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Bledsoe out, Holiday Inn

Francesco Cellerino by Francesco Cellerino
26 Novembre, 2020
Reading Time: 14 mins read
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Bledsoe out Holiday Inn

Copertina a cura di Sebastiano Barban

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Dopo essere usciti da teste di serie contro Miami, quinto seed a Est, i Bucks sono entrati in una delle offseason più cruciali della loro storia, dovendo convincere la loro stella Giannis Antetokounmpo del fatto di poter puntare davvero al titolo rimanendo nel Wisconsin a lungo termine, nonostante il doloroso fallimento della bolla di Orlando.

Dopo aver sfiorato l’accesso alle Finals nel 2019, trovandosi a condurre 2-0 le finali di conference coi Raptors, perdendo poi gara 3 al secondo supplementare e capitolando con un 4-2 complessivo, i Bucks quest’anno erano chiamati a fare un ulteriore salto di qualità, nonostante il sanguinoso addio di Malcolm Brogdon in direzione Pacers. Due giocatori in particolare hanno avuto la lente di ingrandimento puntata su di loro per l’intera stagione, Khris Middleton ed Eric Bledsoe: il primo per via del mostruoso rinnovo firmato, che gli ha conferito di fatto il ruolo di star a livello NBA, il secondo per via delle due deludenti run di playoff giocate negli anni precedenti con la franchigia.

Se il primo non è mai stato in discussione, per Bledsoe la situazione è sembrata subito molto più compromessa: tre indizi fanno una prova e i tre fallimenti consecutivi ai playoff della point guard hanno definitivamente convinto i Bucks della necessità di cambiare qualcosa in cabina di regia.

Subito dopo l’eliminazione per mano degli Heat sono usciti alcuni nomi di profili interessanti per i Bucks, ma è inutile girarci intorno: tra i giocatori realmente raggiungibili via trade, quello più adatto a coprire le falle di Milwaukee (e in generale di una contender) è sembrato fin da subito Jrue Holiday. Dopo l’addio di Davis, i Pelicans hanno rifondato la squadra su un nucleo più giovane, dal quale spiccano naturalmente la prima scelta assoluta Zion Williamson e il Most Improved Player Brandon Ingram.

Holiday ha ricoperto un ruolo fondamentale nella squadra, sia in campo sia nello spogliatoio, ma i suoi trent’anni si sposano male con la timeline della squadra e il suo valore sul mercato ha raggiunto i massimi storici per via dell’interesse di molte franchigie: David Griffin si è sfregato le mani e ha alzato la cornetta del telefono, sapendo di poter trattare partendo da una posizione di forza.

 

La trade

  • Milwaukee Bucks: Jrue Holiday e la scelta #60 Sam Merrill
  • New Orleans Pelicans: Steven Adams, Eric Bledsoe più due prime scelte (2025, 2027) e due swap futuri (2024, 2026)
  • Denver Nuggets: Scelta #24 RJ Hampton
  • OKC Thunder: George Hill, Darius Miller più scelta al primo giro 2023 e due scelte al secondo giro future dei Nuggets

Per riuscire ad arrivare al tanto agognato Holiday, i Bucks hanno dovuto fare un salto nel vuoto, scommettendo pesantemente sul loro futuro, impegnando tre prime scelte future e concedendo due potenziali swap.

Via il dente, via il dolore: Milwaukee ha pagato un prezzo un po’ alto a livello di asset futuri, a maggior ragione per un giocatore che a fine anno potrebbe diventare free agent non esercitando la sua player option, ma bisogna tenere in considerazione la necessità di convincere Giannis a rifirmare. La mossa va letta quindi come una dimostrazione della volontà della dirigenza di puntare al titolo a tutti i costi, anche prendendosi rischi enormi in chiave futura, dato che un eventuale addio del due volte MVP farebbe sprofondare la franchigia nella mediocrità, senza la possibilità di ricorrere a scelte alte al draft per ripartire.

Aggiungendo Antetokounmpo all’equazione, le tre prime scelte assumono un valore decisamente diverso: un suo eventuale rinnovo quinquennale può serenamente valere il sacrificio, specialmente per una franchigia di uno small market come Milwaukee, storicamente non attraente per le stelle della lega.

