martedì, 28 Marzo 2023
Newsletter
The Shot
  • NBA
    • Atlanta Hawks
    • Boston Celtics
    • Brooklyn Nets
    • Charlotte Hornets
    • Chicago Bulls
    • Cleveland Cavaliers
    • Dallas Mavericks
    • Denver Nuggets
    • Detroit Pistons
    • Golden State Warriors
    • Houston Rockets
    • Indiana Pacers
    • LA Clippers
    • Los Angeles Lakers
    • Memphis Grizzlies
    • Miami Heat
    • Milwaukee Bucks
    • Minnesota Timberwolves
    • New Orleans Pelicans
    • New York Knicks
    • Oklahoma City Thunder
    • Orlando Magic
    • Philadelphia 76ers
    • Phoenix Suns
    • Portland Trail Blazers
    • Sacramento Kings
    • San Antonio Spurs
    • Toronto Raptors
    • Utah Jazz
    • Washington Wizards
  • Rubriche
    • 7 e mezzo
    • I consigli sul fantabasket
    • Focus
    • Draft 2020
    • Interviste
    • Preview
    • The Answer
  • Podcast
    • NBA Milkshake
  • Dagli USA
  • Altro
    • FIBA
    • NCAA
    • WNBA
  • Community
No Result
View All Result
The Shot
  • NBA
    • Atlanta Hawks
    • Boston Celtics
    • Brooklyn Nets
    • Charlotte Hornets
    • Chicago Bulls
    • Cleveland Cavaliers
    • Dallas Mavericks
    • Denver Nuggets
    • Detroit Pistons
    • Golden State Warriors
    • Houston Rockets
    • Indiana Pacers
    • LA Clippers
    • Los Angeles Lakers
    • Memphis Grizzlies
    • Miami Heat
    • Milwaukee Bucks
    • Minnesota Timberwolves
    • New Orleans Pelicans
    • New York Knicks
    • Oklahoma City Thunder
    • Orlando Magic
    • Philadelphia 76ers
    • Phoenix Suns
    • Portland Trail Blazers
    • Sacramento Kings
    • San Antonio Spurs
    • Toronto Raptors
    • Utah Jazz
    • Washington Wizards
  • Rubriche
    • 7 e mezzo
    • I consigli sul fantabasket
    • Focus
    • Draft 2020
    • Interviste
    • Preview
    • The Answer
  • Podcast
    • NBA Milkshake
  • Dagli USA
  • Altro
    • FIBA
    • NCAA
    • WNBA
  • Community
No Result
View All Result
The Shot
No Result
View All Result

Tre giocatori che ci hanno sorpreso in questa preseason

Andrea Bandiziol by Andrea Bandiziol
22 Dicembre, 2020
Reading Time: 13 mins read
0
giocatori NBA preseason

Copertina a cura di Matia "Di Ui" Di Vito

Condividi su FacebookCondividi su Twitter

La preseason NBA 2020/21 è ufficialmente finita. Come ogni anno, ci sono state prestazioni particolarmente buone da parte di giocatori che nessuno si aspettava potessero essere dei fattori positivi in una partita NBA e prestazioni deludenti da parte di superstar affermate. È normale, è preseason, e nessuno dovrebbe prendere troppo seriamente le indicazioni date dallo spettacolo che l’NBA ha offerto nelle ultime due settimane. Detto ciò, il periodo appena conclusosi del calendario NBA è anche un buon momento per leggere i segnali di fumo che alcuni giocatori ancora in fase di sviluppo hanno dato, per tentare di capire quale possa essere il prossimo giocatore a compiere il salto di qualità, quali possano essere a sorpresa pezzi da rotazione ai playoffs, o semplicemente quali siano i giovani che più hanno beneficiato del periodo in palestra durante la pausa

La preseason da poco terminata è stata interessante per una ragione in particolare che la distingue dalle precedenti: è arrivata dopo nove mesi di pausa per buona parte della lega. Sono infatti trascorsi più di 270 giorni tra la mancata palla a due di Thunder@Jazz e il fischio di inizio della fase introduttiva della stagione, tanto tempo a disposizione di tutti quei giocatori che non sono stati parte integrante di una rotazione playoffs per lavorare sul proprio gioco o per migliorare il proprio fisico.

Questo lasso temporale ha aumentato il numero dei giocatori che hanno alzato l’asticella, rendendo più difficile discernere chi saranno coloro i quali riusciranno a tradurre queste schegge di futuro in contributi effettivi per le proprie squadre quando vittorie e sconfitte stileranno le classifiche: ne abbiamo individuati tre. Tre giocatori che, probabilmente, avranno un ruolo nelle proprie squadre che non era preventivabile fino a qualche settimana fa.

