Gilgeous-Alexander e i due sophomore Bazley e Dort. Essendo giocatori giovani inseriti in un contesto vincente, hanno abbracciato la cultura di OKC e sono migliorati dalla passata stagione, come tipicamente avviene nei giocatori ai primi anni nella lega. Quello che forse non potevamo aspettarci era un miglioramento così evidente.

 

Shai Gilgeous-Alexander

Cominciamo da SGA, a cui sono state affidate le chiavi della squadra. Non sembra che Shai possa diventare un creatore primario di massimo livello come Dončić o Trae Young, mantenendo anche 30 punti di media, e quindi presumibilmente non sarà mai uno dei migliori dieci giocatori della lega. I suoi progressi sono però enormi, ed è diventato un leader per la squadra con una maturità per certi versi sorprendente.

Ha aumentato notevolmente il numero di assist, che ora sono poco meno di 6, raddoppiando anche la sua AST%, che è la percentuale dei tiri segnati dai propri compagni che derivano da un suo passaggio quando è in campo. Il tutto aumentando le palle perse a circa 3 a gara, un dato che è comunque positivo, tenendo in considerazione che alcune di queste derivano dalle incomprensioni con i compagni o dalle difese che fanno un certo tipo di aggiustamenti.

 

Da primo violino della squadra, Shai ha trovato di fronte a sé difese che prevedevano aiuti e recuperi sul pick-and-roll fino ad arrivare alla trappola a tutto campo, e nelle prime partite è sembrato un po’ disorientato. Il canadese, però, si è adattato in fretta a queste nuove difese, e dopo aver collezionato 14 palle perse nelle prime tre gare, ne ha collezionate solo dodici nelle successive sei.

Gilgeous-Alexander è un giocatore molto intelligente che migliora partita dopo partita e che sta ancora imparando a calarsi nel ruolo di creatore primario. La visione di gioco è sicuramente migliorata, sa trovare i suoi compagni con letture brillanti e non forza mai le giocate. Capisce il ritmo della gara e sa quando mettersi in proprio per sfoggiare le sue abilità realizzative, che sono la sua caratteristica migliore.

La capacità di attaccare il ferro e di andare uno contro uno è elitaria. Il controllo del corpo è forse il migliore della lega, a fronte di un primo passo buono, ma non irresistibile. Alcuni canestri fanno saltare dalla sedia pic.twitter.com/2wnjDvF0XS

— Francesco Contran (@FraContran) January 14, 2021

Shai potrebbe prendersi 30 tiri a gara, ma ne prende poco più di 15, e questo non perché sia la cosa migliore per lui, ma perché lo è per i suoi compagni. Come vedete dalle clip, Shai si trova a suo agio nel nuovo ruolo, e ha anche un fenomenale controllo del corpo.

La sua efficienza al tiro è migliorata, ma può essere ancora più alta. Insomma, non è scontato per una squadra in ricostruzione possedere un talento di questo tipo, ed è uno dei motivi principali per cui OKC ha iniziato meglio di quanto si aspettava. L’impegno in difesa, che nello scorso anno un po’ era mancato, è un ulteriore punto di forza della giovane stella canadese. Se continuerà a migliorare potrebbe diventare presto un All Star.

 

Luguentz Dort

Luguentz Dort è passato in brevissimo tempo dall’essere un giocatore sconosciuto non scelto al draft a diventare uno degli idoli dei fan di OKC. Conosciuto principalmente per la sua difesa, che l’ha reso celebre nella serie contro James Harden, era noto per non essere in grado di tirare dall’arco. In gara 7 dei playoff era però esploso con 6 tiri dalla lunga distanza a segno e 30 punti.

