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Sam Presti e la sua caccia alle scelte al draft

Francesco Contran by Francesco Contran
30 Novembre, 2020
Reading Time: 15 mins read
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Sam Presti mago delle pick

Copertina a cura di Marco D'Amato

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Quando nell’estate del 2019 Paul George e Russell Westbrook hanno chiesto di essere ceduti, Sam Presti ha capito che la prima era degli Oklahoma City Thunder era terminata. Ha così accontentato le due stelle della squadra, ottenendo in cambio ampie compensazioni e mettendo le basi del rebuilding. Non sono arrivati solo Chris Paul, Danilo Gallinari e Shai Gilgeous-Alexander, ma anche moltissime scelte al draft da parte di Houston e LA Clippers.

Dopo un’annata di transizione anche i due veterani hanno lasciato l’Oklahoma, e nelle ultime settimane OKC ha visto un clamoroso smantellamento del roster con una massiva acquisizione di scelte al draft. Stare dietro a tutto è stato quasi impossibile, e dubito che Sam Presti abbia dormito un numero di ore in doppia cifra dalla Draft Night alla free agency. Inserendosi in ogni scambio per ottenere prime o seconde scelte al draft, Presti è sembrato quasi un avido collezionista. Ma dietro questa caccia c’è molto di più di un semplice collezionismo, in ballo c’è il futuro di una franchigia.

 

Perché Presti vuole tante scelte?

A guardare tutti gli scambi degli ultimi giorni viene naturale farsi delle domande sull’operato del general manager. Perché smantellare una squadra arrivata quinta a Ovest? Perché scambiare un simbolo come Steven Adams? Perché cedere un ottimo Dennis Schroeder? Perché non dare nemmeno una possibilità a Rubio e Kelly Oubre jr? Perché i Thunder accumulano tutte queste scelte? Con chi andrà in campo OKC? Perché il tanking? Perché adesso?

Non si possono valutare gli scambi dei Thunder senza prima rispondere a queste domande. Incominciamo col dire che con la cessione di Russell Westbrook, simbolo di Oklahoma City, Presti attestava la conclusione di un periodo di competitività ai massimi livelli, con 9 apparizioni ai playoff in dieci anni e un All Nba in squadra ogni anno.

In postseason OKC si era presentata con una rotazione composta da un mix di veterani di buono o altissimo livello, come Gallinari e Chris Paul, e di buoni giocatori come Schroeder, Adams e Noel, tutti e tre in scadenza ne giro di 12 mesi. Il tutto accompagnato dalle giovani leve SGA, Dort e Bazley, su cui è ovviamente incentrato il futuro della franchigia. Come conseguenza, la timeline della ricostruzione è dettata dall’età dei tre giovani giocatori, che si sono ben comportati ai playoff. Shai Gilgeous-Alexander, il più anziano dei tre, è un classe ’98. Non deve stupire quindi che Sam Presti abbia deciso di rifondare giocatori di prospettiva, e non stupisce nemmeno la cessione di Chris Paul, ormai 35enne. Sono le altre mosse che vanno spiegate e di cui è fondamentale capire la logica.

Dai Clippers e dai Rockets Presti ha ottenuto nel complesso, protette o meno, 7 scelte e 4 possibilità di swap, fino al 2026. Una tale collezione di asset potrebbe far pensare che un tanking non avrebbe troppo senso, ma va detto che LA e Houston dovrebbero essere competitive almeno nei prossimi due anni, e le scelte prenderanno valore presumibilmente dopo il 2024. Quindi nel complesso, nonostante fossero tantissimi gli asset già presenti nell’Oklahoma, il valore di quelli più vicini nel tempo non era così alto. Presti ha deciso quindi di accumulare altri asset e di accrescere il valore di quelli già presenti. Come è possibile fare tutto ciò?

 

Tanking+Accumulo di asset= Potenziale di crescita

La risposta è tankare, cosa che, come avrete avuto modo di vedere, a me non piace. Tuttavia occorre precisare che oltre alle scelte di Clippers e Rockets, Sam Presti può contare anche sulle scelte degli Oklahoma City Thunder. Peggiorando la qualità del roster migliora il valore delle scelte, che saranno nella lotteria. E siccome il futuro di Houston ed LA non si può controllare, Presti cerca di essere padrone del proprio destino.

