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LaVine è clutch a Portland
Chicago, qualcosa si muove?

Enrico Bussetti by Enrico Bussetti
6 Gennaio, 2021
Reading Time: 6 mins read
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Zach LaVine Notte

Copertina a cura di Edoardo Celli

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Il canestro della notte è senza alcun dubbio quello di Zachary LaVine. Dopo tre quarti di sofferenza, i Chicago Bulls sono riusciti a violare il Moda Center battendo i Portland Trail Blazers e proseguendo la tendenza positiva delle ultime gare: ben 4 vittorie in 5 partite. LaVine, reduce dai 39 punti segnati contro i Dallas Mavericks, si è preso ancora una volta le luci della ribalta segnando una tripla dal palleggio pesantissima proprio a casa di uno degli specialisti del settore, ovvero Damian Lillard.

 

Alti e bassi, ma si respira aria nuova

Freniamo subito i facili entusiasmi: i Bulls restano indiscutibilmente un cantiere aperto. La stagione si era infatti aperta nel peggiore dei modi, con due pesanti sconfitte contro Hawks e Pacers in cui Chicago non aveva sostanzialmente neanche toccato terra. Tutti e cinque i titolari di Atlanta erano andati in doppia cifra e contro Indiana il trio delle meraviglie Oladipo-Warren-Sabonis aveva letteralmente banchettato: non il miglior biglietto da visita per un allenatore notoriamente attento alla difesa come Billy Donovan.

Come se non bastasse, ai primi timidi segni di miglioramento (sconfitta all’ultimo tiro contro i Warriors e vittoria in trasferta a Washington) è subito arrivata un’ulteriore mazzata: un tampone effettuato da Chandler Hutchinson si è rivelato positivo, costringendo lui e i compagni Markkanen, Arcidiacono e Satoransky alla quarantena e dunque ad un’assenza a tempo indeterminato.

Tre giocatori di rotazione, più un giocatore comunque di valore come Arcidiacono, fuori in un colpo solo: per una contender parleremmo di situazione complessa, figuriamoci per una squadra ancora in costruzione. Sorprendentemente, i Bulls non sembrano aver accusato più di tanto il colpo. Dopo un’altra vittoria con i Wizards nel back-to-back ed un comprensibile passaggio a vuoto contro i Bucks, i tori si sono portati a casa due scalpi di prestigio come quelli di Mavericks e Trail Blazers.

I love Chicago’s blend of youth and veterans. Thad Young and Temple are such stabilizers off the bench. LaVine focusing on playmaking vs. Portland was cool. That’s the next step of his game to develop. Patrick Williams, Coby White both impressive. Lots to like about the Bulls.

— Kevin O’Connor (@KevinOConnorNBA) January 6, 2021

Come detto, Donovan sta ancora cercando di imprimere il suo marchio sulla squadra, ma Chicago sembra aver cambiato qualcosa prima di tutto nell’atteggiamento. Per tutta la permanenza di coach Jim Boylen le indiscrezioni provenienti dallo spogliatoio non erano mai state lusinghiere: un passo in avanti in quel senso potrebbe già rappresentare un cambiamento decisivo per una squadra che non è comunque mai stata povera di talento negli ultimi anni.

 

Ritmo più alto, talenti in mostra

Il cambiamento più immediato è sicuramente a livello di pace, ovvero il numero di possessi giocati a partita: il dato è di 106.56 possessi per 48 minuti, dietro solo ai Golden State Warriors. Un netto cambio di rotta rispetto all’anno scorso, dove Chicago occupava solamente la sedicesima posizione. I Bulls vogliono correre, poco importa se finora l’efficacia è ancora da trovare (106.5 di Offensive Rating, 21° nella NBA).

Fin dalla preseason, Donovan ha cercato di dare nuova linfa vitale all’attacco: migliori spaziature, uomini e palla che si muovono velocemente.

Like the development of Coby White. Scoring is one thing but these type of plays are key. Gets in the paint off the dribble, sucks the defense in and finds LaVine for 3. pic.twitter.com/2VPgDgb4EL

— Steve Jones Jr. (@stevejones20) December 17, 2020

Come insegnano i Thunder 2016-2020, la mancanza di un attacco strutturato si paga ad alti livelli, ma come primo passo può andar bene, anche solo per dare maggiore libertà ai giovani. Chicago ha più di un giovane interessante da sviluppare e sarebbe un peccato gravissimo sprecare questo potenziale.

Le responsabilità di Coby White stanno aumentando: la giovane point guard è stata spostata in quintetto, dopo una stagione da rookie passata interamente dalla panchina. White è davvero divertente da guardare in attacco, con il suo mix di velocità e tocco. Il passo successivo è una continuità a livello di percentuali al tiro essenziale per un giocatore ancora troppo inefficiente, ma il tempo è dalla sua parte e soprattutto la compatibilità con LaVine sembra essere meno peggio del previsto.

