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Preview Thunder 20/21: la strada vecchia per quella nuova

Francesco Contran by Francesco Contran
17 Dicembre, 2020
Reading Time: 13 mins read
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PREVIEW OKC THUNDER

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia

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RECORD 2019/20: 44-28.

IN: Aleksej Pokuševski (draft), Theo Maledon (draft), Al Horford (trade), Admiral Schofield (trade), George Hill (trade), Trevor Ariza (trade), TJ Leaf (trade), Justin Jackson (trade), Josh Hall (two-way), Ömer Yurtseven (Exhibit 10), Kenrich Williams (trade), Frank Jackson (free agent), Darius Miller (trade), Moses Brown (two-way).

OUT: Chris Paul, Dennis Schröder, Danilo Gallinari, Steven Adams, Terrance Ferguson, Abdel Nader, Nerlens Noel, Andre Roberson, Devon Hall, Deonte Burton.

ROSTER 2020/21:

G: Shai Gilgeous-Alexander, George Hill, Luguentz Dort, Theo Maledon, Frank Jackson, Hamidou Diallo, Ty Jerome;

F: Darius Bazley, Admiral Schofield, Justin Jackson, Kenrich Williams, Aleksej Pokuševski, Josh Hall, TJ Leaf, Isaiah Roby, Darius Miller, Trevor Ariza;

C: Al Horford, Mike Muscala, Moses Brown, Ömer Yurtseven;

Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che lascia, non quel che trova. Questo proverbio italiano è particolarmente calzante per descrivere la situazione degli Oklahoma City Thunder che vedremo nella prossima stagione. Dopo un intero decennio di competizione in cui si è puntato a un titolo che non è arrivato, OKC lascia la strada vecchia che li ha visti 9 volte in 10 anni ai playoff, per intraprendere una ricostruzione di cui non si conoscono ancora durata ed efficacia. Cinque degli otto principali uomini di rotazione ai playoff non vestiranno più la canotta dei Thunder e, a conti fatti, il giocatore da più tempo a roster è Hamidou Diallo, il campione delle schiacciate che si appresta a cominciare il suo terzo anno nella lega.

Presti ha venduto tutti i giocatori che non rientravano nella timeline di Shai Gilgeous-Alexander, Lu Dort e Darius Bazley per ricavare un’immensa quantità di scelte al draft con cui ripianificare il futuro della franchigia. E per la prima volta dalla loro fondazione, gli Oklahoma City Thunder si ritroveranno in una situazione in cui non competeranno per i playoff. Ciò non significa che manchino spunti interessanti per seguire la stagione, perché per quanto si sia avviata una ricostruzione massiva, ci sono diversi giovani pronti a mettersi in luce e un nuovo head coach di cui scoprire la filosofia.

 

Un giocatore da tenere d’occhio: Darius Bazley

Il roster degli Oklahoma City Thunder è ricco di giovani prospetti interessanti e veterani appetibili. Ho deciso però di avere un occhio di riguardo per la giovane ala, classe 2000, che ben si è comportata nella bolla di Orlando. Bazley non ha frequentato il college e si è preparato al draft NBA seguito dall’ex Heat Mike Miller, mentre lavorava con New Balance tramite un internship. Comprensibilmente, trovandosi catapultato nel campionato più competitivo del mondo, si è dimostrato inizialmente molto acerbo, pur con ottime potenzialità.

Nelle sue opportunità dalla panchina ha mostrato buoni lampi difensivi, un buon ball handling e tanta inesperienza, che lo ha portato spesso a schiantarsi al ferro contro difensori più grossi ed esperti di lui. Dei suoi cento tentativi dall’arco, tiro che non ha mai esitato a prendere, solo 30 hanno trovato il fondo della retina, prima che un problema al ginocchio riscontrato il 9 febbraio lo lasciasse fuori dai giochi fino alla bolla.

Poco meno di sei mesi dopo, Darius si è presentato nella bolla notevolmente migliorato, con un salto di qualità che si vede tipicamente dall’anno da rookie al secondo anno. Con un lavoro sul tiro effettuato con l’assistant coach Brian Keefe e una maggiore esperienza sul campo da gioco, è arrivata anche la sicurezza nei propri mezzi. Bazley ha così incrementato le sue cifre, passando da 4.5 punti, 3.7 rimbalzi e 0.5 assist in 17 minuti a 13 punti di media e il 46.3% dall’arco, nonostante un incremento di 3 tentativi dalla lunga distanza.

Il miglioramento è stato in ogni aspetto del gioco, compresa la difesa, e anche nella postseason Darius si è ben comportato. Chiamato a incidere dalla panchina come sostituto di Gallinari, il classe 2000 non ha mostrato alcun segno di timidezza, mandando a segno 11 delle 22 triple prese, dimostrandosi capace di cambiare in difesa e dando prova di una buona personalità. L’impatto è stato ampiamente positivo, fatto assolutamente non scontato per un rookie in una serie equilibrata finita in 7 gare, tanto che molti osservatori di OKC l’avrebbero voluto vedere da 5 tattico al posto di Adams per contrastare lo small ball di Houston.