Non deve stupire quindi che Schroeder e Adams siano in una nuova squadra, e nemmeno che Oubre e Rubio non siano atterrati a Oklahoma City. Presti ha deciso di massimizzare il profitto evitando una questione spinosa, i rinnovi contrattuali. Sì, perché Dennis, Steven e Kelly avevano un solo anno di contratto e, per quanto fosse presumibile una rinegoziazione, cederli adesso ha evitato molti problemi futuri. Per quanto Schroeder si trovasse benissimo a OKC, non è affatto scontato che rifirmasse o accettasse una sign and trade. Del resto lo abbiamo visto con Danilo Gallinari cosa è successo: chiunque era convinto che avrebbe accettato una sign-and-trade proficua, e invece è andato via generando solamente una grossa trade exception, con la dirigenza di Atlanta che ha fatto un favore a Presti. Il rischio che ciò succedesse addirittura di peggio con Schroeder e Oubre era elevato, quindi Presti ha preferito liberarsene e ottenere asset e scelte.

Mood. pic.twitter.com/yMh1sEB9eF

— Los Angeles Lakers (@Lakers) November 19, 2020

 

Discorso simile vale per Adams, anche se credo che il neozelandese, giocatore amatissimo nell’Oklahoma, sarebbe anche rimasto. Il problema è che a 27 anni Steven era in procinto di entrare nella fase calante della sua carriera, e soprattutto aveva dimostrato la sua inadeguatezza a un ambiente di playoff. Confermarlo come mentore e veterano avrebbe avuto senso, ma cederlo è stato un sacrificio necessario e ben retribuito. Tutti e tre questi giocatori si trovavano nel cosiddetto contract year, in una squadra in ricostruzione. Siamo sicuri che avrebbero accettato di fare da mentori ai giovani e non pensato a gonfiare le proprie cifre? Cedendoli si risolvono queste incognite, e si ricavano mattoncini per il domani.

Per Ricky Rubio il discorso è differente: il 30enne spagnolo avrebbe potuto giocare senza essere in scadenza e insegnare qualcosa a Shai e ai nuovi arrivati. La sua cessione ha una spiegazione diversa: i Thunder vogliono provare a sviluppare Gilgeous-Alexander come point-guard e dargli le chiavi della squadra. Oltre a ciò, cederlo per arrivare ad Aleksej Pokusevski è stata precisa volontà di Sam Presti per pescare il giocatore con più incognite, ma anche uno di quelli con più potenziale, dell’intera classe 2020.

Potreste a questo punto chiedervi perché Al Horford è rimasto. Due sono le spiegazioni plausibili: innanzitutto Al ha un grosso contratto ed è privo di mercato; in secondo luogo potrà, con la sua esperienza, fare da mentore a Poku e Bazley, giovani lunghi dei Thunder. Se verrà rivitalizzato come Paul, non è escluso che possa anche diventare un asset neutro o positivo.

Abbiamo quindi capito le intenzioni di Presti: accumulare tante scelte e peggiorare il roster della franchigia sacrificando tutti i giocatori fuori dalla timeline del futuro. Ma tutte queste scelte diventeranno giocatori di OKC? La risposta è no: nella NBA capita almeno una volta all’anno che un All Star o un ottimo giocatore scontento richieda una trade. Avere tutte queste scelte rende appetibile un’offerta alla squadra che ha sotto contratto il giocatore scontento. Non è un caso che James Harden sia così difficile da prendere per Brooklyn. I Nets non hanno asset sufficienti per acquistare The Beard a meno di cedere Irving o Durant, cosa che non vogliono fare. Con tutte queste scelte Presti potrebbe prendere Harden, ma non lo farà, perché è fuori dalla timeline attuale, e perché dovrebbe scarificare Shai. Se in futuro ci saranno stelle scontente, aspettatevi movimenti aggressivi da Presti, perché le scelte al primo giro servono anche per questo.

Con tante pick a disposizione aumentano anche le possibilità di pescare la stella del futuro dal draft, per quanto ci voglia molto fortuna. Ma in generale migliorano le possibilità di acquistare buoni giocatori: in effetti, in un draft normalmente di giocatori buoni ce ne sono pochi, di ottimi ancora di meno, di dimenticabili moltissimi. Sfido chiunque a ricordarsi delle carriere di Nikola Milutinov, R.J. Hunter, Jarrell Martin, Aedrian Payne, James Young e Mitch Mcgary, restando a scelte al primo giro del 2014 e del 2015. Matematicamente, con un maggior numero di scelte al primo giro crescono le probabilità di pescare un buon giocatore.

Non va infine sottovalutato il potenziale delle prossime classi al draft, che sembra decisamente più elevato di quella del 2020, anche se è sempre una materia piena di incertezze. Con i problemi derivanti dalla pandemia non c’è in realtà nemmeno il rischio di un calo di spettatori, perché le arene non potranno avere la totale capienza disponibile, e di conseguenza il danno economico derivante dal tanking si riduce. Tutte queste motivazioni mi portano a pensare che il momento per tankare sia quello giusto, e presumo che il Process di OKC durerà almeno fino al 2022, anno in cui la scelta dei Thunder è protetta in lottery, ma più probabilmente anche uno o due anni in più.


