Siamo ormai giunti alla conclusione di una delle offseason più brevi della storia. Con le immagini della débâcle dei Clippers nella bolla di Orlando ancora vivide nella memoria, la squadra di Ballmer è subito corsa ai ripari con delle modifiche mirate.
Dopo la fine della scorsa stagione, gli obiettivi principali dei Clippers erano tre, in ordine di importanza:
- Rinnovare lo staff degli allenatori
- Prendere un centro di riserva su cui poter fare affidamento ai playoff
- Aggiungere a roster giocatori con alto QI cestistico
Abbiamo già parlato dei cambiamenti avvenuti sulla panchina dei Clippers qualche settimana fa, per cui in questo articolo mi limiterò a fare un breve riepilogo prima di passare ai movimenti dei giocatori.
La sponda rossoblù di LA ha deciso di promuovere Ty Lue a capo allenatore con un contratto quinquennale. Per quanto riguarda invece il suo staff sono arrivati nomi importanti, come ad esempio Dan Craig – che avrà lo stesso incarico ricoperto precedentemente a Miami (ex vice di Spoelstra) – e Kenny Atkinson, stimato per le sue capacità nello sviluppo dei giocatori; questi si aggiungono poi Larry Drew e Roy Rogers, due allenatori con anni di esperienza alle spalle, e l’esordiente Chauncey Billups.
Building out the bench with experience, depth, and versatility.
— LA Clippers (@LAClippers) November 16, 2020
Introducing this year’s staff. pic.twitter.com/tMDk0J8mg8
Con tutta probabilità la squadra si presenta ai nastri di partenza della stagione NBA 2020-21 con questo roster:
PG: Beverley, Williams, Mann.
SG: George, Kennard, Bowman (contratto non garantito).
SF: Leonard, Coffey (2way), Scrubb (2way).
PF: Morris, Patterson, Kabengele.
C: Zubac, Ibaka, Oturu.
Con il training camp alle porte, ripercorriamo insieme – seguendo l’ordine cronologico degli eventi – il mercato dei Los Angeles Clippers.
Dentro Kennard, fuori Shamet e McGruder
Nella notte del Draft è avvenuto il primo- e unico- scambio di questa finestra di mercato che ha visto i Clippers protagonisti.
I Los Angeles Clippers ottengono: Luke Kennard, Justin Patton (tagliato), scelta #55, 4 scelte al secondo turno (Portland 2023, Detroit 2024, 2025, 2026).
I Brooklyn Nets ottengono: Landry Shamet, Bruce Brown, scelta #57.
I Detroit Pistons ottengono: scelta #19, Rodney McGruder, Džanan Musa, una scelta al secondo turno (Toronto 2021).
Lo scambio è di fatto una scommessa tra Clippers e Nets: la squadra allenata da Nash ha effettivamente preferito Shamet a Kennard, cedendo la scelta numero 19 al Draft 2020 alla rivale losangelina. I Clippers hanno poi girato la scelta a Detroit, insieme a McGruder, in cambio della guardia da Duke e le quattro scelte.
Per Brooklyn, Shamet è un fit più adatto a giocare al fianco di Irving, Dinwiddie e LeVert. Rispetto a Kennard è più abile nell’aggirare i blocchi in difesa e inseguire i tiratori avversari; in attacco, Shamet è molto meno capace di giocare con la palla in mano, cosa che però a Brooklyn non gli verrà richiesta.

Dal punto di vista di L.A., Kennard è un netto miglioramento nel ruolo di guardia di riserva. L’ex giocatore dei Pistons è un tiratore della stessa caratura di Shamet, ma non si limita a questo. In grado di giocare handoff e pick and roll (esperimento provato dai Clippers con Shamet con risultati disastrosi), sia per crearsi il tiro sia per servire i compagni.
Kennard sarà per i Clippers un playmaker aggiunto in uscita dalla panchina, capace di alternarsi a Lou Williams nella gestione dei possessi.
Il problema principale riguardante Kennard è la condizione fisica. Durante la stagione scorsa la guardia ha avuto a che fare con una fastidiosa tendinite rotulea che lo ha limitato talmente tanto da permettergli di giocare solo 28 partite.
Nonostante ciò, recentemente i Pistons hanno avuto un mini-camp di squadra, e le indicazioni sulla salute del giocatore sembrano ampiamente positive.
Dwane Casey: “Luke Kennard came in here in great shape. He accomplished and we accomplished with what we wanted to do with him. No tendinitis. I think he’s in the best shape since I’ve coached him. He played with intelligence and confidence.”
— James Edwards III (@JLEdwardsIII) October 2, 2020
Nonostante i rischi legati alla salute non siano da sottovalutare, Kennard rimane un netto miglioramento rispetto a Shamet. Le quattro scelte future guadagnate nello scambio e la cessione del contratto di McGruder sono solo la ciliegina sulla torta per i Clippers.
