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Preview Cavaliers 20/21: un passo alla volta, serve pazienza

Matteo Berta by Matteo Berta
9 Dicembre, 2020
Reading Time: 11 mins read
0
Preview Cleveland Cavaliers

Copertina a cura di Fra Villa

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RECORD 2019/2020: 19-46

IN: Isaac Okoro (#6 draft 2020), Damyean Dotson (FA), JaVale McGee (trade), Lamar Stevens (Undrafted, 2 way contract), Thon Maker (FA), Marques Bolden (Undrafted), Levi Randolph (Undrafted), Matt Mooney (Undrafted), Charles Matthews (Undrafted).

OUT: Tristan Thompson, Jordan Bell, Alfonzo McKinnie.

ROSTER 2020/21:

PG: Darius Garland/Dante Exum/Matthew Dellavedova
SG: Collin Sexton/Dylan Windler/Damyean Dotson/Matt Mooney/Charles Matthews
SF: Isaac Okoro/Kevin Porter Jr/Cedi Osman/Levi Randolph
PF: Kevin Love/Larry Nance Jr/Dean Wade/Lamar Stevens
C: Andre Drummond/JaVale McGee/Thon Maker/Marques Bolden

La squadra, durante la scorsa stagione, era chiamata a mostrare i primi segnali positivi del rebuilding. Sexton è riuscito a confermare quanto di buono aveva fatto vedere durante la sua stagione da rookie, dimostrandosi uno scorer solido (20.8+3.0 con il 56% di TS). L’impatto di Garland (scelta #5 al draft 2019), invece, non è stato dei migliori e ha patito un periodo di ambientamento parecchio lungo. Kevin Porter Jr – giocatore da cui probabilmente ci si aspettava di meno visto che è stato scelto alla #30 – ha invece dimostrato sprazzi di talento da realizzatore tutt’altro che indifferenti.

Al di là dei problemi dei giovani, che sembrano tutti e tre ottimi per capacità di fare canestro, ma che difettano in molti altri aspetti del gioco, ci sono stati anche diversi problemi di chimica di squadra e di gestione dello spogliatoio.

Il video riportato qui sopra risale al 4 gennaio, partita numero 35 della stagione regolare dei Cavs. L’attacco è statico, i compagni sono tutti fermi e Kevin Love si lamenta vistosamente. Non un bel segnale, ma episodi del genere dovrebbero aiutare a far maturare dei giocatori troppo da “playground”.

La stagione, tra mille peripezie, si conclude con il peggior record dell’Est e il secondo peggior record della lega, deludendo le aspettative. Anche la lottery non premia Cleveland: malgrado i Cavaliers avessero avuto il 29esimo record in stagione si sono trovati a scegliere con la scelta #5, non potendo puntare su uno dei tre giocatori reputati più talentuosi al draft.

 

Giocatore da seguire: Isaac Okoro

Decidere di chi parlare in questo spazio non è stato facile, così come escludere Sexton e Kevin Porter Jr per dare piuttosto spazio ad Isaac Okoro. Ho deciso di parlare del rookie scelto alla #5 perché potrebbe, fin dal primo momento, rilevarsi il tassello chiave per l’equilibrio della squadra.

Okoro entra nella lega come uno dei migliori difensori del draft. Il fisico gli potrebbe già permettere di marcare diversi ruoli e sotto questo punto di vista sarà fondamentale anche per i Cavaliers del futuro.

La speranza dei Cavs è che Okoro possa sviluppare anche una dimensione offensiva, in modo da avere la possibilità di non pagare troppo la sua presenza in campo nell’attacco a difesa schierata. A proposito di questo, bisogna subito parlare delle qualità che Okoro ha messo in mostra nel suo anno al college. Ad Auburn ha avuto la possibilità di avere spesso palla in mano e ha mostrato ottimi lampi da passatore.

Il problema principale nella metà campo offensiva è il tiro, che per ora manca e non è scontato che riuscirà a renderlo un’arma affidabile. L’altro limite che ha mostrato al college è il fatto di penetrare troppo spesso con la testa bassa, facendo, in questo modo, troppi falli di sfondamento.

Sarà curioso riuscire a capire quale sarà la sua dimensione NBA, perché ha le carte in regola per riuscire ad essere un mattone importante per il futuro di una franchigia in rebuilding.

Un aspetto da non sottovalutare è legato alla grinta e all’agonismo di questo ragazzo. Il suo spirito e la dedizione al lavoro lo faranno sicuramente andare d’accordo con l’attuale punta di diamante della squadra: Collin Sexton.

 

Il miglior scenario possibile

Analizzando il miglior scenario possibile per la squadra di Cleveland, credo sia corretto partire parlando del potenziale, delle aspettative e della crescita che ci si può aspettare dal nucleo di giovani giocatori a roster: Garland, Sexton, Kevin Porter Jr e il sopracitato Okoro.

I giovani

In vista del rebuilding la stagione che inizierà a giorni è molto importante per dare un’idea di che cosa potrà o non potrà essere Garland. Come già detto in precedenza, la sua prima stagione in NBA è stata difficoltosa: 12 punti, 4 assist (che per essere un rookie non sarebbero nemmeno brutti numeri), uniti però a percentuali basse e ad una scarsa efficienza.