L’inizio della stagione fa intravedere la possibilità che Luguentz possa essere anche un qualcosa di più. Cominciamo col dire che Dort sembra molto più a suo agio nel tiro dall’arco: non esita più, e spesso prende un tiro anche se contestato dall’avversario. Nella prossima clip segna addirittura una tripla dal palleggio, cosa impossibile da credere a fine agosto:

Il tiro di Lu Dort è migliore rispetto allo scorso anno e c’è anche maggior fiducia nel prenderlo quando non ha cinque metri di spazio. Vedere una tripla dal palleggio è però inaspettato pic.twitter.com/FoQLkBaoC2

— Francesco Contran (@FraContran) January 14, 2021

Luguentz ha segnato una tripla in ognuna delle prime 11 partite e gli avversari hanno iniziato a rispettare il suo tiro, avvicinandosi maggiormente per contestare. Quando va al ferro, inoltre, con quel fisico è in grado di assorbire ogni tipo di contatto, e ha sviluppato un buon tocco sotto canestro, che gli permette di segnare layup creativi.

La maggiore aggressività gli fa guadagnare un tiro libero a gara in più dello scorso anno, ed ha anche aperto linee di passaggio per i compagni, che in ogni caso sa trovare anche in altre situazioni come gli extrapass. Tuttavia, l’ipotesi che possa diventare più di un passatore da penetra e scarica è concreta. Sarà un aspetto del gioco su cui lavorare in futuro e un qualcosa di non prevedibile poco tempo fa, ma l’obiettivo dei Thunder è sviluppare i propri giocatori e non è escluso che questo esperimento possa portare a buoni frutti.

Lu ha migliorato tutte le sue voci statistiche mantenendo la solida difesa dello scorso anno, chiedete conferma a Donovan Mitchell. Se si assestasse come tiratore non battezzabile i progressi sarebbero enormi. Inoltre è piacevole vedere come forzi il meno possibile la giocata e stia trovando consistenza ad alti livelli. Non è scontato segnare 12.1 punti di media dopo aver giocato solo 43 partite la scorsa stagione.

 

Darius Bazley

Darius Bazley ha avuto una vera e propria rinascita nella bolla dopo aver faticato in stagione regolare. Il rookie, che aveva saltato il college, ci ha messo un po’ di tempo ad adattarsi al gioco NBA, dimostrando buone doti in difesa e potenziale come tiratore dal perimetro. Il ragazzo sembra avere un potenziale infinito e ha ancora bisogno di tempo ed esperienza per svilupparlo.

Nonostante ciò, le premesse sono buone. Ha preso il posto da titolare di Danilo Gallinari, ed ha raddoppiato le tre voci statistiche principali nei 30 minuti in cui è in campo. Sta provando a difendere contro i migliori avversari, e in tre serate successive ha marcato Butler, Williamson e Durant, soffrendo sicuramente, ma dimostrandosi valido.

Offensivamente è spesso nel posto giusto al momento giusto, che sia sul perimetro ad allargare il campo, o sotto canestro con un taglio in backdoor. Il tiro da tre fin qui non sta entrando, ma la meccanica e le conclusioni prese sono buone, ed è probabilmente una questione di varianza, anche perché Darius non esita. Ha capacità di vedere i compagni liberi, anche se non è ancora in grado di gestire un pick-and-roll con continuità. Non esita mai a prendere un tiro dal palleggio quando è un buon tiro, e il suo lavoro di piedi è decisamente buono.

In difesa ha l’ambizione di marcare sempre il migliore avversario, e può cambiare sulle guardie. Sui lunghi più fisici soffre, ma la difesa su Kevin Durant, che ha comunque segnato molto perché è immarcabile, è notevole pic.twitter.com/YGR2lp6zEV

— Francesco Contran (@FraContran) January 14, 2021

Ciò che mi ha colpito è la nuova dimensione che Darius ha dal palleggio. È in grado di attaccare dal perimetro il suo diretto avversario e di arrivare al ferro con dei buoni movimenti per appoggiare due punti al tabellone. Inoltre è mancino, ma sa concludere benissimo con la mano destra. Capisce quando il suo avversario è in difficoltà difensivamente, e non è un caso che abbia segnato 20 punti contro Zion Williamson, tutt’altro che brillante nella sua metà campo.

