Il 2021, anno di auspicata rinascita se ce n’è uno, inizia con un sospiro di sollievo per Golden State. Finalmente Draymond Green torna in campo dopo aver saltato tutte le partite di preaseason e le prime quattro gare della stagione per un problema al piede, nulla di serio secondo Steve Kerr. Nonostante l’infortunio non sia niente di particolare, Green, almeno per i primi tempi, avrà un minutaggio limitato e potrebbe addirittura saltare i back-to-back. La carriera del #23 è stata sempre costellata da infortuni, quindi, meglio prevenire che curare.
Purtroppo, non tutto va come previsto ed il sospiro di sollievo per aver rivisto Green in campo dura poco. La prima partita dell’anno, infatti, è una reboante sconfitta di 25 punti contro Portland, terza sconfitta di misura (blowout, come dicono in America) per i Dubs. I problemi persistono, anche con Green.
Il rientro. Tutto da buttare?
Il debutto stagionale di Green è tutt’altro che appariscente a livello di cifre – 0 su 3 al tiro, 4 punti e 4 assist in 17 minuti di gioco -, ma rappresenta quel barlume di speranza che hanno i Warriors di riprendersi e finire l’anno in un modo completamente diverso da come è iniziato, magari lottando per conquistare un posto ai playoffs. Non è tutto da buttare sul campo, con uno come Draymond non dobbiamo fermarci a guardare il tabellino. Per capire l’impatto che ha sulla partita dobbiamo andare oltre, dato che fa delle intangibles – ovvero ciò che non finisce nel tabellino- il proprio punto forte.
Nella propria metà campo Draymond ha fatto vedere ciò di cui è capace. Come si può vedere dal video, Green ha messo in mostra tutta la sua duttilità difensiva, passando dal pressare Nurkić sulla linea dei 3 punti per poi, nella clip seguente, eseguire un aiuto e recupero, con annessa rotazione con i tempi giusti. Nell’ultima parte del video, invece, l’Orso ballerino si stacca dal lato debole pronto per aiutare sull’eventuale penetrazione di Lillard. La lettura è corretta. L’aiuto dal lato debole arriva con i tempi giusti e Dame è costretto allo scarico.
Alcuni esempi della duttilità difensiva di Draymond.
— Andrea Poggi (@AndreaPoggi14) January 2, 2021
1. Pressa Nurkic e copre McCollum, poi di nuovo su Jusuf, ma fa fallo.
2. Ottimo esempio di aiuto recupero mentre “dirige” la D
3. Aiuto su Lillard, la PG è costretta allo scarico. pic.twitter.com/rONWPaUXCh
Anche offensivamente il 23 dei Dubs si è dato da fare, andando come prima cosa a sostituire Steph come leader vocale. Green è il metronomo della squadra, il direttore d’orchestra che, con i suoi movimenti – spesso sgraziati – e le sue urla, dirige l’attacco di Golden State. Nel video seguente è possibile vedere come indichi ai compagni cosa fare e come muoversi, sia per portare blocchi lontano dalla palla sia per giocare il mismatch contro McCollum spalle a canestro.
Ciò che non finisce sui tabellini: Draymond che dirige l’attacco di GS rendendo più leggero il peso di Steph. pic.twitter.com/H9Ok4Ot1BU
— Andrea Poggi (@AndreaPoggi14) January 2, 2021
Interessante è stato poter vedere giocare flex con Curry e Draymond, di nuovo insieme. Questo schema permette a Curry di creare vantaggio giocando senza palla e, allo stesso tempo, permette agli altri giocatori in campo di poter essere attivi con tagli e blocchi. Il tutto viene coordinato da Green in punta. Da lì, infatti, il lungo riesce a vedere tutte le linee di passaggio, sia che esse siano per dei tagli che uscite sulla linea da 3.
In questo caso Steph porta un blocco a Wiggins e immediatamente esce da un pindown di Wiseman per ricevere e tirare; Dray legge ed esegue un semplicissimo passaggio. Una situazione ottima per Golden State.
?Flex Offense SLOB
— Andrea Poggi (@AndreaPoggi14) January 2, 2021
Green dalla punta può leggere tutti i tagli e scegliere cosa sia meglio fare, valore aggiunto per GS. pic.twitter.com/SfnOu4M8vR
Esordio non ottimo, ma nemmeno pessimo, che dovrebbe far comunque contenti i tifosi della baia. I minuti pian piano aumenteranno e con essi anche l’impatto sulla partita, si spera.
Come cambiano i Warriors con Green
Green in campo è sempre stato la chiave di volta per Golden State. Negli anni d’oro veniva utilizzato come centro nella celebre death lineup, un quintetto con quattro tiratori capaci di muoversi divinamente senza palla con lui ad orchestrare il gioco in punta o a portare blocchi duri, al limite del legale, per le uscite di Steph e compagni. In difesa, invece, era voce e cuore di un sistema quasi perfetto, capace di cambiare, reggere in post e aiutare dal lato debole.
