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Preview Magic 20/21: non dubitare, il dubbio uccide

Davide Possagno by Davide Possagno
16 Dicembre, 2020
Reading Time: 16 mins read
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Magic 20

Copertina a cura di Francesco Ricciardi

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RECORD 2019/20: 33-40

IN: Cole Anthony (Draft, rookie contract), *Chuma Okeke (Draft, rookie contract), Dwayne Bacon (FA, biennale da 3.5 milioni), Jordan Bone (FA, two-way contract), Karim Mane (FA, two-way contract), Robert Franks (FA, training camp contract), Devin Cannady (FA, training camp contract), Jon Teske (FA, training camp contract).

OUT: D.J. Augustin (Milwaukee Bucks), Wesley Iwundu (Dallas Mavericks), B.J. Johnson (Miami Heat), Vic Law (FA), Melvin Frazier Jr. (FA).

*Okeke fu scelto al Draft 2019 alla numero 15 ma, a causa di un infortunio al legamento crociato del ginocchio sinistro patito durante la March Madness 2019, i Magic hanno scelto di firmarlo a partire dalla stagione 2020/2021.

ROSTER 2020/21

G: Markelle Fultz, Evan Fournier, Terrence Ross, Michael Carter-Williams, Cole Anthony, Jordan Bone, Karim Mané, Devin Cannady

F: Aaron Gordon, *Jonathan Isaac, James Ennis III, Al-Farouq Aminu, Gary Clark, Dwayne Bacon, Chuma Okeke, Robert Franks

C: Nikola Vučević, Khem Birch, Mohamed Bamba

*Isaac salterà tutta la stagione 2020/2021 a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro.

“Non dubitare di te stesso, il dubbio uccide”

Robert McCall (Denzel Washington)

Queste le parole che Robert McCall, personaggio interpretato da Denzel Washington nel film “The Equalizer”, rivolge a un’aspirante guardia giurata durante un duro allenamento. La parte finale della citazione calza a pennello con l’attuale situazione degli Orlando Magic, autori di una stagione 2019/2020 sostanzialmente uguale a quella precedente, quantomeno dal punto di vista dei risultati ottenuti. La squadra di Coach Clifford, infatti, ha disputato una regular season mediocre, anche a causa di numerosi infortuni, qualificandosi ai Playoffs da ottava e uscendo al primo turno in cinque gare contro i Milwaukee Bucks.

È doveroso però spezzare una lancia a favore di Coach Clifford, che, con una squadra falcidiata dagli infortuni (Aminu, Isaac, Gordon, Carter-Williams, Bamba, tutti giocatori di rotazione che non hanno messo piede in campo nei Playoffs), è riuscito a impensierire Antetokounmpo e soci per almeno un paio di partite (gara 1 e gara 4) con un piano partita preparato ad hoc per punire i punti deboli della squadra del Wisconsin. In particolare, il coach ex Hornets ha puntato molto sul pick and pop con Vučević da bloccante per sfruttare i drop profondi di Lopez, sulle uscite dai blocchi dei vari Augustin, Fournier e Ross e su un ritmo alto per cercare di attaccare prima che i Bucks potessero schierarsi in difesa; di conseguenza, come si può vedere dalla tabella seguente, sono drasticamente aumentati i tiri da dietro l’arco e dal midrange a discapito delle incursioni in area, che sono notevolmente diminuite.

3FGA/3FGM3PT %% PTS 3PT% PTS MIDRANGEREST. AREA FGAREST. AREA FG%PACE
REGULAR SEASON11.1/32.234.3% (25°)30.9% (21°)10.4% (10°)26.363.2% (18°)98.9 (26°)
PLAYOFFS15.0/37.737.7% (4°)42.1% (3°)15.7% (1°)15.453.2% (16°)104.6 (1°)
Statistiche da NBA.com/stats

