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Preview Nuggets 20/21: sorprendere è facile, confermarsi meno

Francesco Semprucci by Francesco Semprucci
10 Dicembre, 2020
Reading Time: 13 mins read
0
Preview Denver Nuggets

Copertina a cura di Sebastiano Luca Martini

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RECORD 2019/20: 46-27.

IN: Facundo Campazzo (Real Madrid, FA), RJ Hampton (New Zeeland Breakers, Draft), JaMychal Green (Los Angeles Clippers, FA), Zeke Nnaji (Arizona Wildcats, Draft), Isaiah Hartenstein (Houston Rockets, FA), Markus Howard (two-way), Greg Whittington (two-way).

OUT: Jerami Grant (Detroit Pistons, FA), Mason Plumlee (Detroit Pistons, FA), Torrey Craig (Milwaukee Bucks, FA), Keita Bates-Diop (San Antonio Spurs, FA), Troy Daniels (FA), Noah Vonleh (Chicago Bulls, FA), Tyler Cook (FA).

ROSTER 2020/21:

PG: Jamal Murray, Monte Morris, Facundo Campazzo.

SG: Gary Harris, R.J. Hampton, P.J. Dozier

SF: Michael Porter Jr., Will Barton

PF: Paul Millsap, JaMychal Green, Bol Bol, Vlatko Čančar

C: Nikola Jokić, Isaiah Hartenstein, Zeke Nnaji

I Nuggets si presentano ai nastri di partenza della stagione NBA 2020/21 con l’arduo compito di confermarsi dopo una stagione in cui hanno sorpreso tutto e tutti, compito reso ancora più difficile dalle pesanti perdite, una su tutte quella di Jerami Grant.

Oltre alle perdite, i Nuggets si presentano anche con maggiori convinzioni e certezze: il duo Murray-Jokić da solo garantisce un attacco di livello élite anche ai playoffs, inoltre le tante rimonte della scorsa bolla potrebbero significare un notevole step mentale per le due stelle, che in carriera avevano mostrato limiti di continuità e di attitudine. Oltre a loro si unisce Michael Porter Jr., su cui Denver sembra puntare fortissimo non avendo voluto ascoltare nessuna proposta per lui, con una combinazione di stazza e capacità di segnare illegale per qualunque difesa.

A completare il quintetto titolare dei Nuggets ci sono Gary Harris e Paul Millsap: il primo è fondamentale per la sua intelligenza cestistica e la sua difesa (chiedere a Donovan Mitchell e Utah quanto il suo rientro abbia cambiato la serie), mentre il secondo porta esperienza, senso tattico e comunicazione in difesa, anche se nell’ultimo anno sembra aver perso parecchio smalto.

Dalla panca si alzeranno Will Barton – che potrebbe anche partire titolare per garantire maggior equilibrio difensivo – capace di portare allo stesso modo punti e creazione, ma anche gioco senza palla e difesa, Monte Morris, sempre più solido e utile, capace di fare bene sia con sia senza palla, JaMychal Green, che potrebbe addirittura portare via il posto a Millsap. A completare le rotazioni verosimilmente saranno Isaiah Hartenstein, autore di buone partite a Houston ma spesso lasciato marcire in panchina, il talento di Bol e l’estro con un pizzico di follia di Facundo Campazzo. 

 

Giocatore da seguire: Michael Porter Jr.

Il futuro dei Nuggets è pesantemente legato alla sua crescita del suo #1. Sulla capacità di fare (spesso) canestro in diversi modi non ci sono dubbi, ma bisogna vedere se riuscirà a inserire altro intorno a ciò, come ad esempio una dimensione difensiva che gli permetta di stare in campo con Murray e Jokić senza che la difesa diventi una mattanza continua. Occhio anche a Bol Bol, che rappresenta una scommessa a basso rischio ma con un alto potenziale di rendimento.

I Nuggets hanno un potenziale offensivo che tende a infinito, nettamente il più alto della lega sulla carta, anche grazie a Michael Porter Jr.

MPJ ha il potenziale per essere il giocatore off the ball più forte della lega: da questo punto di vista sono stati molto interessanti i set disegnati per lui da coach Malone. Si esegue uno stagger o un blocco (o a volte anche un consegnato dal palleggio) per MPJ che parte dall’angolo, con la difesa che deve scegliere di che morte morire: se insegui Porter Jr., lui ricciola e finisce al ferro (che rimane sguarnito, non essendoci nemmeno il centro visto che spesso e volentieri è Jokić a passargli la palla). Unito al fatto che sia un esterno di 210cm per 100kg, la difesa non può fare nulla e l’attacco dei Nuggets diventa praticamente infermabile.

Se provi a tagliare i blocchi, MPJ si apre per il tiro: ricordiamo anche che ha tirato col 42.2% da 3; se provi a cambiare il prodotto di Missouri ti tira letteralmente in testa. Aiutandoci con dei video.