Quest’anno, lo sappiamo già tutti, non sarà così. Gli interpreti sono completamente diversi, sia per quanto riguarda le letture offensive che per quelle difensive. Dunque, per Green sarà difficile incidere nello stesso modo degli anni d’oro essendo un giocatore molto dipendente dal contesto che ha attorno a sé.
Intanto, in questa stagione regolare, il compito di Draymond sarà quello di sgravare il più possibile Curry dai compiti di creazione primaria, consentendo al #30 di agire lontano dalla palla. Questo potrebbe permettere alla stella dei Dubs di rifiatare un minimo di più e quindi di farlo arrivare più riposato nei finali di partita.
Anche nella propria metà campo l’apporto di Green dovrebbe farsi sentire, magari non da subito a causa del load managment; il 23 è un giocatore estremamente duttile anche a livello difensivo, un coltellino svizzero capace di difendere più ruoli grazie alla combinazione di tecnica, fisico e intelligenza. Ciò potrebbe coprire i buchi difensivi dei vari Curry e Wiseman, per dirne due.
Steph, ai microfoni, ha speso solo belle parole per il compagno di squadra, elogiando le doti da passatore di Draymond e anche le capacità di difensore di quest’ultimo:
Steph Curry on what Draymond Green does as a playmaker: “He sees what I see.” pic.twitter.com/pRrtBzJd3n
— Wes Goldberg (@wcgoldberg) January 1, 2021
Come già detto, l’importanza di Green si riscontra in ciò che non finisce sul tabellino, le intangibles. Kerr, infatti, è sicuro che il ritorno di Green farà bene, soprattutto ai giovani influenzandoli fin da subito con il suo stile di gioco. Nella partita di Natale, Draymond è stato ripreso mentre dava consigli a Wiseman riguardo la difesa. Vedremo se tutto ciò si trasporrà anche sul campo.
Warriors coach Steve Kerr credited Draymond Green for leading a players-only film session last week. He expects Green will make an immediate impact with his return not just with his skill, but with influencing how his young teammates play
— Mark Medina (@MarkG_Medina) January 2, 2021
Golden State non vince e non convince
I problemi dei Warriors non potevano svanire magicamente in una notte con il ritorno di Green. Le cause di queste sconfitte sono profonde e vanno ricercate nella costruzione del roster. Innanzitutto, con o senza Green, manca un difensore di alto livello sulla palla.
Questa notte Lillard e McCollum hanno banchettato su ogni difensore, segnando rispettivamente 34 e 28 punti con un complessivo 10 su 21 dalla lunga distanza. Il dato di per sé non è molto impressionante -può capitare una notte particolarmente prolifica al tiro- soprattutto in una lega come questa. Quel che fa suonare l’allarme, è il 45% da 3 degli avversari in queste prime cinque partite: come ricorda il giornalista di The Athletic Slater, l’anno scorso il dato peggiore della lega era il 38.9%. Il dato si normalizzerà, certo, ma non è un bel segnale.
Opponents are 77 of 171 from 3 against the Warriors’ leaky defense so far this season. That’s 45 percent. League-worst 3 defense last season was 38.9 percent.
— Anthony Slater (@anthonyVslater) January 2, 2021
L’altro grattacapo in casa Warriors è, paradossalmente e anche ironicamente, quello che ha fatto la loro fortuna negli anni: il tiro da 3. In questo avvio di stagione i Dubs stanno tentando 39.5 triple a gara, quinti nella lega, e le stanno convertendo con il 32.9%, ventitreesimi nella lega.
In particolare, i problemi dalla lunga riguardano Oubre Jr. che sta tirando 5 triple a partita e le converte con il 4%. Questa difficoltà al tiro difficilmente potrà essere risolta solo ed esclusivamente grazie a Green a “dirigere il traffico” in attacco.
Golden State, in questo inizio di stagione, sta tirando male dalla lunga:
— Andrea Poggi (@AndreaPoggi14) January 2, 2021
– 32.9% (23esimi)
– 13 3PM / 39.5 3PA
Oubre è 1/25, Curry 18/56, Wiggins 10/24 (il migliore di squadra come % insieme a Lee che è 9/18).
Insomma, la squadra di Steph e Dray non sta passando giorni bellissimi. Le vittorie arrivano con fatica e sulla sirena, mentre i blowout sono frequenti. Una squadra che non vince e non convince. Anche al completo come sono ora – Thompson non giocherà questa stagione – sarà dura, forse impossibile, arrivare ai playoffs se qualcosa non cambia. Green, da solo, non è sufficiente, non è un secondo violino come Davis, serve qualcosa di più.