Purtroppo, però, i Magic non disponevano dei migliori interpreti per questa strategia (a differenza dei Miami Heat), ma in questa serie potrebbero aver trovato valide alternative da proporre nella prossima regular season per cercare di migliorare una fase offensiva spesso stagnante allargando il campo, aspetto di cui beneficerebbero enormemente Fultz, Gordon e il rookie Cole Anthony. Nikola Vučević, principale terminale offensivo di Orlando da due stagioni, ha dimostrato di sapersi adattare perfettamente a questo nuovo tipo di gioco: il montenegrino nelle cinque gare contro i Bucks ha viaggiato a 28 punti con il 60% di true shooting, 11 rimbalzi e 4 assist in 37 minuti di media, aumentando sensibilmente sia i tentativi che la percentuale da oltre l’arco (41% su 8.8 tentativi). Chiaramente sarà difficile che Vučević mantenga questo volume e questa efficienza per 72 partite, ma se nel corso della prossima stagione dovesse tentare circa 6 triple a gara convertendole con una percentuale attorno al 37%, sarebbe un enorme passo avanti.

Tuttavia, la stagione 2020/2021 dei Magic (la terza con Steve Clifford alla guida) potrebbe essere molto simile alle precedenti due: durante la scorsa offseason, la dirigenza della squadra della Florida – complice anche una situazione salariale poco flessibile – non ha saputo colmare le lacune del roster, specialmente quelle riguardanti la creazione, e per i Magic si prospetta un’altra buona annata dal punto di vista difensivo, ma ancora sotto la media per quanto riguarda la fase offensiva. Per questo i Magic devono decidere alla svelta se continuare su questa strada o rifondare cercando di sviluppare i giovani. Perché, appunto, “il dubbio uccide”.

 

Un (+1) giocatore da tenere d’occhio: Markelle Fultz

Nella scelta del giocatore da seguire avrei voluto spendere del tempo per valutare con attenzione se scrivere di Jonathan Isaac o Markelle Fultz. Purtroppo, però, l’ala da Florida State rivedrà il parquet solamente nella stagione 2021/2022 a causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro avvenuta nella sfida contro i Kings del 2 agosto scorso. Isaac ha disputato una regular season 2019/2020 da Defensive Player Of the Year e da All-Defensive Team e la prossima stagione sarebbe potuta essere quella del suo definitivo salto di qualità.

A questo punto la scelta è facilmente ricaduta sull’ex 76ers Markelle Fultz, che al terzo anno nella lega ha di fatto appena concluso la sua stagione da rookie. Il prodotto di Washington, infatti, dopo le prime due stagioni tormentate da numerosi e complicati infortuni (ne abbiamo parlato qui) e in cui ha giocato solamente 33 partite, ha finalmente ritrovato continuità da questo punto di vista, disputando 72 partite in regular season (ne ha saltata solamente una a causa di un problema intestinale) e 5 nei Playoffs.

In questo video vengono analizzati i motivi per i quali nel 2017 Markelle Fultz era considerato la prima scelta assoluta quasi all’unanimità

Come si può vedere nel video qui sopra, il Markelle Fultz di Washington è stato uno dei giocatori più completi e pronti della storia recente del college basketball e nella scorsa stagione è finalmente riuscito a mettere in mostra alcune delle sue migliori qualità: dopo essere partito dalla panca per le prime cinque partite, il prodotto di Washington è entrato stabilmente in quintetto (ad esclusione di alcune partite nella bolla di Orlando), conquistandosi sempre più minuti e ritrovando una continuità di prestazioni che mancava da quasi 3 anni. Fultz ha viaggiato a 12.1 punti di media con il 52% di TS%, 5.1 assist, 3.3 rimbalzi e 1.3 recuperi, cifre che ai Playoffs sono rimaste quasi invariate. L’ex 76ers ha mostrato ottimi segnali sia come passatore, specialmente nei pick and roll, sia come finalizzatore al ferro (62% su 4.3 tentativi), soprattutto grazie alla sua abilità nel muoversi attorno ai difensori nel cuore dell’area.