 

Chi è Jrue Holiday?

Vincitore del premio di Teammate of the Year e fratello di Justin e Aaron (entrambi ai Pacers), Jrue è estremamente impegnato nel sociale con la sua associazione fondata insieme alla moglie, tramite la quale ha deciso di donare l’intero stipendio recepito nella bolla di Orlando, intorno ai 5 milioni di dollari, a varie organizzazioni benefiche.

In campo è uno dei migliori esterni prendendo in considerazione entrambe le metà campo, motivo per cui le contender hanno fatto la fila per accaparrarselo: sa quando prendere in mano la situazione e quando lasciare la palla in mano ai compagni (terzo per USG% della squadra), gioca molto bene il pick and roll, dà la sensazione di avere sempre sotto controllo i ritmi della partita, viene rispettato come tiratore e soprattutto è un difensore decisamente sopra la media.

 

Cosa può dare in attacco?

Questa azione contro Miami è un po’ una sintesi di ciò che Jrue porta all’attacco della sua squadra: riceve un passaggio in una posizione estremamente interessante, ma scarica immediatamente per un suo compagno di squadra più libero. L’azione prosegue e Holiday fa in modo di farsi trovare smarcato sul perimetro, a quel punto gli Heat si rendono conto di aver lasciato troppo spazio a un tiratore e cercano di metterci una toppa: Jrue per la seconda volta sceglie di non tirare e vede in una frazione di secondo Zion libero sotto canestro, liberandolo per due punti davvero troppo facili.

 

Potrebbe sembrare strana la scelta di proporre per descrivere un giocatore da più di 19 punti a partita un’azione in cui per ben due volte ha rifiutato un tiro comodo, ma in effetti non lo è. Per quanto i suoi numeri sembrino dire altro, Jrue ha la mentalità di cercare sempre per prima cosa un compagno meglio posizionato, ma non è l’unica cosa che i tifosi Bucks dovrebbero notare guardando il replay dell’azione.

La sua sola presenza sul perimetro ha portato Iguodala e Hill a lanciarsi in un closeout disperato, lasciando spazio a Zion sotto canestro: nonostante non sia un tiratore di d’élite, Holiday è rispettato dalle difese per le sue buone percentuali e la sua fiducia, fattori che gli permettono di essere credibile e di guadagnarsi vantaggi con le finte, a differenza di Bledsoe che veniva invece invitato e sfidato dalle difese a prendersi il tiro dall’arco.

In generale va però detto che la visione di Holiday è abbastanza nella media, a fare la differenza è piuttosto la sua mentalità pass first, che lo porta a cercare spesso un extra pass sul perimetro o a trovare sempre con i tempi giusti il compagno lanciato in contropiede. È impressionante il suo modo di giocare a testa alta anche sotto pressione, controllando di fatto lo svolgimento dell’azione e facendo arrivare il pallone ai compagni coi tempi giusti: magari non si cimenterà in passaggi arditissimi o immaginifici, ma di certo tremendamente efficaci.

Questa sua caratteristica lo porta ogni tanto a esagerare con l’altruismo e sprecare buone occasioni: la prima clip è per certi versi simile a quella proposta prima, ma con una sostanziale differenza. Jrue riceve palla per ben due volte nel pitturato, e se il primo scarico su Ingram è assolutamente giustificato, nel secondo caso avrebbe dovuto guardare il canestro e andare al ferro, ma tutto è bene quel che finisce bene. Nelle altre tre azioni proposte, Holiday parte in penetrazione a testa alta con la chiara idea di servire un compagno, creandosi un vantaggio con le sue finte e costringendo la difesa ad adattarsi e liberare spazi preziosi. La sua abilità nel servire il tagliante può essere manna dal cielo per l’attacco di Milwaukee, che negli scorsi playoff ha faticato a crearsi punti in modo efficace da queste situazioni, riuscendo a sfruttarle col solo DiVincenzo.