La notte del draft
I Clippers iniziavano la giornata con la sola scelta #57, ma grazie alla trade menzionata precedentemente – e a un trade-up con i Knicks – hanno potuto scegliere con la #33 e la #55. Con la #33 i Clippers hanno scelto Daniel Oturu, mentre la #55 è stata utilizzata per arrivare a Jay Scrubb.
Daniel Oturu è un lungo in uscita da University of Minnesota che ha concluso la stagione da sophomore con 20.1 punti, 11.3 rimbalzi, e 2.5 stoppate a partita. Andando oltre i numeri di base, Oturu è un lungo tradizionale che ha nel tempo implementato il tiro dalla distanza nel suo repertorio (36.5% con 1.7 tentativi a gara), ma che in difesa è costretto a rimanere nel pitturato per la scarsa mobilità. Anche le letture del gioco hanno dato segnali poco incoraggianti, come si può intuire dal dato di 0.44 assist per palla persa.
Another @GopherMBB alumnus in LA.
— LA Clippers (@LAClippers) November 21, 2020
? @oturu65 | @BigTenNetwork pic.twitter.com/hOiAlxfPhZ
In generale, Oturu – dato alla #53 nella nostra Big Board – è un prospetto molto simile a Kabengele, lungo per cui l’anno scorso i Clippers hanno ceduto la scelta di Brooklyn in questo draft (diventata poi la #19. Esatto, i Clippers hanno sostanzialmente sacrificato Shamet a un anno di distanza per poter scegliere Kabengele).
Nel migliore dei casi tutto questo è solamente una pessima gestione degli asset a disposizione della squadra. Nel peggiore, invece, i Clippers hanno sacrificato delle pedine importanti per scegliere l’ennesimo lungo che non verrà mai utilizzato quando, lo ricordiamo, alla #33 era disponibile un lungo unanimemente apprezzato dagli scout come Xavier Tillman.
Jay Scrubb, selezionato alla #55, è un’ala atletica che molto difficilmente vedrà il campo nei prossimi anni. Il giocatore classe 2000, nominato JUCO Player of the Year, ha discreto potenziale come scorer ed è capace di segnare in modi diversi. Per guadagnare minuti in rotazione deve però lavorare in difesa, motivo per cui in molti pensavano potesse non venire scelto la notte del draft.
Tra conferme onerose e addii amari
Con lo scoccare della mezzanotte italiana tra il 20 e il 21 novembre sono subito arrivate le prime notizie riguardanti i free agent dei Clippers.
Chi è rimasto: Markieff Morris (64 milioni in 4 anni), Patrick Patterson (annuale da 3 milioni).
Chi è andato via: JaMychal Green (15 milioni in 2 anni ai Denver Nuggets), Montrezl Harrell (19 milioni in 2 anni ai Los Angeles Lakers).
Su Patrick Patterson non c’è molto da dire: dopo una buona stagione disputata dal lungo veterano, la squadra ha deciso di rinnovarlo con un contratto leggermente superiore al minimo salariale. Patterson l’anno scorso ha tirato con ottime percentuali (39% da 3 su quasi 3 tentativi a partita in 13 minuti di media) e difeso bene in post sui 4 avversari. Oltre a questo, poco altro: passare da JaMychal Green a Patterson è sicuramente un passo indietro che la squadra pagherà nella stagione regolare.
Il rinnovo di Marcus Morris, per certi versi obbligatorio, è senza dubbio arrivato a cifre ben superiori a quello che è il reale valore dell’ala ex Knicks. Nella stagione 2023-2024 Morris avrà già 34 anni e guadagnerà ancora 16 milioni di dollari: le probabilità che il giocatore valga quei soldi a quel punto della carriera sono pressoché nulle.
I Clippers però sono in all-in su questo gruppo dall’estate scorsa, quando hanno deciso di ipotecare il proprio futuro per acquistare Paul George e Kawhi Leonard. Le finestre temporali per le contender sono sempre più brevi, e la squadra non può permettersi di uscire indebolita dalla offseason per salvaguardare un futuro già incerto.
L’implicita conseguenza del rinnovo di Morris è stata la partenza di JaMychal Green: il lungo ha firmato un biennale con i Nuggets che – una volta venuti a sapere della scelta di Jerami Grant di andare a Detroit – hanno visto in Green un degno rimpiazzo. Green è la vera perdita di questa offseason per i Clippers in ottica playoff, ma il GM di L.A. gli ha preferito (giustamente) la possibilità di offrire a un free agent la MLE “piena”.
Con Montrezl Harrell invece i ponti erano ormai bruciati da tempo. Che la relazione tra le due parti fosse ormai inevitabilmente deteriorata lo si era capito da diversi elementi, primo su tutti le diverse soffiate a testate come The Athletic o Yahoo Sports che avevano l’obiettivo di salvare, per quanto possibile, l’immagine del giocatore dopo delle prestazioni nella bolla molto sottotono.
Reporter – “Did you feel like the Clippers wanted you back?”
