Qualcosa nella Los Angeles sponda Clippers sta cambiando.
L’estate ha portato una ventata di aria fresca e la dirigenza ha dato il benservito a Doc Rivers, dopo 7 anni di onorato servizio. Già, Doc Rivers, primo imputato e colpevole del tracollo in quel di Orlando. Le problematiche? Diverse, prima su tutte sicuramente la mancanza di un gioco corale e di squadra.
Dopo un lungo periodo di attesa, al timone sale l’ex coach di Cleveland Tyronn Lue e su questa scelta non mancano le critiche. Il primo pensiero porta alla mancanza di polso che è parso dimostrare durante il suo percorso in Ohio, dove, a dirla tutta, sembrava LeBron a prendere le decisioni. In tutto questo però c’è un punto a suo favore che ha un nome ben specifico, “Larry O’Brien”.
Nonostante lo scetticismo, Lue sembra aver dato un impostazione ben precisa alla squadra, affidata a un Leonard non sempre scintillante in queste prime uscite e un George a dir poco sfavillante. La regola è semplicemente una: “move the ball”. Non tutto però è rose e fiori, i vecchi difetti si intravedono ancora e qualche volta si finisce a giocar partite completamente insensate, come con i Mavs.
Cosa serve? Calma e pazienza, perché se non entra, bisogna continuare a giocare credendo in ciò che si fa. Con i Mavs è mancato questo in particolare e dopo qualche minuto di gioco si è evidenziata una sorta di frenesia e un ego smisurato dei singoli, che ha portato a un individualismo esagerato e a sua volta a un tracollo ineguagliabile.
Per quanto riguarda l’offseason, c’è solo da elogiare la dirigenza che ha dato fiducia a un coach molto sottovalutato e non solo. Lawrence e West, nonostante l’addio di Harrell, hanno dato al roster nuova verve con gli innesti di giocatori di esperienza e funzionali come Batum, Ibaka e Kennard. Batum si sta dimostrando più di un role player, finora ha dato una grossa mano ai velieri con prestazioni di alto livello, condite anche da giocate di peso e valore. Una su tutte? La tripla che ha chiuso i giochi con i Suns.
Serge non si discute: fidato cavaliere di Kawhi a “Winterfell”, non si è fatto attendere, mostrando subito le sue doti che hanno finalmente permesso alla squadra di allargare il range di tiro e giocare in maniera più agevole sotto canestro. Infine Kennard, che pian piano si sta inserendo con qualche buona prestazione, come con Phoenix e Timberwolves.
Per la lode manca solo un play, sperando che anche quest’ultimo regalo arrivi durante la stagione.
Che dire? Ci attende una stagione molto lunga, ci vorrà un po’ di pazienza per vedere perfettamente in pratica tutti gli automatismi, ma possiamo esser fiduciosi.
La speranza è che sia la volta buona!
Francesco De Michele per Los Angeles Clippers Italia