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Preview Bucks 20/21: una franchigia sul filo del rasoio

Francesco Cellerino by Francesco Cellerino
13 Dicembre, 2020
Reading Time: 13 mins read
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Copertina a cura di Sebastiano Barban

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RECORD 2019-20: 56-17

IN: Jrue Holiday (scambio per Eric Bledsoe, George Hill, tre prime scelte e due swap), D.J. Augustin (free agent, 21 milioni in 3 anni), Bobby Portis (FA, bi-annual exception), Bryn Forbes (FA), Torrey Craig (FA), Jordan Nwora (scelta #45 al draft), Sam Merrill (scelta #60 al draft), Jaylen Adams (two-way), Mamadi Diakite (two-way), Nik Stauskas (training camp), Justin Patton (training camp), E.J. Montgomery (training camp)

OUT: Eric Bledsoe (trade), Wesley Matthews (FA), Ersan Ilyasova (taglio), Robin Lopez (FA), Sterling Brown (FA), Kyle Korver (FA), Marvin Williams (ritiro), Frank Mason III (FA)

ROSTER 2020/21:

G: Jrue Holiday, D.J. Augustin, Donte DiVincenzo, Bryn Forbes, Sam Merrill, Jaylen Adams

F: Giannis Antetokounmpo, Khris Middleton, Pat Connaughton, Torrey Craig, Jordan Nwora, D.J. Wilson, Thanasis Antetokounmpo

C: Brook Lopez, Bobby Portis, Mamadi Diakite

Dopo essere andati a un passo dalle Finals nel 2019, i Bucks quest’anno erano chiamati a fare un ulteriore salto di qualità per cercare di lottare per il titolo, partendo da favoriti nella Eastern Conference. Dopo aver sciaguratamente rinnovato il contratto a Eric Bledsoe nel corso della stagione, in estate il GM Horst si è trovato a dover operare scelte difficili e discutibili (di cui ho parlato approfonditamente poco tempo fa), estendendo a caro prezzo i contratti di Middleton, Brook Lopez e George Hill.

Questi rinnovi hanno però obbligato la franchigia a prendere decisioni dolorose, utilizzando una prima scelta per liberarsi del contratto di Snell, ma soprattutto non pareggiando l’offerta dei Pacers per Malcolm Brogdon pur di non finire impantanati nelle sabbie mobili della luxury tax. Per sostituirlo è stato pescato dal mercato dei free agent Wesley Matthews, che ha ripagato con una stagione incredibile dal punto di vista difensivo, ma l’assenza di Brogdon – soprattutto alla luce delle croniche e deficitarie prestazioni ai playoff di Bledsoe – si è sentita eccome.

?Wes Matthews on defense, appreciation thread. pic.twitter.com/KN1hPAEaED

— Andrea Poggi (@AndreaPoggi14) November 29, 2020

I Bucks sono sembrati inarrestabili per mesi, dominando la stagione regolare prima dello stop per la pandemia, ma la squadra vista nella bolla di Orlando è sembrata solo una lontana parente della corazzata ammirata fino a marzo, soprattutto dal punto di vista difensivo. Il sistema basato sul cosiddetto deep drop di Brook Lopez – che lo porta a collassare nel pitturato su ogni pick and roll per contenere gli avversari – ha funzionato a meraviglia durante la stagione, ma si è rivelato troppo attaccabile in un contesto di playoffs: dopo aver tenuto un irreale defensive rating di 101.6 pre-bolla, dato nettamente migliore della lega, nella serie contro gli Heat questi numeri hanno subito un crollo verticale, fino a un desolante 113.

La Milwaukee vista nella serie con Miami è stata decisamente troppo brutta per essere vera, soprattutto per via delle colpe di Coach Budenholzer, che si è fatto surclassare dal genio di Erik Spoelstra, senza mai trovare degli aggiustamenti efficaci per contrastare le sue mosse e in particolare le scorribande di Dragić.