 

Porter Jr. riceve un blocco dal piccolo servito da Jokić: nel primo caso SGA prova ad inseguire ma si schianta sul blocco e – non essendoci rim protection – la difesa è spacciata. Situazione simile nella seconda clip: con Adams su Jokić il ferro non è protetto e la difesa è costretta a cambiare due volte; sul secondo cambio rimane indietro, e per MPJ diventa tutto troppo facile. Nel terzo video la situazione iniziale è simile: Dort prova a tagliare il blocco di Millsap e il risultato è tre punti per i Nuggets, con il giocatore dei Thunder – che paga già parecchi centimetri di differenza – che non può fare assolutamente nulla.

 

Qui abbiamo una situazione di consegnato dal palleggio – il cosiddetto DHO – con Dort che si francobolla al prodotto di Missouri, negandogli la ricezione (poco prima MPJ aveva messo 8 punti consecutivi partendo da una situazione molto simile). Sul ricciolo però rimane dietro, la palla di Jokić arriva coi tempi giusti e a quel punto Porter Jr. è troppo lungo e atletico per non poter segnare in testa a Dort. Nel secondo video abbiamo un’altra situazione di DHO: la difesa (in questo caso White) stavolta passa in terza; questa scelta si rivela essere pessima, con MPJ che legge bene la scelta della difesa, si allarga e ne mette 3 a referto.

 

Il miglior scenario possibile

Oltre al potenziale del #1 si unisce la certezza della coppia Jokić-Murray: la loro versatilità offensiva è un enorme grattacapo per qualunque difesa. Jokić può permettersi di fare partite dove domina prendendosi pochissimi tiri (come in Gara 7 contro i Clippers, in cui veniva costantemente raddoppiato e lui ha fatto a fette la difesa servendo con tempismo chirurgico i taglianti o i tiratori) e partite dove domina concentrandosi prevalentemente sul segnare punti (come in Gara 7 contro Utah, dove ha segnato 30 punti sugli 80 di squadra).

Come scorer poi il serbo rappresenta un enorme problema: non potendolo raddoppiare si è costretti spesso a lasciarlo in single coverage, da cui può bullizzare gli avversari più leggeri o tirargli sulla testa, ma anche battere dal palleggio i lunghi più grossi di lui che abboccano alle finte, o ancora batterli dal post con un sapiente uso del perno, del tabellone e degli spazi.

 

A proposito di tecnica e concezione degli spazi e degli ingombri: in questa azione la capacità di Jokić di leggere la posizione di Zubac e delle sue braccia per fargli un sottomano da sotto l’ascella è notevole.

Oltre a ciò, è interessante lo sviluppo che ha avuto Murray palla in mano e come passatore. Questa evoluzione permette a Jokić di giocare molti più giochi a due da bloccante da dove può aprirsi per tirare, rollare per concludere con un floater, trovare il compagno libero o creare spazi per i compagni con le finte di corpo e di sguardo per congelare la difesa. Ma anche la soluzione con Jokić in uscita dai blocchi che riceve sulla linea del tiro libero è una soluzione interessante che – esplorata contro i Clippers – ha portato i suoi dividendi; il serbo da qui infatti può letteralmente fare ciò che vuole: tirare, passare al giocatore nel dunker spot o al tiratore in angolo. Deve solo leggere e prendere la decisione giusta, ovvero fare ciò che gli riesce meglio su un campo da basket.

 

Questo set dei Nuggets sfrutta magistralmente la pericolosità di MPJ e Murray off the ball: Morris porta la palla con Craig e Jokic che portano due blocchi al gomito. Monte sceglie l’uscita di Jamal che gliela ripassa immediatamente, nel frattempo sul lato opposto Jokić blocca per MPJ: quest’ultimo acquisisce un vantaggio e ricciola, costringendo la difesa a staccarsi da Nikola per scoraggiare un passaggio a Porter. Murray in questo momento scende e porta un blocco al bloccante (il cosiddetto screening the screener) per l’uscita di Jokić sul tiro libero, con Zubac che ormai è troppo in ritardo per poter recuperare.

 

Qui abbiamo un wedge screen per sfruttare la pericolosità di Murray dal palleggio e quella di Jokić da rollante. Morris blocca per Jokić, che a sua volta va a bloccare Murray per giocare un pick and roll. Zubac – già in ritardo per il blocco di Morris – e Leonard raddoppiano Murray, la palla esce coi tempi giusti e Jokić si ritrova libero dalla media con Green costretto a ruotare. Lou Williams sul lato debole dà completamente le spalle a MPJ che taglia nello spazio, ovviamente ricompensato da Nikola.

