Se c’erano dei dubbi prima dell’inizio di stagione, beh, a Phoenix ora sono tutti più tranquilli: i Suns sono realmente tornati, la bolla della scorsa stagione non era un caso particolare e i cambi nel roster non hanno peggiorato la squadra, anzi, i nuovi arrivati stanno facendo un egregio lavoro.
Chris Paul, Langston Galloway, Jae Crowder e compagnia sono entrati perfettamente negli schemi di Monty Williams, che sta portando la squadra dell’Arizona a diventare una macchina dal tiro da tre punti. Per capire quanto stiano cercando il tiro dall’arco, questi sono i numeri di triple tentate nelle prime dieci uscite di Booker e compagni:
- 41 contro Indiana
- 52 contro Detroit
- 40 contro Toronto
- 33 contro LA Clippers
- 35 contro Denver
- 33 contro Utah
- 47 contro New Orleans
- 35 contro Sacramento
- 44 contro Sacramento
- 30 contro Dallas
Phoenix è passata dall’avere 31 tiri da tre di media nel 2019, piazzandosi quindi al 24esimo posto nella lega per tiri dall’arco tentati, a 39 tiri di media, quinta nell’intera NBA e terza nella Western Conference. Gli elementi per poter giocare in questa maniera ci sono, tutti hanno il tiro dall’arco nelle proprie corde.
Anche il tanto criticato DeAndre Ayton, la prima scelta al Draft di due anni fa, ha dimostrato di avere la bomba dalla distanza nel proprio arsenale, anche se è l’unico a cui non è richiesto di usarlo, perché “Dominayton” (sì, è il suo soprannome, e sì, se lo è dato da solo…) ha un compito importante, dominare il pitturato, cosa che nei primi due anni da pro gli si è visto fare poco e male.
Qualcosa però è cambiato anche in lui, ha capito il proprio ruolo e sta aiutando i compagni al meglio, non in fase offensiva, dove sì, gioca bene, blocca per i compagni e segna mettendo anche a referto dei buoni jumper dal mid-range; il grande miglioramento è in difesa, dove sta rendendo la vita difficile anche a lunghi di ottimo calibro come Nikola Jokić e Myles Turner.
Come detto in precedenza, i nuovi sono entrati perfettamente negli schemi di Monty Williams, ma ovviamente il focus è tutto sul futuro Hall-of-Famer Chris Paul, che è la chiave di tutto. CP3 è il principale motivo per il quale questo attacco funziona, la sua imprevedibilità rende la vita difficile al difensore che lo marca.
Paul è una vera e propria triple threat (triplice minaccia, per chi mastica poco inglese), ha un ottimo tiro dall’arco, un’abilità nel passaggio che nella storia della lega è seconda probabilmente solo a Nash, Stockton e Kidd e, cosa probabilmente ancora più sorprendente, a 35 anni possiede una velocità nella penetrazione invidiabile, portando così la difesa a concentrarsi su di lui lasciando più libertà a Booker e compagni, cosa che l’anno scorso con il pur bravo Ricky Rubio non accadeva.
In tutto ciò ovviamente anche i giovani dei Suns ne traggono vantaggio: Cam Johnson e Mikal Bridges sono più galvanizzati che mai, con l’ex North Carolina e l’ex Villanova che viaggiano a doppia cifra di media, e che, nel caso di Bridges, non fa rimpiangere al GM Jones la cessione di Kelly Oubre Jr., che ad ora si sta rivelando una mossa azzeccata.
Phoenix ora ha da preoccuparsi solo di mantenere il ritmo acquisito e di non avere troppi passi falsi come quelli di Detroit, dove, dopo aver toccato un vantaggio di 23 punti a cinque minuti dalla fine del secondo quarto, è andata in completo blackout, tirando con 2/25 da tre e perdendo la gara all’overtime. Sono cose che ovviamente possono accadere nel corso di una stagione, soprattutto nel caso di una formazione così giovane che può solo imparare da certi passi falsi. In ogni caso meglio ora che ai playo… meglio non dirlo.
Sicuramente un fattore di cui tener conto quest’anno è il COVID-19, che, come visto nella NFL, può essere un fattore importante nel cammino di molte squadre, soprattutto in un calendario fitto come quello NBA. I Suns hanno un roster più o meno lungo, e ad ora non pare si stiano muovendo nel mercato: la squadra per ora è al completo, quindi il GM Jones non è intenzionato a fare ulteriori modifiche dopo quelle della offseason, anche se la trade deadline è ancora lontana.
A 10 partite dall’inizio della Regular Season (al momento della scrittura di questo articolo), anche in una stagione accorciata a 72 partite, è ancora troppo presto per fare previsioni, però se il buongiorno si vede dal mattino, Phoenix può sicuramente sorridere. La squadra è in forma, il centro d’allenamento è nuovissimo e la Talking Stick Arena è stata rinnovata… rinnovata, sì, però purtroppo ancora senza pubblico, quel pubblico che dopo anni merita di rivedere i propri beniamini riportare le vittorie in mezzo al deserto.
Wael Ammar per Phoenix Suns Italy