La stagione regolare della NBA è iniziata da esattamente una settimana e malgrado le poche partite disputate da ogni squadra non sono mancate le opportunità di sorprenderci per le prestazioni di franchigie e giocatori su cui avevamo aspettative differenti prima dell’opening night.
1. Golden State nei guai, ma non troppo
Prima della stagione i Warriors sono stati una delle squadre che più ha diviso gli appassionati nelle loro previsioni. Il nuovo infortunio di Klay Thompson ha messo la franchigia di San Francisco in una situazione complicata e di difficile previsione, come abbiamo discusso nella preview dedicata alla squadra.
Le prime gare ci hanno mostrato segnali tutt’altro che incoraggianti che i detrattori della franchigia, monopolizzante durante lo scorso decennio, hanno afferrato al volo per parlare con toni esageratamente negativi di ciò che succederà alla squadra nel futuro prossimo, durante questa stagione.
Wiseman è un tassello importante
Partiamo dalle note positive, che nelle prime due partite di stagione, sono state poche. Nella clip mostrata qui sopra Wiseman ha mostrato un ottimo gesto atletico in difesa a protezione del ferro. La scelta #2 allo scorso Draft lascia ancora parecchi dubbi nella sua metà campo, ma la stazza (216cm di altezza) e l’atletismo verticale ben sopra la media potrebbero trasformarlo in intimidatore. L’attuale sistema difensivo di Golden State, privo di Dray Green, non gli concede sviste, e il suo impatto nella metà campo difensiva, per ora, si limita a ottime stoppate.
Nice rotation and block from James Wiseman pic.twitter.com/tJrsAQ1bXh
— Jackson Frank (@jackfrank_jjf) December 25, 2020
In attacco il prodotto di Memphis è sicuramente più interessante. Ha mostrato d’avere un discreto tocco che gli consente di punire la difesa dalla lunga distanza quando lasciato troppo libero (5/6 da 3 punti nelle prime tre uscite stagionali) e ha mostrato di avere ottima presenza vicino al canestro. Le basi fisiche e in alcuni aspetti del gioco anche tecniche, sono solide, bisognerà vedere come si svilupperà durante la stagione.
Il recente infortunio di Marquese Chriss (fuori per tutta la stagione a causa della rottura del perone) accorcia ancora di più le rotazioni dei lunghi, Wiseman sarà assoluto protagonista.
Wiggins, Oubre e il sapore amaro della sconfitta
In estate Kelly Oubre è costato, considerando l’ingaggio e la luxury tax, circa 80M$ alla franchigia californiana. I soldi, per ora, sembrano mal spesi. Nelle prime tre uscite stagionali l’ex Suns ha tirato 7/40 dal campo, col 17%. Cifre non totalmente imputabili a lui, infatti uno dei problemi principali di Golden State è l’assenza di giocatori capaci di creare o mantenere un vantaggio creato da altri. Curry per ora ha giocato in modo simile a come giocava negli scorsi anni, ma senza un playmaker secondario come Green è complicato far girare la palla nel modo corretto e questo non aiuta giocatori come Oubre, che faticano a creare un tiro per se stessi in situazioni statiche.
Per Wiggins il discorso è e deve essere diverso, visto anche il pesantissimo contratto che si porta sulle spalle. Il suo 16/49 al tiro (33%) è assolutamente insufficiente, la sua scarsa capacità di generare un vantaggio è un grande problema e la scarsa visione di gioco non contribuisce allo sviluppo delle azioni. Blocca troppo spesso la palla, sembra non essere “nel flusso del gioco”, e questo non ne consente una buona circolazione.

Waiting for ball
Nel 1952 Samuel Beckett componeva una delle opere più famose del teatro dell’assurdo: Waiting for Godot. In quest’opera due vagabondi sono sul ciglio della strada ad aspettare un certo “Signor Godot”, che non arriva mai e si limita a mandare un ragazzo a dire che Godot arriverà domani. I due uomini si lamentano di dover attendere al freddo, patendo la fame e avendo crisi esistenziali, ma alla fine decidono di continuare ad aspettare. Guardiamo questa clip:
Curry, dopo uno dei movimenti lontano dalla palla che lo hanno reso speciale negli anni, non riceve e viene così sprecata l’occasione di un tiro aperto. Steph sembra vivere per un attimo tutto ciò che i due signori dell’opera teatrale vivono aspettando il Signor Godot.
