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Preview Grizzlies 20/21: sarà ancora Memphis vs tutti

Francesco La Mura by Francesco La Mura
4 Dicembre, 2020
Reading Time: 10 mins read
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Preview Grizzlies

Copertina a cura di Nicolò Bedaglia

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RECORD 2019/20: 34-39

IN: Desmond Bane (R), Xavier Tillman (R), Mario Hezonja (Trade), Killian Tillie (two-way), Sean McDermott (two-way).

OUT: Anthony Tolliver, Yuta Watanabe.

Roster:

PG: Ja Morant (S), Tyus Jones.

SG: Dillon Brooks (S), De’Anthony Melton, Desmond Bane, Grayson Allen, John Konchar, Marco Guduric, Marjo Hezonja, Sean McDermott.

SF: Kyle Anderson (S), Justise Winslow.

PF: Jaren Jackson Jr. (S), Brandon Clarke, Xavier Tillman, Killian Tillie.

C: Jonas Valanciunas (S), Gorgui Dieng, Jontay Porter.

 

Offseason

L’offseason dei Memphis Grizzlies ha avuto un unico denominatore comune, quello dello sviluppo interno: i volti nuovi sono arrivati dal Draft, mentre la free agency è servita per riportare alla base tre giocatori che erano presenti a roster già l’anno scorso, ovvero De’Anthony Melton, John Konchar e Jontay Porter.

La rifirma di Melton era sicuramente quella più attesa e più importante, soprattutto per l’impatto che l’ex giocatore dei Suns ha avuto nel corso della stagione. Anche nella bolla di Orlando, dove non ha particolarmente brillato, si è visto in alcuni momenti cosa significhi avere Melton, soprattutto in difesa.

La combinazione tra atletismo, lunghezza delle braccia e istinti difensivi lontano della palla rendono Melton un difensore abbastanza completo, a cui affidare l’esterno avversario più pericoloso.

La crescita ulteriore che verrà richiesta a Melton nei prossimi anni sarà in attacco: è già un buon tiratore dagli angoli, mentre fatica a trovare il canestro dalle altre zone del campo, soprattutto quando tira dal palleggio. Se dovesse riuscire a mettere su un tiro in spot up affidabile e a fare piccoli miglioramenti nel trattamento di palla, De’Anthony avrebbe tutto per essere uno dei migliori role player della lega e il suo contratto da 35 milioni totali in 4 anni potrebbe rivelarsi in futuro una vera steal.

In sede di draft Kleiman aveva sostanzialmente due obiettivi, ovvero aggiungere shooting e playmaking, e per farlo ha sostanzialmente replicato due volte la stessa mossa effettuata l’anno scorso per scegliere Clarke: se c’è un giocatore ritenuto adatto a quello che i Memphis Grizzles stanno provando a costruire, l’EVP in carica dalla scorsa stagione non si fa problemi a salire al draft. Così è riuscito infatti ad ottenere la 30esima scelta dai Celtics in cambio di due seconde future per selezionare Desmond Bane, guardia da TCU, mentre ha utilizzato la 40esima pick insieme ad un altra seconda futura per arrivare alla 35 e mettere le mani su Xavier Tillman. Bane sembra il fit perfetto per i Grizzlies, in quanto è l’unico giocatore a roster ad avere la capacità di muoversi off the ball e liberarsi per la tripla: la meccanica di tiro non è tra le più comuni, ma l’ottimo lavoro di piedi e la velocità di rilascio rendono Bane un tiratore mortifero, capace di segnare nell’ultimo anno di college con il 44% da tre punti su ben 6.5 triple a partita. Per una squadra come i Grizzlies, 23esima per 3P% nell’ultima RS, aggiungere un tiratore di questo livello, capace di segnare dal perimetro in tutti modi possibili e immaginabili (dal palleggio, in transizione e semi-transizione), era davvero necessario.

Come potete vedere, Grayson Allen, uno dei pochi tiratori puri tra gli esterni dei Memphis Grizzlies, è prettamente un tiratore in spot up.

Bane però non è solo un tiratore, in quanto ha fatto vedere di essere anche un buon passatore e di disporre di buone letture dal pick and roll: ciò lo rende un potenziale playmaker secondario, caratteristica che ben si sposa con la volontà dei Grizzlies di avere la maggior quantità di playmaking diffuso possibile all’interno dei quintetti che coach Jenkins può schierare.

In quest’ottica, anche la presa di Tillman ha molto senso: il prodotto di Michigan State non è un giocatore esplosivo, ma ha un elevato IQ cestistico difensivo ed è un ottimo rimbalzista, mentre in attacco, oltre ad essere un ottimo rollante in grado di chiudere bene al ferro, è un passatore decisamente sopra la media per il ruolo.