Dopo la cocente delusione patita nei palazzetti del Disney World Resort di Orlando, i Bucks hanno dovuto constatare per il terzo anno di fila come Bledsoe non sia affidabile in un contesto di playoffs e hanno deciso di andare all-in per aumentare la competitività a breve termine del roster. Mossa rischiosa, certo, ma necessaria per cercare di convincere la propria stella Giannis Antetokounmpo a rinnovare il suo contratto in scadenza e garantire un futuro di alto livello alla franchigia.

Da New Orleans è quindi arrivato Jrue Holiday, playmaker estremamente efficace in entrambe le metà campo, in cambio di Bledsoe, George Hill, tre prime scelte e due swap: il prezzo potrebbe rivelarsi davvero alto in caso di addio del due volte MVP, dato che la franchigia ha ipotecato il proprio futuro per dimostrargli di essere pronta a tutto per vincere, ma se dovessero andare in porto i piani di Milwaukee e dei compagni di Giannis, il sacrificio risulterebbe ridimensionato.

 

Un giocatore da tenere d’occhio: Donte DiVincenzo

Dopo essere diventato per un paio di giorni virtualmente un giocatore dei Sacramento Kings nell’ambito della sciagurata sign & trade per Bogdanović, il “nostro” Donte alla fine della fiera farà parte del roster di Milwaukee anche l’anno prossimo, con un ruolo ancora più importante. Per ragioni di equilibrio difensivo, è probabile che inizi le partite dalla panchina, per poter affiancare Augustin e coprirne le mancanze, ma il suo minutaggio sarà certamente più elevato di altre guardie monodimensionali come Forbes.

Durante gli ultimi playoffs, l’attacco di Milwaukee è spesso risultato troppo statico, con quattro giocatori sul perimetro immobili ad aspettare che Giannis creasse qualcosa. DiVincenzo è stato l’unico che abbia cercato di creare un po’ di movimento tra le linee avversarie con i suoi tagli sempre molto pericolosi, sia lontano dalla palla sia come rollante.

 

L’arrivo di Jrue Holiday potrebbe esaltarne ancora di più le qualità, dato l’amore dell’ex Pelicans per gli assist in situazioni dinamiche: Jrue ha spesso trovato passaggi vincenti sia per i taglianti sia per i giocatori lanciati in contropiede, situazioni in cui Donte si esalta. La loro intesa sarà tutta da costruire, ma promette molto bene.

Mi intriga la coppia Holiday-DiVincenzo in attacco: Donte è bravo a tagliare e Jrue ama penetrare per attirare la difesa e servire il tagliante, ossigeno per l’attacco spesso statico dei Bucks.
Confrontando alcune azioni dei Pelicans e di Donte, credo che faranno bene insieme. pic.twitter.com/idA4vC1Q8p

— Francesco Cellerino (@FCellerino) December 8, 2020

Dopo aver incrementato la sua percentuale dall’arco da un misero 26.5% a un già più rispettabile 33.6%, Donte sarà chiamato a migliorarsi ulteriormente. Sarà vitale per lui infatti non rendersi mai battezzabile, data la sua grande rapidità nel primo passo che gli permette di bruciare gli avversari dopo una finta ben eseguita: se le percentuali dovessero diventare interessanti, le sue incursioni al ferro potrebbero diventare ancora più efficaci.

 

Difensivamente, The Big Ragu porterà la sua solita grande energia, che lo porta talvolta a commettere degli errori e ad abboccare a qualche finta, riuscendo sempre a recuperare e a disturbare gli esterni avversari. La sua capacità nello sporcare palloni, disturbare i consegnati e rubare possessi per partire in contropiede si rivelerà preziosissima per Milwaukee, regalando punti facili e togliendo certezze agli avversari.

 

DiVincenzo è l’unico giocatore a roster con un po’ di potenziale inespresso, è cresciuto nel tempo e continuerà a garantire tanta energia anche ai playoffs, contesto che ha dimostrato decisamente di meritare; inoltre ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla franchigia, ai suoi tifosi e soprattutto ai suoi compagni, caratteristiche che lo rendono senza dubbio una presenza positiva nello spogliatoio.