Darius Bazley quest’anno è più aggressivo al ferro, e invece di schiantarsi nelle penetrazioni ha un miglior controllo del corpo e un ottimo senso della posizione. Guardate come porta a scuola Lamelo Ball e Ingram tra gli altri, il potenziale è notevole pic.twitter.com/khaKsede16

— Francesco Contran (@FraContran) January 14, 2021

Ciò che gli manca è la consistenza ad alti livelli, ma per un sophomore con poca esperienza è abbastanza normale. Sarà in grado di segnare 18 punti a sera con buone percentuali in futuro, ora sa farlo a serate alterne. Tuttavia è un gran lavoratore, un buon difensore e ha tutto ciò che serve per progredire. Deve solamente mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, perché nell’insieme può essere un buon giocatore in questa lega, il potenziale è sotto gli occhi di tutti.

Avere a roster tre giovani con queste capacità e questo potenziale, unito all’attitudine competitiva che si portano dietro dallo scorso anno, è una parte dei motivi per cui qualche gara i Thunder la stanno vincendo. Banalmente, questo roster non è così debole come poteva sembrare. Tuttavia, potevamo aspettarci dei buoni progressi da parte del golden trio di OKC. Quello che non potevamo pronosticare, però, è che sarebbe stata la panchina a sorprendere.

 

La panchina di OKC sta facendo la differenza

Le ultime tre vittorie contro NOLA, Knicks e Nets hanno in comune l’andamento della gara: OKC è finita sotto in doppia cifra nel primo tempo con i titolari, ma l’energia delle riserve ha ricucito lo svantaggio e consentito di ribaltare le partite. Questo era decisamente inaspettato, perché per quanto i titolari siano nel complesso giocatori affidabili, lo stesso non si poteva dire delle riserve.

Maledon, il rookie francese scelto al secondo giro, aveva dimostrato un buon potenziale, ma si pensava che essere circondato da giocatori che sarebbero fuori dalle rotazioni di ogni squadra nella lega non lo avrebbe di certo facilitato. Invece Mike Muscala, che lo scorso anno entrava per tirare tre triple a gara in 12 minuti, e nemmeno tutte le sere, esplode tirandone 5.1 col 39.2%, diventando uno degli idoli dei tifosi. Isaiah Roby, dopo non aver giocato le prime gare, in un back-to-back con Orlando esordisce titolare e piazza 19 punti e questa giocata contro Vučević.

Roby si è così conquistato dei minuti in rotazione, a cui contribuisce andando al ferro sui giochi a due e agendo anche da lungo che allarga in campo. In difesa si dà da fare, ed è di fatto alla prima opportunità nella lega, che sta sfruttando bene. Kenrich Williams, soprannominato Kenny Hustle per l’impegno che mette in ogni partita, gioca dando sempre il cento per cento in difesa e in attacco, dove si butta su ogni palla vagante.

Aleksej Pokuševski sta pian piano cercando di adattarsi ai ritmi della NBA, ben diversi dalla A2 greca. Sta facendo fatica in attacco, ma ha fatto vedere buoni lampi da passatore, e quando smetterà di commettere infrazioni di passi e il suo trattamento di palla sarà affinato farà enormi progressi. Soprattutto se il tiro da tre inizierà a entrare e se manterrà il buon livello difensivo e di impegno in campo.

Ma il vero leader delle riserve è Hamidou Diallo, che è esploso nelle ultime partite in un modo che non era pronosticabile viste le primissime uscite. Hami sembrava infatti il solito grandissimo atleta, con grossi limiti di comprensione del gioco e una capacità di palleggiare molto sospetta, che unita a un tiro non efficace lo rendevano una monodimensionale macchina da highlights.

In tre settimane il classe ’98 ha preso enorme fiducia. Stimolato dai compagni, ha iniziato con giocate d’energia come palle rubate e rimbalzi offensivi, per poi arrivare a diventare una vera minaccia sulle linee di passaggio avversarie. Non solo, il palleggio è molto migliorato e Hami riesce ad andare al ferro senza difficoltà in transizione, per concludere con un floater dai 3 metri o con una poderosa schiacciata. Rimane una minaccia sugli alley-oop e ha anche dimostrato di saper vedere i compagni.