 

Le aspettative

Nonostante abbiano sfiorato a sorpresa i playoff nell’ultima stagione, i Memphis Grizzlies non partono con i favori del pronostico nemmeno quest’anno: diciamoci la verità, Ja Morant e compagni l’anno scorso hanno approfittato anche del vuoto di potere che si è creato nel range ottava-nona posizione della Western Conference, a causa della dipartita prematura dei Golden State Warriors e dei problemi di infortuni dei Portland Trail Blazers, che, una volta recuperati Collins e soprattutto Nurkic, nella bolla si sono guadagnati l’ottavo posto prima e l’accesso alla postseason poi nel play-in giocato proprio contro i Grizzlies. L’obiettivo principale dunque per la prossima stagione sarà lo stesso dell’anno scorso: continuare a sviluppare i giovani presenti a roster e inserire nei meccanismi i nuovi arrivati, oltre a Winslow e Porter, che per problemi fisici non hanno ancora messo piede in campo con la maglia dei Grizzlies. Fin dal giorno dell’insediamento del nuovo front office, i Grizzlies hanno fatto intendere di avere una visione di lungo periodo, dimostrandolo sia sul mercato, dove, pur di arrivare a Winslow, hanno sacrificato Crowder che ben si integrava con il resto del quintetto titolare, che in campo, limitando l’utilizzo dei rookie, con Morant e Clarke che fino all’interruzione della RS causa Covid viaggiavano rispettivamente a 30 e 21 minuti a partita. Certamente è lecito attendersi una squadra che, migliorata comunque dagli arrivi dei due rookie, che sembrerebbero essere due giocatori plug and play e quindi pronti a dare un contributo positivo fin da subito, proverà a giocarsi le sue carte in un Ovest che però si preannucia molto agguerrito, con squadre che sono uscite molto migliorate dall’ultima offseason (i Phoenix Suns e i Minnesota Timberwolves) e altre destinate a far meglio dello scorso anno (i già citati Blazers e Warriors, senza dimenticare i Pelicans, che potranno fare affidamento su Zion Williamson sin dall’inizio di stagione): sarà ancora ”Memphis vs Everybody”, come recitava un vecchio claim di una delle tante run di playoff giocate dai Grizzlies nell’ultimo decennio. La sensazione è che ai nastri di partenza la squadra allenata da coach Jenkins sia inferiore ad almeno 10 compagini della Western Conference: situazione che rientra nella normalità delle cose confrontando la timeline delle varie franchigie.

 

Giocatori da seguire

Sarà banale, ma il presente e il futuro dei Memphis Grizzlies sono essenzialmente legati a due giocatori: Ja Morant e Jaren Jackson Jr.

 

Ja Morant

Ja Morant ha sorpreso tutti per la capacità di farsi trovare subito pronto: la sua stagione è stata premiata con il Rookie of the Year ed era dai tempi di Pau Gasol che un giocatore dei Grizzlies non si aggiudicava questo riconoscimento. L’annata da sophomore sarà un bel banco di prova per il prodotto di Murray State: le squadre avversarie lo conoscono meglio, sanno quali siano i suoi punti di forza e in quali aree del gioco sia più carente. In verità, la bolla di Orlando è stata già un bel test da questo punto di vista, in quanto i gameplan delle squadre avversarie hanno previsto sostanzialmente due misure: passare dietro sui pick and roll e in alternativa cambiare. Morant al momento non è un grande tiratore, nonostante fino alla bolla le sue percentuali da tre siano risultate comunque accettabili: le triple che sbaglia finiscono spesso corte e sembra che non riesca a dare abbastanza forza al suo tiro. Dovrà lavorare sulla sua shooting form per riuscire ad essere un giocatore che possa essere rispettato dal perimetro e quindi avere maggiori possibilità di entrare nel pitturato: il tocco ai liberi e nei floater sono due indicatori positivi in tal senso.

 

Inoltre, Morant ha dimostrato di avere poca creatività quando deve attaccare i cambi difensivi. Ja in queste situzioni ha sostanzialmente due opzioni: attaccare il ferro a testa bassa oppure tirare in faccia al lungo.

 

Infine, un’altro aspetto critico del suo gioco riguarda la tendenza a passare la palla dopo aver saltato, cosa che lo porta spesso a concludere il possesso con una palla persa. In definitiva potete intuire che se Morant, pur con tutti questi difetti, è stato quasi in grado di trascinare i Grizzlies ai playoff, i margini di miglioramento per lui e per Memphis sono ancora tanti.