Il tasto dolente è ovviamente legato al tiro, anche se in stagione si sono visti miglioramenti sostanziali: Fultz ha tirato dal midrange con il 42% e, nonostante i tentativi a partita siano pochi (2.4), sembra aver ritrovato fiducia in questo suo mezzo. La meccanica sembra molto più fluida e il movimento è compatto. Il grosso problema è il tiro dalla lunga distanza da fermo: il nativo di Upper Marlboro ha tirato da oltre l’arco con un misero 27% su meno di 2 tentativi a partita, ma l’aspetto più preoccupante è la forma di tiro, che risulta molto diversa da quella che utilizza dal midrange, essendo lenta, spezzata in due movimenti netti e con un punto di rilascio basso. Nel video seguente si può chiaramente vedere la differenza tra le due situazioni: quando Fultz non può mettersi in ritmo con un palleggio, è costretto a cambiare forma di tiro.

 

Tuttavia, la scorsa settimana coach Clifford ha dichiarato che Fultz ha lavorato molto sul tiro da 3 in offseason e che il punto di rilascio e la fluidità del movimento stanno lentamente tornando quelle del college; questo potrebbe essere un fattore importantissimo per i Magic e per Markelle stesso, che sarà chiamato a ricoprire un ruolo sempre più importante nella squadra della Florida.

 

Il “+1”: Chuma Okeke

Chuma Okeke è un’ala proveniente da Auburn scelta alla numero 15 dagli Orlando Magic nel draft 2019, che purtroppo è stata costretta a saltare tutta la stagione 2019/2020 a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro avvenuta nel marzo 2019. Okeke, assieme a Ennis III, Aminu, Bacon e Clark, farà parte della batteria di ali chiamate a sostituire Johathan Isaac nel corso della prossima stagione. Il prodotto di Auburn ha tutto per poter fare le veci di Isaac, almeno sulla carta: ha un corpo già pronto per la NBA (203 cm per 104 kg, con 213 cm di wingspan), è piuttosto atletico (aspetto da verificare dopo l’infortunio) e ha un tiro più efficace e naturale (39% in due anni di college su 3.7 tentativi) rispetto a quello di Isaac, per quanto non sia in grado di creare dal palleggio. Finisce bene al ferro, sa usare il proprio fisico nei mismatch ed è un giocatore intelligente che sa come muoversi in campo.

In difesa è meno impattante di Isaac (che è tra i migliori della lega), ma potenzialmente è un giocatore che può cambiare 1-5 ed è già ad oggi un ottimo difensore di squadra. Ovviamente queste considerazioni si riferiscono all’Okeke visto due anni fa ad Auburn, bisognerà capire quale sia la sua condizione fisico/atletica dopo oltre un anno e mezzo di stop, motivo per cui attualmente potrebbe non trovare spazio nelle rotazioni di coach Clifford.

 

Miglior scenario possibile…

Partiamo dalla situazione infortuni: Isaac salterà tutta la stagione, Terrence Ross è alle prese con una frattura all’alluce del piede sinistro, Mo Bamba, a distanza di diversi mesi, ha ancora problemi causati dal Covid-19 ed è sconosciuta la data del suo rientro, mentre Al-Farouq Aminu non è ancora in condizioni di scendere in campo dopo l’operazione al ginocchio destro dello scorso 7 gennaio. Verosimilmente, coach Clifford dovrà fare a meno di questi giocatori per le prime uscite, aspetto che potrebbe risultare decisivo in una stagione da 72 partite in pochi mesi.

Fatta questa premessa, passiamo ai punti chiave della prossima stagione degli Orlando Magic. Nei due anni con Clifford in panchina, i Magic sono stati una buona squadra in difesa, puntando ad abbassare il ritmo e commettendo pochi falli, nonostante la presenza di giocatori notoriamente non eccelsi nella propria metà campo (Augustin, Fournier, Vučević), ma poco brillante in attacco, soprattutto per quanto riguarda il tiro da fuori. Lo scorso anno i Magic hanno convertito solamente il 34.3% delle 32.2 triple tentate a partita (25esimi nella lega), hanno tirato complessivamente con il 44.4% dal campo (27esimi nella lega) e, nonostante siano in top 10 per palle rubate (8.2 a partita, ottavi nella lega), sono solamente ventesimi per punti in contropiede.