L’assenza di Green in queste prime uscite si è notata soprattutto in questo frangente. Curry è probabilmente uno dei migliori giocatori di sempre nel giocare lontano dalla palla, ma c’è bisogno che qualcuno lo serva nei modi e con i tempi corretti. In questo momento nessuno sembra esserne capace. Bisogna aspettare per capire cosa succederà a Golden State durante questa stagione, ma considerarla allo sbando dopo aver perso contro Brooklyn e Milwaukee è esagerato.
2. Nicolas Batum è ancora incisivo in NBA
Gli Charlotte Hornets, in seguito all’acquisizione di Gordon Hayward, hanno deciso di tagliare Nicolas Batum ripartendo l’ammontare del suo gigantesco contratto in 3 anni. Dopo appena 22 partite giocate durante la scorsa stagione e i soli 3.6 punti di media segnati (a fronte di un contratto annuale da 27M$) lo hanno liquidato. I Los Angeles Clippers hanno deciso di offrirgli un contratto al minimo salariale scommettendo su quanto di buono aveva mostrato negli anni precedenti, soprattutto ai Blazers. Malgrado la pesantissima sconfitta subita contro i Dallas Mavericks, in queste prime partite Batum sembra aver ritrovato una dimensione da collante che mancava nel roster dei Clippers.
Le buone scelte e l’intelligenza tattica del francese stanno nuovamente emergendo, offrendo una nuova dimensione alla squadra californiana. In questo momento, vista l’assenza di Marcus Morris, Batum sta partendo in quintetto e sarà curioso vedere cosa lo staff tecnico deciderà di fare quando potrà rientrare. Probabilmente il talento offensivo del francese è inferiore a quello del numero 31, ma le sue qualità di comunicatore difensivo e di playmaker secondario sembrano calzare a pennello con il quintetto titolare (Beverley, George, Leonard e Ibaka).
Chissà se nel corso della stagione Ty Lue ci farà vedere alcuni minuti con 4 ali (Batum, George, Leonard, Morris) e Zubac/Ibaka o Beverley/Kennard a chiudere in base alla situazione. Sicuramente è un’idea intrigante. Questo quintetto garantirebbe una grande versatilità difensiva unita e una fisicità importante. Considerando il fatto che Batum arriva da due stagioni pessime agli Hornets bisogna andare cauti con le valutazioni, ma se dovesse dimostrare con continuità di essere quello delle prime uscite potrebbe rivelarsi uno dei migliori colpi dell’estate, considerando il contratto minimalista.
3. I Cleveland Cavaliers possono sorprendere
Per la franchigia dell’Ohio la prima settimana si conclude con un sontuoso 3-0 di record maturato contro Hornets, Pistons e 76ers. La squadra vince e convince, superando le aspettative della maggior parte degli esperti NBA.
La linea giovane…
Come avevamo detto nella preview Isaac Okoro è riuscito a contribuire fin da subito all’equilibrio difensivo, pur ancora precario, come dimostra la partita contro gli Hornets.
Nella metà campo offensiva il prodotto di Auburn ha avuto un ruolo piuttosto limitato, la maggioranza dei suoi punti (tutti segnati contro gli Charlotte Hornets) sono arrivati in contropiede o attaccando i closeout. Nella partita contro i Pistons in 41 minuti ha preso solo 4 tiri segnando 0 punti, ma il suo ruolo in campo è stato comunque fondamentale. Poi si è fatto male al piede sinistro, saltando la partita con Philly.
La seconda sorpresa è la crescita di Darius Garland che sembra aver trovato il ritmo e la fiducia che l’anno scorso sono mancati troppo spesso.
DG droppin’ dimes.
— Cleveland Cavaliers (@cavs) December 27, 2020
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Una delle caratteristiche più importanti che sta mettendo in mostra Garland è la capacità di creare per i compagni di squadra. Considerando la presenza di Collin Sexton (ottimo scorer, ma passatore limitato) il suo ruolo di point guard sarà fondamentale per l’equilibrio dell’attacco dei Cavaliers. La dimensione da realizzatore lascia ancora qualche dubbio per i limitati mezzi fisici, ma ha dimostrato d’essere pronto a tirare sugli scarichi dei compagni (4/11 da 3).
Il rendimento di Sexton in queste prime partite è stato ottimo, è riuscito a mostrare anche qualche lampo da passatore, dimensione che però non convince ancora. L’abilità da realizzatore è indubbia e sta crescendo stagione dopo stagione, migliorando la sua efficienza e riuscendo a guadagnare parecchi tiri liberi.