Come già accennato prima, i miglioramenti di Murray come creator, finisher e passatore con la palla in mano offrono un ventaglio infinito di soluzioni ai Nuggets: il pick and roll Murray-Jokić è stato semplicemente immarcabile proprio perché, oltre alle soluzioni di Jokić, bisogna aggiungere quelle di Murray. Il canadese ai playoffs è stato assolutamente incontenibile con la palla in mano: ha tirato col 55% di eFG% dal palleggio, col 43.2% dal palleggio da 3, ha finito col 72% al ferro (aiutato da un netto miglioramento fisico durante la pausa), 1.07 punti per possesso in situazioni di pick and roll (giocandone quasi 10 a partita), 1.31 punti per possesso in situazioni di isolamento (giocandone circa 3 a sera, più di Embiid, Davis, Walker e dello stesso Jokić, tanto per dirne alcuni). Inoltre la sua dimensione da scorer gli ha aperto anche nuove finestre di passaggio in situazioni di pick and roll e penetra e scarica, in cui ha dimostrato discrete letture e tempismi.

 

Jamal Murray in questi playoffs ha avuto dei picchi di onnipotenza pura; oltre alle serie contro i Clippers e soprattutto Utah, una partita che mi ha particolarmente impressionato è stata Gara 4 contro i Lakers (quella dell’up and under sotto le braccia di James in aiuto). Quando entra in the zone Murray è capace di segnare qualsiasi tiro, non importa chi ci sia davanti o quanto sia fuori equilibrio. In questo video il canestro in floater con terzo tempo all’indietro contro Davis è una scelta sbagliata, un tiro difficile, quasi impossibile; ma in questi momenti Murray segna spesso tiri ad elevato coefficiente di difficoltà, quindi ha ragione lui. Quello dopo in virata con la mano debole serve commentarlo?

Ovviamente Murray non potrà essere questo per una stagione intera (in caso contrario toccherà iniziare a fare spazio nella bacheca dei trofei), ma questa dimensione da scorer palla in mano non deve fare dimenticare la sua capacità di giocare senza palla, sia da tagliante – i dai e vai con Jokić credo siano almeno metà dei rispettivi highlight, con il serbo in post basso o medio che aspetta solo che il difensore volti la testa per lasciare partire la palla per premiare il taglio – sia da tiratore in spot-up e in situazioni di DHO.

Oltre a questo trio, bisogna aggiungere la presenza di giocatori intelligenti e capaci di muoversi negli (enormi) spazi creati da Jokić e Murray come Harris, Millsap e Green, giocatori capace di creare un tiro per sé e per gli altri ma anche di giocare senza palla come Barton e Morris (e potenzialmente Hampton), l’estro e la fantasia del nuovo innesto Campazzo (che come passatore ha poco da invidiare ai migliori in NBA) e il potenziale tutto da esplorare di Bol Bol, capace di tirare in situazioni di spot-up, in uscita dai blocchi o in situazioni di stagger.

Avete presente lo stagger che vi descrivevo per Porter? Ecco, lo hanno usato anche per Bol Bol. Immaginate ora un floppy set (per intenderci, quello che usava Philadelphia con Belinelli e Redick che facevano la doppia uscita dai blocchi) con Bol e Porter a uscire dai blocchi. Sto fantasticando troppo? Probabile, ma il potenziale per poter fare una cosa del genere esiste, ed è uno scenario apocalittico per gli avversari.

Nella migliore delle ipotesi l’attacco dei Nuggets è quindi un problema troppo grande per qualsiasi difesa, troppo versatili e particolari sia fisicamente sia tecnicamente per non avere almeno un accoppiamento vantaggioso, troppo talento per non riuscire a costruire un buon tiro ad ogni azione. Se tutto quindi dovesse andare bene li vedo a giocarsela di nuovo con le squadre di Los Angeles.

 

Il peggior scenario possibile

Fuori Grant, Craig e Plumlee, dentro Green, Campazzo e Hartenstein (più i rookie). Lo vedete anche voi il problema? Denver ha lasciato partire tre dei migliori difensori del roster che combinavano versatilità, mobilità, fisicità e protezione del ferro, sostituendoli con giocatori con caratteristiche e attitudine difensive nemmeno lontanamente paragonabili.

La difesa dei Nuggets nelle prime quattro partite contro Utah è stata tragicomica: 125, 124, 124 punti e 129 punti subiti, con coach Malone che è dovuto correre ai ripari: prima ha tolto MPJ dal quintetto (in Gara 4) sostituendolo con Jerami Grant, fondamentale per garantire versatilità difensiva, e poi ha ritrovato il rientrante Gary Harris in Gara 6 che – nonostante le pessime statistiche offensive (2/13 combinato al tiro tra Gara 6 e 7) – è stato fondamentale per ridare identità difensiva a una Denver che era completamente in balia di Mitchell.