La maggiore fiducia acquisita e l’esperienza si traducono in un migliore controllo. Anche fuori controllo Darius sembra sapere cosa fare

 

Al training camp Darius si è presentato dicendo di aver lavorato su tutti gli aspetti del proprio gioco, e ha dichiarato di voler marcare ogni tipo di giocatore sul parquet. E in effetti Bazley ha dimostrato di saper cambiare dal 2 al 4, quindi è plausibile che possa provare a realizzare la sua ambizione, anche se chiaramente non ha la stazza fisica per marcare i centri più pesanti della lega. Mark Daigneault, il nuovo head coach dei Thunder, ha affermato come il ragazzo sia decisamente in grado di passare il pallone, cosa che aveva fatto vedere in preseason e in summer league. Comprensibilmente, una squadra che lottava per i playoff non poteva permettersi di sperimentare con un rookie, ma ora che i veterani non sono più in squadra è probabile che vedremo diversi possessi con Darius da portatore primario.

La speranza è che possa dimostrare di avere la capacità di creare per i compagni, per diventare nel migliore dei casi una point forward in grado di difendere e di tirare da tre. Il potenziale del ragazzo sembra infinito, e starà a lui lavorare col coaching staff per svilupparlo nella migliore direzione. Dopo questa stagione capiremo davvero chi e cosa potrà diventare Darius Bazley in questa lega, ma le premesse sono decisamente interessanti.

 

Il miglior scenario possibile

Non è immediato capire quale possa essere la stagione ideale per i Thunder. Chiaramente ciò non dipenderà dal record che avrà la squadra a fine regular season, perché come detto sembra alquanto irrealistico pensare ai playoff. Piuttosto sarà lo sviluppo dei giocatori a roster, la chimica di squadra e il desiderio di competere ogni sera a misurare il successo della stagione. Shai Gilgeous-Alexander, Darius Bazley, Luguentz Dort, Theo Maledon, Aleksej Pokuševski, Frank Jackson, Josh Hall, Hamidou Diallo, Ömer Yurtseven, Moses Brown e Isaiah Roby sono tutti nati dal 1998 in avanti. Ty Jerome e Admiral Schofield hanno appena concluso la stagione da rookie e TJ Leaf è un classe ’97.

È chiaro che con tanti giovani l’obiettivo principale deve essere lo sviluppo, e starà allo staff di coach Daigneault, in collaborazione con l’affiliata in G League dei Blue, operare in tal senso. Inoltre, responsabilità dei miglioramenti dei giovani ragazzi sarà anche dei veterani. Con un Trevor Ariza che per motivi familiari non scenderà in campo per un indefinito periodo di tempo, sarà compito di George Hill e Al Horford riprendere le orme di Chris Paul come leader e mentori della squadra, concentrandosi per competere in ogni partita.

Daigneault on George Hill: “He’s very verbal and active with the guys. His main source or leadership is how he goes about his business. He doesn’t take a play off. That’s the kind of environment we are trying to teach. He’s been a great influence.”

— Brandon Rahbar (@BrandonRahbar) December 9, 2020

In ogni progetto di tanking il rischio è di vedere molte partite senza un significato, con la squadra perdente sotto di 30 punti che dà spazio ai giovani senza alcuna prospettiva di vincere. Ciò non deve assolutamente accadere. In questo senso, la culture che si respira nell’ambiente dei Thunder dovrebbe aiutare. È noto come a OKC si prenda molto seriamente ogni aspetto della vita dei giocatori, con una cura dei dettagli da parte degli addetti ai lavori che ha del maniacale: è stato ad esempio riportato come prima e dopo ogni allenamento i palloni siano sempre ordinati con la scritta Spalding in bella vista. Si tratta di un dettaglio, ma la speranza è che questa attenzione alle piccole cose venga trasmessa a tutti gli under 23, in modo che passi il messaggio corretto. La ricostruzione deve essere una soluzione temporanea e non sfociare in un progetto senza capo né coda, perché poi è molto complicato ritornare ad alti livelli, come testimoniano le ultime stagioni di Knicks e Kings, e fino a un paio di anni fa anche dei Suns.

Con un quintetto titolare che conterà al suo interno certamente SGA, Dort, Bazley e Horford, il miglior scenario possibile vedrebbe il miglior giovane dei Thunder diventare All Star, dimostrandosi capace di essere un creatore primario con la palla in mano per la maggior parte del tempo, con un miglioramento nei passaggi e nell’efficienza al tiro. Luguentz Dort si candiderebbe a un quintetto difensivo All-Nba, mostrando progressi al tiro da tre e facendo vedere le stesse letture con la palla in mano che ha tentato nella regular season della bolla. Insomma, Dort diventerebbe negli anni per i Thunder un qualcosa di simile a quello che è Marcus Smart per i Celtics, e cioè un giocatore preziosissimo per ogni contender.

