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Preview Knicks 20/21: il vero anno zero

Francesco Perillo by Francesco Perillo
8 Dicembre, 2020
Reading Time: 13 mins read
0
Preview Knicks

Copertina a cura di Francesco Ricciardi

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RECORD 2019-20: 21-45

IN: Alex Burks (FA, 6 milioni in 1 anno); Nerlens Noel (FA, 5 milioni in 1 anno); Elfrid Payton (FA, 5 milioni in 1 anno); Austin Rivers (FA, 10 milioni in 3 anni); Omari Spellman (trade); Jacob Evans (trade); Obi Toppin (Draft); Immanuel Quickley (Draft); Theo Pinson (2-way); Jared Harper (2-way); Michael Kidd-Gilchrist (Exhibit 10); Myles Powell (Exhibit 10).

OUT: Bobby Portis; Wayne Ellington; Damyean Dotson; Moe Harkless; Taj Gibson; Kenny Wooten; Allonzo Trier.

PG: Elfrid Payton, Frank Ntilikina, Dennis Smith Jr., Jared Harper, (Myles Powell).
SG: Austin Rivers, Alec Burks, Immanuel Quickley, Jacob Evans.
SF: RJ Barrett, Reggie Bullock, Kevin Knox, Ignas Brazdeikis, Theo Pinson.
PF: Obi Toppin, Julius Randle, (Michael Kidd-Gilchrist).
C: Mitchell Robinson, Nerlens Noel, Omari Spellman.

Definire la scorsa stagione dei Knicks non è affatto facile, ma basterebbe tornare indietro di qualche mese per comprendere quali siano state le prime crepe di un progetto affondato dopo solo una manciata di partite. In particolare, è la notte del 1 luglio 2019 a poter essere evidenziata come l’inizio della fine. Nominando quella data, verrà subito in mente ai tifosi blu-arancio la corsa alle firme di Steve Mills e Scott Perry, per cercare di rattoppare una fanbase distrutta dai rifiuti di Kevin Durant e Kyrie Irving.

Contratti onerosi offerti a giocatori che avevano come priorità solamente quella di monetizzare, con il risultato di ritrovarsi un roster disfunzionale e pieno di lunghi. Proprio queste scelte scellerate hanno portato New York a bruciare un’altra annata, bloccando qualsiasi processo di sviluppo dei giovani e mettendo fine alla gestione Fizdale a stagione ormai compromessa.

Le prime teste ai piani alti saltano già a poche ore dalla deadline di febbraio, con il licenziamento di Steve Mills. Se inizialmente si pensava che potesse avvenire una rivoluzione guidata da Masai Ujiri, James Dolan decide di troncare immediatamente ogni entusiasmo scegliendo Leon Rose, agente CAA, come nuovo POBO. Le ombre della Creative Artists Agency tornano a farsi spazio tra i corridoi del Garden, e ancora una volta sembra che il magnate newyorkese abbia voluto mettere i suoi rapporti personali davanti ai successi della squadra. Detto questo, è ancora troppo presto per capire se le connessioni con la CAA decapiteranno nuovamente le speranze di rinascita dei Knicks, ed è doveroso lasciare il giusto tempo a Rose prima di giudicare il suo operato.

Differente dal solito è stato invece il modo con cui New York ha approcciato l’Offseason 2020. Dopo l’arrivo di Tom Thibodeau qualche mese fa, secondo alcuni insider, il vero obiettivo della franchigia era quello di imbastire una trade per Chris Paul. A bloccare tutto è stato il prezzo elevato richiesto da Sam Presti, che ha bloccato ogni trattativa con i Knicks. Via dunque al piano B: Russell Westbrook via scambio? Troppo rischioso per contratto e compatibilità coi giovani; Fred VanVleet da free agent? Quasi impossibile convincerlo a lasciare Toronto senza un’offerta mostruosa; Gordon Hayward? Insensato pareggiare l’offerta a nove cifre di Jordan.

Ancora una volta, New York si è ritrovata con un pugno di mosche, scegliendo una via conservativa con 40 milioni di spazio salariale a disposizione. Detto questo, i Knicks hanno certamente evitato una serie di contratti pesanti volati nei primi giorni di Free Agency e, mai come quest’anno, l’immobilismo forzato potrebbe rivelarsi una mossa vincente per il futuro della squadra.

