A guardare le ambizioni autunnali di Knicks e Nets la similitudine tra le attuali tristezza deserta di Manhattan e vivacità di Brookyn era fin troppo facile. I blu arancio parevano destinati a essere spenti proprio come le avenue, sempre più deserte nei dintorni del Garden, con alberghi e ristoranti chiusi e troppi homeless ad aver preso possesso degli angoli delle strade.
E poi diciamo pure la verità: vincere non è mai semplice, riuscirci in una grande piazza è decisamente complicato, provare a farlo a New York moltiplica di qualche fattore il coefficiente. Eppure i Knicks di queste prime due settimane di stagione stanno stupendo molti, su tutti i propri tifosi, che si sono già lanciati in sfottò nei confronti degli avversari dall’altra parte dell’East River.
La data fissata col cerchietto sul calendario è quella del 13 gennaio, quando ci sarà il primo scontro cittadino al Garden con i fan dei Knicks che hanno già preso il pallottoliere fantasticando di arrivare alla partita con un record migliore degli avversari, una cosa del tutto impensabile fino a un mese fa.
Invece i Knicks sono tornati ad avere un record positivo dopo 2 anni, quando iniziarono la stagione 2018-19 con una vittoria, e dopo addirittura 8 anni (era il 2012-13) si presentano all’ottava partita con più vittorie che sconfitte. In tante piazze magari questi dati non significherebbero un granché, per un popolo sportivo frustrato come quello dei Knicks invece basta già per iniziare a pensare in grande.
Coach Thibodeau
«Non abbiamo giocato una grande partita, ma abbiamo trovato il modo per vincere». Queste parole pronunciate da Tom Thibodeau dopo aver espugnato Atlanta nella settima partita stagionale, riassumono meglio di ogni altro esempio il modo di giocare di questi Knicks. Difficile spellarsi le mani per loro e rimanere estasiati, ma finora sono stati estremamente efficaci.
Thibodeau è un allenatore vecchia scuola, uno che bada più alla sostanza e alla ricerca della vittoria che allo spettacolo. É arrivato con un record personale del 59% e si sta mantenendo su quei livelli. Soprattutto quando si è presentato al Garden ha dimostrato di avere da subito le idee molto chiare: rompere le scatole 24/7 alla dirigenza per rinforzare la squadra sul mercato, creare delle gerarchie ben precise e migliorare l’atteggiamento difensivo di una squadra che nelle ultime stagioni era stata penosa in quel fondamentale.
Il primo punto per il momento è rimasto lettera morta e così si è messo al lavoro su tutto il resto. I ruoli all’interno del gruppo sembra averli scolpiti nella roccia al termine della preseason e questo ha dato punti di riferimento sicuri ai giocatori. Certo è che ha dovuto fare i conti anche con gli infortuni, che per il momento lo costringono a fare a meno tra gli altri di Toppin, Spellman e Ntilikina, ma è pur vero che nelle sette partite ufficiali della regular season è sempre partito con il solito quintetto: Payton, Barrett, Bullock, Randle e Robinson.
L’altro suo pensiero invece è stato per la difesa, che si è giovata soprattutto dei progressi di un giocatore come Mitchell Robinson, un centro che è una sorta di diamante grezzo che è stato scelto al Draft senza aver mai frequentato il college e che finora aveva sempre avuto problemi di falli. La sua trasformazione in giocatore da doppia doppia con ampio minutaggio è per il momento una delle notizie più belle assieme alla crescita di RJ Barrett, la grande scommessa della franchigia al Draft del 2019.
Star del fantasy basket
Stiamo parlando senza dubbio di Julius Randle, che sta facendo felicissimo chi l’ha preso a inizio stagione grazie a un incredibile rapporto tra rendimento e valore di preseason. Per questo è diventato uno dei topic più ricercati tra i fantasy coach della NBA, mentre i fans dei Knicks stanno già iniziando a ricredersi su di lui.
É diventato da giocatore mangiapalloni, con un pessimo atteggiamento in campo, un uomo assist (oltre 7 di media) che viaggia a ritmo di doppia doppia e per numeri è il migliore della squadra. La buona notizia è che finalmente potrebbe diventare merce di scambio appetibile in ottica trade.
Quivers
Sono Immanuel Quickley e Austin Rivers, i due backup che escono dalla panchina riuscendo a spaccare le partite. In assenza di Toppin, fuori per infortunio per ancora almeno una settimana, la coppia si è già guadagnata il nickname sui social, soprattutto dopo la grande prestazione di Atlanta, dove in 15 minuti sono stati protagonisti della rimonta contro gli Hawks partendo proprio da -15.
Rivers non ha bisogno di troppe presentazioni, mentre Quickley è di piccola taglia, ma sa decisamente giocare e in tanti usano le sue iniziali (QI) come acronimo riferito all’intelligenza cestistica. Dopo appena due settimane già si parla di lui come “steal” al Draft, in fondo al primo giro.
Le ombre
I Knicks stanno facendo bene, per certi versi pure troppo. É comunque difficile immaginarsi alla distanza che possano arrivare ai play-in, e il paradosso è che queste vittorie possano complicare i piani della dirigenza in vista del prossimo draft. Infine Thibodeau può non essere il personaggio giusto a cui chiedere pazienza e di far crescere lentamente un progetto.
Ma forse nemmeno New York è la piazza giusta per farlo: la città più importante, che ha una grande fame di vittorie e che invece non vince niente dal 2009 (Yankees), è reduce da una pesante stagione di NFL con i Jets che hanno chiuso 2-14 e i Giants beffati in volata dagli Eagles che hanno regalato la vittoria e i playoff a Washington. Lo stesso nella pallacanestro, dove non si vince ormai dal 1973, e il basket universitario non ha squadre di spicco ormai dallo scandalo delle scommesse che coinvolse Jack Molinas e il City College nel 1951, con St Johns che stenta a rinverdire gli anni di gloria.
Fare sport di altissimo livello non è facile a New York, ma continuare a non vincere mai suona ormai come una condanna in una città affamata di pallacanestro.
Noi tifosi siamo tranquilli, consapevoli che dopo sette partite non siamo diventati una compagine da play off. Ma erano anni che ai NYK non arrivava un allenatore/coaching staff degno di tal nome. Thibs è autorevole, mentre J. Bryant e K. Payne vantano un pedigree di livello. Randle non può durare con quelle cifre e una trade ci può scappare, magari dopo aver recuperato Toppin (non mi spiegherei di aver scelto una PF anziché Haliburton). Serve la sorpresa? Vincere la lottery!