As I mentioned earlier, Michael Porter Jr’s offense is really good, but the defense hurts Denver when his shots aren’t falling

Utah started to hunt MPJ more in the 2nd half. He played 19 first half minutes compared to just 12 second half minutes. He also didn’t play in overtime pic.twitter.com/Z3whtQFAQc

— Zach Milner (@ZachMilner13) August 17, 2020

I limiti difensivi di MPJ emersi contro Utah sono stati palesi: problemi sul pick and roll se marca il palleggiatore (si schianta sistematicamente sui blocchi, a prescindere da quanto il palleggiatore passi vicino al bloccante) e anche se marca il lungo (sui cambi non aveva i piedi per stare dietro alle guardie, mentre in caso di show l’angolo di aiuto era completamente sbagliato), problemi in single coverage (si fa spostare da Clarkson) e tanto, tanto altro, come rotazioni mancate e recuperi tardivi. Ecco per esempio cosa portava Gary Harris, ed ecco perché stava in campo nonostante i problemi offensivi.

As fantastic as Gary Harris’ defense was on Mitchell with 13 seconds to go, I can’t get over what he did to Clarkson right here. His closeout looks like it’s in fast-forward. pic.twitter.com/y1dSzKugyq

— Mike Singer (@msinger) September 2, 2020

Oltre a ciò, la presenza di Craig era importante in difesa, soprattutto in questo basket, dove ormai ci sono più giocatori capaci di creare gioco in campo contemporaneamente, delegando spesso a Murray il secondo esterno avversario più pericoloso (a volte addirittura il terzo, quando giocavano insieme a Harris). Togliendo Craig (che comunque potrebbe essere sostituito parzialmente da Dozier) e soprattutto Grant la difesa dei Nuggets perde tantissimo, con un Millsap (già in fase calante) con un anno in più e con un giocatore come Porter Jr., estremamente indietro dal punto di vista difensivo, a ottenere più minuti.

Un quintetto con Murray, Harris, Porter Jr., Millsap e Jokić, per quanto intrigante offensivamente, potrebbe veramente avere dei buchi difensivi clamorosi e i cambi non sembrano essere all’altezza per un miglioramento così radicale della situazione.

Se negli scorsi playoffs abbiamo visto che comunque la difesa dei Nuggets era riuscita a essere presentabile, vista la presenza di Grant che poteva cambiare praticamente su tutto e marcare dal miglior esterno al miglior lungo avversario, quest’anno non ci sarà più un giocatore di quel tipo. Tre quinti di quintetto (quattro, se il declino di Millsap dovesse proseguire) risulterebbero completamente inadatti a difendere su un pick and roll, su un gioco a due o anche in uno contro uno. È vero, nella bolla mancava Barton, buonissimo difensore point of attack sui 2/3, e dalla free agency è arrivato Green, un altro buon difensore, ma nessuno dei due potrà sopperire alla partenza di Grant garantendo la stessa versatilità e capacità di marcare più ruoli.

Il talento offensivo è troppo grande per rimanere fuori dai playoffs, a maggior ragione in una regular season “stretta” come questa, in cui molte squadre si dovranno gestire per non arrivare con la lingua a terra quando si inizierà a giocare davvero. Per questo sono dell’idea che comunque vada i Nuggets andranno ai PO, forse anche come teste di serie, ma poi ai playoffs questi limiti saranno veramente difficili da mascherare a meno di miglioramenti inaspettati di molti membri del roster.

Quindi nella peggiore delle ipotesi Denver arriva ai playoffs e viene eliminata al primo turno anche da testa di serie, come sarebbe già potuto succedere contro Utah se il tiro di Conley non fosse beffardamente uscito girando sul ferro allo scadere di Gara 7.

 

Previsione finale

Personalmente mi aspetto una regular season ottima con – statistiche alla mano – uno dei migliori attacchi di sempre, e non mi stupirei se i Nuggets si giocassero il fattore campo fino alla fine (e magari riuscissero anche a ottenerlo). Poi però, una volta cominciata la postseason, credo che usciranno al primo turno in sei o sette partite; secondo me pagheranno moltissimo la presenza di tanti giocatori con limiti difensivi così facili da esporre in un contesto di playoffs.

Tags: Denver NuggetsFacundo CampazzoGary HarrisJamal MurrayMichael Porter JrMike MaloneMonte MorrisNikola JokicTim ConnellyWill Barton
Francesco Semprucci

Francesco Semprucci

Appassionato di sport e di tecnologia, nasce a Rimini nel 1999. Gioca a basket fin da piccolo e ora studia ingegneria meccanica. Tifoso dei Miami Heat, si interessa ben presto al mondo del Draft e della NCAA. Lo caratterizza un certo feticismo per i giovani e, soprattutto, per il progresso.

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