 

Migliore scenario possibile

Piccola premessa doverosa: il miglior scenario possibile vede chiaramente i Bucks andare in vacanza nell’estate 2021 con un bell’anello al dito, ma anche uno scenario perdente potrebbe paradossalmente rivelarsi positivo. Dal punto di vista dei Bucks, il presente e il futuro rispondono a un nome e un cognome: Giannis Antetokounmpo. Quest’anno Milwaukee non partirà certamente coi favori del pronostico, pur avendo le carte in regola per arrivare in fondo, ma un’eventuale sconfitta “onorevole” alle Finals potrebbe alimentare la voglia di rivincita di Giannis, portandolo a sposare con una foga ancora maggiore la causa della franchigia, permettendo alla dirigenza di operare con più serenità sul mercato e convincendo anche Holiday a rinnovare il suo contratto.

L’obiettivo è però quello di provare a dipingere lo scenario migliore, quindi è arrivato il momento di chiudere in un cassetto per qualche istante la scaramanzia e di provare a sognare a occhi aperti.

Le squadre di Coach Budenholzer storicamente hanno sempre reso bene in stagione regolare e quindi si potrebbe direttamente passare a parlare dei playoffs, ma anche le 72 partite di questa stagione atipica potrebbero avere qualcosa da ridire. Innanzitutto, i Bucks hanno scelto al secondo giro del draft due giocatori con un potenziale limitato, ma che potrebbero rivelarsi fin da subito utili alla causa, specialmente se dovessero dimostrare di soffrire meno del previsto in difesa. La speranza è che Merrill riesca ad affermarsi non solo come tiratore, ma anche come pericolo per gli avversari in alcune situazioni di pick and roll, mentre Nwora potrebbe ritagliarsi spazio come esterno tiratore in alcuni quintetti con Giannis schierato da centro.

Proprio le scelte di Budenholzer nella formazione dei quintetti saranno la seconda cosa da osservare con attenzione, specialmente dopo la Caporetto difensiva nella serie contro Miami: arrivare ai playoff senza un piano B equivale a un suicidio annunciato, e presumibilmente il Coach lavorerà su quintetti più versatili e non dipendenti necessariamente da Brook Lopez. Inoltre, la stagione regolare, se propriamente sfruttata, potrebbe finalmente portare i Bucks a delineare un “quintetto della morte” per i finali di partita, mancato quest’anno, ma fondamentale per delineare le gerarchie e creare un’intesa in vista dei momenti in cui il pallone scotterà di più.

La firma di Torrey Craig potrebbe rivelarsi particolarmente azzeccata proprio per portare equilibrio difensivo nei quintetti ai playoffs, ancor più che in stagione regolare. Se infatti offensivamente l’ex Denver è sostanzialmente nullo, difensivamente si distingue per una incredibile versatilità sul perimetro, che gli ha permesso di marcare efficacemente quasi tutti gli esterni avversari più pericolosi. Coach Budenholzer avrà quindi la possibilità di inserire nelle rotazioni vari esterni dalle spiccate capacità difensive come Holiday, Middleton, DiVincenzo, Connaughton e lo stesso Craig, in modo tale da mascherare i limiti dei compagni e permettendogli di dare più minuti sul parquet a D.J. Augustin e Forbes, tiratori potenzialmente micidiali e fondamentali per aprire spazi per Giannis.

Dell’impatto potenziale di Jrue Holiday ho già parlato poco dopo la sua firma, ma uno scenario positivo non può non essere legato a doppio filo alle sue qualità è al suo inserimento in squadra. Offensivamente potrà dare una grande mano dal punto di vista della creazione di gioco: pur non avendo una visione eccelsa, ha una mentalità che lo porta sempre a cercare un compagno più libero e soprattutto è un maestro nel condurre i pick and roll, grazie alla sua innata capacità di controllare i ritmi dell’azione, tenendo occupata la difesa e adattandosi alla velocità dei rollanti. Per questo potrà togliere parte della pressione offensiva dalle spalle delle due stelle della squadra, Antetokounmpo e Middleton, offrendo nuove soluzioni per rendere più imprevedibile l’attacco.