Cade Cunningham è uno dei nomi più interessanti del prossimo draft

Comprese le motivazioni di questo momento storico, mi lancio in una parte più leggera del pezzo, andando a valutare le trade di Presti e facendo i conto delle scelte accumulate.

 

La caccia

Cominciamo ora a vedere gli scambi della più pazza offseason della storia di OKC, in un ordine preferenziale stabilito da me per provare a capire qualcosa.

1) Presti cede Dennis Schroeder ai Lakers in cambio di Danny Green e della scelta 28 al draft 2020: non il migliore pacchetto, una sola scelta al primo giro e anche alla fine, inoltre Danny Green è fuori dalla timeline dei Thunder, chi vuoi che se lo prenda? Questi erano i pensieri dei tifosi subito dopo lo scambio, che pensavano a un buyout al campione NBA. Nessuno dei due asset è però restato nell’Oklahoma, e questo ci porta al prossimo scambio.

2) Danny Green va ai Philadelphia 76ers in cambio di Al Horford, la 34esima scelta al draft 2020 e una scelta al primo giro del 2025 protetta top 6, che si trasforma in una protezione top 4 nel 2026 e nel 2027. Qui lo scambio è ottimo per Presti, che ottiene un’altra scelta al primo giro, il giovane Theo Maledon con la 34 e un veterano da rivitalizzare in Al Horford, il tutto sacrificando un Danny Green che secondo molti sarebbe partito solamente tramite buyout. Sfruttando le esigenze di Morey di cedere uno dei contratti peggiori della lega, Presti ottiene un veterano ex All Star, un giovane talento e una first pick. Comprensibilmente, nessuno si è lamentato. Anche perché ai Sixers è finito pure Terrance Ferguson, dimenticabile 3&D senza tiro da 3 e senza nemmeno troppa difesa. A Oklahoma City anche i diritti su Vasilje Micic, uno dei migliori giocatori della Serbia e dell’eurolega.

3) Chris Paul e Abdel Nader vengono ceduti ai Phoenix Suns in cambio di Ricky Rubio, Kelly Oubre jr, Jalen Lecque, Ty Jerome e una prima scelta del 2022 protetta top 12 di Phoenix. Presti ottiene due buoni giocatori e due giovani dalle limitate prospettive, uniti a una scelta al primo giro, cedendo una delle migliori point guard della storia del gioco. Paul, asset negativo 12 mesi prima, si trasforma in asset positivo, e la trade in sé è ottima per entrambe le squadre. Ma tre dei pezzi arrivati hanno già lasciato l’Oklahoma.

4)Ricky Rubio, scelta numero 25 e 28 a Minnesota in cambio della scelta numero 17 del draft 2020. Una notizia che sembra sconvolgente, Sam Presti ha ceduto ben due scelte al primo giro! In realtà Sam ha deciso di scommettere sul giocatore con più alto potenziale del draft, Pokusevski, e l’ha pagato abbastanza. Ad oggi la trade è sbilanciata verso Minnesota, ma tutto dipende dalla crescita futura di Poku. A quel punto del draft, nella situazione di OKC, era conveniente scommettere su un giovane dalle infinite potenzialità anziché accontentarsi di due giocatori più solidi, ma meno promettenti. Il prezzo è Rubio, che consegna le chiavi della regia dell’attacco di OKC a Gilgeous-Alexander. Ai Thunder arriva anche James Johnson.

OKC used the draft pick they got from trading their last #17 to trade up to #17 to draft their new #17. pic.twitter.com/0zaFOygtRn

— Brandon Rahbar (@BrandonRahbar) November 24, 2020

5) Kelly Oubre jr viene ceduto ai Golden State Warriors in cambio della prima scelta al draft 2021 protetta top 20 e della seconda scelta di Denver del 2021. Se la prima scelta rimanesse ai Warriors, ai Thunder arriverebbe un’altra seconda scelta, questa volta di Golden State. Questa è la trade più criticata dell’offseason di Presti, accusato di regalare un giovane in scadenza a Myers in cambio di una scelta dal valore troppo basso. In realtà il prezzo di Oubre è lo stesso di Grant e Schroeder, e ho già spiegato i motivi dietro la scelta di Sam. Inoltre i Thunder ottengono una trade exception da 17 milioni, di cui parleremo successivamente. Onestamente avrei preferito una protezione in lottery, considerato l’infortunio di Klay Thompson, ma è probabile che quella fosse l’offerta migliore arrivata per Kelly.