 

Talen Horton-Tucker

Talen Horton-Tucker era uno dei prospetti più intriganti del draft 2019. La combinazione di fisico (imponente per una guardia, con delle braccia lunghissime), tocco, capacità di guidare una transizione in palleggio e i flash difensivi aveva affascinato molti scout, sebbene ci fossero dei dubbi legati alla sua forma fisica (Horton-Tucker era decisamente in sovrappeso al tempo del draft, e tuttora potrebbe fare dei passi in avanti sul lato della preparazione atletica) e sul fatto che potesse essere utile in NBA in un ruolo ridotto, da specialista.

Horton-Tucker sembrava saper fare un po’ di tutto, ma niente ad alti livelli: per queste ragioni, THT è sceso alla scelta 42 il giorno del draft, selezionato dagli Orlando Magic e subito girato ai Lakers in cambio di una seconda scelta futura. Il classe 2000 era visto come un progetto, un giocatore lontano qualche anno dalla NBA, dalle potenzialità enormi ma da poche certezza. Ed eccolo qua, in una delle prime azioni della preseason del suo anno da sophomore (sebbene nell’anno da rookie abbia giocato solo pochi minuti), far vedere in un colpo solo tutte le sue potenzialità:

 

La preseason di THT è stata un continuo mettere in mostra i propri progressi. Partiamo dalla cosa che a lui risulta più facile: avere la meglio sulle guardie avversarie grazie alla propria stazza fisica. Guardate il video seguente: il baricentro basso gli consente di muoversi velocemente in direzione laterale e di stare con Jevon Carter, guardia di riserva dei Suns. Carter finta di alzare il floater, THT sembra abboccare. Grazie a questo, Carter guadagna una frazione di secondo e qualche decina di centimetri per alzare il tiro indisturbato, ma l’apertura alare di Horton-Tucker gli nega la conclusione. Tutto troppo facile.

 

Carter è indubbiamente sottodimensionato per giocare in NBA, pertanto ecco un altro esempio della sua imponenza fisica: qui ruba palla a Kennard, guida la transizione ed offre il passaggio per l’appoggio a canestro, sbagliato dal proprio compagno. THT vince la lotta a rimbalzo contro Kennard, Mann e Kuzma piuttosto agilmente, poi si alza per i due punti.

 

Anche dalla clip precedente appare evidente come il tocco di Horton-Tucker sia molto morbido, caratteristica che lo aiuta nei pressi del canestro ed ai liberi (17/19 in preseason). Grazie al fisico massiccio, THT è in grado di assorbire contatti portati da pressoché chiunque nei pressi del ferro, ed una volta arrivato a pochi metri da canestro le sue lunghe braccia gli consentono quasi sempre di trovare uno spiraglio per rilasciare il pallone, che trova spesso il fondo della retina grazie alla sua notevole sensibilità. Nel video seguente, THT si infila tra Zubac e Patterson, protende le sue braccia e fa sembrare semplice un appoggio a tabellone che semplice non è affatto.

 

Se non siete convinti della sua capacità di assorbire i contatti dei lunghi avversari, eccolo che affronta in maniera spavalda Ayton, non si fa sbilanciare dal contrasto portato dal lungo di Arizona mettendo in mostra un controllo invidiabile della parte alta del corpo e conclude con un altro appoggio a tabella che pochi nella lega avrebbero il coraggio di provare.

 

Certo, per THT i momenti migliori della preseason sono arrivati palla in mano, e questa circostanza non sarà poi così ricorrente una volta iniziata la stagione, dato che il portatore di palle primario della squadra si chiama LeBron e che subito dietro di lui c’è il nuovo acquisto Dennis Schröder. Detto questo, il calendario tambureggiante imporrà delle partite di riposo a James, ed in queste THT diventerà de facto il secondo miglior portatore di palla del roster, dunque candidato principale a guidare i quintetti di riserva. Inoltre, i Lakers avranno modo di vincere diverse partite con largo margine, lasciando così diversi minuti a fine partita a Coach Vogel per sperimentare e continuare nello sviluppo di Horton-Tucker.

