La nuova veste di Tyler Herro
“Sta continuando a processare le informazioni e a inserirle nel suo computer, e sta facendo giocate sempre migliori in questo inizio di stagione”: queste sono le parole di Coach Spoelstra su Herro, risalenti a qualche giorno fa. Ed effettivamente il giovane sta provando a ripagare la fiducia del proprio allenatore con 32.5 punti e 8 rimbalzi di media nelle ultime due gare dopo un inizio sottotono. Il tutto operando dalla sua nuova posizione di point guard, partendo sempre in quintetto. Una soluzione già provata nei seeding games della bolla di Orlando. Tyler ha dichiarato di sentirsi a proprio agio in entrambe le posizioni in cui è stato utilizzato negli ultimi due anni, ma cosa mostrano ci mostrano i numeri?
Miami negli ultimi anni ha dimostrato di saper sviluppare e migliorare gli individui al fine di renderli un fit migliore per la squadra. L’esempio lampante è Bam Adebayo, secondo classificato per il Most Improved Player della stagione scorsa e quinto nelle classifiche del DPOY. Ha reso Miami una squadra in grado di cambiare su tutti i blocchi, essendo uno dei migliori nel suo ruolo nella difesa perimetrale. Ma non solo, il suo sviluppo offensivo da ball-handler ha aiutato l’attacco, che in assenza di uno scorer puro di primo livello fa del movimento della palla il suo pezzo forte. Tyler Herro può essere la soluzione a lungo termine a questo problema che Miami ha ormai da anni.
Perché sì?
Il ragazzo ha mostrato fin da subito una sfrontatezza fuori dal comune, che lo aiuta ad affrontare le normali difficoltà iniziali di adattamento a un nuovo ruolo. La sua centralità nell’attacco continuerà a salire nel tempo, se Miami davvero intende investire a lungo termine su di lui. Questo inizio di stagione ha visto crescere quasi tutte le sue statistiche principali (punti, assist e rimbalzi), nonostante un inizio non brillantissimo della squadra, visibilmente ancora fuori condizione. I suoi PPG sono saliti, così come la FG% ma era prevedibile considerando l’esperienza in più che ha accumulato dallo scorso anno.
Nonostante una maggiore quantità di FGA, la sua eFG% e il suo PER hanno seguito la stessa traiettoria crescendo seppur di poco. Questi dati, nonostante il campione sia ovviamente ridotto, mostrano quanto ci possa essere ancora come margine di miglioramento del giocatore visto un incremento nel dato dello usage rate. Herro riesce ad essere più efficiente nonostante un aumento del volume dei palloni giocati.
Il suo soprannome “bucket” però ci portava a pensare che il miglioramento offensivo fosse fisiologico. Quello che ha impressionato è il suo miglioramento difensivo, che lo ha portato a marcare scorer di livello élite nelle ultime uscite. “Ha fatto parecchi progressi difensivamente, gli abbiamo fatto marcare Brandon Ingram in una partita e Jayson Tatum in un’altra. Tutto ciò dimostra quanto sia cresciuto difensivamente. Ha preso 15 rimbalzi in una partita”: altre parole di Eric Spoelstra.
Herro è passato dall’essere una liability difensiva ad un giocatore in grado di ricevere marcature del livello di Ingram e Tatum. Questo Herro non è più quello che veniva continuamente coinvolto nei pick and roll dei Lakers nelle finali dell’anno scorso, difensivamente parlando si tratta di un altro giocatore. Un giocatore che può essere uno starter di livello in questa lega.
Perché no?
Difensore migliorato? Sì. Difensore forte quanto Avery Bradley? No. Ed è proprio da qui che cominciano i problemi con Herro da PG titolare. La perdita di Jae Crowder in free agency pesa proprio da questo lato del campo. Un quintetto con Herro, Robinson e Olynyk o Leonard non è sostenibile a livello difensivo, sia visti i limiti chiari mostrati da questi ultimi due sia per Herro, che non è ancora un difensore élite. Avere due difensori perimetrali di primissimo livello titolari (Butler e Bradley) può risultare in un importante arma in vista playoff, pensando alle altre contender a est.
Se prima abbiamo visto i miglioramenti di Herro da un punto di vista di statistiche di base, le advanced stats ci danno informazioni più approfondite che mettono in luce alcuni problemi che il ragazzo sta incontrando in questo cambio di ruolo. Come prima cosa, la sua percentuale da 3 punti è scesa al 29.4%, dal 39% dello scorso anno. Giocare spesso palla in mano e non aver possibilità di tirare in uscita dai blocchi (o più generalmente in catch and shoot) sta causando una discesa nelle sue percentuali dall’arco.
Il dato sul tiro da tre però non è preoccupante quanto quelli che riguardano le palle perse. Herro si classifica 82esimo tra tutte le guardie che sono partite in quintetto almeno una volta in questa stagione in AST/TO ratio, con un valore di 1,4. Questo mostra un problema lampante nella gestione del pallone, che è un aspetto chiave per una PG di livello. Chris Paul, tanto per fare un esempio eccellente, in questa statistica fa registrare un dato di 5.3. Ovviamente Herro non è Paul, ma questo dato fa capire quanto Tyler debba migliorare questo aspetto del proprio gioco.
A rinforzare questa idea, secondo i calcoli di Basketball Reference circa 15 palle perse per 100 possessi vengono registrate con Herro in campo. Tutte queste palle perse risulterebbero deleterie ai playoff, esponendo gli Heat a molte transizioni offensive avversarie.
Quindi?
La lunga regular season NBA concede il lusso alle squadre di poter sperimentare, soprattutto nella prima parte di stagione: Miami sta sfruttando questa occasione per dar tempo a Herro di plasmarsi e integrarsi con il primo quintetto da playmaker titolare. In ottica playoff, se Tyler riuscirà a sistemare il suo problema con le palle perse potrà essere una soluzione che aumenta le possibilità di Miami di tornare alle Finals. Se così non fosse, allora forse sarebbe più saggio andare sull’usato sicuro schierando Goran Dragić, che invecchia come una buona bottiglia di Barolo piemontese.
Joe Chalon per Miami Heat Italia