… e l’esperienza
Il connubio tra i ragazzi più giovani e i veterani (Drummond, Love, Nance) si sta rivelando una delle cause dell’ottima partenza. Alcuni di questi giocatori hanno maturato a Cleveland esperienza di Finals: Larry Nance Jr ad esempio è giocatore di rotazione che sarebbe utile a molte franchigie. Contro gli Charlotte Hornets ha messo in mostra tutta l’abilità da collante sia difensivo che offensivo: 13 punti, 13 rimbalzi (5 offensivi), 8 assist, 3 rubate e 2 stoppate.
AIR NANCE ? pic.twitter.com/aXv4VoxQDp
— Cleveland Cavaliers (@cavs) December 24, 2020
Andre Drummond, poi. L’ex Pistons deve guadagnarsi un contratto per il prossimo anno. Per ora ha mostrato qualche lampo offensivo, passaggi e coast to coast, ma il lato difensivo è ancora problematico. Nella prima partita la sua “non” difesa sul pick&roll ha concesso troppo spesso dei tiri facili a Terry Rozier che ha concluso la partita con il career high.
Ci sono molte cose da migliorare, ma per ora i tifosi devono essere contenti. Della crescita di Garland, dello sviluppo di Sexton e della difesa di Okoro. Ci sono molti motivi per sorridere in vista del futuro.
4. Donte DiVincenzo candidato Most Improved Player
Il terzo anno di Big Ragu potrebbe essere quello della sua maturazione cestistica, in queste prime partite stagionali è parso in netta crescita.
“They want me to take the shot if I’m open.” pic.twitter.com/atYuzflzlN
— Milwaukee Bucks (@Bucks) December 23, 2020
Lo staff tecnico gli ha chiesto di tirare di più, senza esitare quando è libero. In una squadra in cui il terminale offensivo principale è Giannis Antetokounmpo avere intorno ottimi tiratori è fondamentale e la crescita di DiVincenzo sotto questo punto di vista potrebbe rivelarsi un punto chiave della stagione dei Bucks.
Il prodotto di Villanova sembra stia rispondendo alle richieste del suo allenatore, mostrando di non avere paura di tirare, malgrado le percentuali dei primi due anni non siano state d’elite. Un altro aspetto interessante del gioco di Donte è la capacità di posizionarsi nel posto giusto per liberare la linea di passaggio dei compagni, sfruttando spesso il così detto “dunker spot” per ricevere e appoggiare facilmente.
Mi intriga la coppia Holiday-DiVincenzo in attacco: Donte è bravo a tagliare e Jrue ama penetrare per attirare la difesa e servire il tagliante, ossigeno per l’attacco spesso statico dei Bucks.
— Francesco Cellerino (@FCellerino) December 8, 2020
Confrontando alcune azioni dei Pelicans e di Donte, credo che faranno bene insieme. pic.twitter.com/idA4vC1Q8p
Il suo arsenale offensivo è molto vario e lo ha subito messo in mostra nelle prime tre partite della stagione, nelle quali è sempre partito in quintetto, guadagnandosi un minutaggio consistente.
Donte DiVincenzo nelle prime tre: fiducia nel tiro (a prescindere dalle percentuali), posizionamenti e tagli intelligenti, energia e soprattutto tanto gioco di squadra. Prime sensazioni ottime, può ritagliarsi un ruolo molto importante in questi Bucks. #TheShot pic.twitter.com/akLpsay6Ik
— Francesco Cellerino (@FCellerino) December 29, 2020
Difensivamente è sopra la media grazie al suo atletismo e alla sua velocità laterale. Spesso però abbocca alle finte degli attaccanti venendo battuto, ma riesce a recuperare grazie alla rapidità. Essere più concentrato nella metà campo difensiva gli consentirebbe di diventare insostituibile al fianco di Giannis, Holiday e Middleton. Vincere il premio di Giocatore più Migliorato è difficile perché non potrà gestire l’attacco, ma vedremo cosa riuscirà a dimostrarci Big Ragù.
5. I Pacers sembrano aver risolto i problemi
I dubbi con cui gli Indiana Pacers si presentavano ad inizio stagione erano tutti sul clima dello spogliatoio e sul comportamento di Oladipo. In queste prime uscite (ne ha giocate 2 su 3) Victor Oladipo ha però giocato 26 minuti di media segnando 22 punti con un sontuoso 65% dal campo.