Se THT vorrà avere minuti anche ai playoffs, deve migliorare nel gioco lontano dalla palla, sia in difesa che in attacco. Concentrandosi sulla fase offensiva, le cose da migliorare sono il tiro in catch&shoot ed i movimenti senza palla. Se il prodotto da Iowa State migliorerà nei tagli in primis, i passatori dei Lakers sapranno trovarlo (James e Gasol su tutti): molto spesso le squadre avversarie nasconderanno su di lui i loro difensori meno valenti, e Horton-Tucker potrebbe batterli in velocità qualora si trattassero di ali grandi particolarmente lente, o con la mera forza fisica qualora si trattassero di guardie. Qua prende poco meno di mezzo metro a Bowman, che non può nulla contro il suo strapotere fisico per recuperare, se non fare fallo e concedere il 2+1.

 

Come detto, il tiro è il secondo aspetto in cui THT deve mostrare grossi miglioramenti, sia per giocare a fianco di James e degli altri in questi playoffs, sia per mantenere vive le velleità di diventare una superstella fra qualche anno. In questo fondamentale, il suo tocco molto sopra la media potrà tornargli estremamente utile, ed i primi miglioramenti paiono già evidenti. Qui mette la tripla in stepback in faccia, di nuovo, al malcapitato Bowman.

 

È vero, Horton-Tucker non ha la velocità per bruciare i proprio avversari, e forse nemmeno le maniglie per creare lo spazio necessario per alzare il tiro, ma tutto questo potrebbe davvero non essere importante per un giocatore che è in grado di creare questa separazione dal proprio uomo con un solo passo all’indietro. Come potrebbe un difensore impensierirlo in questa circostanza?

 

Talen Horton-Tucker è un classe 2000 che ha giocato solo una manciata di minuti nella scorsa stagione, e quello che deve fare é tentare di conquistare minuti di rotazione nella squadra che ha da poco vinto il titolo NBA. Ci sono cose più facili da portare a compimento, ma THT sembra avere le carte in regola per farcela.

 

Shake Milton

Un’altra seconda scelta, questa volta la numero 46 del draft 2018. I dubbi che avevano accompagnato Milton nei mesi precedenti al draft erano principalmente legati all’età (22 anni al tempo del draft, Milton ha fatto tre anni di college a SMU), alla selezione di tiro, alla fase difensiva ed al ruolo da scorer primario che Milton non avrebbe verosimilmente più avuto una volta arrivato in NBA. Dubbi leciti, che hanno rallentato i primi passi di Milton nella lega e che fino a qualche settimana fa sembravano poter limitare l’utilizzo di Milton su determinati palcoscenici.

Poi sono arrivate le parole di Morey e di Doc Rivers, entrambi esaltati dal poter lavorare con Milton, entrambi convinti di affidargli il ruolo che fu ai Clippers di Jamal Crawford prima e Lou Williams poi (e di Williams tutt’ora lo è, anche se in maniera meno sfavillante rispetto a qualche anno fa): sesto uomo che esce dalla panca, fa punti veloci, gestisce qualche possesso in pick&roll e torna a sedersi. Quattro volte nelle ultime sette stagioni uno tra Crawford e Lou ha vinto il premio di Sesto Uomo dell’Anno in maglia Clippers, e Milton potrebbe essere il loro successore nella linea dinastica Rivers. Questa tripla in corsa vi ricorda lo stile di qualcuno, non so, Crawford o Sweet Lou?

 

Il vantaggio che Milton può avere rispetto a Williams e Crawford è il profilo fisico. Milton è, stando alle misure ufficiali, undici centimetri più alto di Lou e dieci chili più pesante di Jamal, caratteristiche che tornano utili a Milton per arrivare con più convinzione al ferro di quanto non potessero fare i due predecessori. In questo video brucia il suo uomo col primo passo, finta il passaggio in angolo costringendo Tatum a rimanere sul proprio uomo e conclude al ferro sopra Grant Williams, assorbendo anche un leggero contatto.

 

Il marchio di fabbrica di Crawford e Williams rimane però il tiro dal palleggio preso dalla media. Qua c’è ben poco da dire: Shake ha il tiro dal palleggio nel suo arsenale dai tempi del college, e pertanto le difese devono rispettarlo sul pick&roll, standogli attaccato passando sopra i blocchi e non mollandolo un centimetro all’interno dell’area, arrivando ogni tanto persino a raddoppiarlo col lungo. In queste occasioni, Milton può mettere in mostra il suo tempismo nel pick&roll, alzando lob per i lunghi a roster, Dwight Howard su tutti: la coppia Milton-Howard ha tutto per percorrere le orme in attacco di Crawford e DeAndre Jordan e di Williams e Harrell.

