La stagione NBA 20/21 è cominciata da pochi giorni e per tutti noi tifosi dei Warriors è già stato un incredibile viaggio sulle montagne russe. Abbiamo già affrontato tutta la gamma di emozioni possibili per un tifoso e deve ancora alzarsi la prima palla a due! Siamo passati dall’eccitazione e la suspense dell’attesa del Draft, dopo la noia e la tristezza di non poter vedere i nostri in campo per tutti questi mesi (troppi), alla paura prima e lo sconforto seguito alla notizia dell’infortunio di Klay Thompson; siamo tornati a sperare e sorridere con gli arrivi di Wiseman e Mannion, a preoccuparci per l’approdo di alcuni nomi tra i free agent ad alcune rivali, a infrancarci dall’arrivo di Oubre Jr. Tante, forse troppe emozioni tutte insieme per chi era già provato da queste ultime due stagioni piene di delusioni.
L’infortunio di Klay
Partiamo dal momento più basso, l’infortunio al tendine d’achille di Klay. Vera mazzata per tutti, in primis dispiace per la persona: Klay è uno dei più amati dalla Dubnation, un eroe dopo i due liberi tirati con il crociato rotto in finale con Toronto, e vederlo alle prese con questo nuovo stop ci ha davvero abbattuto il morale ma ci ha fatto stringere ancora di più attorno a lui. Ovviamente non passa in secondo piano l’aspetto strettamente tecnico. Non c’è bisogno che stia qui a dire quanto sia forte come giocatore ed importante per gli equilibri della squadra sui due lati del campo, e sapere di non averlo a disposizione per tutta la prossima stagione ha decisamente ridimensionato le aspettative. Sì perché lo avevamo visto rientrare al 100%, allenarsi al massimo col resto della squadra, Myers e Kerr avevano mostrato soddisfazione nel vederlo perfettamente ristabilito; per cui ci si aspettava una stagione di lotta al vertice guidata dai big 3, riposati e tirati a lucido da questi mesi di “riposo forzato”, aiutati dalla conferma dei giovani temprati dalle difficoltà della scorsa stagione, dal completo inserimento di Wiggins e dall’arrivo dei nuovi giocatori via draft/free agency/trade durante l’off season. La sua assenza sicuramente peserà parecchio e renderà la corsa a tornare a competere nettamente più
complicata.
L’infortunio di Klay ha aperto, direttamente e indirettamente, anche altre opzioni che aiuteranno la costruzione di un roster competitivo. Indirettamente perché ha “spinto” la dirigenza ad utilizzare la trade exception di Iguodala per far arrivare da OKC Kelly Oubre Jr, altro giovane in grande crescita con caratteristiche ideali per il sistema e che in questi ultimi mesi ai Suns ha messo in mostra tutto il suo potenziale che lo aveva portato ad essere scelto alla 15 cinque anni fa. Direttamente perché, trattandosi di un infortunio che terrà fuori per tutta la stagione il buon Klay, i Warriors possono utilizzare quella che si chiama Disable Player Exception (già chiesta ed approvata dalla lega), che aprirà circa 9,3 milioni di “spazio salariale” per l’acquisizione di un giocatore via trade o free agency.
Il Draft
Ok, adesso però non ci demoralizziamo troppo perché ci sono anche molti aspetti positivi di questa offseason. Il draft in particolare ci ha dato molte soddisfazioni. Alla numero due è arrivato, come previsto dai più (e caldeggiato da tantissimi tra noi tifosi), James Wiseman, il centro che mancava al roster dei Warriors dal Bogut prima maniera. Il 19enne di Nashville era, a detta di Myers, il giocatore in cima alla lavagna della war room di Golden State. Grande fisico, grande atletismo, altezza e wingspan fuori scala, mobilità, talento offensivo, ha tutto per poter dare da subito un grande contributo e tutto il potenziale per poter diventare un giocatore dominante e la futura colonna su cui costruire i prossimi Warriors.
Molto più a sorpresa, ma con grandissima soddisfazione di tutti, alla 48 è stato scelto “from Siena” il “nostro” Nico Mannion, curiosamente scelto dalla stessa franchigia che 27 anni prima aveva scelto il padre Pace alla 43. Myers ha dichiarato post draft che è stata una sorpresa anche per loro poiché avevano visionato e seguito Nico ma non si aspettavano di vederlo ancora disponibile alla 48, per cui ne hanno approfittato. All’iniziale soddisfazione per il puro spirito nazionalistico di avere un italiano nella nostra squadra (il secondo dopo Belinelli) si è aggiunta anche la consapevolezza che Nico potrebbe dare un sostanzioso contributo: è un playmaker con caratteristiche che si sposano magnificamente con le idee offensive di Coach Kerr; nonostante non sia altissimo è un ottimo atleta, sa creare dal palleggio e dal pick&roll per se stesso e per i compagni, ha un tiro da tre affidabile e aggredisce il ferro con decisione quando ha spazio.
Certo, difensivamente potrebbe preoccupare la sua dimensione ma nel sistema di Ron Adams, fatto di molti cambi, close out rapidi e raddoppi, potrebbe sfruttare la sua rapidità e risultare efficace senza pagare troppo la differenza con gli avversari. Certo, con l’arrivo di Wannamaker difficilmente sarà la prima riserva di Steph, ma l’addio di Ky Bowman certifica che lo staff lo considera prezioso e sicuramente troverà i suoi minuti.
La firma di un contratto “two-way” non deve ingannare: la formula di quei contratti è cambiata parecchio e sono oramai equiparati ad un regolare contratto, con la sola limitazione sul numero di partite disputate. Sicuramente una scelta fatta per opportunità di formazione del roster e gestione del salary cap, non sicuramente per una mancanza di fiducia. Starà a lui sfruttare lo spazio e dimostrare la sua etica del lavoro e la capacità di migliorare che paiono ottime, specialmente seguendo il suo sviluppo e i suoi workout degli ultimi mesi.
Conclusioni
Quindi è vero che a caldo erano arrivati sconforto e disillusione per la nuova stagione, ma a mente fredda, analizzando e ragionando sulle mosse della società e sulle possibilità ancora aperte, la stagione che sta per iniziare si presenta come una sfida intrigante. Certamente non siamo più la squadra da battere ma sicuramente saremo quella che tutti vorranno evitare, una “mina vagante” pronta a fare qualche sgambetto importante e a farsi trovare comunque pronta a lottare fino all’ultimo.
Ilie Piacentini di The Italian Bay