Il tiro è ancora da lavori in corso, e non dovrebbe tirare in sospensione dalla media con 20 secondi sul cronometro, ma sta riducendo le sue tendenze peggiori e migliorando la sua efficienza. Al ferro sta segnando il 78% dei suoi tiri, e il suo impatto è ampiamente positivo. Daigneault gli sta dando fiducia, e l’ha lasciato in campo anche nel finale di gara contro i Knicks, partita in cui si stava ben comportando.

Non so se durerà e non voglio restare di nuovo incantato da Hami, perché lo scorso anno si era rivelato un fuoco di paglia. È possibile però che un anno in più di esperienza e un nuovo ambiente siano a lui più congeniali, e deve essere stimolato dal contratto in scadenza. Questa è la sua ultima possibilità di restare nella lega per i prossimi anni, e per ora la sta sfruttando bene. Mantenere con continuità queste prestazioni lo renderebbe la sorpresa dell’anno per OKC.

 

Coach Daigneault e la mentalità 0-0

Il nuovo allenatore dei Thunder si è subito ben calato nella parte di gestore del gruppo. Voce molto apprezzata in spogliatoio, almeno stando alle dichiarazioni dei suoi ragazzi, ha caratterizzato la sua squadra con un discreto sistema difensivo, ad oggi 19esimo nella lega. Quanto all’attacco, l’idea di giocare a ritmo alto e sfruttare le spaziature e gli attacchi al ferro si è un po’ scontrata con la realtà. Gli avversari di OKC li lasciano liberi di tirare da tre, scommettendo su percentuali di squadra fin qui non ottimali. E così l’attacco di Daigneault è il secondo peggiore della lega, benché le soluzioni trovate dai giocatori siano interessanti e il gioco gradevole da vedere.

Tutti questi numeri interessano in realtà poco OKC. Quello che conta è lo sviluppo del talento e la costruzione di una mentalità. Non stupisce quindi che l’allenatore abbia detto ai suoi di giocare ogni gara come fosse la prima e il record fosse 0-0. Privi delle preoccupazioni di classifica, i ragazzi si concentrano sempre sul presente, cercando di migliorarsi ad ogni possesso.

L’altra componente della filosofia di Mark è pensare alla giocata successiva, a cosa si può fare meglio e a quali errori correggere. Per ora tutto ciò ha funzionato, con i giocatori che si divertono in campo e sembrano imparare ad ogni gara. Ma sarà così anche dopo un filotto di sconfitte? E siamo sicuri che OKC non comincerà a perdere partite?

 

Le fragilità del presente e i pericoli del futuro

Ho appena scritto che OKC si sta ben comportando in difesa e male in attacco, ma 6 vittorie sono nel complesso un buon bottino. Il problema è che nessuna di queste è avvenuta contro un top team, e la parte difficile del calendario sta per arrivare. Suns, Nuggets, 76ers, Clippers, Blazers e Nets sono sulla strada dei Thunder nel prossimo mese. Solo dopo quelle partite capiremo se la squadra è troppo forte per tankare, oppure se il calendario e la varianza li hanno aiutati.

Contro OKC le squadre sono tra le peggiori 5 a tirare dall’arco e ai liberi, e questo dato, normalizzandosi, andrà sicuramente a peggiorare una difesa fin qui buona. Il livello si sta alzando, e capiremo se è davvero impossibile tankare nelle prossime gare, dove non è improbabile una striscia di sconfitte. Potete stare certi però che i giocatori dei Thunder proveranno a vincerle tutte, è nel loro carattere, ed è la cosa migliore per tutti creare una cultura del successo.

Tags: Darius BazleyHamidou DialloLuguentz DortOklahoma City ThunderShai Gilgeous-Alexander
Francesco Contran

Francesco Contran

Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.

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