Record 2019/20: 45-28
IN: Cassius Stanley, Jalen Lecque, Kelan Martin.
OUT: Alize Johnson, T.J. Leaf.
Roster 2020/21:
G: Malcolm Brogdon, Victor Oladipo, Aaron Holiday, TJ McConnell, Cassius Stanley, Jalen Leque, Naz Mitrou-Long
F: T.J. Warren, Jeremy Lamb, Justin Holiday, Doug McDermott, JaKarr Sampson, Edmond Sumner, Kelan Martin, Brian Bowen II, Rayshaun Hammonds;
C: Myles Turner, Domantas Sabonis, Goga Bitadze, Amida Brimah.
In seguito allo sweep subito dai Miami Heat nel primo turno dei playoffs, gli Indiana Pacers hanno deciso di licenziare l’allenatore Nate McMillan. La notizia ha colto di sorpresa il mondo NBA, non tanto per la decisione in sé – la separazione tra le due parti era nell’aria da settimane – quanto per il tempismo: appena prima dell’inizio della serie con Miami, i Pacers avevano infatti raggiunto l’accordo per l’estensione contrattuale di un anno con l’allenatore. “Nate merita questa estensione per quello che ha fatto in queste quattro stagioni per la nostra franchigia. Tra infortuni e cambi del personale a disposizione, lui e il suo staff sono riusciti a adattarsi a ogni situazione e ottenere risultati positivi” queste le dichiarazioni di Pritchard (President of Basketball Operations dei Pacers) il 12 agosto.
A pesare sulla decisione di Pritchard è stato sicuramente il record di McMillan ai Playoff con i Pacers (3-16, tre sweep nelle ultime quattro stagioni), e l’incapacità dell’allenatore di fare degli aggiustamenti in una serie al meglio delle sette gare. I Pacers decidono così di affidarsi a Nate Bjorkgren, un esordiente da capo allenatore in arrivo dalla panchina dei Raptors, dove ha rivestito il ruolo di assistente di Nick Nurse. Durante l’offseason i Pacers sono stati molto attivi sul fronte degli scambi, senza però riuscire a finalizzare nessuna delle trattative avviate.
“We had a lot of opportunities and things we looked at in free agency – some that were published, and some that weren’t,” Kevin Pritchard says
— Tony East (@TEastNBA) November 25, 2020
Victor Oladipo, apparentemente desideroso di cambiare aria, è stato al centro dei rumors per diverse settimane; Myles Turner, centro titolare e ancora difensiva della squadra, è stato offerto insieme a McDermott ai Celtics in uno scambio per arrivare a Gordon Hayward.
Pritchard on Gordon Hayward: “we pursued as hard as we possibly could.”
— Tony East (@TEastNBA) November 25, 2020
Says negotiations between teams is private, but he said they told players if they were in talks.
Incapaci di concludere alcuna trattativa, i Pacers hanno infine deciso di puntare sulla continuità e riprovare un altro anno con questo gruppo, sperando nello sviluppo interno dei giocatori e una stagione più fortunata dal punto di vista degli infortuni.
Un giocatore da tenere d’occhio: Myles Turner
Il centro dei Pacers viene indubbiamente da una stagione deludente. Non è un caso che la stessa sia corrisposta all’annata da All-Star del compagno di reparto, Domantas Sabonis: la convivenza dei due giocatori non è semplice, e tra i due Myles è stato il giocatore più sacrificato, specie nella metà campo offensiva.
Tra gli incarichi del nuovo allenatore, stabilire un sistema offensivo in grado di utilizzare al meglio le doti di Turner è sicuramente una priorità. L’intenzione, almeno per il momento, sembra essere quella di continuare col doppio lungo. Bjorkgren ha dichiarato di essere positivo sulla riuscita dell’esperimento, citando l’esperienza ai Raptors con la coppia Ibaka-Gasol. Turner e Sabonis sono una coppia di lunghi abbastanza diversa dai due ex Raptors, in quanto tiratori nettamente peggiori complessivamente, ma ci sono comunque alcune similarità e Turner può riprendere alcuni set utilizzati a Toronto per Ibaka.
L’intenzione dei Pacers è quella di aumentare il volume di triple tentate da Myles, per rendere Turner un tiratore credibile anche ai Playoff e ottenere così le spaziature necessarie per operare contro una difesa schierata.
“He’s gonna get the green light to shoot a lot of threes, and early threes” Kevin Pritchard says of Myles Turner
— Tony East (@TEastNBA) November 25, 2020
Tentativo fatto in parte già nella stagione precedente (da 3.3 3PA a 4.9 sui 36 minuti, 34.4% al tiro dalla distanza), ma che ora i Pacers devono portare al livello successivo per poter far funzionare la coesistenza con Sabonis- aspettatevi un aumento di tentativi anche da parte sua.