 

Come visto nei video precedenti, Milton ha un buon primo passo e le potenzialità per arrivare spesso al ferro. Queste caratteristiche le troviamo anche nel portatore di palla primario dei Sixers, Ben Simmons. Al fine di massimizzare queste caratteristiche, Morey ha allestito un roster con più tiratori rispetto alla passata stagione, e questo non potrà che favorire anche Milton: più tiratori, più spazi.

Nel video seguente, Milton prima finta il passaggio in angolo destro, costringendo il difensore in angolo a ritornare sui propri passi, e attrae quindi su di lui il raddoppio del lungo avversario sotto canestro. Però a questo punto la minaccia del lob al suo compagno di squadra costringe il difensore in angolo sinistro a scalare e difendere il lungo dei Sixers. Scott rimane libero in angolo sinistro, ed il passaggio è fin troppo facile per Milton.

 

Tra tutti i tiratori del roster di Philadelphia, quello con cui sembra aver sviluppato il feeling migliore è Furkan Korkmaz, con cui in questa preseason ha giocato diverse azioni di pick&pop, come in questo caso:

 

Similarmente a quanto detto per Horton-Tucker però, Milton non sarà il portatore di palla primario nei minuti finali di una partita, non quando Simmons sarà in campo perlomeno. Per questa ragione, è molto importante che Milton migliori anche nei movimenti lontano dalla palla, non esattamente l’aspetto del gioco che gli risulta più semplice. Rivers ha chiamato diverse volte giochi per lui da rimessa, e Milton ha risposto presente. Qui passa dietro al doppio blocco per la facile ricezione, cercando anche il contatto per il 2+1.

 

Milton può essere l’ago della bilancia per le ambizioni dei 76ers, ed il nuovo ruolo disegnato per lui da Doc Rivers in un contesto migliorato da Morey potrebbe essere esattamente quello di cui il prodotto di SMU aveva bisogno.

 

Coby White

Coby White è entrato nella lega con altro pedigree ed altre speranze rispetto ai due colleghi sopracitati: White è stato selezionato alla scelta numero 7 del Draft 2019 da una franchigia in cerca della stella da cui ripartire, e non propriamente da una franchigia qualsiasi. Le aspettative al primo anno sono forse state eccessive, ma la stagione conclusasi a marzo per White e soci ci ha fatto capire che tipo di giocatore il prodotto da UNC possa essere: White probabilmente non sarà mai una guardia “pass-first”, che cerca prima il passaggio per i compagni e poi valuta le opzioni sul tavolo per segnare in proprio.

White ha velocità molto sopra la media, un fisico che al college gli consentiva di fare ciò che voleva quasi dei pariruolo e sembra poter sviluppare un buon tiro dal palleggio. Qualora White dovesse raggiungere il suo massimo grado di sviluppo, sarà principalmente un realizzatore, e per questo è rassicurante vederlo battere due uomini dal palleggio per poi sfruttare il contatto col difensore per creare separazione e appoggiare per due punti facili.

 

Arrivare al ferro con facilità potrebbe essere la strada più veloce per White per arrivare ai piani alti della NBA, ma questa parte del suo gioco potrebbe giovare enormemente dal saper gestire accelerazioni e decelerazioni, dal saper distinguere quando sia un buon momento per alzare il tiro e quando no. A questo riguardo, un’azione come questa non può che far ben sperare. Utilizza il blocco del lungo in una sorta di “snake”, così si chiama il gioco in inglese ,”serpente”, per creare separazione dal proprio uomo, avvicinarsi al ferro e poi sfruttare la tabella.

 

Analogamente a quanto detto per Milton, un alto numero di tiratori in campo insieme al portatore di palla farebbero miracoli per le possibilità di White di arrivare al ferro. Il miglior tiratore tra i lunghi a disposizione di Chicago è senza dubbio Lauri Markkanen, e White sembra avere già sviluppato un discreto feeling col finlandese sul pick&pop (giocato diverse volte in preseason), tanto da rendere Markkanen il destinatario preferito dei suoi passaggi. Questa lettura non è affatto semplice, ma White è molto bravo a trovare il finlandese col passaggio ad una mano.

 

L’altro tiratore decisamente sopra la media che i Bulls hanno a disposizione è colui che si spartirà i compiti di creazione con White, Zach LaVine. La chimica tra i due e la loro volontà di giocare lontano dalla palla, nonché la loro efficacia in queste occasioni, saranno fattori fondamentali per il successo di Chicago. Che LaVine sia disposto a rimanere in angolo per alcune azioni attendendo fiducioso lo scarico di White dopo il raddoppio è un bel segnale.