6) Jalen Lecque viene ceduto agli Indiana Pacers in cambio di TJ Leaf e di una seconda scelta del 2027. Intuendo la volontà di Indiana di rimanere sotto la luxury tax, Presti si prende un anno di Leaf e una seconda scelta in cambio di Baby Westbrook. Un sacrificio esiguo, considerato che Lecque era assolutamente privo di valore e materiale da G League. Dubito che Leaf mostrerà molto di buono, ma avrà forse un po’ di spazio in più per dimostrare le sue qualità. In ogni caso, ottimo scambio, ottieni una seconda scelta scarificando il nulla assoluto.

Welcome to OKC, @leafsquad22! #ThunderUp pic.twitter.com/vO5rbD8cKd

— OKC THUNDER (@okcthunder) November 26, 2020

Il social media manager di OKC ha prodotto grafiche di questo genere anche per giocatori che erano già stati ceduti, settimana impegnativa anche per lui

7) James Johnson viene ceduto a Dallas in una trade a tre ancora incompleta, ai Thunder arrivano Ariza, Justin Jackson e due future seconde. Non male ottenere per un veterano in scadenza due seconde scelte, un giovane da valutare come Justin Jackson e un Trevor Ariza da piazzare per un’altra scelta al secondo giro, mossa eccellente in ottica rebuilding.

Welcome to the Thunder, James Johnson! #ThunderUp » @IamJJ16 pic.twitter.com/Yy298YFWvT

— OKC THUNDER (@okcthunder) November 20, 2020

Ecco, come vi dicevo prima

8) Steven Adams viene ceduto a New Orleans in una delle trade a quattro squadre più incredibili della storia della lega. Sebbene questa trade meriterebbe un articolo per analizzare tutte le exceptions e gli strumenti utilizzati dai GM, mi limiterò a dire chi e cosa è arrivato a Oklahoma City. Parliamo di George Hill, Darius Miller, Zylan Cheatham, Josh Gray e Kenrich Williams, la scelta al primo giro del 2023 protetta top 14 da NOLA e due seconde scelte del 2023 e del 2024. Il tutto sacrificando Adams in scadenza. A livello di scelte, il pacchetto è forse migliore di quello di CP3, e George Hill, oltre a fare da mentore a Shai e Maledon, potrebbe essere ceduto per un altro paio di seconde. Se Darius Miller tornasse in salute e si dimostrasse sempre abile al tiro, alla deadline potrebbe trasformarsi in una seconda scelta. Gli altri tre giocatori sono materiale da G League o, nel migliore dei casi, role player, ma lo scambio è assolutamente positivo per Presti. A livello umano mi dispiace vedere Steven lontano dai Thunder, ma era un’offerta che non si poteva rifiutare. Anche perché la trade excpetion da 27 milioni generata con lo scambio tornerà utile.

Cheers to Oklahoma City, thanks for taking me in 7 years ago. You guys have been awesome! I doff my hat to you for your hospitality. Always a pleasure, never a chore. pic.twitter.com/eRFhQTqIk0

— Steven Adams (@RealStevenAdams) November 25, 2020

9) La scelta numero 53 Cassius Winston e una seconda scelta del 2024 vanno a Washington in cambio di Admiral Schofield e della scelta numero 37 Vit Krejci. Presti scambia nella draft night per il talento della Repubblica Ceca, fuori per infortunio al crociato, cedendo una scelta al secondo giro, la terza scelta persa in questa folle offseason. Admiral, oltre ad avere uno dei nomi più belli dell’intera lega, è un carro armato che ha trovato spazio soprattutto in G League, dove ha realizzato le triple con il 37% su quasi 6 tentativi. Con un fisico possente potrebbe diventare un buon difensore, e probabilmente troverà spazio nello spot di ala per dimostrare le sue qualità.

10) OKC acquista Vincent Poirier e cash da Boston in cambio di una seconda scelta protetta top 55. In pratica i Thunder liberano uno spot a roster per i Celtics prendendo un rookie che a Boston non interessa, ottenendo cash per il favore. Mossa molto facile da scordare, ma il social media manager ha dato comunque il benvenuto a Vincent, e quindi mi sembrava giusto citarla.

Welcome to the squad, Vincent Poirier! @viinze_17P | #ThunderUp pic.twitter.com/i1mT0QqCNZ

— OKC THUNDER (@okcthunder) November 20, 2020

 

11) Danilo Gallinari va ad Atlanta in una sign and trade, OKC acquista una trade exception e una seconda scelta protetta dagli Hawks. Atlanta fa un favore a Sam Presti regalandogli una trade exception da 18 milioni e si prende il Gallo.

