Nella sfida di pochi giorni fa tra Bucks e Jazz è stata Utah a prevalere, 131-118. Grazie ad una nottata storica, nella quale ha stabilito il record di franchigia per triple messe a segno, ben 25. I Bucks sono appena 6-4 di record, protagonisti di un avvio di stagione in cui stanno stentando a carburare. Contro i Jazz ha tradito la difesa perimetrale, e si è messa in mezzo un’insidia in più. L’allievo Snyder ha infatti superato il maestro Budenholzer: l’attuale allenatore dei Jazz è stato infatti un assistente di “Bud” nella stagione 2013-2014, agli Atlanta Hawks. L’accesso media di The Shot ci ha concesso di approfondire il focus sulle due squadre, rapportandoci con i protagonisti.
Un’amicizia da incubo
Budenholzer in un certo senso aveva anticipato ai giornalisti collegati via Zoom nel prepartita che sarebbe stata una gara difficile: “I miei figli mi prendono in giro, mi dicono che non dormo bene quando devo allenare contro Quinn (Snyder). Ha una mente molto creativa sia da un punto di vista difensivo che offensivo. Hanno un quintetto molto forte e ottimi giocatori in panchina, sono un’ottima squadra. Voglio bene a Quinn, ci siamo aiutati a crescere come allenatori, non so se ci piaccia batterci perché ci rispettiamo molto anche se siamo tutti e due competitivi, sarà sicuramente una notte interessante”.
Imbeccato sull’argomento, Snyder si è lasciato andare a meno sentimentalismi: “Molti ragazzi del nostro staff sono legati a Bud e io ricordo molti del suo, è una lega piccola. (…) Comunque vada l’amicizia resiste, non è in discussione, si spera solo di vedere una bella partita con due squadre che giocano bene”. Le ultime parole non sono molto chiare, la mascherina porta con sé questi problemi.
La sfida pre-tattica
Mi ha colpito molto il differente approccio dei due allenatori alle domande dei giornalisti. Se Budenholzer rispondeva nel merito, rimanendo tuttalpiù sul generale, Snyder ha completamente sviato alcune domande: è per questo che ad una riflessione sulla difesa dei Jazz abbiamo ricevuto in risposta una perfetta disamina dell’attacco dei Bucks. “È una combinazione tosta. Giannis è bravissimo ad attaccare il ferro e quando lo fa servono due giocatori che gli stiano di fronte, in transizione è praticamente impossibile fermarlo. Loro fanno collassare la tua difesa. La maggior parte delle squadre che hanno centri tiratori sono quelle che guidano la lega nei tentativi da 3 punti perché hanno un giocatore in più oltre l’arco, in questo caso Brook Lopez, che crea spaziature e sappiamo quanto tiri bene. La combinazione dei tiratori, delle spaziature e di Giannis ti fa arrendere. Tiro da tre o schiacciata: devi scegliere il tuo veleno”.
Queste invece le parole di Budenholzer sulla difesa dei Bucks: “Penso che stiamo migliorando e abbiamo avuto alcuni spezzoni, anche lunghi, soprattutto nei primi tempi in cui siamo andati molto bene. Dobbiamo riuscire a farlo per 48 minuti. Sento che la difesa sta andando nella giusta direzione”.
Il post partita
Dopo la partita Budenholzer era abbacchiato. Presentatosi ai microfoni ha elogiato la prestazione dei Jazz: “Hanno giocato bene, hanno eseguito bene gli schemi, tirato bene e quando hanno sbagliato hanno preso i rimbalzi offensivi. Hanno fatto molto bene anche in difesa”.
Sono poi arrivati i giocatori: Middleton, Holiday e Antetokounmpo. Il primo ha soprattutto fatto da eco al coach riguardo ai miglioramenti difensivi e ha speso belle parole per DiVincenzo (per il quale ne avevamo spese anche noi): “Fa giocate d’energia, intelligenti. Sta segnando, gioca bene, è attento in difesa, ruba e devia palloni, è quello di cui abbiamo bisogno”.
Holiday ha invece commentato in particolare l’apporto della panchina, che contro i Jazz ha portato alla causa appena 10 punti, difendendo i suoi compagni: “Non è un problema. È uno sforzo di squadra, non c’è un gruppo 1 ed un gruppo 2”.
Antetokounmpo è rimasto coi media qualche minuto in più dei suoi compagni, analizzando i problemi avuti dai Bucks durante la partita e la difesa dei suoi: “Dobbiamo essere più attivi, coprire meglio la palla, metterci i corpi, far sentire la nostra energia agli avversari. Marcarli era difficile, hanno segnato tanto da 3 punti, era difficile aiutare perché attaccavano bene. Ogni tanto parlo col Coach e coi compagni durante la partita e gli chiedo di cambiare sistema difensivo. Questa notte abbiamo provato tante cose, drop, uscite rapide e cambi, ma loro continuavano a segnare. Dobbiamo essere più intensi”.
Parla Antetokounmpo
Uno degli argomenti più gettonati del post partita è stato ovviamente Antetokounmpo, autore di un primo tempo da 25 punti a fronte di “soli” 10 nella ripresa, dove però ha subito una brutta botta dopo un contrasto con Gobert, in quello che di fatto è lo scontro più costoso della lega. Budenholzer non ci ha potuti aggiornare sulle sue condizioni (nella successiva gara contro i Cavs Giannis non è sceso in campo), ma ha elogiato la grande mentalità della sua stella: “È incredibile quanto voglia giocare, quanto voglia stare in campo e quanto voglia esserci per i suoi compagni. È un duro, bisogna esserlo per tornare in campo e giocare come ha giocato”.
Interpellato sulla sua grande voglia fin dalla palla a due, Giannis ha detto: “Io provo a giocare intensamente fin da subito, serve innanzitutto a me ma anche a fissare uno standard per i miei compagni e mettere in difficoltà gli avversari, è il mio modo preferito di giocare e l’ho fatto per tutta la carriera. Ovviamente cerco di mantenere questa carica per tutta la partita”.
Non è stata sufficiente per vincere la partita, ma, senza dubbio, la carica agonistica di Giannis è un motore notevole per i Bucks. Dopo la trade di Holiday e la firma del Super-Max, ad Antetokounmpo viene richiesto proprio questo, dare il 100% e portare i Bucks a quel traguardo, il titolo, che manca da cinquanta lunghi anni.