 

Un giocatore da tenere d’occhio: R.J. Barrett

Se proviamo a dare una sbirciata veloce al roster dei Knicks, ci accorgiamo che l’unico giocatore con un posto in quintetto assicurato ad oggi è proprio Rowan Alexander Barrett jr. Quella di R.J. sarà senza dubbio una stagione chiave per comprendere meglio quali possano essere i suoi margini di miglioramento. Dopo la sua prima annata a due facce, le aspettative saranno ancora più alte e serviranno risposte importanti dalla terza scelta 2019. Barrett si è già detto molto carico nei primi giorni di Training Camp e ha fatto sapere di volersi togliere qualche sassolino dalla scarpa, a partire dall’esclusione da entrambi gli All-Rookie Teams 2020.

RJ Barrett says he was bothered by not making the All-Rookie team. He’s going to use it as motivation. #Knicks #NewYorkForever @PIX11News pic.twitter.com/MnC655ZpEP

— Justin Walters (@JustinWaltersTV) December 1, 2020

L’addio di alcuni elementi di troppo e l’arrivo di giocatori più funzionali come Rivers e Burks potrebbero spingere Thibodeau a dargli un minutaggio importante anche come ala. Lo scorso anno infatti, nelle 56 partite disputate, R.J. ha potuto giocare da 3 indicativamente solo il 27% dei suoi minuti totali, molto poco per un giocatore con un fisico già strutturato. Ovviamente, il tutto è dipeso ancora una volta dai quintetti anacronistici schierati per tutta la Regular Season. Barrett ha infatti giocato per ben 240 minuti in campo con Ntilikina-Morris-Randle-Gibson, quella che si è rivelato il quintetto più utilizzato in tutta la stagione. Non credo serva rimarcare nuovamente i motivi del malfunzionamento di un quintetto simile nell’era della small ball, visto che la mancanza totale di spaziature si è fatta sentire dalla prima all’ultima partita.

Abbiamo già avuto occasione di analizzare nel dettaglio le principali difficoltà di R.J. nella sua prima stagione NBA, ma è giusto provare ad individuare quale tassello necessiti un upgrade fin da subito. Sicuramente, l’aspetto che ha fatto scattare un campanello d’allarme è quello relativo al finishing, alla capacità di concludere al ferro: Barrett ha infatti terminato la sua stagione con solo il 57% dal campo nei layup, su 285 tentativi e con 60 stoppate subite. Numeri preoccupanti, considerando le doti fisiche e il suo potenziale in transizione. Ovviamente, da questo punto di vista dovrà esserci una svolta, visto che avrà certamente uno Usage più alto della scorsa stagione, 24%, e molti più possessi da ball handler primario.

 

Come si vede chiaramente in questa clip, R.J. viene invitato a concludere con la mano debole, la destra, e non riesce a trovare un appoggio sicuro al tabellone, nonostante il vantaggio iniziale creatosi in penetrazione su Sexton. La capacità di essere pericoloso con entrambe le mani dovrà svilupparsi nel tempo e, considerando che ha dichiarato di essere destrorso, ci aspettiamo che possa avvenire nel minor tempo possibile. In caso contrario, Barrett potrebbe venire limitato sempre di più dalle difese avversarie e vedrebbe calare drasticamente le chance di riuscire ad esprimere tutto il suo potenziale.

 

Miglior scenario possibile

Il miglior scenario possibile per i Knicks è che accada l’opposto di quello che è successo l’anno scorso. Considerando i nomi importanti arrivati nel nuovo Coaching Staff e mettendo un attimo da parte Thibodeau, ci accorgeremo che questa volta New York sembra intenzionata quantomeno a provare a dare un senso ai tanti giovani presenti nel roster. Gli arrivi di Johnnie Bryant come Associate Head Coach dai Jazz, figura di sviluppo importante nelle ultime stagioni a Utah e mentore di Donovan Mitchell, e di Kenny Payne, storico assistente di Calipari a Kentucky, sono passati molto sottotraccia. Infatti, se queste firme dovessero rivelarsi di livello non solo sulla carta, ma anche nei progressi dei singoli, i Knicks potrebbero finalmente iniziare a costruire sui loro giovani. Payne ritroverà uno zoccolo duro di giocatori già allenati ai Wildcats, tra cui Quickley, appena arrivato via Draft con la 25esima scelta, Noel e lo stesso Knox. Ovviamente, le possibilità che quest’ultimo possa ripartire da zero dopo la scorsa annata dipenderanno tanto dall’aiuto che potrà offrirgli il suo ex-coach del College.