 

In secondo luogo è bene parlare del tiro e delle attitudini del giocatore. Garland ha bisogno di trovare continuità in questo particolare aspetto del gioco. Durante la scorsa stagione è stato usato spesso in situazioni di catch&shoot, ma in queste particolari situazioni ha tirato con solo il 31%, ampiamente sotto la media NBA. Più incoraggiante è il dato riguardante il suo tiro dal palleggio, in cui ha dimostrato di avere maggiore solidità, malgrado la sua altezza non lo aiuti a creare separazione dall’avversario.

Il secondo aspetto in cui è necessario lavorare per fare il salto in avanti è la capacità di conquistarsi i tiri liberi. Questo aspetto del gioco è fondamentale per una guardia fisicamente limitata come Garland. Oltretutto ha un’ottima mano – in stagione ha convertito i liberi con l’88% -, ma il numero dei suoi tentativi è stato troppo limitato (1.2 tiri liberi a partita). Riuscire a fare questo passo potrebbe renderlo un attaccante più prolifico e compatibile con un giocatore come Colin Sexton.

Di Sexton è importante parlare perché la dirigenza sembra aver messo nelle sue mani le redini della squadra. Il suo talento da realizzatore è innegabile, la sua etica del lavoro è altrettanto buona, ma ci sono alcune spigolosità nel suo gioco che vanno smussate per riuscire a salire definitivamente di livello. In questa stagione per lui sarà importante migliorare dal punto di vista decisionale. Cleveland gli chiede spesso di giocare palla in mano e di creare per sé e per i compagni, ma proprio nella creazione per i compagni mostra tutti i suoi limiti.

 

Migliorando in questo tipo di situazione -per quanto sia un aspetto del proprio gioco complicato da sviluppare- potrebbe elevare il suo gioco e dimostrare di essere un giocatore ottimo da avere in un momento di rebuilding. Molto probabilmente una crescita di Garland dal punto di vista della creazione potrebbe incidere positivamente sul rendimento di Sexton, che si troverebbe sgravato da alcune responsabilità.

Parlando di Kevin Porter Jr, invece, il miglior scenario per Cleveland coincide con una maturazione, sotto il punto di vista caratteriale e comportamentale, del ragazzo. É innegabilmente uno dei talenti migliori in squadra, un realizzatore di primo livello che, durante la prima parte della sua stagione, ha fatto dell’incostanza il suo marchio di fabbrica.

La partita in cui ha messo in mostra tutto il suo potenziale è stata quella contro i Miami Heat, giocata a fine febbraio. Ha chiuso la partita con 30 punti e il 50% dal campo, ma metà di questi punti sono arrivati tra quarto quarto e supplementare e hanno contribuito in maniera decisiva a portare la propria squadra alla vittoria.

D’altro canto il profilo psicologico di Porter non è dei migliori.

You ever wish to see the end of your time?

La frase comparsa sul suo profilo Instagram ad ottobre e traducibile con “Avete mai desiderato vedere la fine dei vostri giorni?” aveva fatto preoccupare tutti riguardo ad una sua possibile volontà di suicidio. KPJ si è scusato dicendo che era stato frainteso e ha cancellato la foto incriminata. Esattamente un mese dopo è stato fermato e arrestato per possesso non autorizzato di armi e poi successivamente rilasciato dopo aver pagato la cauzione.

Il contributo e l’attenzione che Cleveland riserva all’aspetto psicologico dei suoi giocatori, grazie al contributo di Kevin Love in questo ambito, è sicuramente alta e bisognerà lavorare con il ragazzo per riuscire a valorizzare il suo talento.

 

Terminal Tower

La Terminal Tower è un grattacielo costruito tra tra gli anni ’20 e ’30 a Cleveland e per oltre 60 anni è stato l’edificio più alto del Nord America, al di fuori di New York City. Andre Drummond è indubbiamente la Terminal Tower del roster dei Cavaliers.

Il centro arrivato lo scorso anno da Detroit ha esercitato la sua pesantissima player option e per questo il suo destino è legato a quello della franchigia dell’Ohio per la prossima stagione. Non tutti i mali vengono per nuocere, perché un giocatore solido come Drummond può portare il suo contributo alla squadra permettendo di vincere alcune partite in più in modo da garantire ai giovani più minuti di competitività in cui maturare cestisticamente.

 

Un aspetto sicuramente interessante del gioco di Drummond è la capacità che ha mostrato di mettere palla a terra. Una situazione da osservare e monitorare. Il suo contributo, soprattutto nella fase difensiva, è limitato per via di una scarsa mobilità laterale, ma ricordiamoci anche che entra nel suo contract year (deve guadagnarsi un nuovo contratto NBA), aspetto da non sottovalutare perché avrà voglia di dimostrare di che pasta è fatto. Della psicologia del contract year abbiamo parlato qui.