Nella serie contro Miami, Turner – pur giocando come unico lungo in campo per i Pacers – è risultato spesso indeciso e troppe volte si è ritrovato a passare triple aperte, mettendo in difficoltà i compagni con pochi secondi sul cronometro. Come risultato i Miami Heat, e in particolare Bam Adebayo, non hanno minimamente rispettato il suo tiro, scegliendo invece di riempire l’area e rendere difficile ogni penetrazione agli esterni dei Pacers.
Per quel poco che si è visto nelle partite di preseason, Turner sembra essere molto più deciso e rapido nelle scelte. Il “via libera” di Nate Bjorkgren potrebbe sbloccare definitivamente questo aspetto del suo gioco, dandogli estrema fiducia.
Il miglior scenario possibile
Dopo essere usciti al primo turno per cinque anni consecutivi, a Indiana c’è voglia di cambiamento. Nello scenario ideale, l’arrivo di Nate Bjorkgren è la ventata d’aria fresca tanto agognata in una piazza che vuole raggiungere lo step successivo: le semifinali di conference.
Chi è Nate Bjorkgren?
Come detto in precedenza, Nate arriva da Toronto, dove rivestiva il ruolo di assistente allenatore di Nick Nurse. I due hanno una storia insieme lunghissima, che risale fino al 2007, anno in cui Nurse allenava Iowa Energy nella lega di sviluppo della NBA. Bjorkgren e Nurse hanno condiviso moltissime esperienze, da compagni e da avversari, fino alla panchina dei Raptors e il titolo nel 2019. I due allenatori hanno perfezionato insieme negli anni la loro filosofia di gioco, lavorando fianco a fianco persino per decine di ore al giorno nel seminterrato di Nurse.
Quando si sono separati da McMillan, i Pacers hanno visto in Bjorkgren un allenatore al passo coi tempi, capace di creare un grande rapporto di fiducia coi giocatori e di innovare costantemente il proprio gioco per superare gli avversari.
Brogdon mentioned that he talked with Kyle Lowry and other Raptors players about Nate Bjorkgren. Said he seems like a players coach.
— Tony East (@TEastNBA) December 3, 2020
“Incredibly creative and interactive,” is the feedback Brogdon got from others.
Per il momento i giocatori sembrano aver accolto con grande entusiasmo il nuovo allenatore: McDermott ha definito il training camp “uno dei più divertenti a cui io abbia mai preso parte”. Simpatica anche l’idea di assegnare la cintura da campione al miglior giocatore dell’allenamento. Una cintura che viene assegnata a un giocatore diverso a ogni allenamento, e che premia le singole giocate così come comportamenti degni di nota fuori dal campo.
for deflecting the most passes in today’s practice, @EdmondSumner was named the champ ?? pic.twitter.com/EIZaec85gW
— Indiana Pacers (@Pacers) December 4, 2020
Gli Indiana Raptors
Avendo lavorato per così tanti anni al fianco di Nick Nurse, le idee che il nuovo allenatore porterà a Indiana sono per forza di cose estremamente simili a ciò che abbiamo potuto vedere negli ultimi due anni a Toronto.
Proprio come Nurse, anche Bjorkgren concentra il proprio focus sulla metà campo difensiva. I Pacers cercheranno di rinnovare costantemente i propri schemi difensivi a seconda dell’accoppiamento – pensate alla box-and-one utilizzata contro Steph Curry alle Finals – ma l’idea di base è quella di una difesa estremamente aggressiva, in grado di mettere in difficoltà l’attacco avversario con aiuti costanti e in anticipo sulle penetrazioni verso il centro.
Questo tipo di difesa è molto efficace se l’esecuzione è corretta, ma al tempo stesso è una coperta estremamente corta che rischia di far pagare alla difesa ogni minimo errore nelle rotazioni.
LA DIFESA DEGLI INDIANA PACERS
— Lorenzo Pasquali (@lory_pasquali) December 15, 2020
“Disruptive” e “fill the gaps” i concetti chiave della difesa di Nate Bjorkgren. Il rischio è quello di rimanere scoperti sul perimetro e arrivare in ritardo con le rotazioni. pic.twitter.com/ZwmA7YlQxd
I Raptors hanno applicato la stessa filosofia difensiva l’anno scorso, concludendo la stagione regolare come seconda miglior difesa del campionato, nonostante fossero secondi anche per triple concesse agli avversari. La chiave per capire questa apparente dicotomia è nell’identificare a chi – e come- i giocatori di Toronto concedevano il tiro aperto dalla distanza. Il più delle volte gli avversari prendevano il tiro da tre con uno dei peggiori tiratori in campo (per percentuali o in quanto tiratori insicuri), e spesso i Raptors riuscivano comunque a contestare grazie alla rapidità e lunghezza dei propri difensori.