Sostanzialmente, nel best case scenario, New York troverebbe una base solida nello young core, insistendo anche nei momenti di difficoltà e concludendo la stagione sopra le 20W, per poi arrivare con buone speranze al ricco Draft 2021. Sarebbe necessario dare spazio a giocatori più defilati come Ntilikina, che potrebbe esaltarsi con con un coach come Thibs, e responsabilizzare Robinson nel suo percorso di crescita.

La strada da seguire dovrebbe essere quella tracciata da squadre come Atlanta e Memphis che, nonostante un mercato molto ridotto rispetto a quello dei Knicks, non hanno perso tempo e hanno iniziato un processo serio di rebulding, superando addirittura le loro aspettative nel breve periodo. Se i Knicks riuscissero nel loro intento, l’immagine della franchigia potrebbe iniziare un lento processo di risalita. Allo stesso modo, la scelta di Obi Toppin con la pick numero 8, ha confermato la volontà del Front Office di aggiungere un giocatore pronto all’interno di un gruppo ancora molto acerbo.

There’s no place like it ? pic.twitter.com/juBQjE7doz

— NEW YORK KNICKS (@nyknicks) November 19, 2020

Le analisi su Toppin non sono mancate negli scorsi mesi: parliamo di un giocatore dotato di un atletismo spaventoso, con un ottimo range di tiro e una discreta visione di gioco. L’aspetto su cui potrà puntare Thibodeau è proprio la sua completezza offensiva, e sarà necessario sviluppare un attacco sulle spalle sue e di Barrett.

L’accoppiata potrebbe rivelarsi funzionale se R.J. riuscirà ad aumentare la sua pericolosità in situazioni di Pick&Pop e Pick&Roll da portatore di palla, nelle quali ha realizzato solamente 0.68 punti a possesso con una Score Frequency del 34.8%. Entrambe le statistiche lo vedono negli ultimi posti tra i giocatori che effettuano almeno 4 P&R a partita e, anche in questo caso, un aumento di responsabilità dovrà coincidere con dei miglioramenti.

I Knicks avranno l’obbligo di creare un ambiente funzionale intorno a Toppin, che avrà certamente molti riflettori puntati, per poter sfruttare al massimo tutto il suo potenziale fin dalla prima partita. Per questo motivo, la presenza di Julius Randle potrebbe diventare un problema, sia nel breve che nel lungo termine. Rose dovrà provare a spostare via trade l’ex-Pelicans, in modo da lasciare ad Obi tutto il minutaggio di cui avrà bisogno. Se Thibs riuscirà a limitare le difficoltà difensive del prodotto di Dayton, cosa molto difficile, allora New York potrà dire di aver fatto la scelta giusta. La costituzione fisica particolare e il baricentro alto sembrano essere un ostacolo insormontabile da superare, ma si proverà certamente a portare il nativo di Brooklyn almeno ad un livello di mediocrità nella proprio metà campo.

Considerando la presenza di altri due rollanti di livello come Robinson e Noel, i Knicks potrebbero avere un’ampia varietà di soluzioni offensive. La decisione di New York di prendere un altro 5 con caratteristiche molto simili a quelle di Mitch è assolutamente comprensibile: lo scorso anno Robinson ha potuto stare pochi minuti in campo, sia per scelta tecnica che a causa dei soliti problemi di falli. Infatti, come già accennato in precedenza, i Knicks hanno schierato quasi sempre quintetti adattati con Gibson o Portis al suo posto.

Nella clip sotto troviamo uno dei tanti alley-oop portati a termine da Mitch durante la scorsa stagione, quasi sempre in situazioni di P&R, nelle quali ha concluso con l’85% dal campo, staccando nettamente ogni altro roller della Lega.

 

Quello che Noel può garantire rispetto ai suoi due predecessori è certamente una tenuta difensiva di primo livello, con una capacità di difendere su più ruoli per niente scontata per un giocatore con il suo fisico. Nerlens inoltre ha definito il suo arrivo alla corte di Thibodeau come un “match made in heaven”, convinto che il Coach potrà aiutarlo a diventare un difensore ancora più efficiente. Lui e Mitch si sfideranno per un ruolo in quintetto ma, indipendentemente da chi partirà titolare, assisteremo sicuramente a dei minutaggi molto simili.

