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Preview Hawks 20/21: se la difesa tiene, mercato da playoff

Matteo Berta by Matteo Berta
11 Dicembre, 2020
Reading Time: 11 mins read
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Preview Atlanta Hawks

Copertina a cura di Edoardo Celli

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RECORD 2019/2020: 20-47

IN: Onyeka Okongwu (draft: scelta #6), Skylar Mays (draft: scelta #50), Nathan Knight (undrafted), Bogdan Bogdanovic (free agency), Danilo Gallinari (sign and trade), Tony Snell (trade), Rajon Rondo (free agency), Solomon Hill (free agency), Kris Dunn (free agency).

OUT: Dewayne Dedmon, DeAndre’ Bembry, Skal Labissiere, Damian Jones, Vince Carter (ritiro), Treveon Graham, Skal Labissiere, Jeff Teague.

ROSTER 2020/21:

PG: Trae Young, Rajon Rondo, Kris Dunn, Brandon Goodwin
SG: Bogdan Bogdanović, Kevin Huerter, Skylar Mays (2-way)
SF: Cam Reddish, De’Andre Hunter, Tony Snell, Solomon Hill
PF: John Collins, Danilo Gallinari, Nathan Knight (2-way)
C: Clint Capela, Onyeka Okongwu, Bruno Fernando

La stagione 2019/2020 è stata pesantemente condizionata dalle 25 partite che John Collins è stato costretto a saltare a causa della squalificata rimediata per essere stato trovato positivo all’ormone della crescita. Questa squalifica, unita ai problemi di ambientamento delle matricole, immediatamente inserite in quintetto, non ha concesso alla squadra di esprimersi a livello competitivo fino a febbraio.

Un altro problema considerevole era la mancanza di creatori primari in uscita dalla panchina. Ad inizio anno era stato scelto Evan Turner per giocare palla in mano in uscita dalla panca, ma l’esperimento è fallito lasciando enormi problemi all’attacco della squadra quando Trae Young doveva riposare.

L’ultimo grande problema è stata la totale mancanza di spacing all’interno dell’attacco della squadra, che ha condizionato le prestazioni di Trae Young e la fluidità della fase offensiva.

 

Come si può vedere dal video, Harden non si preoccupa minimamente di Cam Reddish libero in angolo andando a chiudere la penetrazione.

 

Giocatore da seguire: Trae Young

Trae Young è il giocatore che, anche quest’anno, dovrà caricarsi le sorti della franchigia sulle spalle. É banale decidere di mettere lui come giocatore da seguire, ma reputo che sia la scelta corretta.

La voglia di competere con cui Trae Young si presenterà ai nastri di partenza della prossima stagione sarà tantissima. La narrativa della sua continua rivalità con Dončić pesa e dato che lo sloveno sarà uno dei candidati per la vittoria dell’MVP Trae non vorrà essere da meno. Non mi aspetto che il record di squadra consenta a Young di competere per il premio di miglior giocatore, ma sicuramente il suo impegno e la sua concentrazione punteranno a quell’obiettivo.

Mi aspetto una stagione, dal punto di vista di impatto e meri numeri, in linea con quelle che faranno i principali candidati all’MVP. La squadra è migliorata attorno a Trae cercando di massimizzare i suoi pregi e facilitando, rispetto allo scorso anno, il suo ruolo nel gruppo.

Solo il tempo ci dirà se il talento del prodotto di Oklahoma University verrà massimizzato, ma mi aspetto una stagione da consegnare ai posteri.

 

Il miglior scenario possibile

Finalmente ai playoff

Partiamo dall’aspetto che più sembra interessare alla dirigenza e per cui sono state fatte tutte le mosse delle ultime due stagioni: raggiungere i playoff e diventare competitivi.

Dopo 10 anni di presenza consecutiva ai playoff gli Hawks si presentano all’inizio della stagione 2017-2018 perdendo gran parte del loro nucleo e riponendo in Dennis Schröder e Taurean Prince le loro speranze di ri-centrare la qualificazione. La stagione è pessima, la squadra vince solo 24 gare e a fine stagione perde anche l’allenatore, Mike Budenholzer, che si accasa a Milwaukee.

Tutto re-inizia la notte del Draft 2018. Gli Hawks si presentano con la scelta #3, che decidono di scambiare per la scelta #5 e la prima scelta dell’anno successivo ai Dallas Mavericks. Con la #3 i Mavericks, come tutti sappiamo, scelgono Luka Dončić. Con la #5 gli Hawks scelgono Trae Young.

Malgrado, come ci mostrano in questa stupenda immagine che ci hanno regalato durante l’All Star Game, i due siano amici, l’essere stati coinvolti nello scambio sopracitato ha portato, sin da subito, i due talenti più puri della classe 2018 ad essere paragonati. Costantemente.

Trae Young, visti i risultati dei Mavericks di Dončić, vuole avere una squadra competitiva, si è stufato di essere etichettato come “perdente” (anche) a causa del progetto in cui era inserito, vedendo il “rivale mediatico” riuscire ad arrivare ai playoff.