Bazley confermerebbe i miglioramenti della bolla, candidandosi magari al MIP, e dimostrandosi un solido titolare. Horford ripeterebbe, proporzionalmente al suo talento, la stagione di Chris Paul, mostrando le qualità che hanno spinto i Sixers a dargli il pesante contratto che si ritrova. Leader dello spogliatoio e mentore dei giovani, Al potrebbe subire una rinascita come 5 che allarga il campo e leader difensivo che potrebbe spingere, in uno scenario più che ideale, qualche contender con un pezzo mancante ad offrire una scelta per ottenerlo.

Un discorso simile va fatto per l’altro veterano George Hill, che diventerebbe il mentore delle guardie dei Thunder, dispensando con la sua esperienza molti consigli preziosi al giovane Maledon e alle altre guardie. Se mantenesse le eccellenti percentuali dall’arco della scorsa stagione, ci sarebbe la fila delle contender per ottenerlo. E Sam Presti incasserebbe un’altra scelta da aggiungere all’immensa collezione che già possiede.

Quanto ai giovanissimi rookie Maledon e Pokuševski, è difficile capire quale sia il miglior scenario per loro. Il francese ha faticato in una squadra di Eurolega in cui ha giocato poco e condiviso il campo spesso con altre due pointguard, finendo per vedere le sue quotazioni abbattute. Okc può permettersi di dargli tempo e spazio per giocare, sbagliare ed imparare, ed è ciò che serve a Theo. Profilo simile fisicamente a Gilgeous-Alexander, ha dei lampi da passatore forse anche migliori, ed è un atleta alquanto veloce, ma non è presentabile in difesa a questi livelli. Ha dimostrato di saper giocare off-the-ball e, anche se non è un cecchino, sa tirare dall’arco. Per lui sarà molto importante trovare lo spazio e l’ambiente giusto per sviluppare il suo talento. Al suo esordio in preseason ha letto bene il gioco palla in mano e si è mostrato molto determinato. Se continua così potrebbe diventare un bel giocatore.

Discorso simile si può fare per il serbo, spedito in A2 greca dall’Olympiakos dopo che aveva dichiarato la sua volontà di giocare in NBA. Pokumon non gioca da parecchio tempo e il materiale che abbiamo su di lui è datato e risalente a competizioni la cui competitività non era elevata. Con i suoi 7 piedi abbondanti di altezza, una wingspan attorno ai 225 cm e soli 89kg di peso, fisicamente non è ancora pronto per questi livelli. Al training camp sta marcando principalmente le ali, mentre in attacco potrebbe giocare da 4 o da small 5, sacrificando però la protezione del ferro. Pokuševski è infatti un palleggiatore d’élite per il ruolo e ha ottimi istinti da passatore, come ha provato nel suo primo possesso della preseason.

Aleksej Pokusevski's ability to run the PnR and make reads like this as a seven footer is so exciting. Poku is just built different. #ThunderUp pic.twitter.com/GJeypfeTN6

— Mark (@MarkC_NBA) December 13, 2020

Nonostante un 32% dall’arco in A2 greca, ha una buona mano dalla linea della carità (ha segnato circa l’80% dei suoi tiri). La meccanica è buona e il rilascio velocissimo. Poku non esita a prendere il tiro dall’arco, e quando ci prende la mano è una gioia per gli occhi.

Quel rilascio mi fa già impazzire

Ha ottimi istinti per la stoppata, ma non è in grado di passare sopra i blocchi in difesa. Il migliore scenario per lui è quello di essere più pronto del previsto, e di trovare in Horford il miglior mentore possibile. Non giocherà più di venti minuti a gara, ma dovrà far tesoro di ogni esperienza. Anche perché potenzialmente è qualcosa di mai visto prima su un campo da basket.

Non avrà mai il fisico di Dwight Howard, ma deve mettere su almeno una decina di kg, senza perdere velocità. Si tratta del classico prospetto boom or bust: nel migliore dei casi diventerà una stella, nel peggiore un Thon Maker. I Thunder, visto l’investimento fatto per averlo, sperano nel boom.

Quanto ai restanti giovani a roster, la cosa migliore sarebbe che tutti riuscissero ad esprimere il loro talento in un ambiente sano. Schofield è un carro armato dotato di range al college che ha faticato nella stagione da rookie, ed è auspicabile che impari a stare in campo e ad adattarsi al basket NBA. Frank Jackson era sul taccuino di Presti nel 2017, ma finì a New Orleans dove anche a causa di infortuni non ha espresso al meglio il suo talento. Nel migliore dei casi si rivelerebbe una buona backup pointguard.

