Il 22 Aprile 1996 Mark Morrison, cantante e autore inglese, rilasciava l’ hit mondiale “Return Of The Mack”, il cui omonimo album rese Morrison una star da oltre 3 milioni di copie vendute.
Ecco, se questa prima nottata NBA avesse una colonna sonora, “Return of the Mack” sarebbe perfetta per la sfida andata in scena tra i Brooklyn Nets ed i Golden State Warriors. Ma forse, più che “Return of the Mack”, sarebbe il caso di parlare del “Return of the KD”.
L’ultima partita di Kevin Durant risaliva infatti a Gara 5 delle NBA Finals del 2019, quando vestiva la maglia proprio dei Golden State Warriors. I 18 mesi di inattività sono stati spazzati via da 25 minuti di buon basket, ed abbiamo ritrovato la solita perfetta esecuzione ed eleganza nei gesti tecnici. Ovviamente è stata solamente la prima partita e va presa con la giusta cautela, sia per quanto riguarda i 22 punti finali in una gara decisa praticamente dopo un quarto e mezzo, sia per una valutazione atletica post infortunio.
“Ho provato a non dare troppo peso alla cosa e ho realizzato che gioco a basket da quando avevo 8 anni, devo solo tornare a fare quello che so”.
Con queste parole Durant ha commentato il suo esordio in maglia Nets, al fianco di un Irving, miglior realizzatore con 26 punti.
Frase simile a quella cantata da Mark Morrison: “ Cause I knew it from the start, baby, when you broke my heart That I had to come again, and show you that I’m real”.
Tornare per dimostrare a tutti che lui è il vero Kevin Durant, a sua volta giocatore “vero”.
Andiamo quindi a vedere e analizzare quanto questo KD sia simile al KD pre-infortunio.
Durant ai raggi X
Il primo canestro arriva dopo un palleggio arresto e tiro da 3, dove sfrutta la maggior stazza ed il rilascio alto rispetto all’avversario. Il secondo, invece, è un tiro cadendo all’indietro contro 2 avversari dopo un cambio di mano e di velocità con penetrazione in semi-transizione. Il terzo canestro è un arresto e tiro dalla media davanti alle braccia protese della seconda scelta assoluta Wiseman, ovviamente solo retina.
10 points. Not even five minutes in.@KDTrey5 is BACK. pic.twitter.com/EvtG8vSISc
— Brooklyn Nets (@BrooklynNets) December 23, 2020
Volendo però fare il Kevin Lomax della situazione, dal film “L’avvocato del Diavolo”, abbiamo potuto notare un KD un po’ rigido e, come da lui confermato, ancora non al pieno della forma. Mi riferisco soprattutto alle situazioni in avvicinamento al ferro o alle conclusioni in terzo tempo, dove nonostante un ottimo primo passo – è stato spesso marcato da un giocatore atletico come Wiggins – non è riuscito a concludere al ferro con quell’ultimo step che non è sembrato ancora esplosivo come una volta, costringendolo spesso a tirare fuori equilibrio, cadendo all’indietro.
Come detto però si tratta pur sempre della prima partita dopo un bruttissimo infortunio, da cui alcuni non riescono mai a tornare veramente. Durant invece è sembrato comunque in uno stato fisico e mentale molto simile al KD di Golden State, aiutato anche dal suo stile di gioco e dalla tecnica 5 stelle extra-lusso.
Le prospettive
Diamo tempo al tempo, godendoci questo inizio di stagione che ha aiutato i Nets ad evitare una striscia di 7 sconfitte consecutive negli Opening Games e ad essere 1-0, cosa che non accadeva dal Novembre 2012 . KD ha quindi aperto la stagione nel miglior modo possibile, contribuendo inoltre alla prima vittoria da Head Coach del debuttante Steve Nash. Non ci resta altro che sperare che questa partita sia solo un punto d’inizio, un livello 0 da dove partire e non una casualità, sia per quanto riguardo il recupero atletico/fisico di Durant che per il gioco espresso da questi Nets.
Certamente Durant ci ha lasciato con almeno 2 highlights nella serata, uno sul campo e l’altro fuori con la complicità non voluta di Sir Charles Barkley.
Charles Barkley’s reaction to Kevin Durant’s one word answer to his question.loooooool pic.twitter.com/KEHnG0wGa3
— gifdsports (@gifdsports) December 23, 2020
Buona NBA a tutti!