La dirigenza si è mossa per accontentarlo e lo ha fatto, forse troppo velocemente, ma dei colpi arrivati durante l’offseason ne parliamo qui. I playoff, ora, sono a portata di mano, è necessario raggiungerli e sono l’obiettivo minimo della squadra. Onestamente, credo che escludendo particolari defezioni dovute ad infortuni o ad altri problemi la post-season sia raggiungibile con discreto margine.

Discorso diverso è quello applicabile alla competitività del roster una volta raggiunti i playoff.

 

(Non) è un Paese per vecchi

L’anno scorso la squadra partiva con un quintetto titolare in cui il giocatore più vecchio risultava essere John Collins, nato il 23 settembre 1997. La mancanza di esperienza all’interno dell’organico si è sentita, ed è stato un problema per la squadra. Anche il Coach, Lloyd Pierce, era solo alla sua seconda stagione da capo allenatore.

Dato che i risultati ottenuti durante la scorsa stagione non sono stati soddisfacenti la dirigenza, visto l’enorme spazio salariale disponibile in questa free agency, ha deciso di andare all-in e di puntare tutto per tornare ai playoff.

L’età media dei nuovi arrivati più importanti (Gallinari, Bogdanović, Dunn, Rondo, Snell, Hill) è di 30 anni, a cui bisogna aggiungere Capela, arrivato la scorsa stagione, ma che non ha ancora giocato un minuto con la canotta di Atlanta.

Ma i giovani ora? Troveranno spazio? La timeline delle nuove aggiunte è totalmente differente rispetto a quella del core dello scorso anno. Il best case scenario, in questo caso, è che i giovani riescano a continuare il loro percorso di crescita traendo il meglio dai compagni con più esperienza.

 

Gli ultimi saranno i primi

Prima abbiamo parlato dei problemi di spacing che la squadra si è trovata ad affrontare lo scorso anno. La squadra, durante la stagione 2019/2020, è stata la peggiore per percentuale al tiro da 3 punti.

I ragazzi di Lloyd Pierce, infatti, hanno tirato con il 33.3%, ben il 5% in meno rispetto agli Utah Jazz malgrado il numero di tentativi sia simile (36.1 tentativi a partita gli Hawks, 35.4 i Jazz).

Some three-point numbers for last season, and the same numbers for the roster the Hawks with additions/subtractions/offer sheets. pic.twitter.com/tdsIU2cnxT

— Kevin Chouinard (@KLChouinard) November 23, 2020

La dirigenza ha ragionato e fatto diverse mosse per riuscire a mettere una pezza su questo problema. Nel tweet qui sopra un ragazzo ha deciso di raccogliere il numero di tentativi e il numero di triple segnate da nuovi e vecchi giocatori a roster. Come si può notare facilmente 4 giocatori arrivati nell’ultima off-season si piazzano nei primi 6 posti per percentuale da 3 punti.

 

Questo video, di una delle molte palle perse di Trae Young, mostra un qualcosa che difficilmente nella prossima stagione avremo modo di vedere. Reddish durante la prima fase della stagione faticava ad arrivare al 30% da oltre la linea da 3 punti. Gli avversari non lo marcavano e neanche Trae Young si fidava a passargliela, malgrado fosse libero. Questo porta Trae, almeno in questo video, a tentare qualcosa di impossibile e a perdere palla.

In questo video possiamo vedere come i giocatori sul lato debole non siano considerati pericolosi. Bembry, addirittura, decide di provare a tagliare a canestro intasando ancora di più l’area. Sarà possibile difendere in questo modo Trae Young l’anno prossimo? Sono stati aggiunti molti tiratori, quindi le probabilità di avere due esterni “non tiratori” in campo sarà molto ridotta.

 

Playmaking distribuito

Le nuove aggiunte sono state selezionate, oltre che per la capacità di allargare il campo, anche per la capacità nella gestione della palla e dei possessi. Rondo e Dunn rientrano sicuramente nel secondo criterio di selezione piuttosto che nel primo.

Lo scorso anno la mancanza di creatori di gioco e playmaker al di fuori di Trae Young si è fatta sentire parecchio. Kevin Huerter è stato chiamato a metterci una pezza, ma è più un creatore secondario che uno primario.

Le statistiche trovabili su cleaningtheglass ci fanno notare come l’attacco degli Hawks con Trae Young in campo produca 12 punti in più su 100 possessi (dato che lo piazza nel 99% percentile) rispetto a quando lui è fuori dal campo. Per portare un esempio di quando gli Hawks siano stati trae-dipendenti voglio riportare qualche statistica di confronto:

  • Luka Doncic: +3.1 Pts/100poss
  • Lebron James: +1.6 Pts/100poss
  • Jayson Tatum: +5.8 Pts/100poss
  • James Harden: +4.5 Pts/100poss

Ho voluto scrivere questi dati non per fare un paragone tra Trae e i giocatori sopracitati, ma per spiegare la totale dipendenza che l’attacco degli Atlanta Hawks ha avuto nei confronti di Trae Young.