L’attesa, prima della stagione, era per vedere l’operato del nuovo Coach Nate Bjorkgren, assistente di Nick Nurse a Toronto nelle scorse stagioni. Tatticamente, in queste prime partite, sembra avere idee molto simili all’allenatore dei Raptors. In difesa la squadra mette grande pressione al portatore di palla cercando di mandare l’attaccante verso il centro dell’area dove lo aspettano Turner e Sabonis. Scommettere sulle percentuali avversarie è un marchio di fabbrica di questo tipo di difesa: i peggiori tiratori della squadra avversaria vengono sfidati al tiro e nel frattempo si cercano di negare tutte le altre soluzioni a percentuale più alta.
✋? ????? ?? ?? ✋?#PowerINPinstripes | @Original_Turner pic.twitter.com/6GQ3UweWvt
— Indiana Pacers (@Pacers) December 28, 2020
Myles Turner è da anni uno dei migliori stoppatori della lega e in questo inizio stagione lo sta ribadendo. Mandare l’attaccante al ferro contro un giocatore dal tempismo perfetto come Turner si è tradotto in 8 stoppate contro New York, 4 contro Chicago e 5 contro Boston.
Sul lato offensivo è interessante vedere come la squadra sia nelle mani di Domantas Sabonis. Lui, Oladipo e Brogdon sono i trascinatori di un attacco che si sta dimostrando fluido e produttivo. Malgrado le difese di Knicks e Bulls non siano le migliori della lega è stato interessante vedere come Sabonis sia partito segnando 24 punti di media conditi da 7 assist e 11 rimbalzi, massimo in carriera per punti alla prima partita, tripla doppia nella seconda partita e canestro della vittoria nella terza.
NO ANSWERS FOR @DSABONIS11 ?
— Indiana Pacers (@Pacers) December 28, 2020
Game-winning bucket ✅ pic.twitter.com/GNJJVfGaMq
Il fil rouge in queste tre partite è stato uno straordinario terzo quarto che ha portato in tutte e 3 le gare a un parziale decisivo per la vittoria. Il 27-16 contro i Knicks, un parziale di 21-0 durante il quarto contro i Bulls e il 39-28 inflitto ai Celtics dimostrano una grande carica al ritorno dagli spogliatoi.
Le vittorie contro Bulls e Knicks erano forse scontate, ma la vittoria in back-to-back contro Boston nonostante l’assenza di Oladipo (a riposo) è un bel segnale: i Pacers sono da corsa nella Eastern Conference.
Menzioni Onorevoli
Zion Williamson è già una star
La prima scelta assoluta del draft 2019 è un talento generazionale, e per dimostrarlo ci ha messo davvero pochissimo. A causa degli infortuni rimediati prima dell’inizio è riuscito a giocare solo 24 partite della scorsa stagione, chiuse con 22.5 punti, 3 rimbalzi offensivi di media e il 62% di True Shooting.
Durante l’ultima offseason la squadra non è stata adattata alle sue esigenze. Le aggiunte di Bledsoe ed Adams tendono ad intasare troppo l’area, che per far rendere al meglio un giocatore come Zion dovrebbe invece essere libera. Malgrado le difficoltà Zion sta dimostrando d’essere un giocatore speciale. La sintesi del suo gioco è la partita natalizia da 32+14 contro i Miami Heat e Bam Adebayo.
Ai Nets serve un’altra mossa di mercato
La sconfitta dell’ultima contro gli Charlotte Hornets è deludente e ha riportato sulla Terra una squadra che aveva vinto con oltre 25 punti di scarto sia la partita contro i Warriors all’esordio che quella contro i Boston Celtics il giorno di Natale. Kyrie Irving e Kevin Durant continuano ad impressionare producendo la gran parte dei punti della squadra e con percentuali stellari (Durant: 26.7 punti a partita con il 69% di TS, Kyrie 29.7 punti con il 76.5% di TS).
Ci sono ancora parecchi dubbi e l’infortunio al crociato di Spencer Dinwiddie, fuori per la stagione, li aumenta ulteriormente. C’è tantissimo talento a roster, ma c’è bisogno di un paio di giocatori più funzionali al gioco delle due stelle. LeVert sembra spaesato quando deve giocare lontano dalla palla. La dirigenza dei Nets, potrebbe in stagione perfezionare uno scambio che coinvolga almeno uno tra LeVert e Allen per cucire l’organico attorno al talento cristallino di Kyrie e Durant.