L’ex campione dello Slam Dunk Contest è ormai da anni considerato un talento inespresso, in grado di metterne 20 tutte le sere in una squadra di basso livello, ma con poca credibilità come stella al piano superiore. Con ancora due anni di contratto a oltre 19 milioni di dollari non sarebbe semplice per i Bulls imbastire una trade, ma se giocasse sempre con i compagni come questa notte, forse, non sarebbe nemmeno necessario.

 

9 assist e in generale buone cose in cabina di regia, un ambito che non è mai stato il suo forte. Potrebbe essere questa la chiave di volta per un giocatore di 25 anni, non così vecchio da non poter aggiungere nulla al suo gioco, ma nemmeno più così giovane da poter essere atteso ancora a lungo. Chicago ha un disperato bisogno di un go-to-guy per vincere le partite sul filo del rasoio, un giocatore capace di creare per se stesso e per i compagni nei momenti di siccità offensiva e in mezzo a tanti giovani promettenti ma inesperti Zach sembra ancora, nonostante tutto, il candidato più indicato.

La nuova linfa, invece, è rappresentata da Patrick Williams, che pur essendo un rookie ha già portato sul parquet un’intensità vitale per una squadra che in troppi momenti della scorsa stagione è sembrata piatta, senza spirito. Giocatori del genere, per cui tutti hanno sempre avuto una parola buona fin dalla giovanissima età, sono proprio quelli più indicati per iniziare a costruire una cultura vincente.

Patrick Williams making his presence felt tonight when he touched the ball ? @patricklw4

The rookie forward was nearly perfect tonight. He only missed one 3, while scoring 10 points in 18 minutes in a win? pic.twitter.com/Y151TUYy7K

— B/R Hoops (@brhoops) January 1, 2021

Consapevolezza dei propri mezzi, capacità di essere sempre al posto giusto ma senza mai strafare: è presto, ma Patrick c’è, e sembra quasi un veterano più che un rookie. Un veterano come Thaddeus Young o Garrett Temple, giocatori che non occupano mai le prime pagine dei giornali, ma che quando serve si fanno trovare pronti.

Young, autore di un primo anno negativo in maglia Bulls, sembra essere tornato almeno in parte quello dei Pacers. Qualche tripla in meno per lui, che dall’arco è affidabile ma non mortifero, ma quasi il doppio degli assist e migliori percentuali in attacco: semplice ed efficace, com’è sempre stato in carriera. Temple, che lo scrivente ha ammirato da vicino ormai parecchi anni fa nella sua avventura in Italia con la maglia di Casale Monferrato, nel corso degli anni è riuscito a ritagliarsi un ruolo in NBA come specialista difensivo piuttosto affidabile anche grazie alla stazza. Se poi, come stanotte, mette anche 4 triple, si parla di un giocatore da rotazione di tutto rispetto.

 

Cosa aspettarsi ora?

Come detto, Chicago non ha fornito materiale per gridare al miracolo, ma ad esclusione delle prime due partite ha fatto vedere di saper dare fastidio utilizzando al meglio le armi di cui dispone. La difesa sta migliorando, ma è ancora lontana da uno standard accettabile e presumibilmente ci vorranno ancora parecchie partite.

La priorità ora è quella di recuperare in fretta Markkanen per provare finalmente a sfruttare tutto il suo talento offensivo, sfruttando la copertura nell’altra metà campo fornita da Williams e dal sempre solido Wendell Carter Jr.. La batteria di veterani formata da Young, Temple e Otto Porter dovrà continuare su questa strada, e anche se LaVine non potrà vincerla da solo tutte le sere il messaggio proveniente dall’Illinois è chiaro: per il play-in ci siamo anche noi. E non era scontato.

Tags: Billy DonovanChicago BullsZach Lavine
Enrico Bussetti

Enrico Bussetti

Vive per il basket da quando era alto meno della palla. Resosi conto di difettare lievemente in quanto a talento, rimedia arbitrando e seguendo giornalmente l’NBA, con i Mavericks come unica fede.

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Supersax15
Supersax15
6 Gennaio, 2021 3:08 pm

Ottimo articolo, estremamente completo ed esaustivo… bravo! Pienamente d’accordo su Garrett Temple, ammirato per un paio di stagioni in D.C. e molto influente all’interno dello spogliatoio dell’allora Verizon Center, non a caso e grazie a lui Bradley Beal è John Wall avevano firmato una tregua.
Spiace solo che per questa stagione, tifando Knicks, dovrò essere un tiepido hater nei confronti dei tuoi Mavs ma a un potenziale pick alto non si guarda in faccia nessuno. ?

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