 

 

Jaren Jackson Jr.

Nell’ultima stagione, Jaren Jackson Jr. ha fatto un salto offensivo molto importante, diventando uno dei migliori lunghi tiratori della lega. Nella bolla JJJ ha fatto vedere con maggiore continuità anche dei netti progressi nel ball handling, che gli consentono di poter attaccare i diretti marcatori e finire al ferro: ci troviamo di fronte ad un giocatore di 213 cm con uno skillset da guardia, difficilmente contenibile per i lunghi che hanno un passo diverso. La sensazione, dopo due anni tra i professionisti, è che Jackson abbia avuto un percorso inverso rispetto alle attese, facendo più progressi in attacco che in difesa: permangono infatti i problemi di falli, che condizionano in negativo il suo apporto difensivo, obbligandolo a contenersi per cercare di rimanere in campo, oltre alla sua totale mancanza di istinto nell’andare a caccia della palla a rimbalzo e ai suoi cali di concentrazione, che lo portano ogni tanto a concedersi qualche passaggio a vuoto. Ritengo che questa stagione per Jaren Jackson Jr. possa essere un crocevia importante: il momento in cui i Grizzlies dovranno pagare JJJ si avvicina ed esporsi in maniera importante dal punto di vista economico per un giocatore che ha sicuramente talento, ma che porta con sé anche tanti dubbi legati alla sua adattabilità da centro nella metà campo difensiva, potrebbe rivelarsi una mossa che potrebbe addirittura nel peggiore dei casi compromettere il futuro dei Grizzlies.

Watch Deandre Ayton push Jaren Jackson under the rim. Bullies him inside and this opens up the inside for the putback.

Nice offensive rebound. This is the aggressiveness I love to see him have. #Suns pic.twitter.com/QZuQroTIpI

— Suns Video Breakdown (@SunsVideo) January 6, 2020

 

Previsione

I Grizzlies hanno cambiato poco rispetto alla scorsa stagione e questo potrebbe essere un vantaggio rispetto alle altre squadre che invece dovranno trovare la quadra. Coach Jenkins ha messo in piedi un sistema di gioco abbastanza oliato, dove quasi tutti gli interpreti si esprimono al meglio: basti pensare a Valanciunas, che è riuscito a trovare dopo anni nella lega una dimensione difensiva che prima non aveva mai avuto.

 

In questa azione si può notare come Valanciunas contenga Lillard sul pick and roll e poi difenda ottimamente in post contro Nurkic.

Tuttavia, la nuova annata partirà già con un handicap: Jaren Jackson Jr. e Winslow stanno ancora recuperando dai loro rispettivi infortuni e non ci saranno nelle prime partite. L’assenza di JJJ è quella più preoccupante, in quanto più difficile da sostituire efficacemente. Jenkins può contare su un roster abbastanza profondo e questo è sicuramente un altro aspetto positivo in vista di una regular season molto più compatta rispetto agli altri anni. Nel caso in cui i Grizzlies dovessero riuscire a tenere a botta in assenza di Jackson e Winslow, allora guadagnarsi un posto valevole per il play-in non sarebbe una missione impossibile e un risultato del genere certificherebbe che la stagione dell’anno scorso non è stata solo un colpo di fortuna; in caso contrario, perdere subito terreno dalle rivali potrebbe costare molto caro in termini di risultati e proietterebbe la franchigia verso una stagione priva di ambizioni, da dedicare unicamente allo sviluppo del proprio core, che andrebbe a ridimensionare un po’ i giudizi su questa squadra, ma che potrebbe essere funzionale ad avere un’altra pick in lottery: il più grande free agent firmato per costi e aspettative da Memphis nella propria storia è Chandler Parsons e ciò dovrebbe farvi intuire quanto sia difficile per uno small market attrarre giocatori di un certo livello. In qualsiasi modo andrà questa stagione, i Grizzlies potranno ricavarne qualcosa di utile per il futuro: staremo a vedere se sarà un ulteriore step in termini di crescita e di esperienza, oppure l’ultimo pezzo da aggiungere al mosaico costruito quest’anno.

Tags: ja morantjaren jackson jrMemphis GrizzliesPreview NBA
Francesco La Mura

Francesco La Mura

Ama Mike Conley quasi quanto la sua famiglia e vive nel rimpianto di non aver mai visto O.J. Mayo al suo meglio. Resta sveglio ogni notte per guardare le partite dei Grizzlies, anche perchè quando prova a dormire gli appare Hasheem Thabeet in sogno.

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