I 76ers, falcidiati dagli infortuni e dalle assenze a causa del protocollo sul tracciamento del CoVid-19, accolgono al Wells Fargo Center dei Miami Heat che stanno attraversando un periodo analogo e sono reduci dalla partita posticipata contro i Boston Celtics perché non c’erano abbastanza giocatori disponibili. Le sconfitte consecutive per Philadelphia sarebbero potute diventare 4, una situazione da evitare per riuscire a competere per il primo posto nella Eastern Conference.
Dopo la sconfitta subita contro gli Atlanta Hawks nella notte precedente, i 76ers ritrovano Ben Simmons, non particolarmente positivo in questa partita, ma soprattutto riescono a tenere in campo Embiid per 39 minuti senza le restrizioni sul minutaggio avute durante la partita del giorno prima. Minuti che Embiid convertirà in una partita di assoluto livello, che a tabellino si tradurrà in 45 punti, 16 rimbalzi, 4 assist e 5 rubate con il 70% dal campo.
Inizio in salita
All’inizio della partita Embiid sembra spento e a parte un’ottima difesa seguita da un canestro nell’altra metà campo, non si nota nulla di particolare nella sua prestazione. Philadelphia riesce, però, a partire decisa grazie ad un Danny Green dal sapore vintage, che concluderà la partita con 29 punti, 10 rimbalzi, 6 assist e una difesa a tratti di ottimo livello. Green a fine partita avrà segnato 9 triple – pareggiando il record di franchigia – su 21 tentativi, record per questa stagione (precedentemente detenuto dalle 16 di Zach Lavine contro i Los Angeles Clippers).
Danny Green ha segnato 9 triple questa notte e ha stabilito il nuovo record di franchigia.
— Matteo Berta (@matteo_berta99) January 13, 2021
La sua partita è stata di livello e si è sentita la sua presenza in difesa e a rimbalzo.
29+10+6, 9/21 da 3 punti (ultime 5 sbagliate tra l’altro) pic.twitter.com/re08yuJSnW
Nel secondo quarto i 76ers sono in difficoltà e subiscono un parziale complessivo di 38-27. È Maxey a salire sul palcoscenico per provare a risollevare la situazione e per iniziare a coinvolgere Embiid in attacco, giocando con lui diversi pick&roll per farlo entrare in partita, dato che Precious Achiuwa, rookie dei Miami Heat, lavora con impegno e successo per negare al camerunense le ricezioni in post basso. Anche perché quando riesce a ricevere, limitarlo diventa parecchio complicato…
Tutti a scuola
Da qui in poi il copione presentato per il terzo quarto è simile a quello visto nel primo quarto della partita contro gli Hawks, in cui Embiid segnò 16 punti con 8 tiri dal campo, prima che la partita naufragasse e Doc Rivers decidesse di farlo riposare in vista degli impegni successivi.
Come sappiamo, le soluzioni offensive del centro camerunense sono infinite e nel terzo quarto di questa partita ha deciso di dimostrarcelo. Con una serie di finte, fade away, penetrazioni, euro-step, circus shot di grandissimo livello ha scherzato Achiuwa, fino a quel momento ottimo, e lo ha portato a scuola. Si è caricato i compagni sulle spalle e li ha trascinati a ricucire lo strappo che gli Heat erano riusciti a fare durante la prima metà di gara grazie alle triple di Duncan Robinson.
Il tabellino a fine quarto reciterà 20 punti segnati con 8 tiri e 0 errori dal campo, mostrando una maturità e un carisma che deve far ben sperare i tifosi 76ers.
8/8 dal campo per 20 punti nel 3Q, una canestro più bello dell’altro. Embiid decide di dare così il benvenuto nella lega a Precious Achiuwa. pic.twitter.com/yOGD0RkXQm
— Matteo Berta (@matteo_berta99) January 13, 2021
Nell’overtime il contributo di Embiid è stato simile, ma lo vedremo dopo perché la partita, ricca di assenti, in realtà si è rivelata divertente e ricca di spunti.
Finale Thriller
Danny Green nel 4Q pareggia il record di franchigia per il numero di triple segnate in una partita (in quel momento è 9/16 da 3 punti) e la partita sembra indirizzarsi verso una vittoria 76ers.