Sulla difesa ci sarebbero fin troppe cose da dire, ma ci affideremo all’investitura come miglior guardia difensiva della lega ricevuta da Lillard e alle parole di Connaughton, che aveva visto il suo ex compagno Dame Dolla in grande difficoltà nella serie di playoffs persa contro i Pelicans. Magari non sarà davvero il migliore in assoluto, ma di certo le premesse sono intriganti; con lui e Craig in campo, gli avversari potrebbero vivere un incubo sul perimetro.

Per quanto riguarda i lunghi, i Bucks nella costruzione del roster si sono voluti prendere un rischio, che potrebbe essere interpretato come la volontà di puntare più spesso sui quintetti piccoli. A fronte dei tanti addii è infatti arrivato dalla free agency il solo Bobby Portis, oltre al rookie Nwora, ma in ottica playoff è difficile immaginare un minutaggio consistente per l’ex Louisville, per D.J. Wilson o per gli altri lunghi, quindi probabilmente (e auspicabilmente) ad Antetokounmpo verrà chiesto più spesso di occupare il posto di Brook Lopez quando quest’ultimo dovrà sedersi in panchina. Questo si tradurrebbe in una maggiore versatilità difensiva, che potrebbe evitare ai tifosi di Milwaukee di assistere nuovamente allo spettacolo pietoso della serie con Miami, dove Goran Dragić ha spadroneggiato con la sua abilità nel tirare dalla media.

Bobby Portis stesso potrebbe tra l’altro rivelarsi un termometro del clima nello spogliatoio: nonostante tutti ricordino la famosa scazzottata con Mirotić in quel di Chicago, il lungo ha sempre avuto ottimi rapporti coi suoi compagni di squadra e potrebbe rivelarsi una figura chiave nell’affiatatissima Bench Mob dei Bucks, capitanata da Pat Connaughton. La speranza per Milwaukee è che non voli nessun pugno lontano dalle telecamere, ma che piuttosto Portis vada a rimpiazzare la dolorosissima perdita di Robin Lopez negli improvvisati e appassionanti incontri di wrestling prepartita.

Prima di riaprire il cassetto dove abbiamo nascosto la scaramanzia, ci sono ancora un paio di righe per concludere il sogno a occhi aperti: con un po’ di fortuna i Bucks potrebbero arrivare alle Finals più carichi mentalmente e fisicamente degli avversari, trovando un inatteso trionfo che manca nel Wisconsin dal lontano 1971 e convincendo Giannis e Holiday a sposare a lungo termine il progetto della franchigia.

 

Peggior scenario possibile

Osservando il roster dei Bucks, appaiono evidenti alcune criticità in ottica playoffs: diversi giocatori non hanno un talento offensivo tale da bilanciare i propri deficit difensivi o viceversa, e potrebbero quindi risultare quasi dannosi in campo, soprattutto nei turni più roventi. Augustin e Forbes in particolare si troveranno sul filo del rasoio, avendo entrambi già giocato ai playoffs, ma in contesti molto diversi da quello della Milwaukee disposta a tutto del prossimo anno: se le loro percentuali non dovessero rivelarsi soddisfacenti, coprirli difensivamente potrebbe diventare un rebus decisamente complicato per Budenholzer, che potrebbe decidere di limitarne l’utilizzo.

Se uno scenario del genere dovesse presentarsi davvero, i Cervi si troverebbero con rotazioni ridotte all’osso, aggrappandosi soltanto ad Antetokounmpo e al talento dei titolari, come peraltro già successo proprio l’anno scorso nella serie contro i Magic. Coach Clifford aveva infatti intuito prima di Spoelstra come il sistema difensivo dei Bucks esponesse il fianco al tiro dalla media per via della lentezza di piedi di Brook Lopez, ma era stato tradito dalle percentuali dei suoi interpreti, decisamente meno talentuosi di quelli degli Heat.

