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Hayward a Charlotte, per non morire di progetti

Filippo Barresi by Filippo Barresi
30 Novembre, 2020
Reading Time: 8 mins read
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Gordon Hayward a Charlotte

Copertina a cura di Matia "Di Ui" Di Vito

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Nelle settimane prima dell’inizio della free agency mi sono ritrovato a parlare con un amico sulle possibili alternative degli Charlotte Hornets in questa sessione di mercato. Da un lato io sostenevo che aspettare doveva essere la prerogativa, lui, dall’altro, era convinto della necessità di aggiungere a roster giocatori di talento al più presto. Essenzialmente bocciava la mia strategia attendista perché troppo spesso aspettare non porta i risultati attesi, e per questo appoggiava l’idea “per non morire di progetti”.

Quella frase mi continua a balzare in mente da quando nella serata del 21 novembre gli Hornets hanno firmato Gordon Hayward per 120 milioni spalmati nell’arco di quattro stagioni. Questa decisione della dirigenza di Charlotte ha provocato reazioni contrastanti in giro per la lega, e ci sono pro e contro riguardo a questa scelta che vanno chiariti con puntualità. Per questo è necessario entrare un po’ meglio nel contesto che ha portato a questa operazione per capire tutti i possibili scenari futuri.

 

La firma

Quello firmato da Hayward è un max contract che ammonta a 120 milioni di dollari fino al 2024. L’analisi di molti osservatori si ferma a questi numeri ridondanti, noi cerchiamo di approfondire il discorso.

In primo luogo chiariamo che Gordon Hayward non vale assolutamente 30 milioni a stagione, sia perché il suo impatto in campo non è così importante sia perché molto probabilmente è già nella fase di calo fisico della sua carriera. Allora perché sborsare tutti questi soldi per farlo approdare agli Hornets?

Nel computo del suo stipendio bisogna inserire un costo aggiuntivo, una sorta di “small market tax“. L’appeal di Charlotte in situazioni di free agency è rasente allo zero e, come capita spesso per i mercati più piccoli della NBA, ha dovuto sopperire a questa assenza di attrattività con i soldi. Gli Hornets sono stati (e lo sarebbero stati anche nella finestra di mercato del 2021) costretti a puntare sulla grande cifra e sul contratto lungo per aggiungere un giocatore di talento alla propria squadra.

È una scelta sbagliata? Nessuno può dirlo al momento stesso della firma, sarà necessario tirare le somme in un momento più appropriato valutando tutti quelli che sono i punti di interesse di questa acquisizione e non solo le vittorie ottenute nel corso di questo periodo. Personalmente non mi sento di biasimare la dirigenza per questa mossa: Kupchack ha colto l’opportunità di assicurarsi un buon giocatore (che molto probabilmente sarebbe stato nel loro radar per il 2021) che ha deciso di uscire anticipatamente e inaspettatamente dal suo contratto.

Negli ultimi giorni sono uscite voci di come Hayward abbia rifiutato cifre oltre i 100 milioni dai Pacers e dagli stessi Celtics (Zach Lowe parla anche di 110), perciò il suo prezzo di mercato non è così distante dall’offerta fatta dagli Hornets. La differenza è ciò a cui mi riferivo prima con l’espressione “small market tax”: se non hai appeal, apri il portafoglio.

Un altro aspetto da sottolineare riguarda la situazione contrattuale complessiva di Charlotte. Dopo l’addio di Kemba il payroll era strutturato per garantire uno spazio enorme nella sessione di mercato del 2021: una cifra compresa tra i 45 e i 60 milioni approssimativamente. La free agency di quell’estate, come molti sanno, è parecchio ambita per via di molti giocatori importanti liberi di firmare nuovi contratti.

Questo avrebbe voluto dire competizione estrema e quindi quasi nessuna possibilità per gli Hornets di poter arrivare a giocatori anche solo del livello di Hayward. La firma quindi è semplicemente stata anticipata di una sessione, quasi per battere la concorrenza e dormire sogni tranquilli. Rimanere a bocca asciutta nel mezzo del caos che si prevede per il 2021 avrebbe potuto essere addirittura ancora più deleterio per un mercato come quello di Charlotte.