Un discorso simile si potrebbe fare per tutto il roster, che prevedrebbe un miglioramento di tutti i giocatori in un ambiente sano. Starebbe a Presti scegliere chi tenere e chi vendere, con un positivo imbarazzo della scelta. Rivitalizzare i veterani fuori dai campi NBA per problemi di infortuni, e penso a Darius Miller, sarebbe decisamente positivo.

La ciliegina sulla torta sarebbe ottenere la prima scelta al draft del 2021 e draftare un futuro MVP. Presti l’ha fatto tre volte, la speranza è che sia ancora capace.

 

Il peggior scenario possibile

Tipicamente un giocatore giovane per svilupparsi ha bisogni di tre elementi chiave: tempo, un ambiente sano e stabilità. Se gli Oklahoma City Thunder potranno garantire il tempo, è difficile pensare che possano garantire anche la stabilità. Dopo tutte le mosse dell’offseason pare che il roster non resterà questo fino a fine stagione, e si scommette già su dove andranno a finire Ariza e Hill. Quanto tempo passerà prima che finiscano sul mercato altri giocatori per ricavare delle seconde scelte, o semplicemente per provare a vedere cosa possono fare altri giovani ai margini della lega? Crescere in questo tipo di ambiente non sarà facile, con il pensiero che il prossimo ad essere ceduto potresti proprio essere tu. E un rischio del rebulding è proprio questo: i giocatori di seconda fascia che potrebbero avere la loro grande occasione mentalmente potrebbero soffrire questa situazione.

Quanto all’ambiente sano, è vero che ad Oklahoma City si respira competitività, ma ora che non c’è più nessuno del vecchio corso quanto durerà? Nel peggiore scenario possibile poco, con Shai Gilgeous-Alexander pronto a brillare, ma senza riuscire a imporsi come leader. Inoltre diamo tutti per scontato che i veterani vorranno aiutare i giovani e giocare bene per provare ad attirare l’attenzione di squadre competitive, come nel caso di Chris Paul. Sarà davvero così? Siamo certi che invece Horford non si limiterà a fare il compitino e incassare i milioni? Presti conosce bene i rischi della ricostruzione e di cosa può capitare in queste situazioni e auspica che non ciò non accada, ma non può averne la totale certezza.

Quanto ai giovani, la competizione sana per avere minuti potrebbe trasformarsi in un qualcosa di tossico, con ogni giocatore che va in campo pensando a gonfiare le proprie statistiche e non al bene della squadra. Se OKC non resterà una squadra, ma diventerà un’accozzaglia di individualità, ci ritroveremmo di fronte a un anno sprecato e a un peggioramento deciso dell’ambiente.

Ho parlato prima dei nuovi acquisti principali e del loro potenziale, ma ci sono anche molti dubbi riguardo al loro sviluppo. Pokuševski all’esordio, nonostante le 4 triple e i 14 punti, ha avuto dei blackout preoccupanti in attacco ed è stato fisicamente spazzato via in difesa in un paio di occasioni. Se si rivelasse un bust, nonostante il talento, i peggiori incubi dei tifosi si manifesterebbero. Anche perché Pokumon è di fatto il principale giocatore derivato dalla trade per Paul.

Sembra quasi che questi vuoti derivino dal fatto Poku abbia paura dei contatti, e a ragione, visto come viene spazzato via nell’ultima clip

 

Insomma, il peggior scenario per i Thunder è dare il via a una discesa verso i bassifondi della lega senza prospettive particolari di crescita. Il rischio è di ritrovarsi in ricostruzione per più di cinque anni con lo svantaggio di avere un mercato piccolo.

 

Previsione finale

Per quanto non ritenga i Thunder così deboli come sono stati dipinti dai media, credo che finiranno negli ultimi tre posti a Ovest. E quanto allo scenario che si verificherà, sostengo che l’armonia tra front office e coaching staff, unite alla stima di cui gode coach Daigneault, porteranno a una stagione più positiva che negativa.

Sarà impossibile il totale verificarsi del migliore scenario possibile, ma ho fiducia nei giovani e nello staff di OKC. Penso che sarà molto interessante vedere anche gli esperimenti dell’allenatore, che in preseason ha già rispolverato quintetti con tre point-guard, marchio di fabbrica di Donovan, provando anche quattro guardie sul parquet. Tra i giovani già a roster, i nuovi arrivati e i probabili esperimenti, abbandonare la strada vecchia di playoff per la strana nuova del rebuilding potrebbe essere divertente.

Tags: Darius BazleyMark DaigneaultNBA PreviewOklahoma City ThunderShai Gilgeous-Alexander
Francesco Contran

Francesco Contran

Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.

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