 

Le prede acquisite ad oggi (e una potenziale)

Se mi avete seguito fino a qui vi sarete accorti che Presti ha accumulato un quantitativo di prime scelte notevole. In tutto, escludendo il draft 2020, fino al 2027 OKC ha ottenuto 18 scelte al primo giro. Una squadra NBA normalmente ne ha 7. Quanto alle seconde, con molte trade ancora da ufficializzare, si parla di una cifra tra le 8 e le 10. In tutto ciò va però considerato che alcune scelte al secondo giro in proprio possesso i Thunder le avevano già cedute, e che sicuramente Sam Presti ne otterrà altre alla deadline. In ogni caso è evidente che il valore del primo giro sia maggiore, anche se sono usciti ottimi giocatori anche al secondo, uno su tutti Nikola Jokic. Semplicemente, però, è più facile scovare futuri fenomeni con scelte alte.

Quanto alle trade exception, i Thunder hanno accumulato qualcosa come 60M disponibili tramite questa eccezione. Per chi non sapesse cosa siano, in pratica sono delle eccezioni scambiabili per dei contratti. Ad esempio, una trade exception da 27 milioni può essere scambiata per un contratto equivalente, come quello di Batum. Avere questo ammontare di milioni può essere utile per assorbire i contratti più scomodi della lega, come quelli di Wall e Griffin, senza cedere altri contratti pesanti alla squadra che voleva liberarsi. Ovviamente un simile favore richiederà una contropartita da parte del team cedente, e sono certo che Presti cercherà di prendere contratti scomodi e scelte con questi 60 milioni.

Non è un caso che la sign and trade per Hayward non sia ancora ufficializzata: Charlotte deve decidere se tagliare Batum e occupare il cap con 9 milioni nei prossimi tre anni, oppure se spedire degli asset e Nic a un terzo team. Indovinate chi ha lo spazio salariale e la trade exception per far funzionare tutto? Proprio Presti, e nei prossimi giorni sapremo di certo come procederà questa situazione. Non dubito che Kupchak preferirebbe evitare un taglio di Batum, ma bisognerà vedere se le richieste di OKC saranno troppo alte.

 

Considerazioni finali

Dopo aver iniziato un processo di ricostruzione nell’estate del 2019, Presti ha dato una decisa accelerazione verso uno smantellamento, per preparare una nuova era. I tifosi dei Thunder dovranno, per la prima volta dopo dieci anni, accettare che la loro squadra non combatterà per i playoff, né per il titolo. La speranza è che con tutto questo patrimonio il futuro sia radioso. Anche la scelta di un nuovo head coach, Mark Daigneault, che ha comunicato il suo staff in questi giorni, è innovativa e segno di un cambiamento. Proprio Mark e il suo staff saranno responsabili dello sviluppo delle giovani leve dei Thunder, e sarà loro compito mantenere intatta la cultura vincente di Oklahoma City. Non deve assolutamente succedere che la franchigia vada allo sbando come successo a Sacramento, New York e Phoenix in passato, perché risalire diventerà complicatissimo.

In una Western Conference così agguerrita anche i Thunder scenderanno in campo per vincere, ma dubito che riusciranno a superare le 30 vittorie in una stagione da 72 partite. Se l’ambiente rimarrà sano, sicuramente ci proveranno. Tutti i nuovi giocatori avranno un’opportunità, e starà a loro farsi valere. Qualcuno dovrà essere tagliato, perché i giocatori a OKC ora sono più del massimo consentito, e Sam dovrà lavorare in sintonia col coaching staff anche in questo senso. Importante sarà l’utilizzo dell’affiliata in G League dei Blue, soprattutto per far giocare e permettere di sbagliare i giocatori meno esperti, e penso a Pokusevski e Josh Hall.

La stagione degli scambi è stata intensa, ma ora è quasi il momento di scendere in campo. Sam Presti si procurerà altre prede? Probabilmente sì, ma nei prossimi anni dovrà essere bravo a scegliere bene al draft e sacrificare quanto necessario per arrivare al titolo. L’Oklahoma lo pretende. Il Process dei Thunder è appena cominciato, e non vedo l’ora di scoprire come andrà a finire.

Tags: Oklahoma City ThunderSam Presti
Francesco Contran

Francesco Contran

Praticante e grande appassionato di atletica, si è avvicinato al basket per caso, stregato da Kevin Durant e dai Thunder. Non avendo mai giocato è la dimostrazione vivente che per far finta di capire qualcosa non serve aver praticato questo sport.

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