Il nodo che deve ancora essere chiarito riguarda l’eventuale taglio di Batum per fare spazio a questa firma. Su questo aspetto è ovvio essere in disaccordo con la scelta della società, spalmare negli anni successivi un contratto di 27 milioni in scadenza non è mai una buona idea. Il focus però deve rimanere fisso sul fatto che nei prossimi tre anni non si avrà bisogno di spendere altri soldi, e le estensioni di Devonte’ Graham e Malik Monk dovrebbero essere al sicuro. Completare una sign and trade con Boston, in cui Charlotte riesce a spedire Rozier o Zeller ai Celtics, permetterebbe di evitare il taglio di Batum ed eventualmente avere più respiro nel breve periodo: questa opzione pare però al momento poco probabile.

Le cifre, se guardate in modo nominale e decontestualizzato, sono quindi eccessive senza dubbio. Allargando la lente si può capire la logica dietro questa decisione, seppur siano molte le perplessità legate anche agli aspetti del tempismo della scelta e della tenuta fisica.

 

Le tempistiche

Un ulteriore punto da sviscerare riguarda il fit con il progetto “verde” messo in piedi dagli Hornets all’inizio dello scorso anno. La scelta numero #3 è il frutto di un’annata in cui i giovani hanno avuto molto spazio e il “piano” avrebbe previsto ulteriori stagioni con questa idea in testa, in modo tale da far crescere con tranquillità i ragazzi che compongono la squadra e nel frattempo ottenere posizioni molto alte nei prossimi draft.

Anche sotto questo punto di vista non penso che l’aggiunta di Hayward possa impattare nel breve termine sulla qualità delle scelte al draft di Charlotte, ovviamente a meno di sorprese. Aggiungere un giocatore del suo calibro alla squadra che lo scorso anno era 27° per Net Rating non cambierà di molto la classifica finale della squadra. La competitività degli Hornets nei prossimi due anni dipende essenzialmente dal livello di sviluppo dei prospetti che compongono la squadra.

Nella prossima stagione, anche per via dei miglioramenti di molte franchigie a Est, Charlotte non farà i playoff a meno di una stagione da Rookie of the Year di LaMelo Ball. Il migliore scenario possibile dipende essenzialmente dai giovani, e potrebbe essere molto simile a quello che abbiamo visto fare da Ja Morant con Memphis lo scorso anno.

Per questi motivi, Hayward non andrà a impattare negativamente su quello che è il percorso intrapreso dagli Hornets l’anno scorso, se non per qualche piccolo cambiamento di posizione in sede di draft. La scelta sarà comunque abbastanza alta e – con una classe talentuosa come quella del 2021 – questo è positivo.

 

Una presenza importante

Dopo una “strana” esperienza con i Boston Celtics, Gordon Hayward esce dal suo contratto con una maturità molto maggiore. La sua presenza da veterano nel giovane roster degli Hornets è uno dei motivi principali per cui apprezzo questa firma.

Prima del suo arrivo l’età media della squadra era di 23.8 anni, e un nucleo così giovane ha bisogno di giocatori di talento per poter crescere al meglio delle sue possibilità: proprio per non morire di progetti, come dicevamo in precedenza, è necessario avere il giusto equilibrio tra “linea verde” e giocatori di qualità.

Lo scorso anno Hayward era secondo per Net rating on/off, il tutto in una squadra ottima, perciò la caratura del giocatore non si deve mettere in discussione: Charlotte spera di poter migliorare la crescita del suo young core andando ad aggiungere giocatori complementari e di buon livello.

Questo riguarderà indiscriminatamente tutti i giovani componenti degli Hornets, ma penso che questa scelta abbia molto a che fare con la recentissima aggiunta di LaMelo Ball tramite il draft. In sede di valutazione dei prospetti della classe 2020, molti sostenevano che il meglio per lo sviluppo di un giocatore come Ball sarebbe stato un ambiente in cui avesse a disposizione spazio di manovra e compagni di buon livello al suo fianco.