Peggior scenario possibile

Il peggior scenario possibile è invece quello in cui tutte le paure legate all’arrivo di Thibodeau diventano realtà. Anche provando a sforzarsi, si fa fatica a capire come l’ex-Minnesota possa essere visto come una figura in grado di guidare un team in ricostruzione nel 2020. Inoltre, con un quinquennale da circa 25 milioni, Thibs potrebbe diventare un macigno se le cose non dovessero prendere una piega positiva. Il timore è che la mancanza di pazienza e la sua storica freddezza con i rookie, possano spingerlo a mettere da parte i giovani per dare minutaggi eccessivi a giocatori più esperti, come Payton e Randle, con l’obiettivo di fare un paio di vittorie in più.

Proprio i due citati, se dovessero avere un ruolo così importante nelle rotazioni come l’anno scorso, potrebbero finire per ripetere un teatrino visto fin troppo volte la passata stagione. Entrambi hanno monopolizzato l’attacco lasciando pochissimo spazio a Barrett e, invece di aiutarlo nei momenti più grigi, hanno continuato a lasciargli le briciole da raccogliere. Già a stagione conclusa erano iniziate ad uscire voci di una frustrazione comune nello spogliatoio per il modo di gestire l’attacco dei due ex-Pelicans, e lo stesso R.J. sembrava aver espresso il suo malumore per la situazione.

The Julius Randle habit that’s driving Knicks teammates crazy https://t.co/BzZe2hkcpD pic.twitter.com/94WHgt0xXb

— New York Post (@nypost) April 3, 2020

La percezione che Randle e Payton stessero giocando quasi solo per loro stessi è evidente anche nei numeri. Julius ha infatti tenuto uno Usage% di 27.6, in top-30 nella Lega, e servito il 29.6% dei suoi passaggi proprio a Payton, quasi 14 di media a partita. Per trovare Barrett in questa classifica dobbiamo spingerci fino al terzo posto, con il 12.7%, meno della metà rispetto ad Elfrid e dietro anche a Ntilikina.

Nella clip sotto possiamo vedere chiaramente come Randle ignori R.J. libero sul perimetro e si intestardisca con la palla in mano nonostante il raddoppio di Reddish. Il risultato è una palla persa piuttosto banale.

 

Il discorso è ovviamente valido anche all’inverso, in maniera ancora più estrema e con Payton protagonista. L’ex play dei Magic ha infatti confezionato il 29.2% dei suoi passaggi per il #30 in maglia Knicks, servendogli 82 dei suoi 323 assist stagionali, e solamente il 13% per Barrett. Non esattamente la maniera migliore di gestire un attacco che avrebbe già dovuto dipendere dal prodotto di Duke come prima opzione offensiva. Questi numeri, e le prossime due clip, sono abbastanza interlocutorie di quanto sia stato difficile per il “Maple Mamba” incidere fin da subito sul parquet del Garden.

 

La scelta di rifirmare Elfrid non ha fatto piacere a tutti, soprattutto per i motivi già citati. Se i Knicks e Thibodeau dovessero scegliere di puntare nuovamente su un attacco guidato da lui e Randle, le conseguenze creerebbero ancora più danni rispetto alla scorsa stagione.

 

Previsione

Quella dei Knicks sarà una stagione molto delicata, probabilmente la più delicata degli ultimi anni. Con un Front Office ed un Coaching Staff completamente nuovo, New York dovrà dare dei segnali chiari e diretti su quali siano i piani reali di questa squadra. Personalmente, credo che ci saranno delle risposte importanti da parte di alcuni singoli, Barrett su tutti, e che si potranno finalmente mettere le basi per iniziare a costruire qualcosa di serio.

Allo stesso modo, penso che non tutti i giovani avranno le stesse occasioni per mettersi in mostra, e che prima o poi nel corso dell’anno Thibodeau inizierà a pensare maggiormente al breve periodo piuttosto che al lungo. I Knicks dovranno uscire da questa stagione con la consapevolezza di averne ricavato qualcosa di importante, indipendentemente dal numero di vittorie, che sarà certamente simile al passato. Se questo non accadrà e Rose si confermerà uno dei tanti burattini di James Dolan, New York si ritroverà davanti a sé ancora tanti anni di buio e vedrà restringersi le sue chance di rinascita nel prossimo decennio.

Ancora una volta i Knicks si ritrovano con il futuro nelle loro mani. Starà a loro scegliere cosa farne.

Tags: Julius RandNew York KnicksPreview NBARJ BarrettTom Thibodeau
Francesco Perillo

Francesco Perillo

Tifoso dei Knicks e appassionato di basket; sogna ancora un futuro in cui il nostro pacioccone in maglia #7 alza il Larry O'Brien davanti alle folle del Garden.

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