Coach Clifford ha cercato di aggiustare il tiro aggiungendo più giochi per i tiratori (Fournier e Ross) in uscita dai blocchi e utilizzando maggiormente handoff/dribble handoff, ma per fare il salto di qualità è necessario un ulteriore miglioramento, che potrebbe verificarsi proprio grazie all’esperienza della serie contro i Bucks degli scorsi Playoffs.

I Magic avranno come principali bocche di fuoco Nikola Vučević ed Evan Fournier tra i titolari, mentre Terrence Ross sarà l’ago della bilancia in uscita dalla panchina. L’ex 76ers sarà ancora una volta la prima opzione offensiva di coach Clifford e molto probabilmente sarà chiamato ad aumentare ulteriormente i suoi tentativi dall’arco per aprire il campo e liberare l’area. Fournier, invece, è nel contract year ed esce dalla miglior stagione in carriera, in cui ha viaggiato a 18.5 punti di media con il 40% da 3 su 6.6 tentativi, 2.6 rimbalzi e 3.3 assist.

L’ex Nuggets dispone di un repertorio offensivo sconfinato, si muove molto bene senza palla (98esimo percentile da tagliante con 1.7 punti per possesso) e, nonostante non sia particolarmente atletico, è molto abile a trovare la via del canestro in uscita da un blocco o dopo un pick and roll. A fine stagione sarà free agent, e di conseguenza cercherà di mettersi in mostra durante l’anno per avere la possibilità di monetizzare nell’estate 2021; questo potrebbe essere un vantaggio per la squadra di Clifford, specialmente per quanto riguarda la fase offensiva, essendo il francese uno dei pochi giocatori a roster in grado di creare dal palleggio.

Se Markelle Fultz è il giocatore più discusso del roster dei Magic a causa del suo recente passato, il secondo posto non può che spettare ad Aaron Gordon, passato dall’essere una pietra angolare per il presente e il futuro della franchigia a una promessa incompiuta, vittima negli ultimi due anni di una regressione tanto inspiegabile, quanto inesorabile, tanto che in diverse occasioni è sembrato essere con le valigie in mano pronto a cambiare aria.

L’ex Arizona era chiamato a riscattare la deludente stagione 2018/19, ma l’inversione di tendenza non si è verificata completamente: Gordon ha diminuito la sua produzione offensiva per il terzo anno consecutivo (solo 14.4 punti di media), ha tirato con un mediocre 43% dal campo (secondo peggior dato in carriera) e con il 31% da 3, passando dai 5.9 tentativi di 2 anni fa a solamente 3.8. A farla breve, “Air Gordon” è peggiorato in quasi tutti gli aspetti riguardanti il tiro sia da fermo che dal palleggio, e la causa principale di questa regressione è una pessima shot selection.

 

Guardando il bicchiere mezzo pieno, in attacco il 24enne dei Magic ha dato il suo meglio da tagliante, posizionandosi nel 92esimo percentile nella lega con 1.54 punti per possesso, e nelle conclusioni al ferro, chiuse con una percentuale del 68% (+5% rispetto all’anno scorso). Ha inoltre confermato i progressi riguardanti il playmaking, mantenendo i 3.7 assist di media della stagione 2018/2019, ma migliorando il rapporto assist/palle perse (da 1.78 a 2.28).

 

Per quanto riguarda la fase difensiva, invece, Gordon ha disputato una buona stagione: ha costretto gli avversari diretti a tirare con l’1.5% in meno dal campo rispetto alla loro media e con il 4.6% in meno al ferro, risultando particolarmente ostico anche per i migliori della classe, tra cui James (tenuto a 6/17 con 7 palle perse in due incontri), Doncic (5/16 con 5 palle perse) e Antetokounmpo (6/17 da 2). Il nativo di San Jose è un difensore point of attack molto efficace, grazie soprattutto a un fisico notevole (203 cm per 107 kg) e a un atletismo fuori scala, riuscendo a combinare perfettamente forza fisica e reattività. Lontano dalla palla ha qualche problema in più e talvolta si focalizza sul giocatore che ha la palla dimenticandosi del proprio, ma il suo impatto sulla propria metà campo è sicuramente positivo.