A Indiana manca sicuramente un profilo simile ai Siakam, Anunoby e Boucher di turno, per cui sarà interessante capire quanto lo stesso approccio difensivo sarà replicabile – soprattutto volendo utilizzare il doppio lungo, un assetto fisiologicamente più lento del normale. In attacco i Pacers proveranno a emulare ciò che si sta vedendo in giro per la lega da un anno a questa parte: quintetti con molteplici portatori di palla in campo, alto volume di triple – rispettivamente 44 e 40 quelle tentate nelle due prime partite di preseason – e ritmi elevati.
Il peggior scenario possibile
Se proviamo a fare un pronostico il più possibile pessimistico sul piano dei risultati, probabilmente non raggiungere nemmeno i playoffs – magari venendo eliminati al play-in – è fin dove possiamo spingerci per questa stagione. Per farlo, è però necessario scindere le performance sul campo (il fit tra i giocatori, il personale a disposizione) dai problemi che potrebbero sorgere nello spogliatoio qualora le prime settimane non dovessero andare per il verso giusto.
Abbiamo parlato in precedenza degli scambi sfumati all’ultimo in questa offseason. Giocatori come Turner e McDermott hanno ancora fiducia nell’organizzazione? Quale sarà la reazione dei compagni nei confronti di Victor Oladipo, quando arriveranno 3-4 sconfitte consecutive? Oladipo ha reso più o meno nota pubblicamente la volontà di non far più parte della franchigia, salvo poi tornare sui suoi passi una volta appreso di non avere abbastanza mercato all’interno della NBA.
A far sorgere ancora più dubbi sui rapporti tra Oladipo e i compagni di squadra è anche lo scambio di battute tra la gemella dell’ex All-Star e Myles Turner su Twitter, dove la ragazza sostanzialmente accusa il centro di raccontare falsità su Oladipo ai giornalisti.

A domanda diretta dei giornalisti, Oladipo ha commentato in modo criptico riguardo la sua volontà di rimanere ai Pacers: “È fuori dal mio controllo. Sono concentrato sul presente”. Al ritorno dall’infortunio, Oladipo si è reso protagonista di alcune giocate “particolari”, come passare la palla a Turner per poi corricchiare in difesa con 14 secondi sul cronometro dei 24…
…o scontrarsi in pieno con Brogdon per l’assenza totale di comunicazione tra le due guardie.
Proprio quest’ultima azione, a confine tra il comico e il demoralizzante, ci dà lo spunto per parlare di un problema più prettamente tecnico-tattico: il fit delle coppie Turner-Sabonis e Oladipo-Brogdon. Per quanto riguarda la coppia di lunghi abbiamo già intuito quale potrebbe essere la soluzione in attacco – a patto che Turner tiri con buone percentuali- ma in difesa sarà da valutare la capacità dei lunghi di muoversi velocemente per il campo e fare quello che a Toronto è richiesto a Siakam: un giocatore dalle caratteristiche fisiche drasticamente differenti da Turner e Sabonis.
Su Oladipo e Brogdon ci sono dubbi principalmente sulla metà campo offensiva, e su quell’intesa che nelle poche partite giocate dalla coppia è sembrata mancare. Fin troppe volte nella serie contro Miami abbiamo visto i due cercare di creare qualcosa dal palleggio a turno, senza provare a coinvolgersi reciprocamente.
Previsione finale
I Pacers sono da anni una squadra solidissima e col cambio di panchina proveranno a stupire, rinnovandosi senza però perdere quanto costruito con questo gruppo in passato.
La minaccia degli infortuni è presente per tutte le squadre, ma i Pacers sono stati effettivamente una delle squadre più colpite nella passata stagione: il quintetto titolare ha giocato in tutto solo 86 minuti – una miseria se rapportata all’intera stagione regolare. Se riescono ad evitare altre assenze prolungate per infortunio, penso che i Pacers abbiano un posto sicuro ai playoffs. Nel migliore dei casi posso addirittura immaginarli al quinto posto della Eastern Conference; nel peggiore li vedo comunque ottavi.
Provando ad indovinare il numero di vittorie finale, credo che i Pacers concluderanno la stagione regolare intorno alle 42 vittorie, per poi uscire al primo turno dopo sei o sette partite.