Miami riesce però ad ingranare, e mette a referto un parziale di 12-2 che la riporta a contatto: sulla conclusione di questo parziale Ben Simmons commette il sesto fallo della sua partita ed è costretto a sedersi in panchina senza poter rientrare in campo. Herro mostra sprazzi del suo talento pareggiando la partita con 5 punti consecutivi a 2 minuti dal termine della gara e i 76ers sembrano aver perso la lucidità con cui si erano costruiti il parziale precedente.
Il fantasma della quarta sconfitta consecutiva inizia ad aleggiare nell’aria sulla schiacciata di Precious Achiuwa per il +4 Heat a 45 secondi dalla fine.
La partita, però, continua a far divertire gli spettatori e dopo aver subito un parziale di 22-5, è Isaiah Joe a togliere le castagne dal fuoco e a portare la squadra sotto di 2. Danny Green sporca il pallone a Tyler Herro e ha l’occasione di segnare la tripla che potrebbe chiudere i giochi, ma la sbaglia ed Embiid subisce fallo in seguito al rimbalzo offensivo. Rimessa disegnata per lui che riceve e segna in faccia al difensore per pareggiare la partita e mandarla all’overtime.
Nell’overtime è andata in onda la replica dell’Embiid-show, la cui prima tv era stata presentata durante il terzo quarto. Con una serie di canestri con una difficoltà compresa tra il difficile e l’impossibile segnati in faccia al solito, incolpevole, Precious Achiuwa, la partita riceve un chiaro indirizzo.
Nell’overtime Embiid ha riniziato da dove si era interrotto nel 3Q pic.twitter.com/gvqPU15j4r
— Matteo Berta (@matteo_berta99) January 13, 2021
Gli Heat non si danno ancora per vinti e riescono a riprendere la partita con un paio di canestri molto difficili di Tyler Herro, ma è Dakota Mathias che mette la tripla del +4 Sixers, dopo un rimbalzo offensivo di Danny Green.
Duncan Robinson, dall’altra parte, subisce il fallo sul tiro da 3 punti e si presenta in lunetta per portare la squadra a -1. Segna i primi due e sbaglia volutamente il terzo tiro libero, per sperare nel rimbalzo offensivo e nel canestro della vittoria. Purtroppo per lui, invece che sul ferro la palla sbatte sulla parte inferiore del tabellone: il tiro libero non è da considerarsi valido per regolamento. Palla persa e partita finita.
Embiid sempre più leader del “Process”
“Trust the Process” è lo slogan coniato dal lungo camerunense per parlare degli ultimi anni di sviluppo dei 76ers. Bisogna “credere nel processo di crescita” e partite come questa da parte del leader della squadra sono importanti. Negli scorsi anni sembrava mancare un leader emotivo e i rapporti di forza all’interno dello spogliatoio non erano chiari, come testimoniato da Jimmy Butler nel podcast di JJ Redick, ma in una squadra che punta al titolo devono esserci delle gerarchie in modo che tutto scorra liscio nei momenti di difficoltà.
Embiid è il giocatore più impattante della squadra, il primo vero violino attualmente e stanotte ci ha mostrato di avere quella pasta da leader che consentirebbe ai 76ers di definire delle gerarchie interne in modo da sapere da chi andare nei momenti in cui il pallone brucia o nei momenti in cui l’attacco è stagnante.
Vorrei far notare, tra l’altro, che durante la partita raccontata in questo articolo il gioco di Philadelphia è migliorato considerevolmente con la presenza di Embiid in campo senza Simmons. È noto, ormai, che i due non siano la coppia perfetta dal punto di vista cestistico, ma la loro incompatibilità è stata particolarmente evidente oggi vista l’assenza di giocatori come Seth Curry e Shake Milton, che sono i veri creatori dell’attacco a metà campo della squadra, in grado di dare imprevedibilità alla fase offensiva.
È forse giunto il momento di decidere di sacrificare Simmons per puntare tutto su Embiid e riuscire ad arrivare ad Harden? Probabilmente Morey, dopo quanto visto stanotte, potrebbe aver fatto un passo verso questa soluzione che sarebbe fruttuosa per tutte le parti coinvolte, dalle squadre ai giocatori. Con Harden al posto di Simmons, dal punto di vista cestistico, si riuscirebbe ad avere una maggiore varietà offensiva, si riuscirebbe a formare una coppia lungo-piccolo che potrebbe avere un’ottima intesa e riuscirebbe a rendere i 76ers una delle squadre più accreditate per il titolo nei prossimi 2-3 anni.