 

Un colpo di fortuna

La mia previsione più positiva non riesce a vedere i Cavaliers in lotta per i playoff perché molte delle concorrenti (Wizars, Hornets ed Hawks) si sono rinforzate di molto. L’obiettivo sarà, quindi, riuscire a dimostrare ai giovani che l’ambiente ha voglia di competere. Bisognerà continuare a dar loro spazio, permettere loro di sbagliare e crescere. Non bisognerà bocciarli al primo errore, ma aspettarli e farli maturare. La presenza di Kevin Love e Drummond, ma anche del fresco campione NBA JaVale McGee, deve essere positiva e portare esperienza.

Il nuovo allenatore, subentrato per le ultime 11 partite della scorsa stagione, sembra aver portato serenità e una ventata di aria fresca all’interno del gruppo, ma questa serenità deve essere confermata.

Per i Cavaliers non sarà importante puntare ai playoff, sarà importante dimostrare di essere un progetto in crescita, anche se il record non sarà particolarmente positivo. Poi bisognerà incrociare le dita e sperare che al prossimo draft si riesca ad arrivare tra le prime scelte per pescare uno dei grandi talenti di una classe ricca come quella del 2021.

 

Il peggior scenario possibile

Il piede sbagliato

Partire da subito con il piede sbagliato sarebbe deleterio per il gruppo. Il calendario darà alla squadra l’opportunità di mostrare le sue carte e di far vedere qualcosa di positivo. Durante le prime 10 i Cavs affronteranno Hornets, Pistons, Sixers, Knicks, Pacers, Hawks, Grizzlies, Bucks e i Magic due volte.

Calendario di inizio stagione

Escludendo le difficili partite contro Sixers e Bucks, la squadra avrà l’occasione di competere e guadagnare morale fin dalle prime battute. Riuscire a vincere contro Hornets, Knicks, Pistons e Magic sarebbe fondamentale per il morale della squadra e la solidità dello spogliatoio. L’obiettivo è non rivedere scene come quella citata, in cui Kevin Love mostra platealmente il suo disappunto.

 

Nessun segnale

Non ricevere nessun segnale positivo da parte dei giovani è la cosa peggiore che potrebbe succedere durante questa stagione. É importante che Garland e Kevin Porter Jr dimostrino il loro valore. Su Sexton penso si possa essere più positivi, la sua crescita sarà più scontata.

Il secondo segnale importante da ricevere riguarda l’aspetto psicologico. Sappiamo che Kevin Love ha sofferto di depressione ed è uno giocatori più attivi nel garantire sostegno psicologico all’interno della lega.

I wrote a story for @PlayersTribune in 2018. Today, I share with you my follow up. To those of you struggling out there — I hope this helps.https://t.co/Dds9mDZoD6

— Kevin Love (@kevinlove) September 17, 2020

Kevin Porter Jr. Lui è sicuramente un altro membro da cui si spera di ricevere un segnale positivo sotto questo punto di vista. Non riceverlo significherebbe dover, probabilmente, smettere di puntare sul suo talento in futuro.

 

La fortuna è finita

Negli ultimi 10 anni i Cavaliers si sono trovati a scegliere in Lottery 7 volte. 6 da una propria pick, la settima, forse la più importante, tramite una scelta ottenuta dai Los Angeles Clippers. Due di queste scelte sono state particolarmente fortunate: la scelta ottenuta nel 2011 dai Clippers è salita di ben 7 posizioni rispetto alle aspettative, la scelta del 2014 che ha portato ad Andrew Wiggins è salita di 8 posizioni. Sicuramente due colpi di fortuna invidiabili e che hanno sicuramente contribuito a vincere l’unico anello della storia della franchigia.

Ora c’è bisogno di un nuovo colpo di fortuna, come abbiamo detto prima, ma negli ultimi due anni, da quanto i Cavs sono ritornati ad essere poco competitivi, è mancata e ha compromesso parzialmente i piani di rebuilding della franchigia. Nel draft 2019 i Cavs si sono ritrovati a scendere dalla prevista #2 alla #5, lo stesso è successo nel Draft 2020. In questo momento Ja Morant avrebbe potuto indossare la bordeaux-oro…

 

Previsione

In un Est che ha visto alcune delle sue squadre rinforzarsi seriamente (Hawks, Wizards…) non vedo possibile per i Cavaliers competere per un posto ai playoff e molto probabilmente nemmeno per il play-in. Se Blake Griffin riuscirà ad evitare infortuni durante la stagione anche i Pistons potrebbero riuscire a strappare qualche vittoria in più dei Cavaliers che, realisticamente parlando, riesco a vedere al massimo in 12esima posizione ad est.

Tags: Cleveland CavaliersCollin SextonDarius GarlandIsaac OkoroKevin Porter Jr.Preview NBA
Matteo Berta

Matteo Berta

Matteo, studente di ingegneria informatica a Torino. Si è innamorato dei Clippers nello stesso modo di tanti altri, vedere Chris Paul che alza il pallone a Blake Griffin a 12 anni era uno spettacolo. Crescendo si è innamorato di Trae Young e delle prospettive di questi Atlanta Hawks.

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