 

Prima di passare al piatto forte – la sua gestione del pick and roll – va detto che Holiday non ha nessun timore nel prendersi responsabilità e può segnare efficacemente in ogni modo, che sia in isolamento o con tagli intelligenti, reagendo alla distrazione della difesa. Queste sue qualità gli permettono di attirare su di sé le attenzioni degli avversari, che lo considerano un pericolo anche a palla lontana, liberando di fatto spazi per i suoi compagni e permettendogli quindi di riuscire sempre a trovare un compagno smarcato con un extra pass o battendo prima il suo diretto marcatore con una finta.

 

Nel pick and roll emerge però tutta l’intelligenza nel leggere il gioco della point guard, che si adatta di volta in volta alle caratteristiche del compagno bloccante in modo da massimizzare le probabilità di riuscita dell’azione. Holiday sembra avere la capacità di controllare il tempo, giocando velocemente con compagni particolarmente atletici come Zion e Jaxson Hayes o invece prendendo tempo in mezzo alla difesa con compagni più lenti a rollare, come ad esempio Derrick Favors.

Proprio con quest’ultimo ha giocato in maniera più fantasiosa, non potendo contare su un atletismo simile a quello di altri compagni, ma trovando in ogni situazione un modo diverso per aspettarlo e servirlo: l’azione sembra spesso compromessa per via della lentezza del lungo nel rollare, ma con un paio di passi a velocità variabili, Jrue riesce sempre a farlo recuperare e a regalargli un cioccolatino solo da scartare sotto canestro.

 

Con Jaxson Hayes, invece, Holiday ha sempre cercato di sfruttare soprattutto le doti atletiche del compagno, ricorrendo più spesso ad alley oop anche rischiosi che ad altri tipi di soluzioni. L’ultima clip in particolare è molto interessante per via degli spazi ridotti nei quali Jrue è riuscito a creare un vantaggio per il compagno, giocando un pick and roll strettissimo che ha portato al fallo di Whiteside.

 

I veri fuochi d’artificio si sono però visti dall’esordio di Zion Williamson a fine gennaio: Holiday ha subito preso le misure con il mostruoso atletismo della prima scelta assoluta e ha punito regolarmente ogni ritardo delle difese, regalandogli passaggi col contagiri dove pochi altri potrebbero arrivare. Vi viene per caso in mente un giocatore di Milwaukee che potrebbe non farsi pregare due volte per volare a canestro in quel modo, magari in scadenza e con un grosso punto di domanda sul suo futuro?

Tornando sul discorso legato alla gestione dei tempi dell’azione, non tutti i palloni recapitati a Zion sono banali come potrebbero sembrare: le difese sanno benissimo di cosa sia capace e non sono certamente disposte a lasciarlo libero a cuor leggero nei pressi del ferro. Holiday cerca quindi di deviare l’attenzione degli avversari, spesso fissando un compagno diverso fino all’ultimo o dando l’impressione di voler andare lui in prima persona a canestro, in modo da muovere la difesa e permettere a Zion di prendere velocità: agli avversari basta un passo falso e la frittata è fatta.

 

Cosa può dare in difesa?

In difesa, oltre a essere un leader vocale, è estremamente efficace a difendere sull’uomo, grazie alla stazza con cui compensa la non eccelsa velocità, ma anche lontano dalla palla riesce a interferire spesso e volentieri con l’azione offensiva. Pur giocando tanti minuti ed essendo sempre coinvolto in prima persona in difesa, riesce a commettere relativamente pochi falli (nell’ultima stagione 2.4 a partita), risultando decimo nella lega per palle rubate a partita e primo per palloni deviati totali.

Per capirci, provando a confrontare i suoi dati sui falli commessi e le palle rubate con altre guardie dalla doppia dimensione in campo, escono fuori dei numeri simili a quelli di CP3, migliori anche di quelli di giocatori considerati specialisti difensivi. Holiday infatti dimostra anche in difesa la sua comprensione superba dei tempi di gioco, e non è raro vederlo neutralizzare un contropiede avversario con una scelta eccellente del tempismo per l’intervento e un uso molto attento delle mani, per non dare agli arbitri l’occasione di fischiargli un fallo contro.