L’aggiunta di un playmaker secondario come Bogdanović, che per caratteristiche è l’evoluzione di Kevin Huerter se vogliamo, aiuterà sicuramente Trae Young a liberarsi di una fetta del carico offensivo. Rondo e Dunn avranno la stessa funzione all’interno della squadra, molto probabilmente guidando a turno la second unit (non credo che condivideranno il campo per molti minuti perché offensivamente hanno caratteristiche simile e poco compatibili).

 

Molto probabilmente l’aggiunta dei tre giocatori di cui abbiamo appena parlato permetterà anche a Trae di giocare qualche possesso lontano dalla palla. Non eccelle in questo fondamentale, non ha il motor di Curry, che lontano dalla palla non si ferma mai, ma è un ottimo tiratore piazzato.

 

Se tutto va come deve andare


Nel 2001 Max Pezzali cantava “Se tutto va come deve andare”. Applicando questo concetto al basket e analizzando il miglior scenario possibile per la squadra, possiamo ipotizzare un ottimo posizionamento in vista dei playoff e, magari, il superamento del primo turno.

Riuscire a regalare ai giovani la possibilità di esprimersi in un contesto competitivo è tutto ciò che ci si deve augurare. Arrivare a giocarsi effettivamente il passaggio al secondo turno sarebbe un sogno e sarebbe un’ottima prospettiva per gli anni futuri.

 

Il peggior scenario possibile

Il primo e più grande problema all’interno del roster sarà la difesa. I due migliori giocatori arrivati durante la free agency sono Bogdanović e Gallinari, non certo dei candidati al defensive player of the year

Il problema non è tanto legato alla mancanza di grandi difensori, quanto all’assortimento dei giocatori all’interno del roster.

Il quintetto previsto sarà questo:

Trae Young
Bogdan Bogdanović
Cam Reddish/De’Andre Hunter
John Collins
Clint Capela

Ho già parlato di quanto non mi convinca il fit difensivo (e offensivo) tra Collins e Capela, che molto probabilmente sarà la principale causa di una difesa non esattamente tra le prime della lega. Reddish (o Hunter) sarà chiamato a fare gli straordinari per cercare di coprire le lacune lasciate dai compagni di squadra, ma non basterà.

 

D’altra parte, il secondo quintetto, è composto da difensori migliori, risultando comunque competitivo in fase offensiva. Immaginando l’ingresso dalla panca di Dunn-Huerter-Hunter-Gallinari-Okongwu possiamo subito notare come 3 di questi giocatori eccellano nella metà campo difensiva.

Sicuramente la difesa è l’aspetto più chiacchierato ed è il principale motivo per cui non credo che gli Hawks possano essere competitivi a livello playoff. Il peggior scenario possibile è che la metà campo difensiva condizioni troppo l’andamento della squadra durante la stagione.


Un’altra causa che può rallentare e compromettere la corsa ai playoff degli Hawks è rappresentata dagli imprevedibili infortuni.

La dirigenza ha deciso di creare un roster con 15 giocatori da rotazione, tutti in grado di portare alla squadra un apporto positivo. La scelta, soprattutto durante una stagione pesante che potrebbe compromettere l’integrità fisica dei giocatori in diversi modi, è corretta. Le rotazioni saranno lunghe, i giocatori avranno modo e tempo di riposarsi e non saranno costretti a spremersi rischiando degli infortuni.

 

Il futuro

Come abbiamo detto nel capitolo “(Non) è un paese per vecchi” si è dato un vigoroso giro di chiave e si sta mettendo fretta allo sviluppo dei giovani.

La mia paura è che i giocatori considerati non ancora pronti vengano lasciati ai margini del progetto, non permettendo loro di esprimersi e di svilupparsi con i loro tempi. La rotazione dei lunghi sarà problematica e potrebbe far perdere valore a Collins, la gestione di Huerter sarà difficoltosa perché nel suo ruolo sono stati aggiunti diversi giocatori come Bogdanović, Dunn e Rondo. Compromettere lo sviluppo dei giocatori più giovani potrebbe mettere un freno al proprio futuro, rischiando di essere competitivi per un paio di anni, per poi crollare una volta finito questo primo ciclo.

Sarebbe uno scenario pessimo e sicuramente Lloyd Pierce e McMillan dovranno lavorare per garantire minuti e serenità ai giocatori più giovani, in modo da evitare problemi futuri.

 

Previsione Finale

Se tutto dovesse andare nel peggiore dei modi e questo roster dovesse deludere, credo che la squadra si troverà a lottare per l’ultima posizione utile per entrare ai playoff. I Wizards, con l’acquisizione di Russell Westbrook, sono una squadra che lotterà duramente in regular season, Charlotte potrebbe piazzare il colpo grosso nel caso in cui LaMelo fosse realmente pronto ad incidere in NBA e gli Orlando Magic sono stati una squadra solida che ha sempre lottato per i playoff negli ultimi anni.

Se la squadra non dovesse riuscire a trovare ritmo e rotazioni giuste fin da subito si rischierà di andare a giocarsi il pass per la postseason al play in, scenario in cui tutto può accadere.

Tags: Atlanta HawksBogdan BogdanovicCam Reddishclint capelaJohn CollinsNBA PreviewRajon RondoTrae Young
Matteo Berta

Matteo Berta

Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.

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