— Tomer Azarly (@TomerAzarly) November 23, 2020
Lakers’ Montrezl Harrell, after a long pause trying to find the words – “Apparently not if I’m on the other side.” pic.twitter.com/p9DbTKrajU
La sorpresa, però, non si è fatta mancare. Harrell ha firmato un contratto biennale con i Los Angeles Lakers da 19 milioni di dollari (la MLE sopracitata) con opzione sul secondo anno. L’idea del giocatore è chiara: non soddisfatto dalle offerte arrivate questa estate (probabilmente la sola Charlotte ha offerto qualcosa più della MLE), l’obiettivo è quello di usare i Lakers come vetrina in vista della prossima, quando le squadre avranno sicuramente molti più soldi da spendere.
Per i Clippers, perdere Harrell significa dover fare a meno di un giocatore molto produttivo per la stagione regolare. Se è vero che ai playoff il centro è risultato ingiocabile (qui ne abbiamo parlato in modo più approfondito), l’apporto del Sixth Man of the Year è ciò che ha permesso ai Clippers di navigare le acque durante i tanti infortuni e concludere la stagione al secondo posto a ovest. Sostituire quel tipo di produzione non sarà facile.
The Original Man
I miei candidati preferiti per la MLE dei Clippers erano Goran Dragić e Serge Ibaka. Con l’avvicinarsi dell’inizio di questa finestra di mercato era ormai chiaro che Dragić avrebbe rinnovato con un contratto oneroso annuale con i Miami Heat, restringendo la lista dei desideri al solo Ibaka, voluto anche da Brooklyn, Toronto e altre squadre.
Per la fortuna dei Clippers, il centro congolese ha effettivamente scelto di raggiungere Leonard a L.A.
L’ex giocatore dei Toronto Raptors porta in dote alla compagine losangelina versatilità, abilità di spaziare il campo in attacco e protezione del ferro in difesa.
Con tutta probabilità partirà dalla panchina e giocherà la maggior parte dei minuti da centro e, a seconda degli avversari, Ibaka potrà essere utilizzato anche in coppia con Zubac per qualche minuto.
Ma Fuzzy Man is coming to LA.
— LA Clippers (@LAClippers) November 26, 2020
? @sergeibaka pic.twitter.com/EfWEtDeLDR
L’aggiunta di Ibaka dovrebbe essere un toccasana per uno spogliatoio che l’anno scorso ha fatto molta fatica a delineare – e rispettare – delle gerarchie precise. Il lungo congolese ha già vinto un titolo da protagonista, e a Los Angeles ritrova l’amico Kawhi Leonard.
Se prima ho affermato che l’assenza di Harrell si farà sentire durante la stagione regolare, è vero anche il contrario per quanto riguarda i playoff: il Serge Ibaka delle ultime postseason è un netto miglioramento rispetto a Green e Harrell.
Una rotazione ancora incompleta
Al momento della scrittura di queste righe il roster dei Clippers è ancora in fase di completamento. Con l’invito al training camp di Ky Bowman (discreta guardia dalla mentalità difensiva che ha passato la stagione scorsa a Golden State) mancano all’appello ancora due contratti al minimo. Due ruoli in particolare necessitano di un’aggiunta: PG e SF di riserva.
Nella passata stagione i Clippers hanno spesso sofferto enormemente l’assenza di Beverley nelle partite un cui il playmaker titolare era infortunato: Beverley non è una PG tradizionale, ma conosce il ruolo e lo sa svolgere discretamente bene. L’anno scorso la squadra ha costantemente giocato meglio con lui in campo, in attacco come in difesa.
Il problema più grande si è presentato con i suoi sostituti: Jackson ha spesso fatto scelte discutibili, Shamet è (per ora) una guardia pura e Mann non è ancora pronto a certi livelli. Di fatto, Beverley è l’unico playmaker presente a roster. La soluzione immediata (ma sicuramente non definitiva) potrebbe essere Shabazz Napier: playmaker che conosce il mestiere, competente e in grado di mettere in ritmo i compagni.
Per quanto riguarda le ali piccole ancora sul mercato, è da monitorare la situazione di Batum a Charlotte – si aspetta il taglio del giocatore francese – e il free agent Glenn Robinson III, che l’anno scorso ha dimostrato di poter avere un ruolo limitato dalla panchina.
Ufficializzata la trade che porta Ariza a OKC. Con così tanti nomi a roster, uno tra George Hill e Ariza potrebbe ottenere un buyout prima dell’inizio della stagione. Entrambi i giocatori farebbero molto comodo ai Clippers. https://t.co/8I6slbCuAw
— Lorenzo Pasquali (@lory_pasquali) November 27, 2020
Con una stagione da 72 gare in pochi mesi e il pericolo di un tampone positivo al COVID-19 di gara in gara, sarà fondamentale avere un degno sostituto di Kawhi Leonard e Paul George in quel ruolo.