A 24 anni suonati e dopo 6 altalenanti stagioni alle spalle, non ha senso aspettarsi che Aaron Gordon sviluppi tutto il suo potenziale all’improvviso durante la prossima stagione. Tuttavia, se dovesse limare il suo gioco, migliorando la qualità dei propri tiri e soprattutto cercando di rimanere concentrato per tutta la durata della partita, i Magic potrebbero disporre in modo costante di un giocatore molto versatile in entrambe le metà campo, che in una squadra non eccellente in attacco farebbe la differenza. Per capire il tipo di apporto che potrebbe fornire il miglior Gordon, ho scelto di inserire il riassunto della sua partita contro i Lakers dello scorso 15 gennaio, contenente gran parte dei pregi e dei difetti dell’ala dei Magic: non è la sua miglior prova balistica della passata stagione, ma a mio parere rappresenta molto bene la versione di Aaron Gordon di cui la squadra di Clifford avrà bisogno nel corso dell’imminente annata.

Ad oggi è molto probabile che il sostituto di Isaac in quintetto sarà Dwayne Bacon, partito titolare in entrambe le sfide contro gli Hawks di questa preseason. L’ex Hornets è una guardia/ala molto fisica (198 cm per 100 kg) ed è un pupillo di Coach Clifford fin dai tempi di Charlotte, periodo in cui l’ha allenato nella sua stagione da rookie tre anni fa. Bacon avrà un ruolo marginale in attacco, in cui sarà chiamato ad attaccare il ferro, aspetto in cui sa far valere il proprio fisico, e a prendersi qualche pull up dalla media cercando anche di aprire il campo, nonostante sia un tiratore piuttosto discontinuo. Se concentrato, è un buon difensore sulla palla, motivo per il quale probabilmente si alternerà a Gordon in marcatura sull’esterno più pericoloso degli avversari. Il rookie Cole Anthony, invece, prenderà il posto di backup point guard lasciato libero da Augustin, ma, da ciò che si è visto nelle partite di preseason, non è escluso un suo impiego assieme a Fultz.

Alla luce di quanto scritto in questo paragrafo, il miglior scenario possibile non può prescindere dal miglioramento di Markelle Fultz, dal costante apporto offensivo di Vučević, Fournier e Ross, dalla capacità delle numerosi ali presenti nel roster di sostituire Jonathan Isaac, specialmente nella metà campo difensiva, e dai segnali di vita di Aaron Gordon, chiamato a invertire il preoccupante trend negativo delle ultime 2 stagioni. Se tutto questo dovesse verificarsi, i Magic potrebbero finire in una posizione tra la sesta e l’ottava e qualificarsi direttamente ai Playoffs o tramite Play-In.

 

…e secondo miglior scenario possibile

La seconda ipotesi è piuttosto azzardata e molto probabilmente non si verificherà, ma vale la pena spenderci qualche riga perché potrebbe essere proprio questa la strada che gli Orlando Magic dovranno percorrere per eliminare ogni dubbio riguardante il loro futuro. La squadra di Clifford parte male, i miglioramenti di Fultz non sono quelli che il coaching staff si aspettava, Aaron Gordon continua nel suo inesorabile declino, l’assenza di Isaac trasforma i Magic in una squadra mediocre anche in difesa e i due realizzatori Vučević e Fournier non riescono a tirare la carretta, il secondo essendo troppo concentrato sui propri interessi in vista dell’estate 2021.

La dirigenza decide così di compiere un gesto tanto estremo quanto necessario: con Playoffs e Play-In ormai irraggiungibili, scambia il contratto in scadenza di Fournier, rinuncia definitivamente al progetto Aaron Gordon svendendolo alla trade deadline e si libera dei veterani con contratti annuali. Si punta così allo sviluppo dei giovani dando minuti importanti a Fultz, Anthony, Okeke e Bamba, anche a costo di perdere qualche partita in più, giocando un basket più veloce e dinamico, con Vučević (a cui rimangono ancora 3 anni di contratto per 72 milioni totali) a fare da chioccia almeno fino a fine stagione. Il posto di guardia titolare potrebbe andare al rookie da North Carolina, che con Fultz formerebbe un back court esplosivo e funzionale, con l’ex 76ers da portatore primario e con Anthony libero di muoversi senza palla, ruolo che già da ora potrebbe ricoprire.