 

In generale, sembra giocare a ritmi tutti suoi: anche quando viene battuto, è difficile che si lanci disperatamente all’inseguimento dell’avversario, ma piuttosto fa in modo di rallentarlo per dare il tempo all’aiuto di rivelarsi efficace. Non è raro che sembri in ritardo nei suoi recuperi o che sembri non andare alla sua massima velocità, soprattutto quando passa sui blocchi, ma trova sempre il modo di scegliere il momento giusto per fare il passo decisivo per disturbare l’attaccante.

Nel primo video, infatti, riesce a rendersi fastidioso per McCollum nonostante il vantaggio ottenuto con i due blocchi: Holiday fa in modo di rendergli ostica la penetrazione con la mano destra e alla fine la guardia dei Blazers ferma il palleggio, a quel punto il suo passaggio eseguito con poca convinzione diventa facile preda della point guard dei Pelicans. Nel secondo caso, lo stesso McCollum riesce a mandarlo fuori giri con una finta, ma Jrue, invece di farsi prendere dal panico, riesce a recuperare e mettere il fisico legalmente per disturbare la penetrazione, non esagerando nel contatto e spostandosi all’ultimo momento per dimostrare agli arbitri la correttezza della sua difesa. A proposito di Portland, JJ Redick nel suo podcast ha chiesto a Lillard chi sia secondo lui la guardia più fastidiosa in difesa: riuscite a immaginare la risposta?

Nella terza clip c’è una piccola dimostrazione di come Holiday sappia usare il fisico per tenere le penetrazioni di giocatori più piccoli e veloci di lui, per quanto chiaramente Ky Bowman non sia l’avversario più temibile della lega. Jrue riesce a rimanergli incollato e a sbilanciarlo, a quel punto Ky decide di cercare lo stesso la conclusione, ma avendo perso tutto il vantaggio legato allo slancio, per il fratello di Justin e Aaron è un gioco da ragazzi stopparlo.

 

Quando si trova a difendere lontano dalla palla, riesce ad essere comunque un fattore con il suo posizionamento. Nell’esempio del video seguente, Jrue, che nel quarto aveva sempre marcato un tiratore mortifero come McDermott standogli letteralmente incollato, per prima cosa si posiziona in modo da impedire a McConnell la penetrazione. Appena si accorge che T.J. non è riuscito a crearsi una separazione da Melli coi blocchi, si fionda immediatamente a impedirgli lo scarico per il compagno, costringendolo a proseguire fino alla linea di fondo con la sua iniziativa, ormai privata di tutta la sua pericolosità.

McConnell prova a girare per un istante la testa, sperando di trovare l’uomo libero, ma si trova accanto Holiday, che ha tenuto gli occhi fissi su di lui e che ha scelto proprio l’istante di maggior difficoltà per andare a negargli la possibilità di tornare indietro o di trovare un passaggio. A quel punto il play dei Pacers non ha altra scelta che andare a infilarsi ancora più a fondo tra le maglie della difesa dei Pelicans, cercando una conclusione troppo complicata, stoppata da Melli senza particolare fatica.

 

Come cambiano i Bucks con Holiday?

Piccola parentesi doverosa: questo paragrafo (e il pezzo in generale) si sarebbe dovuto intitolare “Come cambiano i Bucks con Holiday e Bogdanovic?” e probabilmente le considerazioni sarebbero state abbastanza diverse. I due avrebbero garantito una boccata d’ossigeno dal punto di vista del playmaking secondario, il serbo avrebbe potuto sfruttare gli scarichi sul perimetro e in difesa Jrue avrebbe potuto coprirne le mancanze, ma la trattativa è saltata e Bogdanovic ha firmato una offer sheet con Atlanta. Il front office di Milwaukee è sembrato decisamente in confusione nei giorni successivi al dietrofront della guardia serba, tra un uso scriteriato e quasi da principianti allo sbaraglio del salary cap e accordi modificati in corso d’opera per riparare agli errori, ma alla fine è riuscito a mettere in piedi un roster interessante.