L’aggiunta di Hayward non deve e non dovrá spostare l’attenzione dallo sviluppo dei molti giovani a roster. Saranno LaMelo & co. a dettare la timeline, non l’ex Celtics. Gli Hornets saranno pronti a competere solo e se mai questo nucleo di ragazzi sarà mai pronto per fare bene in ottica playoff.

 

Sul campo

Le caratteristiche di Gordon Hayward si sposano alla perfezione con tutti quelle che sono le idee tattiche di James Borrego. Offensivamente la sua versatilità potrà essere sfruttata principalmente per diminuire il carico che in questa stagione è gravato su Devonte’ Graham, una diminuzione di tiri e scelte forzate potrebbero garantire una maggiore efficienza.

Lo stesso avverrà a beneficio di LaMelo Ball, che potrebbe non avere tutti gli occhi della difesa puntati su di lui. Hayward è un buonissimo giocatore di transizione e il ritmo di Charlotte necessita di una spinta, dato che lo scorso anno gli Hornets erano ultimi in questa statistica: correre potrà essere una prerogativa e un’arma in più per coach Borrego.

Difensivamente il suo impatto non sarà eccezionale, ma comunque porterà solidità a una delle peggiori difese della lega. Lo schema difensivo utilizzato a lungo (anche se con scarsi risultati) dagli Hornets è una sorta di switch 1-5, e Hayward è abbastanza mobile per poter garantire una buona tenuta sotto questo punto di vista. A seconda di come Ball riuscirà a reggere l’impatto a livello difensivo, sarà molto interessante vedere delle lineup molto versatili composte da Graham, Ball e lo stesso Hayward.

Tutto questo discorso perde di senso nel momento in cui non si riesca a garantire una sua presenza costante sul campo. Dopo il grave infortunio di tre anni fa ci sono stati continui problemi di tenuta fisica in differenti punti del suo corpo. La speranza è che possa trovare la giusta forma e che queste noie possano permetterli di giocare con continuità: un minor minutaggio e un carico non eccessivo potrebbero aiutarlo in questo senso.

 

Il futuro

La grande quantità di soldi destinata a Hayward nei prossimi anni non deve preoccupare molto i tifosi di Charlotte. Con questa nuova aggiunta è molto probabile che la squadra non debba più affidarsi alla free agency almeno per le prossime due sessioni di mercato. Essenzialmente è il tassello che permette di continuare la ricostruzione intorno all’attuale gruppo di giovani, ma il progetto rimane sempre e comunque a lungo termine.

La speranza è quella di innalzare il livello di talento per far crescere in modo esponenziale le capacità dello young core: nessuno degli attuali giovani sarà penalizzato da questa firma, così come non è compromessa la situazione generale della franchigia per i prossimi quattro anni. Un nodo cruciale è ovviamente legato alla tenuta fisica del giocatore, che come sappiamo non è stata delle migliori negli ultimi anni.

Concludendo, abbiamo potuto constatare che le motivazioni che hanno portato la dirigenza a effettuare questa scelta abbastanza improvvisa sono molte. Possono essere condivisibili o meno, ciò che rimane e che deve essere oggetto di attenzione per il futuro di questa squadra è il nucleo di giovani che la compone. La loro crescita deve però essere coadiuvata da buoni giocatori di esperienza che possano garantire di creare una culture e quindi, come ha ben detto quel mio amico, “per non morire di progetti”.

Tags: Boston Celticscharlotte hornetsGordon Hayward
Filippo Barresi

Filippo Barresi

Studente di ICT all'Università di Torino, da sempre appassionato di sport. Calciofilo e Sampdoriano dalla nascita anche se da circa sei anni è sulle orme dell'NBA e degli Charlotte Hornets. Molto probabilmente non avrà l'occasione di assistere a successi sportivi.

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