 

Allo stesso modo, White stesso deve migliorare i suoi movimenti lontano dalla palla, mentre la forma di tiro sembra già essere pronta per palcoscenici importanti. Fra le tante situazioni di gioco, una delle più importanti sarà l’attacco in transizione. La coppia LaVine-White è una delle più veloci della lega sugli esterni, pertanto sarebbe importante che Coby migliorasse la sua capacità di posizionarsi sul perimetro in transizione. A questo riguardo, sono arrivate diverse buoni indicazioni in preseason, come questa:

 

In questa occasione, White fa addirittuara vedere qualcosa di più elaborato lontano dalla palla: combina con Wendell Carter, poi corre dietro al blocco portato da Porter Jr e si fa trovare pronto in ala per la tripla.

 

La ciliegina sulla torta dello sviluppo di White per quest’anno potrebbe essere la chimica con Carter Jr stesso. Qualora Coby White diventasse persino un passatore affidabile in situazioni di pick&roll, allora i Bulls potrebbero davvero aver trovato una gemma.

 

La situazione in cui White è piombato lo scorso anno non era delle più rosee per favorirne lo sviluppo, ma quest’anno, con una nuova dirigenza ed un nuovo allenatore in Billy Donovan, potrebbero esserci tutti gli ingredienti per far sbocciare il talento della guardia da North Carolina e rinvigorire le speranze playoffs di Chicago.

Tags: Coby Whitepreseason nbaShake Miltontalen horton-tucker
Andrea Bandiziol

Andrea Bandiziol

Andrea, 30 anni di Udine, è uno di quelli a cui potete scrivere se gli articoli di The Shot vi piacciono particolarmente. Se invece non vi piacciono, potete contattare gli altri caporedattori. Ha avuto la disgrazia di innamorarsi dei Suns di Nash e di tifare Phoenix da allora. Non è molto contento quando gli si ricorda che i Suns ora avrebbero potuto avere Doncic a roster.

Letture consigliate:

fischi folli e polemiche
NBA

Arbitraggi Playoff indecenti
Perché e come se ne esce

9 Maggio, 2022
Los Angeles Lakers

Il GM LeBron l’ha fatta grossa
Il campione non può salvarlo

4 Marzo, 2022
Brooklyn Nets

Viaggio nei ritrovi Nets a Brooklyn
Perché la città stenta a crederci

9 Febbraio, 2022
Denver Nuggets

Quanto valgono Embiid e Jokic?
Sono eredi dei grandi lunghi NBA?

21 Gennaio, 2022
Atlanta Hawks

Walker si prende la sua New York
Natale magico tra sogno e rivincite

26 Dicembre, 2021
Golden State Warriors

NBA, casa delle seconde chance
Wiggins l’ha colta, ora Simmons?

23 Dicembre, 2021
Load More
Invia
Notificami
guest

guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
The Shot

© 2020 The Shot
LP Edizioni SRLS

Pagine utili:

  • Chi siamo
  • La Mission
  • Contattaci
  • Policy

Seguici anche qui:

No Result
View All Result
  • NBA
    • Atlanta Hawks
    • Boston Celtics
    • Brooklyn Nets
    • Charlotte Hornets
    • Chicago Bulls
    • Cleveland Cavaliers
    • Dallas Mavericks
    • Denver Nuggets
    • Detroit Pistons
    • Golden State Warriors
    • Houston Rockets
    • Indiana Pacers
    • LA Clippers
    • Los Angeles Lakers
    • Memphis Grizzlies
    • Miami Heat
    • Milwaukee Bucks
    • Minnesota Timberwolves
    • New Orleans Pelicans
    • New York Knicks
    • Oklahoma City Thunder
    • Orlando Magic
    • Philadelphia 76ers
    • Phoenix Suns
    • Portland Trail Blazers
    • Sacramento Kings
    • San Antonio Spurs
    • Toronto Raptors
    • Utah Jazz
    • Washington Wizards
  • Rubriche
    • 7 e mezzo
    • I consigli sul fantabasket
    • Focus
    • Draft 2020
    • Interviste
    • Preview
    • The Answer
  • Podcast
    • NBA Milkshake
  • Dagli USA
  • Altro
    • FIBA
    • NCAA
    • WNBA
  • Community

© 2020 The Shot
LP Edizioni SRLS

wpDiscuz
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso.
Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito. Puoi leggere qui la nostra Privacy Policy.