Jrue Holiday avrà il compito di guidare l’attacco a difesa schierata, permettendo a Giannis di concentrarsi di più sull’attacco in transizione e di rifiatare più spesso, senza dover più contare sul solo Middleton per creare occasioni di livello. La sua capacità nel giocare il pick and roll promette di far divertire i tifosi dei Bucks, che possono già sognare i giochi a due tra lui e Antetokounmpo o i suoi precisi lanci in contropiede per la stella greca, ma non solo.

Ai playoff, il p&r tra Middleton e l’MVP era diventato prevedibile per la difesa degli Heat, che con le loro ali molto versatili e Adebayo erano riusciti a neutralizzarlo: aggiungere un terzo interprete di questo livello potrebbe finalmente portare un po’ di tanto agognate alternative, senza però togliere troppi possessi ai due leader offensivi della squadra. La sua pericolosità dall’arco permetterà inoltre di allargare il campo più efficacemente di Bledsoe, che come già detto veniva preso di mira dai difensori, che gli lasciavano spazi ad arte per invogliarlo a tirare da tre.

La presenza in campo di Holiday potrebbe anche esaltare le caratteristiche degli altri giocatori del roster, grazie alla sua innata propensione per il passaggio: ai Pelicans ha spesso rifiutato buoni tiri per crearne di migliori con un extra pass per Hart, Ball o altri compagni; non è difficile quindi immaginare una convivenza idilliaca in attacco tra la point guard e tiratori come Bryn Forbes o le due scelte del draft, Merrill e Nwora. La sua abilità nel servire il tagliante risulterà invece preziosa quando si troverà a giocare con due giocatori che amano molto muoversi tra le maglie della difesa come DiVincenzo e Connaughton, smuovendo un attacco che in certi casi era stato davvero troppo statico, con quattro giocatori immobili sul perimetro ad aspettare che Giannis si inventasse qualcosa. Inoltre, la sua capacità di essere efficace anche senza la palla in mano regalerà più opzioni a coach Budenholzer nella costruzione dei quintetti, permettendogli ad esempio di affiancarlo a un giocatore come DJ Augustin, bilanciandone la presenza nella metà campo difensiva.

Anche in difesa Holiday è un’aggiunta importantissima, perché potrebbe aiutare a rendere sostenibili difensivamente quintetti con giocatori difensivamente rivedibili come Augustin e Forbes, oltre a garantire una buona dose di leadership. Dall’altro lato, la sua presenza in campo potrebbe permettere a Bud di schierare per tanti minuti un difensore eccezionale – seppur limitatissimo in attacco – come Torrey Craig, garantendo le spaziature offensive che il compagno non può assicurare. Due esterni del genere in campo contemporaneamente rischiano di diventare un incubo per gli attacchi avversari, data la loro capacità di marcare in maniera estremamente efficace qualsiasi giocatore dai play alle ali.

Nel complesso i Bucks hanno messo le mani sul giocatore forse in assoluto più adatto a loro tra quelli raggiungibili, pagando un prezzo molto alto, ma ottenendo un netto miglioramento nel reparto guardie del roster. Milwaukee è chiaramente entrata in modalità “all-in”, avendo ipotecato il proprio futuro per convincere Giannis a rifirmare e legare a lungo termine il proprio destino con quello della franchigia. Il back-to-back MVP non si è ancora sbilanciato, ha ribadito per l’ennesima volta di voler rimanere ai Bucks finché reputerà di poter lottare per vincere con la loro maglia addosso e di certo la dirigenza gli ha mandato un segnale forte con le proprie scelte. Basterà?

Tags: Eric Bledsoegiannis antetokounmpoJrue HolidayMilwaukee Bucks
Francesco Cellerino

Francesco Cellerino

Tifoso sfegatatissimo della Virtus Roma e dei Bucks per amore di Brandon Jennings (di cui custodisce gelosamente l'autografo), con la pessima abitudine di simpatizzare le squadre più scarse e rimanerci male per le loro sconfitte. Gli amici si chiedono da anni se sia masochista o se semplicemente porti una sfiga tremenda...

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