Un film già visto, con Coach Budenholzer che dovrà cercare in tutti i modi di evitare di rivivere: la posta in palio è molto alta e un’uscita prima delle finali di conference per il secondo anno di fila rientrerebbe di diritto nella categoria dei film horror. Già, perché nel discorso non bisogna dimenticare la spada di Damocle che penderà per tutta la stagione sulla testa dei giocatori della Cream City. Antetokounmpo potrebbe infatti decidere di non rinnovare nei prossimi giorni per tenere la porta aperta ad ogni scenario nella prossima offseason, che molte squadre hanno da anni cerchiato in rosso, liberando spazio salariale e costruendo un sistema funzionale proprio nella speranza di convincere la stella greca ad allontanarsi dal lago Michigan.

Una sconfitta non sarebbe quindi necessariamente una tragedia, ma sarà fondamentale per i Bucks fare più strada possibile ai playoffs, dimostrando di avere le carte in regola per puntare al titolo. È vero, “andarci vicino conta solo a bocce”, ma c’è modo e modo di perdere, soprattutto per una franchigia che punta a emergere e creare una dinastia dopo decenni di mediocrità.

 

Previsione finale

I Bucks sono ben costruiti per la stagione regolare e verosimilmente arriveranno ai playoffs in una delle prime due posizioni della Eastern Conference, cercando di guadagnarsi il fattore campo a favore, che quest’anno per via della pandemia non hanno potuto sfruttare nella bolla di Orlando. L’obiettivo di Milwaukee non può però essere ancora quello di dominare la regular season, per poi rischiare di sciogliersi nel momento più importante della stagione: Coach Budenholzer dovrà sfruttare al meglio i mesi di avvicinamento ai playoffs per sperimentare vari quintetti e presentarsi alla postseason con tanti assi nella manica.

Archiviato l’incidente di percorso vissuto l’anno scorso contro Miami, le finali di conference dovrebbero essere un obiettivo minimo, ma, in generale, vista anche l’incertezza ai vertici dell’est, per i Bucks sarebbe davvero l’ora di raggiungere quelle Finals solo sfiorate nel 2001 e che mancano da quarantasette lunghi anni. A quel punto entrerebbero in gioco troppi fattori impronosticabili, dall’esperienza alla forma fisica, dalle motivazioni alla tanto semplice – quanto crudele – sorte.

Al momento sembra difficile immaginare una sconfitta dei Lakers prima delle Finals e in generale Milwaukee non sembra minimamente al livello dei gialloviola, ma sarebbe davvero molto importante riuscire ad arrivare a giocarsi il titolo per creare un contesto vincente e scrollarsi di dosso l’etichetta di squadra adatta solo alla regular season.

La vera partita dei Bucks si giocherà in estate, con le situazioni contrattuali di Antetokounmpo e Holiday da ridefinire. Se dovessero decidere di sposare il progetto a lungo termine, la dirigenza potrebbe dare vita a un progetto tecnico più strutturato; in caso contrario, Milwaukee rischierebbe di sprofondare di nuovo nei bassifondi della lega, senza nemmeno le proprie scelte al draft per ripartire.

Tags: Bobby PortisBryn ForbesDJ AugustinDonte DiVincenzogiannis antetokounmpoJrue HolidayKhris MiddletonMike BudenholzerMilwaukee BucksPat ConnaughtonTorrey Craig
Francesco Cellerino

Francesco Cellerino

Tifoso sfegatatissimo della Virtus Roma e dei Bucks per amore di Brandon Jennings (di cui custodisce gelosamente l'autografo), con la pessima abitudine di simpatizzare le squadre più scarse e rimanerci male per le loro sconfitte. Gli amici si chiedono da anni se sia masochista o se semplicemente porti una sfiga tremenda...

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