Così facendo, i Magic scioglierebbero ogni dubbio circa il futuro prossimo della squadra ripartendo dai giovani e mettendo fine all’era Steve Clifford in quel di Orlando, che, per quanto sia riuscito a portare la squadra della Florida ai Playoffs dopo sei anni, non ha mai avuto la possibilità di competere con le grandi della NBA.

 

Peggior scenario possibile

Migliore e peggiore scenario possibile non sono ipotesi così distanti tra loro se si parla dei Magic: realisticamente, la squadra non è abbastanza talentuosa per poter competere con le migliori della Eastern Conference, di conseguenza le ambizioni di Orlando si riducono alla conquista di uno degli ultimi posti disponibili per i Playoffs. A livello di risultati, lo scenario peggiore prevede quindi la mancata qualificazione alla postseason, coi Magic sopraffatti dal maggior talento di una tra Atlanta e Washington.

A questa ipotesi è strettamente collegato lo sviluppo dei giovani, aspetto cruciale di uno small market come quello di Orlando, a cui manca la superstar dai tempi di Dwight Howard. Nel peggiore dei casi, Markelle Fultz non riesce a migliorare ulteriormente rimanendo il giocatore visto lo scorso anno, Aaron Gordon non accenna a riprendersi, Bamba non riesce a ritagliarsi un ruolo importante nelle rotazioni a causa dell’ingombrante presenza di Vučević e i due rookie faticano a trovare minuti con continuità. Nonostante i pessimi risultati ottenuti, però, la dirigenza continua a puntare sul nucleo attuale, rinnovando Fournier con un ricco contratto pluriennale, tenendo Gordon in squadra e firmando veterani dalla dubbia utilità, che toglieranno spazio ai giovani. Tutto questo condannerebbe per diversi anni i Magic alla tanto celebre quanto disprezzata “terra di nessuno”, avendo una squadra troppo forte per tankare, ma troppo scarsa per competere seriamente.

 

Previsione

Il record di squadra potrebbe aggirarsi attorno al 50% di vittorie (non credo che i Magic possano scendere sotto alle 30/32 vittorie in 72 partite), Steve Clifford darà la solita impronta difensiva alla squadra e, alla luce di quanto visto nei Playoffs, mi aspetto che i Magic giochino con un pace decisamente più alto del 98.9 dello scorso anno e che adottino uno stile di gioco più moderno, mirato ad allargare il campo per dare spazio di manovra a Fultz e Gordon.

A differenza delle dirette rivali, i Magic hanno mantenuto la squadra quasi identica a quella dello scorso anno, motivo per cui quasi sicuramente non avranno bisogno di un iniziale periodo di rodaggio, solitamente necessario per integrare i nuovi arrivati. Questo potrebbe essere l’unico vantaggio che la squadra della Florida avrà nei confronti delle inseguitrici, che sono decisamente migliorate e affamate di Playoffs. Ad oggi, anche a causa dell’inserimento del Play-In Tournament, non so dire con certezza se i Magic accederanno alla postseason: vedo Bucks, Heat, 76ers, Nets, Celtics, Raptors e Pacers sicuramente superiori, e se dovesse andare così, Vučević e soci dovranno sudarsi la loro terza apparizione consecutiva ai Playoffs con una o due partite secche al termine della regular season.

Tags: Aaron GordonChuma OkekeEvan FournierJonathan IsaacMarkelle FultzNikola VucevicOrlando MagicSteve Clifford
Davide Possagno

Davide Possagno

Sono un Heat-Lifer ormai da oltre 10 anni, da quando comprai il dvd su Dwyane Wade in edicola: fu amore a prima vista. Ancora maledico Pat Riley per aver maxato Whiteside, privandoci così del nostro Flash per un interminabile anno e mezzo.

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